Dragon Ball Sparking! Zero: Budokai Tenkaichi è di nuovo fra noi! | Recensione
Dragon Ball Sparking! Zero è finalmente arrivato ed è esattamente il Budokai Tenkaichi 4 che stavamo aspettando da diciassette lunghi anni.
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a cura di Andrea Maiellano
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Questa recensione potrebbe tranquillamente durare una manciata di parole. Il prossimo 11 ottobre Budokai Tenkaichi 4 arriverà, finalmente, dopo 17 lunghi anni dal precedente capitolo, e per molti di noi, videogiocatori del Bel Paese, sarà festa nazionale.
Con qualche capello bianco in più ci raccoglieremo, nuovamente, nel salotto dell'amico di turno e ci "riempiremo di mazzate" in uno dei picchiaduro più "party game" mai realizzati, ridendo come un tempo e finendo di rovinare quelle amicizie che avevamo già cominciato a incrinare negli anni d'oro di PlayStation 2.
La forma, però, vuole che analizziamo più a fondo l'ultima fatica di Spike Chunsoft, motivo per il quale vi consigliamo di mettervi comodi perché c'è molto di cui discutere in merito a Dragon Ball Sparking! Zero, che per noi rimarrà per sempre Budokai Tenkaichi 4.
Come mai così tanto tempo?
In realtà, questi 17 anni di attesa, non sono serviti a Spike per capire come evolvere la sua serie più celebre, ma sono risultati indispensabili ai tie-in videoludici dedicati a Dragon Ball per trovare la loro dimensione ottimale.
Verso la fine del primo decennio dei duemila, difatti, su tute le piattaforme di gioco c'era una vera e propria invasione di produzioni dedicate all'opera più celebre di Akira Toriyama... e molte di queste erano davvero pessime. Per Dragon Ball era un periodo d'oro, motivo per il quale Bandai Namco, e Atari, proponevano nuovi titoli con cadenza incredibilmente ravvicinata, riuscendo pochissime volte a centrare il bersaglio.
A dirla tutta, anche la serie Budokai Tenkaichi non fu mai premiata dalla critica, visto che si trattava di picchiaduro "caciaroni e sbilanciati", ma riuscì a far breccia nei cuori dei giocatori, visto che permetteva loro di picchiarsi con dei roster letteralmente fuori scala (dove mancavano all'appello giusto il draghetto di Gohan e Lunch). Questo aspetto, unito a una grafica per l'epoca incredibilmente vicina a quanto si vedeva nell'anime e alla possibilità di lanciare attacchi energetici con la stessa rapidità con la quale Max Payne trucida persone nei giochi a lui dedicati, resero Budokai Tenkaichi (e in particolar modo il secondo capitolo della serie) un cult capace di essere presente nella libreria di chiunque conoscesse, anche solo vagamente, l'opera di Akira Toriyama.
Poi, la sovrabbondanza di giochi dedicati a Dragon Ball prese il sopravvento e con essa il tedio da parte dei giocatori, visto che nessuno dei titoli successivi riusciva a eguagliare l'assurdità offerta dalla serie Budokai Tenkaichi.
Fu l'uscita di Dragon Ball Super a far comprendere alle software house che l'offerta andava ridotta, e compartimentata a dovere, se si voleva rientrare nelle grazie dei giocatori. Ecco quindi che, come un fulmine a ciel sereno, Arc ha realizzato Dragon Ball FighterZ, un picchiaduro tecnico, e realmente competitivo, capace di rimanere presente nella scena dall'oramai lontano 2018. CyberConnect2, invece, realizzò nel 2020 Dragon Ball Z Kakarot che, sfruttando una sapiente mescola fra RPG all'acqua di rose e una versione semplificata del combat system della serie Budokai Tenkaichi, confezionò un'operazione nostalgia che si rivelò perfetta per far rivivere, in prima persona, l'intero arco Z dell'opera di Toriyama.
Con gli amanti del picchiaduro soddisfatti, i fruitori del single player appagati, poche produzioni sul mercato e una sempre più crescente richiesta di videogiochi dedicati a Dragon Ball (e in particolare di un nuovo Budokai Tenkaichi), il momento si è rivelato perfetto per far tornare la tanto amata serie di Spike Chunsoft con un nuovo capitolo, che per l'occasione riprende il nome originale giapponese in tutto il globo, onde evitare di stranire i giocatori dell'ultima ora.
Ma... è un picchiaduro?!
Dragon Ball Sparking! Zero, come ci si aspetterebbe da un nuovo capitolo della serie Budokai Tenkaichi, è un picchiaduro tridimensionale dove i personaggi si muovono liberamente in ampie arene distruttibili, volando senza limitazioni.
Il focus principale è sempre l’avversario, agganciato automaticamente da un ottimo sistema di target che permette di mantenere le distanze costantemente quando si deve caricare la propria aura, lanciare colpi energetici e sfruttare le varie abilità. Per accorciare le distanze, come da copione, sono presenti due tipi di scatto aereo: uno standard, utile per schivare gli attacchi energetici e avvicinarsi all'avversario, e uno più avanzato, lo “scatto del drago”, che permette di avvicinarsi rapidamente, consumando aura, e di aggirare il nemico se unito ad altre mosse.
Quello che, però , ci ha realmente sorpreso, sono le numerose manovre difensive, e contromosse istantanee, a disposizione di ogni giocatore. È chiaro che Spike Chunsoft sa bene di avere realizzato un picchiaduro disimpegnato e votato al caos, ma è altresì evidente che si sia voluta impegnare a stratificare il combat system quel tanto che basta per provare a ribilanciare alcune situazioni che in passato si ripetevano sovente negli scontri.
Per quanto sembri ridicolo parlare di bilanciamento quando si va ad analizzare un picchiaduro basato prettamente su combattimenti in volo, dove è possibile far combattere un bambino contro una scimmia gigante e ogni match diventa, molto rapidamente, la sagra dei "babombi colorati", è indubbio che Spike Chunsoft ha voluto evitare combo infinite e situazioni ingestibili, permettendo a tutti i giocatori, dopo aver acquisito la giusta padronanza con il combat system, di rimontare da ogni tipo di situazione.
In Dragon Ball Sparking! Zero, si può rispondere a ogni attacco sfruttando parate direzionali, parate perfette, riprese aeree, contrattacchi, proiezioni e teletrasporti, il che rende il gioco molto più dinamico e imprevedibile rispetto ai capitoli precedenti.
Rimane, comunque, un enorme celebrazione all'opera di Toriyama, pensata per far divertire in maniera disimpegnata i giocatori e permettergli di lanciare il maggior numero di attacchi energetici possibile, motivo per il quale analizzarlo come un picchiaduro ragionato, e competitivo, sarebbe il più madornale degli errori. Questo nuovo episodio di Budokai Tenkaichi è più vicino a un "party game dove ci si picchia un sacco", confezionato con la giusta cura per garantire un combat system che non sia casuale e che, per certi versi, riesce a rivelarsi anche profondo, strategico e ottimo per chi vuole perfezionarsi, garantendo a chiunque la possibilità di far battere Majin Bu anche al tanto bistrattato Yamcha.
Sul fronte puramente offensivo, invece, c'è poco da aggiungere: è un Budokai Tenkaichi a tutti gli effetti. Con un tasto si inanellano combo di attacchi fisici, con uno si lanciano proiettili energetici e combinando il pulsante con cui si carica l'aura a frecce direzionali e tasti frontali, si sfruttano abilità e attacchi energetici.
Caricando l'aura oltre il limite, e sfruttando quindi anche le cariche di energia dedicate alle abilità passive, si può entrare in modalità Sparking, permettendo di scagliare potenti attacchi finali e garantendo un boost di tutte le caratteristiche del personaggio che si sta utilizzando.
Ovviamente, da buon Budokai Tenkaichi, ogni personaggio dotato di trasformazioni potrà usarle alla bisogna, cambiando sia le caratteristiche di quest'ultimo che modificandone il ventaglio di abilità; infine, giusto per non farsi mancare niente, se si sta giocando in squadra con un altro personaggio compatibile, si potranno eseguire le celebri fusioni. Insomma, come da tradizione ci sono decine di modi diversi per ribaltare completamente le sorti di uno scontro semplicemente premendo un paio di pulsanti... e va benissimo così.
Una vena strategica inaspettata
in Dragon Ball Sparking! Zero, ogni personaggio è altamente personalizzabile, permettendo di scegliere costumi, gesti, pose, frasi e musiche che ne modelleranno l'aspetto in battaglia. C'è però un elemento che abbiamo particolarmente apprezzato, ovvero la possibilità di aggiungere delle capsule atte a potenziare alcune caratteristiche offensive, e difensive, dei vari personaggi, oltre alla possibilità di decidere come far comportare suddetto personaggio, quando viene controllato dalla CPU negli scontri di gruppo.
Una piccolezza, sia chiaro, ma unito a un livello di maestria da conseguire con ognuno degli oltre 180 personaggi disponibili, capace di garantire alcuni buff specifici, rende praticamente infinita la personalizzazione dei personaggi nel momento in cui si decide di lavorare di fino per caratterizzarne ogni aspetto.
Alla stessa stregua, trasformazioni e fusioni giocano un ruolo strategico molto importante. Laddove è vero che basterebbe scegliere un personaggio "già fuso", o trasformato, è anche vero che farlo manualmente garantisce un aumento incredibile delle statistiche, e della barra della vita, capace di fare la differenza fra chi decide di eseguire tutte le trasformazioni, o fusioni, partendo dai personaggi "base", e chi deciderà di scegliere quelli già "pronti all'uso".
Tante, ma proprio tante, cose da fare
Con oltre 180 personaggi da sbloccare, con annessi costumi differenti e una miriade di altri elementi cosmetici, viene da se che Dragon Ball Sparking! Zero richiederà ai giocatori parecchie ore per essere sviscerato a dovere. Resta comunque impressionante quante attività, principali e non, Spike Chunsoft abbia realizzato per rendere il più vario possibile il titolo.
Lo Story Mode, che di solito si limita a seguire gli eventi delle varie saghe dell'opera di Toriyama, in questo caso è stata rivista in maniera molto intelligente. Si potrà scegliere fra otto personaggi e ripercorrere il loro arco narrativo, andando ad attuare delle scelte, durante il progredire degli eventi, che si premuniranno di far seguire la storia esattamente come tutti la conosciamo, o di cambiarne alcuni aspetti. Il risultato è un enorme What If, che apre a scenari molto interessanti. Per farvi l'esempio più "spoiler-free", si potrà decidere di andare a sfidare Radish senza Piccolo al seguito di Goku, scoprendo come sarebbe finito quello scontro in una circostanza completamente inedita e aprendo a nuove linee temporali inaspettate.
Allo stesso modo la possibilità di creare battaglie personalizzate, da condividere successivamente online, è un'intuizione davvero sagace e che sarà capace di generare un'infinità di meme nei mesi successivi al lancio.
Molto banalmente si tratta del poter realizzare degli scontri decidendone ogni singolo aspetto: personaggi, arene, bonus, malus, condizioni della battaglia e perfino il tono generale dello scontro potranno essere totalmente decisi dal giocatore. L'unica regola è che, per essere convalidati, ed eventualmente condivisi online, il creatore dovrà essere in grado di battere la sua creatura... quindi se già pensavate di far scontrare Jiaozi con Jiren durante il Cell Game, siete avvisati.
A queste due modalità principali, si aggiungono le canoniche modalità multigiocatore (online e offline) basate sui classici uno contro uno, partita classificata e Torneo Mondiale.
Se tutto questo non bastasse, oltre alle sezioni dedicate alla personalizzazione dei personaggi, e della scheda giocatore, sono disponibili gli Ordini di Zeno e i Timbri di Whis. Queste due sezioni sono, molto banalmente, una lista lunghissima di obiettivi che, se portati a termine, ricompenseranno il giocatore con Zeni (la valuta di gioco), Sfere del Drago (per evocare Shenron, Super Shenron e Polunga) e oggetti per potenziare i propri personaggi. Zeni e Sfere del Drago, nel caso ve lo steste chiedendo, serviranno a per sbloccare rapidamente personaggi, aumentare celermente la competenza con un lottatore e far salire di uno il livello globale del giocatore.
insomma tantissime cose da fare per garantire ore e ore di longevità, riuscendo al contempo a non risultare mai tedioso, visto che la maggior parte degli obbiettivi si porteranno a termine semplicemente giocando e provando i vari lottatoriv presenti nell'immenso roster.
In cinque è meglio
In Dragon Ball Sparking! Zero, in alcune modalità di gioco, si può decidere di scendere in campo con un team composto da un massimo di cinque personaggi, dove si potranno sfidare altri giocatori, o la CPU se si preferisce, intercambiando i propri combattenti durante lo scontro. Ci sono delle regole ben precise, e non aspettatevi delle "combo tag team" strutturate come quelle presenti in FighterZ, ma questa possibilità riesce a rendere gli scontri molto più dinamici e peculiari, visto che si potrà decidere di sfidare team da cinque con un solo lottatore e, molto banalmente, mescolare ancora di più le carte in tavole.
Tecnicamente fra alti e bassi
Dragon Ball Sparking! Zero mostra tutti quegli alti, e bassi, che siamo oramai abituati a ritrovare nei tie-in di produzione giapponese: menù farraginosi, impostazioni da dover cercare con la lente d'ingrandimento, user experience confusionaria e, in linea di massima, una scarsa cura nella rifnitura dei dettagli. Niente di tragico, sia chiaro, ma fa sorridere vedere che bene o male tutte le produzioni di questo genere, soffrono degli stessi problemi di interfaccia.
Per quanto riguarda il versante meramente tecnico, Dragon Ball Sparking! Zero è una gioia per gli occhi, anche se le animazioni non risultano curate come quelle del più vecchio FighterZ. Non fraintendeteci, sembra sempre di giocare dentro un anime, ma vuoi per il fatto che si tratta di un picchiaduro tridimensionale con arene interattive, vuoi per la moltitudine di personaggi presente, si nota che il comparto grafico dell'ultima produzione di Spike Chunsoft non è propriamente all'ultimo grido. Abbiamo apprezzato, però, l'enorme cura dei dettagli riposta nei "danni" che i personaggi subiscono
In termini di performance non c'è nulla da appuntare, il gioco è ancorato a 60 FPS e gli unici momenti in cui abbiamo potuto notare degli stutter sono quelli in cui abbiamo deciso di cambiare personaggio durante uno scontro.
Abbiamo, però, trovato una manciata di aspetti che ci hanno fatto storcere non poco il naso. Il primo è quello, oramai noto, che vede le partite uno contro uno, in split screen, essere limitate alla sola arena della stanza dello Spirito del Tempo (in virtù di un'impossibilità, a detta degli sviluppatori, di poter garantire un'esperienza solida per i giocatori nelle arene più complesse); il secondo è l'assenza del cross-play nel 2024, quando è noto che i giocatori siano ripartiti su più piattaforme e Sparking! Zero esce sia su console che su PC; il terzo, infine, risiede nell'eccessiva precisione richiesta al giocatore per eseguire determinate manovre difensive. Spike Chunsoft ha optato per delle finestre di reazione molto rapide che, però, si mescolano male con il caos che contraddistingue ogni scontro, specialmente durante le combo consecutive, gli scambi ravvicinati o quando, molto banalmente, la camera di gioco si incastra dietro a qualche maceria dell'arena.
Doppiaggio e localizzazione, infine, sono confezionati molto bene, seppur mostrino qualche piccola sbavatura nella traduzione italiana. I dialoghi sono recitati in Giapponese, o in Inglese se preferite, mentre i testi a schermo sono tutti tradotti in Italiano. Questi ultimi, però, mostrano alcune sbavature, quando presentano alcune battute iconiche con degli errori di battitura grossolani. Anche in questo caso, come per molti altri tie-in, permane il vizio di far parlare costantemente i lottatori durante gli scontri, rendendo praticamente impossibile leggere ogni linea di testo, ma si tratta di dialoghi noti a tutti, motivo per il quale più che un difetto, possiamo considerare anche questa una sbavatura.
Voto Recensione di Dragon Ball Sparking! Zero
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
-
Un nuovo Budokai Tenkaichi con oltre 180 personaggi
-
Un sistema di counter che rende tutto molto più dinamico che in passato
-
Tantissime cose da fare
Contro
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Comparto grafico sottotono per essere un titolo per PS5
-
Poca cura nella UX e un po' di sbavature tecniche qua e la
-
Una sola arena in co-op locale e niente cross-play online
Commento
Informazioni sul prodotto
Dragon Ball Sparking! Zero