La sua voce è inconfondibile e ci ha accompagnato negli anni attraverso numerose opere. Stiamo parlando di Emanuela Pacotto, la doppiatrice che ha dato vita a Bulma di Dragon Ball, a Sakura di Naruto, A Nami di One Piece, a Jessie dei Pokémon, a Twilight Sparkle di My Little Pony e a molti altri personaggi senza tempo entrati ormai di diritto nell’immaginario collettivo. Emanuela è una persona estremamente poliedrica che ha intrattenuto ed intrattiene il pubblico anche con le sue performance da cantante, attrice e scrittrice.
Quello che forse alcuni non sanno è che Emanuela Pacotto ha prestato la sua voce anche a numerosi personaggi dei videogame che ci ritroviamo a giocare ogni giorno. A livello videoludico la nostra doppiatrice si è imbarcata tanto in ruoli drammatici quanto in parti comiche dimostrando ancora una volta una grande versatilità. Molto di recente abbiamo avuto la fortuna di scambiare con lei quattro chiacchiere per capire qualcosa in più relativamente alle sue esperienze da doppiatrice nel mondo dei videogiochi. Ne è nata questa intervista che, ispirandoci alla canzone “Doppiami la vita Pacotto” realizzata dai Tafka, abbiamo deciso di intitolare appunto “Doppiami i videogiochi Pacotto”.
Quando e come sei entrata nel mondo del doppiaggio?
Rompendo ogni schema ci sono entrata casualmente doppiando me stessa nel telefilm “cult” degli anni 80 “Licia dolce Licia” nel quale interpretavo il ruolo di Marika.
In cosa differisce il doppiaggio di un videogioco rispetto a quello del cinema, dei telefilm o dell’animazione?
Differisce dal fatto che mentre nel caso di un film, telefilm o cartone animato noi doppiamo dei filmati seguendo i movimenti della bocca e l’espressione degli occhi, nel doppiaggio di un videogioco nel 90% dei casi lavoriamo seguendo il “disegno” dell’onda sonora della battuta visualizzata sullo schermo. È per questo motivo che alcune volte nei videogiochi la voce non sempre corrisponde al movimento delle labbra dei personaggi e la “colpa” non è del doppiatore…
C’è stata un’evoluzione nel doppiaggio dei videogame?
Come in tutte le cose sì. La tecnologia ha accelerato e semplificato i tempi e i modi di lavorazione. L’animazione è diventata sempre più realistica e anche il “doppiaggio” si è adattato. Se avete presente le scene di titoli come Resident Evil o Destiny si fa fatica a distinguere l’animazione 3D da un film vero con attori in carne ed ossa.
I titoli che doppi poi li giochi anche? O perlomeno ti capita di vedere il gioco finito in azione, con la tua voce all’interno?
Lo confesso: sono una vera schiappa come “gamer”! Mi capita però di osservare amici che giocano e anche da spettatrice vengo coinvolta nell’azione… E’ sempre una buona occasione per fare tesoro del lavoro fatto e migliorarsi.
Qual è stato il primo videogioco che hai doppiato?
Aiuto non me lo ricordo. Si parla del “giurassico”… Potrebbe essere Baldur's Gate?
Qual è stato il gioco più difficile da doppiare e perchè?
Non c’è mai un doppiaggio più difficile di un altro. L’impegno che metto è sempre lo stesso per ogni ruolo e in ogni situazione che sia un videogioco, un cartone animato o un film. Esistono però personaggi più “faticosi” di altri. Mi viene in mente la Demon Hunter di Diablo III, per esempio, o più di recente Lady Prestor in Hearthstone personaggi che mi hanno costretto a fare sessioni di doppiaggio gridando per ore con la voce sgranata, mettendo a dura prova le mie corde vocali e il mio diaframma!
Spesso ti sei ritrovata ad interpretare il ruolo di una combattente come nel caso di Akali in League of Legends o di Valla in Heroes of the Storm. Come trovi la carica e l’aggressività per interpretare questi ruoli?
Mi dai l’occasione per ricordare ancora una volta che un “doppiatore” è prima di tutto un attore per cui basta “calarsi nella parte”. Inizia il turno di doppiaggio, prendo per mano il personaggio e mi lascio guidare nella sua storia. Attenzione, non sto dicendo che sia facile. Sembra un gioco ma in realtà c’è dietro tanta professionalità e non tutti lo possono fare. Attori si nasce non si diventa, non è un modo di dire è la verità.
Sei stata Claire Redfield in Resident Evil. Come si interpreta la paura?
Siamo tutti anime molto complesse. In ognuno di noi ci sono infinite emozioni e stati d’animo. La bravura sta nel riuscire di volta in volta a trovare le sfumature giuste per colorare “quel” personaggio. Ed è importantissima la sensibilità con cui in sala di doppiaggio sei attento ad ogni più piccolo particolare; dal tono della voce originale alla luce della scena o l’espressione sul volto. Sono tutti indizi che ti guidano sulla giusta strada da interpretare.
Ti sei occupata di enigmi ed indagini nei panni di Victoria McPherson in Still Life e come Emmy Altava nella saga del Professor Layton. Cosa caratterizza un investigatore?
La curiosità, il coraggio, il non sapersi accontentare e forse anche un senso innato di giustizia, quel bisogno di voler fare davvero chiarezza al di là di facili conclusioni.
Hai interpretato l’incontenibile Trishka Novak in Bulletstorm. Ma quante parolacce hai detto?
Non le ho mai contate e non voglio saperlo!!! Però è stato, come dire, liberatorio, quasi “catartico”. Sicuramente dopo aver doppiato Trishka mi sono sentita molto più leggera! E a molti è piaciuta parecchio la versione “Pacotto che dice le parolacce”.
In Spider-Man: Miles Morales hai prestato la tua voce per il Podcast di Danika Hart, in The Amazing Spider-Man sei stata Gwen Stacy mentre in Spider-Man 2 ricoprivi la parte di Mary Jane. Al di là della tua fedeltà a Spider-Man, qual è il tuo supereroe preferito?
Non ho dubbi “Iron Man”… ma credo che la mia scelta sia condizionata dalla meravigliosa interpretazione di Robet Downey Jr, attore straordinario che adoro capace di dare al personaggio sfumature che lo hanno reso unico.
Sei stata Alice in Alice: Madness Returns. Parlaci di questa esperienza. Come si interpreta la follia?
La “follia” può avere mille volti. Nel caso di Alice mi sono lasciata ispirare dall’immagine del personaggio. Uno stile un po’ gotico, grottesco, alienato ma ricco di fascino, un po’ alla Tim Burton, da cui ho cercato di trarre ispirazione per riprodurre le intonazioni. In questo caso anni e anni di esperienza mi sono stati di aiuto!
Hai dato la tua voce a Tyreen Calypso di Borderlands 3. Ma è davvero così cattiva? Raccontaci qualche aneddoto relativo alla tua interpretazione del personaggio.
Mi ha fatto molto ridere perché diceva delle cose “tremende” con una naturalezza disarmante. Sì, era decisamente “perfida” ma talmente fuori da qualunque schema che non poteva non piacerti. Mi sono divertita un sacco a doppiarla. Il suo look poi era assolutamente strepitoso. Una vlogger e influencer decisamente fuori del comune! A volte mi viene il sospetto che mi affidino ruoli come quelli di Tyreen o Danika Hart perché anch’io sono molto attiva sui social!
Sei stata la voce italiana del trailer del pass battaglia del Capitolo 2 della seconda stagione della modalità Battaglia Reale di Fortnite. Com’è nata questa collaborazione per un titolo tanto importante?
Come sempre per i videogiochi le “voci” vengono selezionate dal cliente. E quando vai a lavorare spesso non sai esattamente cosa stai doppiando perché i videogiochi sono coperti dal segreto assoluto fino all’uscita del gioco. A volte hanno addirittura titoli inventati perché non si sappia cosa stiamo doppiando. Ma quando ho capito che sarei stata la voce di un titolo così importante è stata una bellissima sorpresa.
Sei Pasadena O'Possum in Crash Team Racing Nitro-Fueled. Sei un pilota solo nei videogiochi? Come ti comporti al volante della tua automobile?
Ahahah! Esattamente come gioco ai videogiochi. Sono un disastro. E infatti non mi metto mai al volante. Chiariamo: ho la patente ma non ho praticamente mai guidato. Quindi se dovessi salire su una macchina sarei probabilmente come una principiante col foglio rosa…. o forse anche peggio.
Mass Effect è tornato alla ribalta con la Legendary Edition. Tu interpreti l’antagonista Tela Vasir. Preferisci i ruoli da eroe o da villain?
Tutti vorrebbero essere l’eroe protagonista ma a volte i “cattivi” sono molto più divertenti. Non importa da che parte stai l’importante è dare voce a personaggi belli e io sono stata molto fortunata.
Hai interpretato ruoli drammatici in diversi videogiochi classici come Battlefield, Deus Ex, Hitman, Mafia e Max Payne. Ti trovi più a tuo agio con ruoli umoristici o più seriosi?
La mia voce è legata al mondo degli anime giapponesi dove ho interpretato molti personaggi sopra le righe, divertenti e improbabili. Ma come ho detto spesso i videogiochi mi offrono invece la possibilità di mettermi alla prova con ruoli più profondi, aggressivi, sofferti, adulti. Ed è bellissimo cambiare per avere sempre nuovi stimoli.
Parlaci dei tuoi prossimi progetti, non necessariamente legati al doppiaggio.
In questo momento il progetto a cui sto dedicando tutte le mie energie è FAVOLANANNA. Un libro che raccoglie 12 fiabe scritte da me edito da Poliniani. Mi sono ritrovata nel ruolo di autrice e questo un po’ mi spaventa ma Corrado Polini, il mio editore, mi ha dato grande fiducia e se ci crede lui chi sono io per contraddirlo? Il libro sarà arricchito dai bellissimi disegni di Michela Frare con delle sorprese che ancora non vi spoilero. Per me è una grande sfida ma so che come sempre mi starete tutti vicino e vivremo insieme anche questa nuova avventura. In molti lo hanno già preordinato e come me non vedono l’ora di stringerlo fra le mani perciò seguitemi tutti sulle mie pagine social su Instagram e su Facebook così saprete con esattezza quando uscirà. Perché è vero che è un libro di fiabe dedicato non solo ai bambini ma anche al bambino che è in ognuno di noi.
Come saluti i lettori di Tom’s Hardware Italia?
In un mondo sempre più tecnologico che corre sempre più veloce non dimenticatevi di fermarvi ogni tanto a riprendere fiato dedicandovi alle vostre passioni e facendovi raccontare magari una fiaba da Claire Redfield, Tyreen Calypso, Akali, Bulma, Nami, Jessie, Sakura.Un grande saluto a tutti gli amici di Tom’s Hardware Italia e ci rivediamo presto a fiere ed eventi!!!