Negli ultimi anni ci siamo trovati più volte di fronte a un trend che, per chi da tempo segue il mondo dei videogiochi, ricopre un ruolo che possiamo definire agrodolce. Stiamo parlando dei tanti, tantissimi ritorni di saghe e franchise che hanno scritto la storia di questo medium: il termine agrodolce indica quanto non sempre, purtroppo, si tratti di operazioni a lieto fine. Spesso e volentieri si rischia di macchiare la memoria dei giocatori, con titoli non del tutto degni del nome che portano.
Fortunatamente, con il ritorno di Monkey Island non è andata così. L’ultima fatica firmata da Ron Gilbert e Dave Grossman è infatti un piccolo capolavoro, capace di rendere ancora più speciale questo 2022 videoludico. Ed è proprio da qui che vogliamo cominciare: alla luce di ciò che è stata la nuova avventura del temibile pirata Guybrush Threepwood, quali sono i grandi franchise del genere che ci piacerebbe (ri)scoprire?
Le avventure grafiche, ieri e oggi
Iniziamo con un veloce salto indietro nel tempo, tornando all’inizio degli anni Novanta. Una decade d’oro per tutti gli appassionati del videogioco, e in particolare per gli amanti del genere avventura grafica: è un dato di fatto che alcune delle produzioni più importanti in questo senso risalgano proprio a quegli anni, e basta un’occhiata veloce a comprendere come e quanto ce ne fossero davvero per tutti i gusti.
Dopo l’esplosione arrivò però un lento declino, decretato perlopiù dall’incapacità di rinnovare una formula che per troppi anni era stata uno standard consolidato e ormai intoccabile. Un fattore che, unito all’avvento di nuove generazioni di giocatori con intenti e interessi diversi, relegarono le avventure grafiche a un ruolo sempre più marginale all’interno dell’industria videoludica. Il tutto fino a poco tempo fa.
L’arrivo di nuovi attori protagonisti e il risveglio di grandi firme del passato hanno portato, nell’ultimo decennio, a una graduale rinascita del genere. Innovare prendendo spunto da ciò che esiste, creando così qualcosa di unico e originale: è così che le avventure grafiche sono riuscite a rialzarsi e, oggi, a vantare tantissime nuove produzioni degne di nota. Se il buon Guybrush è riuscito a ritornare in grande stile, cosa che fino a pochi anni fa sembrava impensabile, viene dunque da chiedersi se e come operazioni del genere si possano riproporre anche negli anni a venire. Quali sono, in pratica, quelle saghe che ci farebbe davvero piacere rivedere in veste rinnovata?
Anche solo dando uno sguardo al catalogo LucasArts, vengono fuori un po’ di spunti interessanti. Prendiamo Maniac Mansion e Day of the Tentacle, due capitoli di una serie che ha davvero rivoluzionato il genere delle avventure grafiche. Un ipotetico nuovo titolo attirerebbe senza dubbio tutti i fan storici del genere, ma potrebbe non avere il medesimo appeal sulle nuove generazioni di utenti: tra le tante produzioni dell’azienda di San Francisco, queste sono forse quelle che più di tutte accusano il tempo degli anni.
Discorso diverso ma con esito simile è quello legato a Grim Fandango, il videogioco preferito in assoluto di chi vi scrive. Un’opera straordinaria e forse con molto altro da raccontare, ma che da appassionato non vorrei vedere riproposta in un fantomatico seguito. Il motivo è molto semplice: la storia di Manny Calavera ha un inizio e una fine, ed è perfetta esattamente così com’è. Voler produrre per forza qualcosa di nuovo potrebbe dunque apparire come una forzatura, e abbiamo già visto altre volte in passato come situazioni del genere non portino mai a nulla di buono.
Un titolo che meriterebbe invece un grande ritorno è Full Throttle, con Tim Schafer che ai tempi (si parla ormai di più di vent’anni fa) aveva già in mente una bozza avanzata di sceneggiatura avanzata per il progetto. Varie vicissitudini portarono il gioco a non vedere mai la luce, ma oggi i tempi potrebbero essere maturi per realizzare davvero un’operazione di questo tipo.
Chiaramente avventure grafiche non significa solo ed esclusivamente LucasArts, e anzi sono tantissime le realtà che hanno contribuito a rendere così grande questo genere. Pensiamo ad esempio al team di Pendulo Studios, che con Runaway ha realizzato una serie capace di divertire con un’irriverenza davvero unica e inimitabile: i tre capitoli che raccontano il viaggio di Brian Basco, pur scontrandosi con degli alti e bassi a livello di qualità, sono stati e restano un’esperienza che sarebbe interessante vedere approfondita anche con un quarto episodio.
E come non citare Gabriel Knight? La serie firmata Sierra è sparita dai radar da più di vent’anni, con l’ultimo atto della trilogia che risale ormai al 1999. Negli anni i fan hanno provato più e più volte a lanciare petizioni e raccolte firme, che però non hanno purtroppo raccolto l’interesse delle varie case di produzione. Un vero peccato, anche e soprattutto pensando a quanto sarebbe bello vivere anche soltanto un’ultima avventura in compagnia del nostro Schattenjäger preferito. Chissà…
Monkey Island e gli altri: è solo nostalgia?
Tutte ipotesi senza dubbio interessanti ma che, ricordiamo, al momento non sono altro che pure e semplici suggestioni. Per molti di questi franchise sussisterebbero infatti problemi legati ai diritti d’autore, con le proprietà intellettuali talvolta in possesso di aziende che non hanno attualmente interesse a investirci sopra. Non dimentichiamo che quello delle avventure grafiche rimane un genere di nicchia, che pur riuscendo a svecchiarsi può contare su un bacino d’utenza composto perlopiù da appassionati di vecchia data.
Ciò non toglie che ci sia ancora moltissimo spazio per dei graditi ritorni, e l’esempio dell’ultimo Monkey Island è emblematico sotto tanti punti di vista. Un franchise come Syberia ci porta un altro caso degno di nota, e anche qui la strada è stata tutto fuorché semplice da percorrere. Il debutto dell’avventura di Kate Walker avviene nel 2002 con un titolo davvero indimenticabile, seguito da quell’altro capolavoro che è stato Syberia 2. Il terzo capitolo della serie, uscito nel 2017, è stato purtroppo un buco nell’acqua che ha lasciato delusi i fan di tutto il mondo: la sensazione era, senza mezzi termini, di trovarsi di fronte a un’esperienza senza più nulla da dire. Fino allo scorso anno.
The World Before è ciò che davvero serviva alla serie per ricominciare, con una sorta di redenzione che va a sistemare quanto di negativo visto in precedenza. Il lascito perfetto da parte di quel grande artista che è stato Benoit Sokal, per una saga che oggi più che mai non vediamo l’ora di poter ammirare ancora e ancora. Syberia è insomma la dimostrazione di come ci si possa rialzare anche dopo un passo falso, e di quanto anzi si possa creare qualcosa di nuovo e speciale anche a discapito degli anni che passano.
Un altro franchise che ci farebbe molto piacere riabbracciare sarebbe The Longest Journey con il primo capitolo, uscito all’inizio del nuovo millennio, che è un vero e proprio capolavoro capace di scrivere una pagina fondamentale della storia del videogioco. I due sequel non sono purtroppo riusciti a rendere giustizia all’opera originale, ma la sensazione è che anche qui c’è ancora tantissimo potenziale inespresso: qualora Funcom decidesse di riprendere in mano la saga dovrebbe farlo con cura, attenzione e… Coraggio. Già, perché è solo con la giusta dose di sperimentazione che si può risollevare un prodotto del genere.
Chiudiamo con una carrellata di titoli che, anche a distanza di anni, sarebbe bello poter apprezzare nuovamente magari in una veste del tutto rinnovata. Chi si ricorda di Hollywood Monsters? Ecco, un sequel o un reboot - al netto di quanto fosse geniale il concept di base - sarebbero un sogno a occhi aperti. E che dire di Discworld Noir, Tex Murphy o Sam & Max? Il filone delle avventure grafiche è ricco di esperienze eccezionali, ma non dimentichiamo comunque una cosa molto importante: accanto a nomi che hanno fatto la storia è giusto riconoscere il giusto ruolo a esperienze nuove, figlie di quella rinascita a cui abbiamo accennato all’inizio di questo articolo.
Titoli com Thimbleweed Park riescono a fondere vecchio e nuovo in maniera impressionante, senza snaturare quella che è l’anima di un genere che non potremo mai smettere di ammirare. Senza dimenticare capolavori come Life is Strange o alcuni prodotti Telltale: concezioni differenti dagli standard a cui tutti siamo abituati, ma capaci di farci immergere in mondi davvero unici. Mondi che, in qualche modo, solo le avventure grafiche riescono a raccontare.