Dopo 22 anni esce finalmente il gioco più rinviato della storia

Quello che doveva essere il primo gioco per Game Booy Advance realizzato in Italia è stato rilasciato dopo 22 lunghi anni

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a cura di Andrea Maiellano

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Nel 2002, cinque italiani hanno fatto parlare di sé a livello nazionale affermando che avrebbero creato il primo videogioco realizzato in Italia, per il Game Boy Advance di Nintendo, una console molto popolare all'epoca.

Senza alcuna esperienza pregressa nella produzione di videogiochi, e senza nemmeno un programmatore in squadra, si sono affidati solo alla loro passione per il gaming e a una spiccata volontà di evitare il lavoro subordinato.

Dopo anni di lavoro intenso, Kien, un action platformer con meccaniche di gioco decisamente avanti per l'epoca, non riuscì a venire pubblicato secondo i tempi previsti.

Inizialmente, i costi di produzione e una certa riluttanza da parte degli editori, che consideravano il progetto troppo rischioso, hanno bloccato la distribuzione del gioco.

Solo uno dei membri originari, il game designer Fabio Belsanti, ha continuato a credere nel progetto, non perdendo mai la speranza di vedere Kien sugli scaffali.

Ora, dopo ben 22 anni, Kien è finalmente uscito e, pur non riuscendo a essere il primo gioco realizzato in Italia per Game Boy Advance, è riuscito a ottenere un altro record: quello per il videogioco dallo sviluppo più protratto nella storia, superando anche il celebre Duke Nukem Forever.

A rendere possibile questo miracolo ci ha pensato Incube8, una casa editrice specializzata nei giochi per console retrò, la quale ha recentemente reso disponibile per l’acquisto il titolo, su una cartuccia traslucida compatibile con l'iconico Game Boy Advance.

Il gioco offre all'utente la scelta tra due protagonisti: un guerriero e una sacerdotessa. Il livello di sfida è alto e richiede massima attenzione e una buona dose di strategia per essere completato.

Secondo Belsanti, intervistato dal The Guardian a proposito di questa peculiare storia, Kien può essere considerato un precursore di giochi come Dark Souls, per via della sua progressione non lineare e della sua difficoltà impegnativa.

La resilienza di Belsanti e della sua compagnia AgeOfGames è stata notevole, sopravvivendo nel tempo grazie al successo di progetti di gamification nell'ambito educativo, fino ad arrivare in questo preciso momento storico, dove la rinascita dell'interesse per i videogiochi retrò, e la riduzione dei costi di produzione delle cartucce, hanno riaperto la strada per la pubblicazione di Kien.

Belsanti si mostra entusiasta del ritorno ai formati più iconici del medium videoludico, paragonando questo fenomeno a quello del rilancio dei vinili e delle cassette nel settore musicale.

La pubblicazione di Kien su Game Boy Advance rappresenta un sogno realizzato dopo 22 anni in cui il suo ideatore non ha mai perso la passione per la sua opera e la tenacia nel voler vedere il suo progetto prendere vita.

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