Immagine di Donkey Kong Country Returns HD rimane un platform senza tempo | Recensione
RECENSIONE

Donkey Kong Country Returns HD rimane un platform senza tempo | Recensione

Donkey Kong country returns HD rimane uno dei platform migliori degli ultimi anni, con ancora molto da dire per chi non lo ha mai giocato.

Avatar di Andrea Maiellano

a cura di Andrea Maiellano

Author

In un periodo storico in cui ASTRO BOT vince il GOTY, riportando l'attenzione sul sempiterno quesito: cosa rende speciale un videogioco, e i suoi sviluppatori elogiano Nintendo mentre ritirano l'ambito premio, ritrovarsi fra le mani un platform del 2010, oramai giunto alla sua terza ri-edizione, rende decisamente complesso analizzarlo con la dovuta "forma mentis".

Vuoi per la peculiare storia di Donkey Kong Returns, vuoi per la sua importanza nell'aver riportato sotto l'ala di Nintendo una delle serie più importanti del "Colosso di Kyoto", vuoi per il suo essere un platform di quelli "nudi e crudi", capaci di far imprecare il giocatore, ma anche di appagarlo a ogni successo, rigiocare per la terza volta questo titolo, che oramai conosco a menadito, mi ha portato a pensare costantemente solo a una cosa: "se lo sto rigiocando ancora una volta, cercando di finirlo in ogni suo aspetto e non percependo quella sensazione di tedio data dal rifare la stessa cosa nel giro di poco tempo (eh si, rigiocare tre volte un titolo in 14 anni per il sottoscritto è una cosa molto difficile)... forse forse è vero che Retro Studios ha fatto centro ora come allora".

Un gorilla, tre varianti

Lasciatemi procedere con ordine. Donkey Kong Returns esce, originariamente, su Wii nel 2010, ovvero in pieno boom della "Nuova Nintendo", quella guidata da Iwata e dalla sua volontà di distaccarsi dalla concorrenza, optando per smettere di inseguire la, mera, potenza e offrire esperienze di gioco diverse che riuscissero a riportare i videogiochi nelle mani di tutti. 

Wii, quella visione, la abbraccio totalmente e infatti fu un successo commerciale di dimensioni enormi, al punto che in quegli anni qualunque famiglia aveva una Wii in salotto, anche solo con la copia di Wii Sports che veniva affiancata a ogni console. Un periodo che, però, portò Nintendo a venir liquidata, troppo frequentemente ed erroneamente, come un'azienda votata ai "casual gamers". 

Questa visione sbagliata di Nintendo, unita al fatto che Wii abbracciava pienamente i controlli di movimento (notoriamente poco apprezzati da molti hardcore gamer della vecchia scuola), portarono tantissimi giocatori a non godere di alcune delle produzioni più belle, e acclamate, di quegli anni. una di queste fu proprio Donkey Kong Country Returns, che in virtù di una difficoltà elevata, e di un pubblico meno affine a questa tipologia di esperienze, fu lodato dalla critica ma non ottenne il successo incredibile che avrebbe meritato (vendendo "solo" 6 milioni di copie). 

Motivo per il quale, nel 2013, Nintendo ripropose il gioco sull'immortale Nintendo 3DS (immortale visto che permetteva di giocare all'intero catalogo della famiglia DS che, come tutti oramai sappiamo, era ricolmo di titoli di estrema qualità), aggiungendo alcuni elementi per renderlo maggiormente ricco di contenuti e permettendo alla produzione di Retro Studios di vivere una "seconda giovinezza" con i possessori della celebre console portatile di Nintendo.

E allora, vi starete chiedendo voi, perché pubblicare una terza volta Donkey Kong Country Returns su Nintendo Switch? I malpensanti penseranno che sia stata una decisione presa per mantenere "vivo" il catalogo di Nintendo Switch in questi mesi che anticipano l'arrivo della nuova console del "Colosso di Kyoto". La verità, però, è che Nintendo non ha bisogno di alimentare la, già enorme libreria di intendo Switch, quanto più sta perpetrando la sua visione di rendere disponibili sulla sua ultima famiglia di console, tutte quelle opere che, per un motivo o per l'altro, rischiano di finire perse negli anfratti del tempo. Se a questo semplice motivo ci aggiungete il fatto che la serie Donkey Kong Country ha recentemente festeggiato il suo trentesimo anniversario, e che su Switch è già presente il seguito di Returns, ovvero Tropical Freeze, viene da se che prima di lanciarsi in nuovi progetti con protagonista il celebre scimmione, Nintendo abbia deciso di sondare il terreno completando l'operazione di recupero, e migliorando (speriamo per l'ultima volta) uno dei platform migliori degli ultimi quindici anni.

Ma cosa cambia rispetto alle versioni precedenti in questa variante HD di Donkey Kong Country Returns? In realtà molto poco, ma il lavoro svolto da Forever Entertainment (che ha preso in mano la produzione di Retro Studios per questa rimessa a nuovo) risulta tanto efficace, quanto rispettoso del titolo originale.

Al netto delle (seppur poche) migliorie grafiche, la novità più importante è senza dubbio l'introduzione di un nuovo livello di difficoltà (rinominato "modalità avventura") il quale non modifica in alcun modo la struttura del gioco originale, ma allo stesso tempo va a limarne la difficoltà (da molti ritenuta elevata e a tratti persino sbilanciata) aggiungendo più energia per i protagonisti e la possibilità di trasportare più oggetti per superare le situazioni più complesse.

Una soluzione che funziona perfettamente per riuscire a soddisfare sia gli amanti dei platform più complessi, sia per offrire un titolo appagante a chi i platform in due dimensioni non li fruisce con frequenza. La possibilità di avere più energia per Donkey e Diddy, difatti, garantisce quel leggero salvavita aggiuntivo che può fare la differenza in moltissimi dei livelli più complessi. Alla stessa maniera, la possibilità di portare con se una quantità maggiore degli oggetti acquistabili da Cranky Kong, permette di superare, con le giuste accortezze, alcuni passaggi che, nel corso degli anni, sono diventate celebri per la loro complessità.

Ma è davvero così difficile?

Ovviamente la domanda che sorge spontanea a chi leggerà questa analisi, scoprendo per la prima volta l'esistenza di Donkey Kong Country Returns, sarà proprio: "ma è davvero così difficile?". Be, la risposta più ovvia da dare sarebbe un secco: si, visto che in tutti questi anni, per quanto siano usciti parecchi esponenti del genere, la prima iterazione della celebre saga realizzata da Rare nel 1994 a opera di Retro Studios, rimane tutt'ora uno dei platform bidimensionali più ostici da portare a termine al 100% (per quelli in tre dimensioni la corona risiede sulla testa di Crash Bandicoot 4). La verità, però, è che si tratta di una risposta davvero tanto soggettiva. 

Indubbiamente Retro Studios ha svolto un notevole lavoro di level design, curato in ogni suo aspetto in maniera maniacale e tale da non risultare mai, realmente, sbilanciato o scorretto con i giocatori. La curva della difficoltà si alza in maniera armoniosa, introducendo, livello dopo livello, una serie di soluzioni atte a rendere sempre più complesso portarli a termine. Allo stesso tempo, però, non ci si trova mai di fronte ad ostacoli insuperabili o a momenti in cui un minimo errore vanifica minuti e minuti di sforzi. 

Anche nei livelli chiaramente più ostici, caratterizzati dall'assenza di checkpoint e che richiedono di non fermarsi mai una volta iniziato il livello in virtù di situazioni che impediscano al giocatore di avere un, reale, momento per respirare, bastano pochi minuti per comprendere che non viene mai richiesto di correre a perdifiato compiendo dei costanti "salti della fede" ma tutto può essere svolto con la dovuta calma, valutando, per quanto possibile, ogni mossa in quei pochi attimi che ne anticipano l'effettiva esecuzione. Volendo essere onesti, è la pazienza del giocatore che determina il tutto, messa costantemente alla prova dalla volontà di Retro Studios di giocare con le menti dei giocatori e fargli credere di dover agire più velocemente di quanto realmente richiesto.

Al netto di tutto questo, però, Donkey Kong Country Returns è una creatura che nel corso degli anni ha assunto una forma davvero corposa: 80 livelli, tanti mondi da esplorare e dozzine di segreti da scoprire. Ogni livello, come da tradizione per il genere, richiederà sempre di reperire dei pezzi di puzzle nascosti, alcune volte di trovare le quattro lettere che compongono la parola KONG e, per gli amanti del completismo e delle sfide davvero complesse, di terminare ogni livello entro un determinato tempo. 

Ovviamente non vi anticiperò nulla in merito, ma questo non è tutto, visto che pian piano che reperirete pezzi di puzzle, lettere KONG e progredirete nell'avventura, inizierete a sbloccare alcune sfide aggiuntive che metteranno a dura prova anche i più esperti con il genere di riferimento. 

Superare la prova del tempo

Ma non sono né la longevità, né tantomeno la difficoltà, a rendere Donkey Kong Country Returns capace di superare la prova del tempo e risultare ancora oggi, dopo 14 anni, attuale, e soprattutto divertente, dall'inizio alla fine. 

Questo merito lo si deve all'incredibile lavoro di game design svolto da Retro Studios che è stata capace non solo di mantenere inalterate le caratteristiche che resero iconico il level design della trilogia originale, ma di arricchirle con una serie di modifiche capaci di portare la serie nelle mani dei giocatori odierni. 

Ogni livello è un concentrato di genuino platforming bidimensionale, ricolmo di idee, intuizioni e soluzioni intelligenti e mai scontate. Sia quando si parla di "semplice" progressione lineare, sia per quanto concerne la moltitudine di segreti nascosti all'interno di ogni livello. 

Rispetto alla trilogia originale, per chi non ne fosse a conoscenza, sono cambiate alcune dinamiche. Prima di "perdere una vita", in Donkey Kong Country Returns, non si dovrà "rimanere senza scimmie a disposizione" come nei titoli degli anni '90, ma l'iconico gorilla avrà a disposizione una barra dell'energia (composta da due o tre cuori in base alla modalità di gioco scelta) che potrà essere raddoppiata nel momento in cui Diddy si aggrapperà alle sue spalle, fornendogli, inoltre, un pratico Jet-Pack che permetterà di compiere delle brevi "planate salvavita" capaci di fare la differenza in alcuni sezioni molto complesse.

Purtroppo per i "puristi" della trilogia originale, Diddy Kong potrà essere controllato individualmente solo ed esclusivamente quando si giocherà in due in modalità cooperativa. In single player, Diddy si limiterà a essere un elemento di supporto per Donkey, fungendo da estensione della vitalità e da "strumento per le planate".

I Kremlings, celebri nemici divenuti iconici, sono stati sostituiti dai più anonimi, almeno per il sottoscritto, Tiki Tak. Una tribù che, all'inizio dell'avventura, farà sparire tutte le banane dell'isola, portando i due primati a dargli la caccia in lungo e in largo per riottenere i prelibati frutti. 

Per quanto riguarda i controlli di gioco, oltre a riproporre quasi tutte le manovre presenti nella trilogia di Rare, Returns si premunisce di introdurre qualche nuova abilità, come la possibilità di far soffiare Donkey e Diddy, utile per la risoluzione di puzzle ambientali cuciti sapientemente attorno a queste nuove meccaniche.

Al netto di queste variazioni sul tema, tutto è stato riproposto con un'attenzione certosina verso tutti gli elementi che resero la trilogia di Rare così imprescindibile per tutti i possessori di un Super Nintendo. Barili-cannone, corse a perdifiato su Rambi (l'iconico rinoceronte amico dei due gorilla), carrelli da minatore lanciati a velocità supersonica, platforming cervellotico e tante, tantissime, altre idee che sono capaci di rendere ognuno degli ottanta livelli presenti nel gioco, sempre diverso e stimolante.

Ecco, forse il pregio più grande di Donkey Kong Country Returns è proprio la sua capacità di non riproporre, quasi, mai quelle soluzioni che risultano azzeccate in un determinato livello, non rischiando mai di risultare prolisso nel tentativo di voler essere longevo. Si, indubbiamente alcune scelte di game design vengono riproposte qua e la, ma quella sensazione che affligge molti platform, ovvero quella che ogni mondo di gioco debba vere il livello dedicato a questo o quell'elemento con una difficoltà sempre più alta, qua non si presenta mai. 

Tecnicamente meno attuale

Prima di cominciare a parlare degli aspetti tecnici e artistici di Donkey Kong Country Returns HD, devo farvi una confessione. Io sono sempre stato un fan sfegatato della direzione artistica intrapresa da Rare per la loro trilogia degli anni '90. Con quel design così umido, sporco e perfettamente in linea con l'immaginario comune di giungle, miniere, grotte e ambienti naturali e incontaminati, più o meno, dall'essere umano, quei tre titoli riuscivano a sprizzare stile da ogni pixel, riuscendo a risultare immediatamente diversi dai più puliti, e per certi versi precisini, platform dedicati al più celebre idraulico italo-americano. 

Così come, pad alla mano, il platforming era più lineare, nervoso e poco elegante per via delle movenze dei suoi protagonisti (pur rivelandosi eccellente sotto il profilo della precisione dei controlli), allo stesso tempo anche negli occhi dei giocatori quelle differenze venivano percepite fin dai primi movimenti di Donkey Kong all'interno della giungla che faceva da sfondo al primo livello di Donkey Kong Country.

La stessa cosa, purtroppo, non si ripresenta in Donkey Kong Country Returns HD, che oltre a perdere i viscidi e sgraziati Kremlings, è stato reso più colorato, vivace e, per certi versi, pulito da Retro Studios. Una scelta fatta, con molta probabilità, per allinearsi all'immaginario di Nintendo di quegli anni, oltre che per differenziarsi artisticamente dalle produzioni di Rare... un cambiamento che, però, almeno per il sottoscritto, non è mai stato del tutto azzeccato.

Detto questo, e accantonando i discorsi da vecchio, il lavoro svolto da Forever Entertainment, sul profilo meramente tecnico, è molto basico. Le texture originali sono state convertite in alta risoluzione, alcuni aspetti sono stati migliorati per renderli più attuali con le produzioni attuali e nulla di più. Sia chiaro, non che ce ne fosse un bisogno viscerale, considerando l'ottima qualità dell'opera originale e l'hardware di Nintendo Switch, ma quando si fa un rapido confronto con il sequel, quel Tropical Freeze riedito qualche anno fa su Switch, si nota che questo "nuovo/vecchio" titolo inizia ad accusare il peso degli anni, soprattutto su degli schermi dalla diagonale imponente e che supportano risoluzioni a 4K.

Sulle animazioni dei modelli poligonali co sono ben pochi appunti da fare, ma si nota che i vari personaggi che si muovono su schermo hanno dei poligoni ben più presenti rispetto al sequel (e rispetto alle produzioni realizzate esclusivamente per Nintendo Switch).

Al netto di questo, tutto il resto è esattamente come me lo ricordavo (e come se lo ricorderanno sicuramente quei giocatori che sviscerarono l'originale o su Wii o su Nintendo 3DS). Donkey Kong Country Returns HD è un platform, quasi, privo di difetti. Ricco di belle idee, colorato, curato in ogni suo aspetto e che andrebbe assolutamente giocato da tutte quelle persone che non ne hanno mai avuto l'occasione fino a oggi. 

Per tutti quelli che, invece, lo hanno già amato al tempo, a meno che, come il sottoscritto, non lo abbiate amato alla follia e abbiate voglia di farci "un'ultima run" nella sua versione esteticamente migliore, troverete ben poche ragioni per giocarlo una seconda, o addirittura, una terza volta. 

 

Voto Recensione di Donkey Kong Country Returns HD


9

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • Un platform di eccelsa qualità ora come allora

  • Level design incredibilmente vario e curato

  • Tante cose da fare e tasso di sfida sempre appagante

  • Le novità sono poche ma ben implementate

Contro

  • Potrebbe avere poco da offrire a chi ha già sviscerato l'originale

  • Anche se rispolverato, il comparto tecnico inizia ad accusare i suoi 14 anni

Commento

 Donkey Kong Country Returns HD è un platform, quasi, privo di difetti. Ricco di belle idee, colorato, curato in ogni suo aspetto e che andrebbe assolutamente giocato da tutte quelle persone che non ne hanno mai avuto l'occasione fino a oggi. Il comparto tecnico inizia a sentire il peso degli anni, così come per chi lo ha già sviscerato in passato queste edizione potrebbe avere poco da offrire, ma per tutti gli altri è un'esperienza imprescindibile.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Donkey Kong Country Returns HD

Donkey Kong Country Returns HD

Donkey Kong Country Returns HD è la riedizione, riveduta e corretta, del classico uscito originariamente per Wii nel 2010.
Leggi altri articoli