Disco Elysium | Recensione, sbronza metafisica
La settimana di Disco Elysium ci porta nei meandri di un RPG eccentrico, capace di reinventare il genere e catturare il giocatore.
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a cura di Alessandro Palladino
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Nel descrivere il primo giorno di Disco Elysium ci siamo ritrovati a corto di parole, sorpresi da quanto la rivoluzione di ZA/UM si rivelasse essenziale per definire un nuovo standard per gli RPG isometrici. L’accostamento con nomi come Baldur’s Gate e Planescape: Torment trova giustificazione nell’eccellente qualità dello spirito della produzione, forte di una caratteristica anima Pen-and-Paper e un’ispirata direzione artistica.
Le 24 ore dell’anteprima sono davvero poco per emettere il verdetto sulle vicende che avvolgono i bassifondi anarchici di Revachol, così come non erano sufficienti per permetterci di risolvere il caso dell’Uomo Impiccato. Ci siamo quindi presi del tempo per scandagliare nuovamente le strade di Martinaise, per vivere la vita del detective il più liberamente possibile e, infine, assorbire la grande storia dietro il mondo di gioco, destreggiandoci tra una spiccata disquisizione politica e morale. Il risultato, lo possiamo confermare fin da subito, è qualcosa di eccezionale, ancora di più se si pensa che questo è il titolo di debutto di un piccolo studio. Disco Elysium è un fulmine a ciel sereno, un’opera che va ben oltre l’astratto e si avvicina a un vasto spettro di cromature e sensazioni come la mente frammentata del suo protagonista.
Il caso irrisolto
Passata la sbornia della prima giornata senza alcuna memoria della vita precedente, ci ritroveremo letteralmente a ricostruire i pezzi dell’identità del nostro personaggio attraverso le indagini che condurremo nel mondo di gioco e le statistiche che assegneremo sia nella creazione dello stesso che nelle abilità all’aumento dei livelli. Già dal fatto che la vita stessa del protagonista, o meglio il ricordo di essa, dipenda da così tante variabili è un chiaro segno di quanto Disco Elysium possa notevolmente cambiare a seconda di ogni singola decisione che il giocatore effettua, creando esperienze diverse per ogni utente. Non solo il personaggio più assumere ruoli completamente diversi, passando dal detective geniale all’estremista corrotto, ma anche l’andamento stesso dell’indagine e dei casi paralleli avranno risvolti diversi.
Per quanto ciò sia vero e confermi le sensazioni della nostra anteprima, andando avanti con la storia e confrontando vari salvataggi ci si rende conto che Disco Elysium in realtà possiede alcuni percorsi apparentemente obbligatori, o comunque “necessari” per la buona riuscita dell’indagine alla mano. Nessuno, in questo titolo, vi richiederà forzatamente di dover risolvere il caso centrale, è una vostra scelta e come tale significa non tenere conto di questa apparente linearità nel filone principe. Tuttavia è altrettanto vero che Disco Elysium altro non è che una storia crime e, se vissuta come tale, può nascondere alcuni passaggi obbligati che vanno un po’ a rompere la libertà nell’assegnazione delle statistiche del proprio personaggio.
Il gioco di ZA/UM è infatti pieno di “check” – termine tipico di giochi come Dungeons & Dragons dove il Dungeon Master tira un dado e considera le statistiche dei personaggi coinvolti per determinare il risultato di un’azione – e alcuni dei più importanti richiedono necessariamente alcune statistiche ad un livello quantomeno decente. Il gioco per fortuna ha molte opzioni per aumentare i propri parametri senza per forza sacrificare punti del proprio “io”, come le Droghe o il Bonus degli abiti, ma rimane comunque un segnale abbastanza chiaro che la libertà d’investigazione può arrivare solo fino a un certo punto e che, spesso, richiederà una buona dose di fortuna per superare le parti più obbligate.
Un esempio di quanto appena espresso possiamo estrapolarlo dalla nostra esperienza diretta: ad un certo punto della storia ci viene richiesto di ascoltare un nastro decisamente importante per la trama, così tanto da far avanzare incredibilmente il caso. Dovendo trovare un mangianastri per ascoltarlo, siamo rimasti incastrati in un bug che non ci permetteva di comprarlo al banco dei pegni per via dell’assenza dell’opzione di dialogo della compravendita. Oltre quel rivenditore, non abbiamo trovato nessun altro modo per riuscire ad ascoltare il nastro, nonostante nel corso del gioco avessimo incontrato anche dei musicisti con un impianto audio ben fornito, o altri luoghi con degli strumenti simili. Questa è solo una di alcune sezioni obbligatorie, creando quindi una linearità forse troppo forzata rispetto all’ampia libertà d’azione comunque presente. Non aspettatevi quindi i mille percorsi di risoluzione di capolavori come Torment: Tides of Numenera, ma un'esperienza più modesta del libero arbitrio.
Per fortuna però, il mondo di Disco Elysium è davvero vasto perfino all’interno dei confini di una piccola parte portuale di una città. Le storie di Martinaise e le persone al suo interno riescono a creare una rete complessa di avventure, riflessioni e approfondimenti che forniscono ore e ore di narrazioni, punto focale di un RPG senza alcun combattimento. Se da una parte l’architettura urbana rimane pressocché la stessa e tende a rendere il panorama una visione abitudinaria, la percezione di esso data da ciò che cambieremo e apprenderemo permetterà ai nostri occhi di vedere il mondo di gioco nella sua costante mutazione sociale, rappresentata più nei concetti che nella parte puramente visiva.
Non a caso il titolo pone molta più attenzione al lato politico ed economico che a quello “morale” tipico dei dialoghi dalle scelte significative, lasciando la lotta tra il bene e il male etico in un piano meno rilevante per lo svolgimento degli eventi. C’è un motivo per cui vi ritrovate in un posto storicamente importante per Revachol, e sul perché spesso vi troverete a soffermarvi sulle rovine di una guerra civile su larga scala. Anche questo fa parte della scoperta di Disco Elysium, il quale lascia a voi il compito e la volontà di scoprire quanto ZA/UM abbia curato la backstory della sua opera.
Complessa intimità
Da un lato avete una forte costruzione dell’ambientazione e, intrecciata a essa, una crime story cruda e complessa. Dall’altro c’è la forte introspezione e caratterizzazione del protagonista, punto forte di Disco Elysium e momento di massima espressione della vostra libertà creativa. Ciò che deciderà l’identità che vorrete affibbiare al nostro detective senza nome saranno i dialoghi, i pensieri e le scaramucce che avrà con le diverse parti della personalità all’interno del suo cervello. Come una tela bianca, la costruzione dell’Io diviene sempre più complessa con l’avanzare dei giorni e le scoperte dietro il doloroso passato dell’alter-ego, il quale può essere perfino evitato se il giocatore lo desidera, così come potrà affogare tutto il dolore nelle dipendenze da alcol, droga e fumo distruggendosi i sensi.
In questo senso Disco Elysium non è altro che il racconto personale dell’uomo al centro delle turbe sociali di Martinaise, arrivato nella città come un ciclone e con il destino di decidere le sorti di un conflitto civile potenzialmente sanguinoso, incarnandolo nelle proprie stigmate. Vedendo l'essere umano che si impersona si ha la sensazione che sia tutt’altro che un eroe e, in effetti, la sua caratterizzazione estetica è studiata in modo da non dargli nessun connotato deciso, evitando che l’aspetto esteriore lo incaselli in una scuola di pensiero morale specifica.
Il conflitto di Revachol, inteso nel senso più ampio della storia della Rivoluzione, non è altro che un vissutissimo dibattito politico sullo stato del mondo; dibattito al quale noi parteciperemo scegliendo qualsiasi schieramento di idee esista: dal fascismo al razzismo, dal comunismo alla neutralità più completa. Ciò ovviamente può riflettersi – o meno – nel nostro operato da poliziotto e nel modo in cui veniamo percepiti dal prossimo, specialmente dal nostro partner Kim: una preziosa spalla che pone l’ago della bilancia per capire la posizione ideologica ufficiale delle forze di polizia, da noi dimenticata negli eventi precedenti al gioco.
È chiaro che tutto questo si basa sul complesso meccanismo della mente del protagonista, divisa in aree determinate dalle statistiche. Ognuna di queste gestisce parti delle capacità e della personalità del protagonista, creando sottoinsiemi di sfaccettature complesse che è possibile esaltare o “azzittire”. Potrete creare una persona estremamente intelligente, che vede il mondo grazie alla sua Logica o Conoscenza Enciclopedica, capace di ricostruire eventi del passato deducendo visivamente indizi come Sherlock Holmes. Oppure un tipo estremamente empatico, capace di sentire tutto ciò che lo circonda grazie alla sua Empatia e al suo senso d’osservazione. Altresì potrete anche avere un idiota totale tutto muscoli, capace di sfondare le numerose porte chiuse del gioco e riportare l’Autorità perduta attraverso la forza bruta.
In questa libertà totale, Disco Elysium è una gemma rara che fa dell’introspezione un parco giochi in cui potersi divertire, rigiocando più e più volte la settimana della storia attraverso nuove e opposte prospettive. Il sistema dei check chiude e impacchetta l’anima da RPG immaginata da ZA/UM, creando quindi il giusto equilibrio tra l’impostazione del personaggio e le interazioni con il mondo esterno secondo i vari standard. Il sistema Metric funziona egregiamente, dando anche l’opportunità di poter tentare la fortuna con i dadi e riprovare nel caso in cui le cose vadano male.
Parole astratte
Tutto quello che compone Disco Elysium non esisterebbe senza una scrittura degna di questo nome e, senza ombra di dubbio, il team di sviluppo è composto da penne più che eccezionali. I dialoghi sono genuini, freschi e complessi, capaci di tirare fuori riflessioni estremamente profonde anche dal più muscoloso dei gangster estremisti. Se da un lato il protagonista risulta volutamente eccentrico, la caratterizzazione del resto degli abitanti di Martinaise è precisa, profonda e dannatamente originale, rendendo il cast ideato da ZA/UM qualcosa che non avete mai visto prima d’ora.
Questo significa anche che sarà dura riuscire a interagire correttamente con tutti, specialmente se cercherete invano di andare a genio a qualunque persona incontriate. La vita è dura e lo è anche in un gioco che cerca di rimanere il più concreto e reale possibile, perciò pensare di essere i simpaticoni di tutta la città è pura utopia quanto il voler erigersi a re di Martinaise. Ci sono equilibri, delicatezze e sfumature che filtrano attraverso gli ottimi scambi di battute tra i vari abitanti del quartiere, indizi sociali che dovrete cogliere se vorrete relazionarvi ai locali e a farvi un’idea delle conseguenze possibili delle vostre azioni.
Le parole e il saper ascoltare hanno quindi una rilevanza mai vista prima, il che rende l’assenza di localizzazione un punto a sfavore per tutti quelli che hanno una conoscenza basilare dell’inglese. Disco Elysium non è una lettura facile: è pieno di dialetti, slang e parlate che darebbero del filo da torcere anche a un madre lingua, diventando un ostacolo molto evidente se le difficoltà appartengono a un gioco dove il dialogo è l’unico mezzo di espressione. In particolare se si scende nell’ideologico, nel tecnico e in termini filosofici che difficilmente si usano nella parlata comune. Chiaramente, essendo uno studio molto piccolo, avere una localizzazione di tutte quelle pagine di testo sarebbe oltremodo impossibile e perciò non si tratta di un vero e proprio difetto del gioco. Tuttavia, riteniamo sia importante sottolineare le possibili difficoltà di comprensione che Disco Elysium può possedere, anche a fronte di un prezzo non proprio economico.
Non si vive però di sole parole: il gioco di ZA/UM gode di una carica artistica notevole, regalandoci un comparto estetico che fonde decise pennellate con una grafica 3D ben curata. Si tratta di uno stile peculiare, dove i contorni e gli oggetti appaiono estremamente sfumati, più concettuali che definiti. I personaggi e i loro ritratti sono l’apoteosi del “non-visto”, puntando tutto sulla rappresentazione interiore piuttosto che dare un’idea in alta definizione delle loro generalità. Colori, ombre e luci rappresentano il pilastro su cui giocano le idee creative del gioco, sfruttando tali elementi per rendere l’idea di star guardando tutto attraverso una patina onirica, confusa. La perfetta rappresentazione del mondo agli occhi di un protagonista distrutto dalla vita e dai vizi, capace di sentire e vedere cose che non esistono e in preda a frequenti allucinazioni. Di tutto questo, il punto degno di una nota speciale va alle illustrazioni delle diverse parti della mente e dei pensieri, tanto belle quanto disturbanti, quasi come se fossero visioni di un mondo parallelo e imperscrutabile.
Chiude il cerchio una colonna sonora minimale ma ben composta, posizionata saggiamente seppur con qualche ripetizione qua e là. Purtroppo però il doppiaggio rappresenta la parte più debole dell’audio di gioco, tutto per via di una qualità altalenante sia nelle voci che nell’interpretazione di alcuni personaggi secondari. Se i protagonisti, e in particolar modo le voci “interne” del detective, hanno una cura più certosina, il resto dei cittadini appare quasi abbandonato, reso in maniera superficiale e sbrigativa.
Una sensazione simile ci è stata trasmessa anche da alcuni bug avuti nella nostra prova, come quello del nastro citato nei primi paragrafi o l’impossibilità di aprire una porta per conto del capo dell’Unione. Il team di sviluppo ha lavorato attivamente alle segnalazioni, risolvendo molti dei problemi nei giorni vicini al lancio, lasciando però ancora qualche residuo dovuto in particolar modo alla complessità del gioco e dei suoi sistemi. Si tratta comunque di problemi minori o risolti, come alcune incertezze nel frame rate, che non intaccano pesantemente il valore di Disco Elysium.
Voto Recensione di Disco Elysium - PC
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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- Vastamente personalizzabile e pieno di varianti
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- Dialoghi eccezionali e profondi
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- Storia cruda, reale e coinvolgente
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- Visivamente e tematicamente eccentrico
Contro
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- Doppiaggio dalla qualità altalenante
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- Alcuni percorsi leggermente forzati
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- Piccoli bug e problemi tecnici di lieve natura
Commento
Disco Elysium porta la rivoluzione degli RPG promessa, e di questo potete starne certi. La narrazione è stratificata, complessa e divisa in due macro livelli che analizzano la storia, la società dell’ambientazione e la delicata psicologia di una mente distrutta, lasciando inoltre al giocatore il compito di costruire l’interiorità dell’alter-ego nel modo in cui più preferisce. Tutto questo è inserito all’interno di una crime story profonda e per niente scontata, legata a stretto filo con i cambiamenti civili di un quartiere degradato e l’ideologia di un mondo futuristico appena uscito da una rivoluzione politica molto forte. Basterebbe questo per rendere l’opera di ZA/UM estremamente diversa da qualsiasi altro esponente del genere, ma il team ha osato di più e ha creato un complesso sistema di statistiche, dadi e personalizzazione che farebbe invidia anche al più complesso dei giochi da tavolo. A patto di superare la barriera linguistica abbastanza alta e di chiudere un occhio su qualche bug e una linearità occasionale, Disco Elysium si dimostra essere una delle pietre che costituiranno le fondamenta dei nuovi RPG isometrici.