Dirt 5 | Recensione, un viaggio di piacere fuoristrada
Ecco la nostra recensione di Dirt 5, l'ultimo capitolo dell'epopea rallistica di Codemasters. Stavolta avrai a che fare con un arcade puro. Scalda i motori!
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a cura di Gioele Maria Pignati
Quante cose cambiamo con il passare del tempo, non è vero? Cambiano le console, cambiano le grafiche e cambiano pure le saghe videoludiche. Guardiamo per esempio a Dirt 5: tutto era partito nel 1998 con un titolo di rally discretamente simulativo firmato Colin McRae. Il gioco in questione si chiamava appunto Colin McRae Rally ed ottenne un certo successo, tanto da portare alla produzione di un’intera saga motoristica che prosegue ancora oggi.
Accadde però che ad un certo punto Codemasters, sviluppatore famoso soprattutto per i suoi giochi di corse, decise di dare alla sua epopea rallistica una svolta più scanzonata e variegata. Ciò si tradusse nell’arrivo di Dirt e ancor di più di Dirt 2, che introducevano nuove categorie di corse fuoristrada, ma soprattutto si arricchivano di una vena estremamente arcade, davvero inedita per la serie.
L’operazione ha avuto molto successo ed è così che oggi, dopo alcuni ritorni alle origini simulative con Dirt Rally e compagni, ci ritroviamo a parlare di questo fantastico giocattolo sporco di fango che risponde al nome di Dirt 5. Lo abbiamo provato su PlayStation 4. Saliamo a bordo e vediamo cosa sa fare questo bolide.
Tante cose da fare
Accendiamo il titolo Codemasters e subito veniamo accolti da un’atmosfera grintosa fatta di filmati galvanizzanti, anche se a volte stranamente scattosi, menù stilosi e tanto colore. Le cose da fare sono molte e varie. Puoi partire dalla modalità Carriera, la tua epopea motoristica personale dove potrai progredire, solo per una decina di ore di gioco circa, tra una serie di competizioni accompagnato da una narrazione sotto forma di divertenti Podcast che, tra personaggi realmente esistenti ed altri di fantasia, racconta la tua ascesa nel mondo off road.
L’idea è carina, non invasiva e tra le varie battute degli speaker ti strapperà pure qualche sorriso. Certo, abbiamo visto sistemi narrativi più cinematografici nel passato dei giochi di auto, vedi Need for Speed Carbon, ma va bene anche così. La progressione nella modalità Carriera è abbastanza lineare con una gara che sblocca il gruppo di corse successivo tra cui scegliere e così via fino alla competizione finale dello scaglione che richiede un certo numero di timbri per poter partecipare.
Raggiungendo determinati obiettivi che, cosa abbastanza frustrante, non è dato conoscere, si potranno sbloccare anche delle peculiari Sfide che consistono in confronti uno contro uno o nella guida di veicoli speciali. Nella nostra Carriera dovremo preoccuparci anche di alcuni fattori: il denaro, i punti reputazione e il grado dello sponsor. Ovviamente il tutto è collegato alle nostre vittorie e ci permetterà di sbloccare nuovi veicoli più potenti e livree più stilose. Dando uno sguardo più approfondito agli sponsor, questi premiano la fedeltà del pilota al marchio e richiedono l’esecuzione di attività particolari.
Oltre alla Carriera c’è ovviamente l’Online che permette di competere in classiche gare o in modalità party piuttosto peculiari all’insegna del divertimento arcade: c’è Vampire che vede un’auto cacciatrice inseguire le altre alla ricerca di sangue fino al sorgere dell’alba, King invece richiede una guida pulita per mantenere il più a lungo possibile il trasporto della corona, infine troviamo Transporter dove si vince portando oggetti da un punto all’altro dell’ambientazione.
Ricordiamo che il multigiocatore non si limita all’online, ma permette di far competere in split-screen fino a quattro giocatori, persino nella modalità carriera. Quest’aspetto è davvero apprezzabile, anche considerando la sua rarità in tempi come questi dove sembra non esista più la competizione da salotto.
Troviamo poi la modalità Arcade che altro non è se non il gioco libero, con la possibilità di scegliere senza limitazioni vetture, circuiti, meteo, se correre contro avversari o contro il tempo per poi buttarsi in pista. Infine abbiamo Playgrounds, la grande novità di Dirt 5, decisamente più originale della seppur apprezzabile Carriera, che avvicina fortemente questo capitolo ad un Trackmania: potrai infatti accedere ad un semplice editor di tracciati che ti consentirà di creare il circuito dei tuoi sogni per poi condividerlo con la community.
Viceversa potrai correre direttamente sui percorsi creati dagli altri per poi magari decidere di lasciare un like alla creazione. Le modalità con cui affrontare queste piste si suddividono in Gate Crasher, una corsa contro il tempo, Smash Attack, una gara dove vanno distrutti degli oggetti e Gymkhana, la celebre sfida a suon di trick.
Parola d’ordine varietà
Sembra proprio che Dirt 5 riesca ad unire due cose che non sempre vanno di pari passo: la qualità e la quantità. Oltre alle numerose modalità di cui ti ho già parlato troverai ad attenderti grandi numeri anche per ciò che concerne vetture e circuiti. Ti aspetteranno più di 60 mezzi suddivisi in 13 categorie. Ce n’è per tutti i gusti: si va dalle iconiche auto da rally degli anni ottanta e novanta ad aggressivi pick-up pensati esclusivamente per lo sterrato, dalle auto sportive modificate per il fuoristrada ai trabiccoli a quattro ruote della categoria Sprint, davvero ingovernabili, forse un po’ troppo per quanto mi riguarda.
Le vetture si acquistano con i crediti del gioco, sempre piuttosto abbondanti, e possono essere modificate solo esteticamente attraverso un potente editor di livree. Avremmo apprezzato una maggiore differenziazione negli stili di guida, di fatto percepibile solo tra le categorie in generale e non molto tra i singoli veicoli appartenenti alla stessa tipologia, e la possibilità di modificare la componentistica del veicolo per cambiarne il comportamento, caratteristica totalmente assente.
Non solo tante macchine, ma anche molti circuiti dove sbizzarrirle. Ben 10 ambientazioni che vanno dall Cina all’Italia così come dalla Norvegia al Brasile per un totale di nove discipline ed oltre cento percorsi diversi accontenteranno praticamente tutti. Oltre alle classiche gare fuoristrada troverai anche la già citata Gymkhana, lo Sprint di cui ti parlavo prima, appunto una gara su ovali di sterrato con veicoli altamente instabili e Ice Breaker, una competizione dove si corre esclusivamente sul ghiaccio e dove occorre derapare in continuazione.
Ma scendiamo in pista e vediamo come corre questo Dirt 5! La giocabilità di quest’ultimo capitolo della saga è squisitamente ed esclusivamente arcade con continue derapate, salti inverosimili ed intraversamenti al limite. Le gare sono tutte una sportellata e le collisioni sono raffigurate con estrema leggerezza. Per quanto arcade avrei preferito un feeling degli impatti un po’ più pesante.
Anche il sistema di danni riflette la natura vistosamente poco realistica della produzione, con danneggiamenti ben realizzati seppur prettamente visivi. C’è persino la possibilità di disattivare alcuni aiuti alla guida, ma non è che si percepisca tutto questo gran cambiamento. Comunque attenzione, perché arcade non significa monotonia. Se le prime gare risultano piuttosto facili, andando avanti ci accorgeremo che restare in testa risulterà sempre più arduo.
Ad attenderci ci sarà un’intelligenza artificiale molto aggressiva, in grado pure di commettere errori. Dovremo poi sempre fare attenzione all’ambiente circostante perché ci aspetteranno continui cambi di fondo stradale, cambiamenti meteorologici in tempo reale e alternanza tra giorno e notte dinamica.
Il tutto andrà ad influire immediatamente sulla giocabilità sia per quanto riguarda la manovrabilità del veicolo sia a livello di visibilità: può capitare ad esempio di iniziare una gara col sole ed il tempo sereno e di terminarla di notte con una forte pioggia. Tutto ciò all’atto pratico si rivela piuttosto eccitante e viene offuscato solo parzialmente da caricamenti di tanto in tanto un po’ lunghetti e da una stabilità dei server di gioco ancora un po’ ballerina.
Tante cose tutte insieme
A livello audio c’è davvero poco da dire: il rombo delle automobili è aggressivo al punto giusto, gli effetti sonori sono ottimi ed i podcast sono doppiati in un italiano dignitoso. Le musiche poi, molto punk-rock, sono piuttosto azzeccate e si sposano alla perfezione con l’estetica alternativa che permea un po’ tutto Dirt 5.
Graficamente il gioco in questione vuole fare molte cose e spesso ci riesce, ma forse l’attuale generazione non ha più abbastanza cavalli sotto il cofano per reggere tanta bontà. Il colpo d’occhio che si ha scendendo in pista è davvero notevole con una raffigurazione dei paesaggi e delle condizioni meteorologiche davvero convincente. I particellari sono numerosi così come sono tanti dodici veicoli di alta qualità in pista, tra schizzi di fango e goccioline d’acqua.
I circuiti sono davvero vivi con il pubblico animato, palloncini che volano, coriandoli lanciati in aria, vampate di fuoco, laser notturni e turbinii di foglie mosse dal vento. Anche i riflessi, pur non godendo del trattamento RTX, sono credibili e marcati, seppur caratterizzati da una risoluzione non proprio elevata, specialmente per quanto riguarda le carozzerie. Molto belli gli effetti di sporco e bagnato sui veicoli. Il sistema di luci ed ombre è ben fatto.
C’è un minimo di pop up sulla distanza e a volte si percepisce un leggero aggiornamento dinamico degli oggetti a schermo. La fluidità, sia che si scelga l’opzione che predilige la qualità, sia che si scelga quella che predilige la velocità è sempre sorprendentemente buona. C’è solo qualche calo nel caso di alcuni momenti esageratamente concitati, ma nulla di grave. Ho notato la presenza di un po’ di tearing in modalità fotografica e in alcune piste particolarmente complesse di Playgrounds.
Quello che non mi è piaciuto risiede nella resa del garage presente nel menù iniziale: rispetto ad un Dirt 2 a caso è poco ispirato e dettagliato ed ha un’illuminazione strana, decisamente meno riuscita rispetto a quella presente in gara. Inoltre qui, più che durante le competizioni, si nota una certa granulosità dell’immagine, percepibile specialmente durante i movimenti di camera. Insomma, il risultato finale è davvero apprezzabile, seppur non perfetto. Sicuramente però su PlayStation 5 e su Xbox Series X sarà tutto un altro vedere.
Voto Recensione di Dirt 5 - PS4
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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- Tante modalità tra cui spicca Playgrounds
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- Tanti mezzi e numerosi percorsi dinamici
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- Stiloso al punto giusto
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- Comparto audiovisivo riuscito
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- Arcade puro
Contro
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- Manca il tuning dei veicoli
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- Collisioni troppo leggere
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- Carriera breve
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- Qualche compromesso tecnologico
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- Arcade puro
Commento
Dirt torna in grande stile con una giocabilità prettamente arcade che farà la felicità di molti anche se non di tutti. Quantità e qualità vanno a braccetto tra veicoli e circuiti di ogni tipo. Viene introdotta la nuova modalità Playgrounds che riuscirà a divertire la community per molte ore con una giocabilità che praticamente sfiora Trackmania. É presente qualche sbavatura, specialmente dal punto di vista tecnologico, che però non va ad intaccare un prodotto frizzante e stiloso come pochi.