Digimon Survive, il lato oscuro di Digiworld | Recensione
Abbiamo provato il coraggioso Digimon Survival, ibrido tra visual novel e strategico a turni: ecco cosa ne pensiamo.
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a cura di Giacomo Todeschini
Editor
Negli ultimi giorni di luglio ha fatto il suo esordio sul mercato, a dirla tutta anche un po’ di soppiatto, Digimon Survive, ultima incarnazione videoludica del celebre franchise che ha accompagnato l’infanzia di molti di noi. Dopo Digimon Story: Cyber Sleuth Hacker's Memory dell’oramai lontano 2017, è quindi finalmente giunta l’ora di tornare nel Digiworld, con un’esperienza questa volta decisamente differente dalle precedenti, ma non per questo meno intrigante.
Visual novel
Prima di andare oltre è necessario chiarire, onde evitare spiacevoli inconvenienti, come Digimon Survive sia anche una visual novel. Digimon Survive è, anzi, soprattutto una visual novel, ma è ancor prima un ottimo gioco, più maturo del previsto e in grado anche di toccare temi particolarmente delicati senza mai sottrarre la mano. Un’esperienza non per tutti, sicuramente non consigliata ai giocatori più giovani viste determinate scene e il tenore generale dell’opera, ma in grado di regalare ben più di una soddisfazione a chi sa apprezzare il genere e sopportarne la talvolta inutile prolissità.
La nostra avventura in Digimon Survive si apre con una gita scolastica sulle montagne giapponesi, dove faremo la conoscenza della maggior parte dei personaggi che ci accompagneranno nel corso del gioco, tra cui Takuma, il protagonista dell’intera avventura. Tale idilliaca esperienza ha purtroppo vita breve, dato che una serie di scosse di terremoto costringono presto il giovane gruppo di viaggiatori a staccarsi dal sentiero principale, finendo in uno strano santuario nelle montagne. Da qui il tutto prende una brutta piega e la vera avventura ha finalmente inizio, con Takuma e amici che vengono trascinati all’interno di una dimensione parallela irta di pericoli e misteri meglio conosciuta come Digiworld.
Una sinossi che potrebbe quindi sembrare quella classica del primo indimenticabile anime del franchise, ma che assume presto contorni ben più cupi e maturi, lasciando le atmosfere giocose e spensierate ai soli primi frangenti di gioco. Quello che colpisce particolarmente di Digimon Survive è infatti la grande maturità dell’opera, che sfocia in temi decisamente profondi, come drammi infantili, la morte, l’accettazione del lutto e molto altro ancora.
Tutta una serie di argomenti che, anche dalla sorridente copertina del titolo, difficilmente ci saremmo aspettati di trovare in Digimon Survive, ma che invece compongono la spina dorsale del titolo e lo fanno pure nel modo corretto, senza abusarne né trattandoli in modo superficiale. Certo, non mancano i momenti più leggeri e scanzonati, grazie alla dolce ingenuità di qualche Digimon, ma per il resto non ci si sentirà mai all’interno di un titolo pensato per un pubblico giovane.
A intervallare tali scene dal forte impatto emotivo sono, come dai sacri stilemi delle visual novel, una massiccia quantità di dialoghi, che si suddividono tra principali e secondari, con tutta una serie di discussioni dedicate a quelli che sono i vari personaggi di Digimon Survive. Per chi ama il genere e adora discernere carattere, psiche e storia dei vari membri del cast c’è quindi decisamente di cui gioire, anche se a onor del vero una quantità eccessiva di dialoghi si rivelano assolutamente frivoli e fini a sé stessi. Un po’ troppo stereotipati, inoltre, alcuni personaggi, con la loro indole che risulta fin troppo marcata, facendoli diventare quasi la macchietta di loro stessi. Un vero peccato, data la bontà del background alle loro spalle.
Parlare coi vari membri del nostro strano team e coi vari Digimon non consentirà però solo di progredire con la trama, conoscerne sempre maggiori dettagli e svelarne i retroscena, ma anche di sbloccare nuovi bivi narrativi e vantaggi a livello di gameplay. Le scelte in determinati dialoghi potranno infatti portare alla variazione del nostro karma o al livello di affinità con alcuni personaggi. La prima variabile ci consentirà tra le altre cose di indirizzare le trasformazioni del nostro Agumon, mentre il livello di affinità coi vari membri del team consentirà ai loro Digimon di evolvere ulteriormente.
Combattimenti a turni
Ad accompagnare le sezioni da visual novel, che alla prova dei fatti occupano anche più del 70% del gioco preventivato da Bandai Namco, sono le varie sessioni di combattimento che costellano il titolo e un semplice ma efficace sistema per gestire il proprio team di Digimon.
I vari scontri che ci troveremo ad affrontare in Digimon Survive si contraddistinguono per le classiche meccaniche da strategico a turni, in cui ogni pedina sul campo è dotata di una data velocità che ne determina la relativa priorità di azione. HYDE inc. non ha certo osato più di tanto sotto tale punto di vista, preferendo un approccio conservativo che ben si sposa con la natura del titolo.
Il tutto funziona alla fine dei conti più che bene, rendendo tali frangenti divertenti e coerenti con le altre sezioni di gioco. L’unico punto su cui era assolutamente necessario dedicare una maggior cura è invece relativa alla conformazione delle varie mappe. Capiterà infatti più e più volte di ritrovarsi nelle medesime arene, conoscendone già le varie peculiarità e caratteristiche.
Le uniche variabili rispetto ai capisaldi del genere sono date dalla possibilità di far evolvere i Digimon alleati al costo di un determinato valore di punti abilità ogni turno e dal poter parlare con alleati e avversari durante gli scontri. La prima dinamica dona, soprattutto nelle battaglie più impegnative, un’ulteriore vena strategica ai combattimenti, visto che dovremmo dosare con cura quando evolvere o meno i nostri Digimon, onde evitare di trovarci sprovvisti di punti abilità durante le fasi finali.
Il poter discutere durante le battaglie è inoltre un’altra tematica da non sottovalutare assolutamente e che si intreccia fortemente con l’anima da visual novel di Digimon Survive. Se chiedere supporto al proprio alleato consente di ottenere un boost alle statistiche, è invece il parlare con i Digimon avversari che apre numerose opportunità niente male. Il dialogo con un mostro nemico si compone da tre differenti domande/situazioni, a cui noi dovremmo rispondere nel modo più congeniale a chi avremo di fronte. Ottenere un buon risultato in questo mini quiz ci consentirà o di poter provare a far unire il Digimon alla nostra squadra con una data probabilità di successo o di ottenere un oggetto in regalo. Inimicarselo con le risposte sbagliate, invece, ci restituirà un avversario più agguerrito che mai.
Digimon Survive: aspetto tecnico e artistico
Di buona fattura l’impianto grafico, con le scelte artistiche che ben si sposano sia con la natura del gioco che con quella che è l’anima del celebre franchise giapponese. Certo, alcune location di sfondo ai vari dialoghi sono riciclate più e più volte, ma per il resto la qualità media è più che buona. Da segnalare, invece, alcune texture davvero in bassa risoluzione in alcune di esse, davvero difficili da non notare. Ottima, infine, la colonna sonora, che ben accompagna le avventure di Takuma e amici dall’inizio alla fine. La soundtrack principale, in particolare, è davvero una piccola perla.
Voto Recensione di Digimon Survive
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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Storia matura e intrigante
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Oltre 100 Digimon da utilizzare
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Buon sistema di combattimento
Contro
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A volte inutilmente prolisso
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Poca varietà nelle zone di combattimento