Recensione

Diablo 4: Vessel of Hatred | Recensione - Un'espansione semplicemente enorme

Abbiamo giocato più di 20 ore Vessel of Hatred, la prima espansione di Diablo 4, un contenuto semplicemente eccezionale sotto tutti i punti di vista.

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a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

Se c’è una cosa che Diablo 4 ha dimostrato fin dal suo lancio, è la sua capacità di evolversi e offrire ai giocatori una vasta gamma di contenuti che mantengono l’esperienza di gioco sempre "fresca". Certo, inizialmente Blizzard ha decisamente faticato a trovare una quadra, con le prime Season che si sono rivelate davvero complicate da gestire, a causa di numerosi problemi di bilanciamento che ne hanno fatto allontanare una buona fetta di giocatori.

Fortunatamente per il team di sviluppo e anche grazie al duro lavoro, la situazione sembra stia migliorando, anche in virtù di un supporto che sta cominciando finalmente a dare i suoi frutti, seguendo i feedback dei giocatori e le loro richieste.

Le espansioni per il franchise di Diablo sono sempre state fondamentali, in grado di sovvertire completamente l'opinione sul gioco, trasformandolo a volte in un prodotto completamente nuovo, è accaduto con Lord of Destruction (Diablo 2) e anche con Reaper of Souls (Diablo 3). Con l'espansione Vessel of Hatred di Diablo 4, Blizzard non solo espande ulteriormente il mondo di Sanctuarium, ma introduce nuove meccaniche che rivoluzionano il gameplay, aggiungendo tanta carne al fuoco all'intera esperienza.

La differenza rispetto al passato e che Vessel of Hatred non è solo "l'espansione di Diablo 4", ma la prima espansione e ciò significa che tutto questo è solo l'inizio per qualcosa di ancora più grande che avverrà nel corso dei prossimi anni. Basandoci su questo, il lavoro di Blizzard dietro a questo contenuto aggiuntivo è stato decisamente encomiabile.

La storia continua

La vicenda di Vessel of Hatred parte praticamente subito dopo le vicende vissute in Diablo 4: Neyrelle sta fuggendo con la Pietra dell'Anima con cui ha intrappolato Mefisto, verso Nahantu, la regione dove è situata la città di Kurast (già vista in Diablo 2). La sua mente, però, sta lentamente cedendo alla natura del Primo Maligno e noi siamo gli unici in grado di salvarla da questa tortura.

La trama gioca un ruolo chiave anche in questa prima espansione, per questo motivo abbiamo voluto solamente accennarvi l'incipit narrativo, per farvi godere al massimo l'esperienza non appena avrete il gioco tra le mani.

Ciò che vi basti sapere è che la componente narrativa rimane di altissimo livello, con momenti drammatici, emozionanti ed epici, impreziositi da una colonna sonora memorabile da cutscene in-game e CGI che faranno certamente piacere agli appassionati più pretenziosi della saga di Diablo. 

C'è molto fan service di Diablo 2 dietro a Vessel of Hatred, ma non poteva che essere altrimenti vista l'evidente voglia del team di ricordare il più possibile il miglior action-rpg isometrico di tutti i tempi. Dai personaggi, ai luoghi, ogni momento saprà farvi tornare alla memoria momenti indelebili delle vostre scorribande svolte nel secondo episodio della saga.

la componente narrativa rimane di altissimo livello

Nonostante la storia sia comunque abbastanza corposa, con circa sette/otto ore garantite per il completamento della quest principale, la vicenda è chiaramente di passaggio, relegandoci inevitabilmente a un cliffhanger che era previsto, risultando però sempre fastidioso nel contesto di un'avventura.

Lo Spiritista e il ritorno dei mercenari

Un’aggiunta decisamente importante è senza dubbio lo Spiritista, una classe inedita nel franchise di Diablo che garantisce un livello di versatilità senza precedenti, anche più del Tagliagole. Gli Spiritisti, originari della giungla di Nahantu, combinano abilità di combattimento fisico con poteri spirituali che permettono loro di evocare spiriti guardiani per aiutarli in battaglia.

Il sistema della Sala degli Spiriti consente ai giocatori di scegliere e combinare due spiriti tra quattro creature mistiche: il Giaguaro, il Gorilla, l’Aquila e il Centopiedi, ognuna delle quali offre abilità e vantaggi unici. La possibilità di personalizzare gli effetti degli spiriti rende lo Spiritista estremamente flessibile, capace di adattarsi a diversi stili di gioco, dal combattimento ravvicinato al controllo dei nemici a distanza.

Noi l'abbiamo trovata estremamente divertente come classe, potenzialmente incredibile nel PvP e molto efficace nel PvE. A tratti ricorda uno strano incrocio tra l'Assassino di Diablo 2 il Monaco di Diablo 3: molto veloce e frenetica.

Un’altra grande novità è il ritorno dei mercenari, introdotti con un sistema molto più evoluto rispetto a Diablo 3 e Diablo 2. In Vessel of Hatred, i mercenari non sono semplici compagni di battaglia, ma veri e propri personaggi con una propria storia e abilità che si sviluppano in base al Rapporto che il giocatore costruisce con loro. Completando missioni e affrontando nemici insieme, i mercenari acquisiscono fiducia e potenziano le proprie capacità, offrendo un supporto fondamentale nelle sfide più ardue. 

Non solo, i mercenari (cinque in tutto), garantiscono l'accesso a un nuovo luogo, l'Antro, che funge da HUB dove è possibile richiedere i loro servigi sia come accompagnatore base sia come supporto in determinate occasioni della battaglia. Oltre a ciò, i marchi ottenibile grazie al loro utilizzo, consentono di poter acquisire armi o equipaggiamento particolare sempre nell'Antro.

Nahantu e la Città Sotterranea di Kurast

Chiaramente Vessel of Hatred introduce anche una nuova, imponente location, Nahantu. La giungla è una delle ambientazioni più evocative e pericolose del franchise di Diablo, già vista, in parte, in Diablo 2. La varietà artistica e la cura nei dettagli fanno di Nahantu un luogo affascinante da esplorare dove flora e fauna sono ostili e dove è possibile incontrare civiltà perdute e tribù guerriere. Blizzard ha voluto recuperare anche tutti i luoghi già visitati negli altri capitolo della saga come Travincal, il Porto di Kurast o la Prigione dell'Odio, d'altro canto, come accennato precedentemente, siamo dinanzi a un fan service che farà certamente impazzire i grandi fan della serie.

A ogni modo, Nahantu presenta a sua volta un'altra zona: la Città Sotterranea di Kurast, un luogo oscuro e labirintico, ricco di segreti e sfide. Il luogo è ideale per la progressione del personaggio, offrendo al contempo una quest molto importante che si affianca a quella principale. Ovviamente, non vogliamo svelarvi molto altro, ma si tratta di un "dungeon" davvero molto grande che saprà soddisfare la vostra sete di loot.

Il nuovo sistema di rune e runeword

Se questo non dovesse bastare, c'è un altro importante ritorno in Diablo 4: le rune.  Il nuovo sistema delle rune (che doveva arrivare al lancio del gioco, poi spostato per motivi di bilanciamento) offre ai giocatori un livello di personalizzazione mai visto prima. Le rune sono divise in due categorie: Rune del Rituale e Rune dell’Invocazione. Queste possono essere combinate per creare Parole Runiche, dando accesso a potenti abilità e bonus che variano in base alle rune utilizzate. Il sistema premia la creatività e incoraggia a sperimentare con diverse combinazioni, aprendo la porta a build uniche e altamente personalizzate.

Blizzard non ha risparmiato in termini di contenuti per Vessel of Hatred. L’aumento del livello massimo a 60, con 100 livelli di eccellenza aggiuntivi, offre nuove opportunità per rendere i personaggi ancora più potenti. La volontà di Blizzard di trasformare Diablo 4 in un gioco longevo, con aggiornamenti costanti e nuove espansioni, appare evidente, e Vessel of Hatred sembra essere solo l'inizio di un lungo percorso.

Da molti punti di vista funzionano molto meglio rispetto a Diablo 2, perché non esistono parole runiche specifiche come nel secondo capitolo della saga, ma invece il gioco cerca di accompagnare il giocatore nel realizzare oggetti specifici in base alle caratteristiche delle rune stesse. Considerate che con 17 Rune del Rituale e 28 Rune dell’Invocazione, le combinazioni possibili sono praticamente infinite, e la rarità delle rune aggiunge un ulteriore elemento di sfida. 

Voto Recensione di Diablo 4: Vessel of Hatred


8.5

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • Storia e colonna sonora sempre su alti livelli

  • Nahantu è bellissima da esplorare

  • Lo Spiritista è una classe divertentissima

  • Una quantità di contenuti aggiuntivi spaventosa

Contro

  • Il cliffhanger finale

  • Tante novità portano anche un forte rischio di sbilanciamento

Commento

Diablo 4: Vessel of Hatred non è solo un’espansione: è una dichiarazione d’intenti da parte di Blizzard, un chiaro segnale che il franchise è vivo e in continua evoluzione. Con l’introduzione di una nuova classe, un sistema di rune profondo e flessibile, nuove aree da esplorare e una storia curatissima, Vessel of Hatred non solo amplia il mondo di Sanctuarium, ma lo arricchisce di nuove possibilità e di una profondità che promette di tenere i giocatori incollati allo schermo per i mesi a venire. Se questo è l'inizio del supporto espansioni per Diablo 4, allora possiamo stare tranquilli dal fatto che giocheremo a questo titolo per ancora moltissimi anni.
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