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Deathloop | Recensione della versione Xbox Series X|S

A distanza di un anno Deathloop arriva su Xbox Series X|S con gli stessi pregi, e gli stessi difetti, mostrati 12 mesi fa.

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a cura di Andrea Maiellano

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Precisamente un anno fa usciva Deathloop, l'ultima peculiare produzione di Arkane Lyon, realizzata in esclusiva temporale per PlayStation 5 e pensata per sfruttare le funzioni, al momento uniche, della nuova console di Sony. Come tutti oramai sanno, però, l'acquisizione del gruppo Zenimax da parte di Microsoft ha reso Deathloop famoso per motivi che esulano dalla natura stessa del titolo in questione.

Al netto, però, del rappresentare l'ultima produzione di Arkane a raggiungere in esclusiva, temporale o meno, una console Sony, Deathloop è prima di tutto un titolo coraggioso, per certi versi innovativo e capace di far parlare di sé per le peculiari scelte di gameplay realizzate dagli sviluppatori. Deathloop comunque è anche un titolo con delle criticità piuttosto evidenti e che, per quanto sia già passato un anno dalla sua uscita, sono tuttora capaci di rendere l'ultima fatica di Arkane Lyon un titolo che o si ama o si odia.

Resta indubbio che l'arrivo di Deathloop sul Game Pass di Microsoft rappresenti un ottimo Boost per il titolo che ora può essere, finalmente, provato da tutti gli abbonati al servizio, evitando cocenti delusioni e lotte estenuanti per reperire una console sempre più difficile da acquistare.

Prigionieri del tempo

Grazie al loop temporale, che riavvia una giornata al termine degli eventi che si svolgono dall'alba alla mezzanotte, più che una trappola Deathloop è un grande mistero da risolvere, basato su una serie di incognite da trovare per sciogliere ogni nodo e giungere alla soluzione finale. Il titolo di Arkane è un mondo che, pur non mutando, riesce a offrire decine e decine di opportunità al giocatore. Questo perché, a differenza degli Eternalisti i quali vivono la giornata senza darle un reale peso a causa della perdita costante di memoria a ogni riavvio del loop temporale, Colt ha memoria di ciò che avviene in ogni ciclo e ne fa tesoro per indirizzare ogni sua azione successiva.

Da questo imparare costantemente dagli errori, e dalle scoperte, ne consegue che Colt ottiene l'enorme potere di plasmare a suo volere i micro-eventi che scuotono lo scorrere immutabile del tempo. Ogni giornata si svolge esattamente nello stesso modo per tutti gli altri tranne che per Colt, il quale potrà scegliere ogni volta un approccio diverso per affrontare una situazione che, pur svolgendosi in maniera identica, potrà essere forzata in una direzione diversa, generando una digressione temporale che andrà a influenzare anche gli eventi seguenti della giornata.

Il successo della formula presentata da Deathloop si regge proprio grazie a quel senso di progressione costante che viene instillato nel giocatore attraverso la sempre più crescente consapevolezza di cosa succeda durante la giornata. Le nuove abilità, le nuove armi e i nuovi strumenti per interagire con gli spazi di gioco, potranno essere guadagnati portando a termine le missioni disponibili nelle diverse fasi della giornata, e permetteranno, con furbizia, di deviare il proiettile mortale della ripetitività che minaccia i giocatori ogniqualvolta un gioco prevede una struttura basata sul ripetere più volte le stesse dinamiche.

Le fasi iniziali di Deathloop, a essere del tutto onesti,  risultano molto strette e guidate. Una sequela di eventi volutamente confusi che, differentemente dal resto dell'avventura di Colt, non riescono mai a risultare realmente avvincenti, rischiando di generare un leggero sentore di tedio in chiunque non sia abituato allo stile narrativo di Arkane. Una volta superata la fase introduttiva, però, Blackreef si trasformerà in un vero e proprio parco giochi… il vostro parco giochi. Deathloop è un titolo Arkane in ogni sua fibra e, come altri prima di lui, pone il suo punto di forza nel garantire approcci diversi e sempre originali, in parte grazie alle combinazioni fra strumenti e abilità a disposizione di Colt, in parte grazie a un level design di primissimo livello e in parte grazie a una capacità innata, da parte di Arkane, di saper raccontare qualsivoglia tipo di storia, riuscendo a renderla intrigante e accattivante.

Non smetteremo mai di ripeterlo, il vero punto di forza di Deathloop è la capacità di dare al giocatore carta bianca su cosa fare, e come farlo, e una serie di meccaniche di gioco che lo spingono a sperimentare costantemente. A ogni loop temporale che ricomincerà, si potranno uccidere i Visionari sempre nella stessa identica maniera, ma perché farlo quando il gioco di propone un costante flusso di possibilità diverse per seminare morte? Alla fine in Deathloop non ci sono reali conseguenze se si fallisce, e la morte non ha davvero valore all’interno del loop.

Mille modi per uccidere

In Deathloop, Colt avrà a disposizione un machete per eseguire uccisioni silenziose, una Carica Strelak (una granata che assume tre differenti configurazioni), e l’Hackamajig, un dispositivo in grado di violare torrette e sensori, distrarre i nemici scombinando le frequenze dei dispositivi elettronici, e sbloccare porte per accedere in luoghi precedentemente impossibili da raggiungere.

Già con solo questi strumenti a disposizione le possibilità sono numerose e totalmente dipendenti dallo stile di gioco, ma se a questo trittico di abilità si vanno ad aggiungere le dozzine di bocche da fuoco diverse presenti in Deathloop, vien da sé che in breve tempo si cominceranno a studiare strategie di attacco sempre diverse e, letteralmente, fuori di testa.

Conoscere le routine dei personaggi vi permetterà di tendergli trappole e gustarvi il momento della loro dipartita da lontano, così come conoscere i percorsi che compiranno vi darà la possibilità di precederli per sorprenderli ad armi spianate, in un tripudio di proiettili e azioni frenetiche da action movie di inizio anni 90. Le armi, come da tradizione per i titoli che mescolano timide dinamiche da looter shooter a una manciata di concetti presi di peso dal genere Rogue Like, saranno di rarità variabile, e quelle viola o arancio verranno fornite con delle abilità uniche.

Allo stesso tempo, però, uccidere gli stessi nemici in Deathloop potrebbe darvi ricompense differenti, oltre che elargirvi un'arma unica con un'abilità completamente differente. Abbiamo particolarmente apprezzato come le armi di rarità minore non si limitino a "fare meno danni", ma presentino delle peculiarità come l'incepparsi, che non si troveranno nelle bocche da fuoco di qualità, e rarità, migliore.

Proprio in merito alle armi, apprezzammo particolarmente la capacità del Dualsense di Sony di simulare le resistenze delle varie armi presenti in Deathloop, così come il restituire la sensazione tipica di un'arma che si inceppa, grazie alle resistenze presenti nei grilletti adattivi del controller di PlayStation 5. Nella versione per Xbox Series X|S questa caratteristica è venuta, ovviamente, meno, e per quanto non possa considerarsi un difetto, dobbiamo ammettere che ci è dispiaciuto non ritrovare un palliativo parziale attraverso i motorini di vibrazione presenti nei grilletti del controller di Microsoft.

A completare l’arsenale a disposizione di Colt ci pensano le tavolette: si tratta di poteri soprannaturali ottenibili uccidendo i Visionari. La cosa ancora più interessante è che uccidendoli più di una volta si possono ottenere dei potenziamenti per le tavolette che modificano ulteriormente un’abilità per renderla più letale, o per estenderne il tempo di utilizzo o la durata dell'effetto associato. Le tavolette ricordano fortemente i poteri sovrannaturali visti in Dishonored, ma il modo in cui possono essere combinate le rendono davvero uniche e personalizzabili in base al contesto che si andrà ad affrontare.

Se ne potranno equipaggiare massimo due, imponendo al giocatore un minimo di strategia prima di imbarcarsi in una nuova missione all'interno del loop temporale. Le Tavolette, nella loro semplicità, rappresentano un altro di quegli aspetti presenti in Deathloop capaci di cambiare realmente il modo in cui si potrà completare un obiettivo, permettendo di uccidere in modi sempre diversi, così come di "rushare" all'interno delle aree di gioco per evitare di ripete situazioni già vissute più e più volte all'interno del loop temporale.

Morire e dover ricominciare da capo, difatti, non deve essere percepito come un limite, bensì, come abbiamo ripetuto più volte, deve essere colto come una nuova possibilità di sperimentare. È il loop temporale stesso che, per sua natura, stimola l’esplorazione all'interno di Deathloop, ed è la progressione accumulata tra i cicli l’elemento che tiene tutto insieme in modo armonico. Per farlo, il team di sviluppo ha utilizzato il più classico dei cliché: il Residuo, ovvero una sostanza in grado di permettere a Colt di non perdere fra un ciclo e l'altro i suoi poteri o le armi più performanti, rendendo ogni loop sempre diverso e, per certi versi, migliore.

Deathloop su Xbox Series X|S

La versione per Xbox Series X|S di Deathloop non si discosta particolarmente da quella precedentemente rilasciata per PlayStation 5 e, al netto della totale assenza delle funzionalità associate al Dualsense di Sony e alla presenza dell'update Goldloop, presenta davvero poche differenze con quest'ultima.

Le modalità grafiche rimangono le medesime già presenti sulla console di Sony: Modalità prestazioni, con scaling 4K dinamico, priorità alle prestazioni, nessun ray-tracing e 60 fps; modalità qualità visiva, con scaling 4K dinamico, fedeltà grafica prioritaria, nessun ray-tracing e 60 fps con cali moderati; modalità Raytracing, con scaling 4K dinamico, fedeltà grafica alta, ray-tracing attivato e frame rate ancorato a 30 fps.

Analogo anche il comparto artistico che si continua a confermare uno dei picchi più alti raggiunti da Arkane grazie a una sapiente mescola fra lo stile pop anni 60, alcuni accenni di steam punk e un costante richiamo alla psichedelia del periodo a cui si ispira.

Come permangono i pregi, già premiati quando Deathloop arrivò sul mercato sul finire del 2021, anche i difetti riscontrati in passato si ripropongono in questa nuova versione del titolo. L'IA dei nemici rimane una delle più deludenti presentate in un videogioco di recente produzione, con routine prevedibili e una risposta pressoché nulla, e per nulla intelligente, alle azioni svolte dal giocatore. Un peccato, perché in molteplici occasioni, per quanto rimanga divertente bullizzare gli avversari trattandoli come carne da macello, l'immersione viene meno, così come la curva della difficoltà scende vertiginosamente verso il basso.

Discorso analogo per quanto riguarda il multiplayer di Deathloop che, per quanto risulti un divertissement originale, mostra il fianco a un enorme potenziale inespresso. Sfruttando le invasioni che Julianna, l'antagonista dell'avventura, regolarmente compie durante i vari loop temporali nel tentativo di fermare Colt, si può fisicamente entrare all'interno della partita di un altro giocatore e impersonare il villain della sua avventura.

Un concept decisamente interessante ma che, nel corso degli scorsi dodici mesi, si è rivelato poco intrigante a causa dei pochi giocatori che hanno deciso di giocare l'avventura principale rimanendo online, probabilmente per eventuali timori di vedere i propri progressi sparire a causa di un colpo di fucile da cecchino assestato da un altro giocatore.

Un vero peccato, perché nelle sparute occasioni in cui abbiamo avuto modo di giocare con degli amici, abbiamo sperimentato come questa peculiare modalità online si presti, anch'essa, a una estrema libertà di approccio. Julianna non è costretta a uccidere Colt, motivo per il quale in alcune circostanze ci siamo trovati a collaborare con altri giocatori che ci hanno aiutato a risolvere un enigma o a capire come muoverci in un determinato momento della giornata per poter progredire con la storia. Un approccio completamente diverso rispetto a quello inteso dagli sviluppatori? Forse sì… ma non ne siamo così sicuri.

Voto Recensione di Deathloop - Xbox Series X|S


8

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Stile retro-futuristico eccezionale

  • - Progressione narrativa e di sviluppo del personaggio coinvolgenti

  • - Possibilità di realizzare dei loadout in grado di stravolgere completamente l'esperienza di gioco

  • - Blackreef è piena di segreti e misteri da risolvere

Contro

  • - L'IA nemica è decisamente sotto la media

  • - La modalità multigiocatore rimane un'attività di contorno.

  • - La gestione dei tempi nella parte iniziale dell'avventura potrebbe confondere e scoraggiare nel proseguire

Commento

A un anno di distanza dalla sua uscita, Deathloop continua a essere un gioco audace e accattivante, in grado di mostrare tutta l’esperienza maturata negli anni da Arkane Lyon con il genere degli Immersive Sim. Blackreef continua a impressionare per la sua capacità di spingere il giocatore a esplorare, anche in un contesto molto frenetico, grazie a una pletora di segreti nascosti al suo interno. I poteri sovrannaturali sono semplicemente fantastici, una gioia da utilizzare da soli o in sinergia con i vari strumenti a disposizione di Colt. Peccato che l’IA nemica rimanga stupida come in passato, rendendo spesso tutto molto facile da superare o da aggirare sfruttando proprio la poca furbizia degli avversari. Al netto di questo importante difetto, e della assenza in questa versione del supporto al DualSense, Deathloop rimane quella dichiarazione di intenti atta a spronare all'esplorazione e alla sperimentazione, spronando chiunque lo avvicini a concentrarsi sull'enorme libertà di approccio messa a disposizione dai ragazzi di Arkane.

Informazioni sul prodotto

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Deathloop - Xbox Series X|S

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