Deathloop è progettato per essere un grande mistero da risolvere, basato su una serie di incognite da trovare per sciogliere ogni nodo e giungere alla soluzione finale. È normale che fin dal suo annuncio, Arkane Lyon abbia voluto preservare questo enigmatico alone di segretezza. Nell’era attuale del tutto e subito mostrato con prepotenza per cercare di catturare l’attenzione dei giocatori, può essere un’arma a doppio taglio dover centellinare le informazioni e schermare i dettagli più interessanti, tuttavia questa ambiguità è anche parte del suo incredibile fascino. Nonostante tutte le occasioni che abbiamo avuto per passare del tempo con il gioco, tra cui un’anteprima delle prime cinque ore della campagna, quel senso di mistero e scoperta ci ha accompagnati fino ai titoli di coda.
Nonostante il grande schema fosse ormai stato decifrato, Deathloop non ha mai smesso di sorprenderci e ci ha trascinati nelle sue follie allo stesso modo in cui il loop temporale tiene in pugno gli abitanti di Blackreef. L’immedesimazione funziona bene perché, proprio come il giocatore, Colt non ha idea del perché si trovi lì, né qual è davvero il suo scopo e quali relazioni lo leghino ai personaggi coinvolti e al mondo di gioco. Per lui è tutto nuovo, così come lo è per noi. La conoscenza di nuovi elementi va di pari passo con lo sviluppo personale del personaggio e ciò ci permette di apprezzare ancora di più la sinergia tra la progressione narrativa e il perfezionamento delle abilità soprannaturali a nostra disposizione.
Cercare libertà in un loop temporale
Grazie al loop temporale, che riavvia una giornata al termine degli eventi che si svolgono verso sera, più che una trappola, Deathloop è un mondo di opportunità per il giocatore. A differenza degli Eternalisti, che vivono la giornata senza darle un reale peso a causa della perdita costante di memoria a ogni riavvio, Colt ha memoria di ciò che avviene in ogni ciclo e ne fa tesoro per indirizzare ogni sua azione successiva. Da questo imparare costantemente dagli errori e dalle scoperte, ne consegue che Colt ha un enorme potere nelle sue mani per plasmare a suo volere i micro-eventi che scuotono lo scorrere immutabile del tempo. Ogni giornata si svolge esattamente nello stesso modo per tutti gli altri, tranne che per Colt che può scegliere ogni volta un approccio diverso a una identica situazione.
Il successo di questa formula si regge soprattutto grazie a quel senso di progressione che vi abbiamo anticipato. Nuove abilità, nuove armi e nuovi utensili per interagire con gli spazi di gioco permettono con furbizia di deviare il proiettile mortale della ripetitività che minaccia i giocatori ogni qualvolta un gioco prevede una struttura basata sul ripetere più volte le stesse dinamiche. All’inizio vi sembrerà tutto molto stretto e guidato, ma superata la fase introduttiva che vi accompagna alla scoperta delle meccaniche, Blackreef diventerà il vostro parco giochi. Deathloop è un titolo Arkane in ogni sua fibra, e come altri prima di lui, parte della sua forza risiede negli strumenti da combinare in modi sempre più originali. Avremmo potuto uccidere i Visionari ogni volta nello stesso modo sicuro, ma perché avremmo dovuto quando il loop ci ha dato un’altra possibilità per sperimentare? Perché limitarci quando non ci sono reali conseguenze e la morte non ha davvero valore all’interno del loop?
Colt avrà a disposizione un machete per eseguire uccisioni silenziose, una Carica Strelak, ossia una granata che assume tre differenti configurazioni – classica granata esplosiva, carica di prossimità e mina ambientale – e l’Hackamajig, un dispositivo che hackera torrette e sensori, distrae i nemici scombinando le frequenze dei dispositivi elettronici e sblocca porte per accedere in luoghi all’apparenza impossibili da raggiungere. Già con solo questi strumenti a disposizione le possibilità sono numerose e molto dipendenti dal vostro stile di gioco. Conoscere le routine dei personaggi vi permette anche di tendergli trappole per gustarvi il momento lontani da occhi indiscreti. Una delle nostre combinazioni preferite prevede l’Hackamajig per passare tutte le torrette nemiche sotto il nostro controllo e l’uso di mine e cariche di prossimità per non lasciare scampo neanche ai nemici che potrebbero sopraggiungere in supporto.
Colt non sarà comunque a mani vuote e potrà difendersi utilizzando anche le armi. Ogni arma di rarità viola o superiore viene fornita con un’abilità unica. Uccidere gli stessi nemici potrebbe darvi un bottino differente perché l’abilità unica è anche casuale. Le armi di più infimo livello tendono a incepparsi, fortunatamente riuscirete a mettere le mani su qualcosa di migliore dopo poche ore di gioco. I grilletti adattivi del controller DualSense fanno un buon lavoro per trasmettere tutte le differenze dell’arma che si sta impugnando, simulando anche l’inceppamento nei modelli di bassa qualità. Ogni arma, infatti, è rappresentata da una differente resistenza dei grilletti quando vengono premuti. Quando teniamo un colpo caricato con la sparachiodi sembra quasi di sentire l’arma vibrare e quando la ricarichiamo, vediamo i chiodi entrare nel caricatore e li sentiamo tintinnare.
Le tavolette completano l’arsenale: si tratta di poteri soprannaturali ottenibili uccidendo i Visionari. La cosa ancora più interessante è che uccidendoli più di una volta si possono ottenere dei potenziamenti per le tavolette che modificano ulteriormente un’abilità per renderla più letale o per estenderne nel tempo la durata. Le tavolette possono ricordare più da vicino Dishonored, ma il modo in cui possiamo combinarle le rendono davvero uniche e personalizzabili in base al contesto che andremo ad affrontare. Se ne possono equipaggiare massimo due quindi prima di lanciarsi in una missione è bene pensare a una strategia. Le Tavolette cambiano davvero il modo in cui completiamo un obiettivo e ci hanno permesso di uccidere i Visionari in modi ogni volta diversi, ma anche di fare speedrunning per saltare alcuni pezzi già affrontati in altre iterazioni del timeloop.
Se siete giocatori amanti dello stealth avrete diverse possibilità per diventare ancora più letali da invisibili. Ciò che abbiamo apprezzato davvero di questi poteri, oltre alla loro varietà, è la loro capacità di dimostrarsi davvero utili e di aiutare il giocatore. Le abilità, infatti, possono anche venire incontro a quei giocatori che si sentono meno sicuri negli approcci silenziosi dandogli un incentivo a provare quel particolare approccio grazie all’invisibilità o alla grande mobilità data da tavolette come la Traslazione.
A volte però per uscire da una situazione pericolosa bisogna mettere mano al grilletto e in quel caso la nostra tavoletta preferita è Rovina con annessi potenziamenti per danni maggiorati e recupero di potere a ogni danno inflitto. Se combiniamo tutto con la tavoletta Vincolo che lega a sé tutti i nemici colpiti dall’abilità, l’effetto pirotecnico è assicurato. Peccato che ai nemici manchi un po’ di reattività e di capacità di impensierirci davvero, caratteristiche che avrebbero sicuramente reso gli scontri più impegnativi.
Morire e dover ricominciare daccapo non deve essere percepito come un limite, ma, come dicevamo, deve essere colto come una nuova possibilità. È il loop temporale stesso che per sua natura stimola l’esplorazione ed è la progressione accumulata tra i cicli l’elemento che tiene tutto insieme in modo armonico. Dopo aver completato una delle missioni iniziali di guida all’interno del mondo di Deathloop, si viene introdotti agli effetti portentosi del Residuo, una sostanza utilizzata per infondere armi, tavolette e piastrine. In questo modo, tra una missione e l’altra, si possono scegliere gli oggetti che si vogliono mantenere tra i vari cicli, così non dovrete neanche preoccuparvi di perdere tutto.
Un insieme così eccentrico di abilità e una numerosa strumentazione di supporto, però, sarebbero di poco uso senza livelli pensati appositamente per scatenare la fantasia dei giocatori. Blackreef e i suoi quattro distretti sono stati progettati nei minimi dettagli per invogliare il giocatore a esplorare ogni metro quadrato dell’isola. Senza neanche accorgercene ci siamo ritrovati a spostarci rapidamente sui tetti per ammirare dall’alto l’architettura e marcare meglio i nostri bersagli. Ogni via nascosta e poco illuminata era come un richiamo, ogni grotta e ogni porta un invito a entrarci.
Deathloop ha tanti modi per catturare lo sguardo ma quello più avvincente è dato dall’uso del colore e dalla presenza di scritte sui muri che richiamano le atmosfere psichedeliche degli anni Sessanta in un continuo alterare la nostra percezione in modo pop. Deathloop attinge anche molto dal cinema e non soltanto per le estetiche anni Sessanta e Settanta: alcune aree di Blackreef potrebbero tranquillamente figurare in uno dei vecchi film di James Bond dove il cattivo di turno ha stabilito la sua tana difesa tecnologicamente.
Abbiamo giocato il titolo su PS5 che offre 3 differenti livelli di visualizzazione:Modalità prestazioni con scaling 4K dinamico, priorità alle prestazioni, nessun raytracing e 60 fps.Modalità qualità visiva con scaling 4K dinamico, fedeltà grafica prioritaria, nessun raytracing e 60 fps con cali.Modalità Raytracing con scaling 4K dinamico, fedeltà grafica alta, raytracing attivato e 30 fps.
Sia in modalità prestazioni che in modalità qualità visiva l’esperienza è molto fluida, mentre la modalità Raytracing potrebbe perdere in fluidità quando ci si trova a utilizzare abilità di movimento molto rapide e dai molti effetti visivi.
Multigiocatore in Deathloop
Questa volta abbiamo potuto provare anche la componente multigiocatore, ovviamente va tenuto conto di tutti i limiti di una infrastruttura che abbiamo potuto testare prima del lancio e quindi non riflette esattamente la stessa esperienza che si avrà quando tutti i giocatori avranno il gioco tra le mani. Vestendo i panni di Colt sono tre le modalità con le quali è possibile regolare il gioco online: modalità giocatore singolo dove a invaderci è solo l’I.A., modalità solo amici per un’invasione limitata ai soli giocatori della nostra lista amici e gioco online con invasioni accessibili a qualsiasi giocatore disponibile. Qualora il gioco non trovasse giocatori, l’IA sarà in grado di sostituirli.
Possiamo dire che la Julianna governata dall'intelligenza artificiale è molto più discreta e subdola delle Julianne incontrate giocando online che hanno preferito quasi sempre attaccarci direttamente creando molta confusione e facendosi individuare facilmente. A lungo andare, in base all’esperienza guadagnata di partita in partita, le strategie dei giocatori potrebbero cambiare spingendoli a provare modi diversi per ingaggiare Colt, ma è qualcosa che al momento non possiamo valutare.
La modalità multigiocatore ci è parsa più come un'esperienza di contorno se siete in cerca di una sfida maggiore che l’IA nemica generalmente non offre, o volete intrattenervi con il gioco post campagna per sbloccare nuovi costumi, armi e abilità anche per Julianna. Per quanto l’idea della caccia e della sfida tra Colt e Julianna trovi molto senso ai fini della storia di Deathloop, non possiamo dire di essere rimasti del tutto soddisfatti da questa esperienza online che nasce come opzionale e, in quanto tale, non aggiunge molto all’esperienza finale che può essere vissuta in tutta tranquillità anche in modalità giocatore singolo.
Le partite con gli amici, invece, possono assumere connotati del tutto diversi perché in barba alle regole che ci vedono come antagonisti di Colt, non siamo per forza costretti a ucciderlo a sangue freddo ma potremo quasi arrivare a collaborare per aiutarlo se siamo più avanti di lui con la risoluzione di un enigma - o magari farglielo credere per poi ucciderlo quando meno se lo aspetta. Sarà interessante vedere quale strategia adotteranno i giocatori dopo il lancio.
Deathloop, infatti, ricompensa i giocatori sia in caso di sconfitta che di vittoria, ma soprattutto propone una serie di obiettivi nascosti da sbloccare sperimentando ogni volta nuovi modi per uccidere od ostacolare Colt. La progressione non è univoca per tutti ma è salendo di grado con la caccia che si ha accesso a un nuovo bottino. I giocatori che amano completare tutto al 100% potrebbero avere una motivazione in più per difendere il loop nei panni di Julianna.