Dead Space | Recensione - Un remake spaventosamente bello
Dead Space torna dopo ben 14 anni dall'originale, attraverso un remake di livello e spaventosamente rimasto immutato.
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a cura di Andrea Riviera
Managing Editor
Nel primo decennio degli anni 2000, in un'epoca dove gli horror game guardavano con stima verso Resident Evil 4, Dead Space di Visceral Games è stato certamente l'unico vero titolo a riuscire a costruire un'esperienza travolgente e spaventosamente inquietante, quasi alla pari della serie capolavoro Capcom. Un risultato inaspettato, che spinse Electronic Arts a dar vita a un vero e proprio universo narrativo, sfortunatamente decaduto a causa dei risultati modesti di un terzo capitolo molto distanti dai livelli dei primi episodi e soprattutto completamente fuori fuoco rispetto alle premesse degli appassionati del genere.
A distanza di 15 anni (14, se vogliamo essere fiscali con la data d'uscita), l'originale primo capitolo ritorna, attraverso un remake sviluppato da EA Motive, pensato e prodotto per l'attuale generazione di console e PC. Un lavoro certosino, che non solo riporta in auge il franchise grazie a un comparto tecnico rinnovato, ma che lo esalta con svariate novità, rendendolo ancora più bello rispetto a quanto già lo era nel 2008. Insomma, Electronic Arts ha davvero fatto centro e io ne sono rimasto decisamente colpito, superando di gran lunga le mie aspettative.
Dead Space: un vero remake, autentico
C'è sempre una grande diatriba quando si discute di remastered e remake, e in effetti nel corso degli ultimi anni abbiamo visto tantissime nuove operazioni, alcune delle quali hanno assunto connotati diversi a seconda delle idee degli sviluppatori. Oltre ai due termini citati poco prima, alcune software house hanno riflettuto su come reinterpretare le due odiate parole e ciò ha portato inevitabilmente diversi nuovi spunti. C'è, infatti, chi ha cominciato a parlare di "reimmaginazione" (Final Fantasy VII) e di quant'altro, ma sta di fatto che se oggi consideriamo remake The Last of Us, ove i miglioramenti sono praticamente quasi tutti riservati al mero impatto scenico, diventa complicato raccontarvi di Dead Space, perché la sua natura è maggiormente vicina a ciò che è stato fatto per Resident Evil 2 (anche se con le opportune differenze) e quindi considerare la fatica di EA Motive solo un remake significherebbe sminuire ciò che hanno fatto.
Per questo ritengo che Dead Space sia un remake autentico, migliorato sotto ogni aspetto e considerabile senza nessun tipo di remore come un'esperienza quasi inedita. EA Motive ha ampliato ogni singolo compartimento del titolo, dalla narrazione al level design: un gioco nuovo, incastrato sopra la già eccellente base originale. Questo, unito alla qualità generale, sono i motivi che mi hanno spinto a dargli l'award, per premiare una produzione di assoluto livello che potrebbe anche far risorgere una IP che ha avuto anche fin troppo tempo per riposarsi.
Dead Space, rendici di nuovo uno
Siamo nel 2508, l'umanità si è ormai espansa nello spazio profondo, colonizzando diversi pianeti, cercando di terraformarli e allo stesso tempo sfruttarli per le diverse risorse minerarie. In tutto questo, le navi spaziali planet cracker sono fondamentali, poiché fungono da vere e proprie fabbriche volanti per lavorare durante il tragitto di ritorno verso le colonie i diversi minerali che vengono raccolti.
Tra queste, la Ishimura, stanziata vicino alla colonia di Aegis VII, è una delle più leggendarie. Costruita nel 2446, ormai è al suo ultimo lavoro e destinata allo smantellamento per anzianità. Proprio a causa dei suoi diversi anni sulle spalle, la presenza di numerosi problemi strutturali viene vista come una cosa abbastanza normale, ma uno in particolare legato alle comunicazioni spinge una piccola squadra a intervenire per un'operazione di routine. Tra questi, Isaac Clarke, un ingegnere tutto fare ben disposto a svolgere il lavoro e a sfruttare il momento per rivedere la sua compagna, Nicole, uno specialista medico a bordo della stessa Ishimura.
Dopo un attracco decisamente turbolento dove la navicella di supporto finisce distrutta, la squadra viene improvvisamente attaccata da terrificanti creature aliene che si scoprirà essere presenti in tutta la nave. Isaac è quindi costretto a dividersi con i suoi compagni e iniziare una missione di sopravvivenza, nella speranza di poter presto o tardi riabbracciare la sua compagna.
Seppur la storia sia rimasta pressoché identica rispetto all'originale, certi avvenimenti nel remake di Dead Space cambiano completamente, andando a modificare non solo la componente narrativa, ma anche il percorso di Isaac. EA Motive non ha tagliato nulla, ha piuttosto migliorato la scrittura di alcuni personaggi e integrato nuovi volti dapprima assenti.
Ora il titolo ha un impatto decisamente più cinematografico: gli sviluppatori, oltre ad aver finalmente dato la voce al protagonista, hanno infatti introdotto cutscene in-game completamente inedite e approfondito aspetti mai citati nel gioco del 2008. Ciò rende tutta l'esperienza più immersiva e ancor più spaventosa.
Oltre a svariati text-log e audio-log presenti in tutta la nave mineraria, Isaac ha ora l'occasione anche di svolgere attività secondarie, incentrate, anche in questo caso, sull'approfondire aspetti narrativi che nell'esperienza di Visceral Games non erano stati minimamente toccati. Tutta la vicenda risulta quindi più curata, completa e soddisfacente, il tutto considerando che già la storia originale la ritenni più che intrigante al suo tempo.
Se avete paura che tutte queste "aggiunte" rovinino l'atmosfera generale e il senso di solitudine, sappiate che non è minimamente così. Tuttavia, se siete dei giocatori come me che hanno avuto modo di giocare svariate volte alla versione del 2008, potreste ritrovarvi a ricordare determinati momenti e non rimanere più di tanto terrorizzati. Per chi invece è la prima volta sulla Ishimura, valutate che ogni singolo passo che farete potrebbe davvero farvi sobbalzare dalla sedia.
"Cut off their limbs"
Dal punto di vista ludico, Dead Space mantiene intatte le caratteristiche di gameplay dell'originale, andando a rendere tutta la struttura di gioco più moderna e in linea con gli horror più recenti. Ciò che significa? Innanzitutto che la Ishimura non è più una nave banalmente suddivisa in capitoli, ma bensì totalmente interconnessa, dove Isaac può decidere di spostarsi liberamente a piedi o tramite il classico trasporto navette sbloccabile manualmente. Da questo punto di vista gli sviluppatori hanno svolto un lavoro incredibile, perché il level design è stato completamente stravolto, con aggiunte di stanze, corridoi e percorsi nuovi.
La gravità zero permette ora a Isaac Clarke di fluttuare e muoversi liberamente esattamente come in Dead Space 2. Peccato che questa meccanica sia un po' confusionaria e non particolarmente comoda.
Per giustificare il backtracking (cioè il tornare ripetutamente sui propri passi), Motive ha ben pensato di introdurre missioni secondarie delle quali già vi ho accennato precedentemente e diverse casse e stanze ricche di risorse, accessibili solo dopo aver trovato il tesserino dell'apposito livello.
Anche il sistema di potenziamenti ha subito alcune modifiche, non particolarmente incisive, ma comunque più sensate rispetto al 2008. Ora non solo i nodi energetici, ottenibili esplorando, servono unicamente per potenziare l'equipaggiamento, ma ogni singolo nodo stesso permette di ottenere un miglioramento, cosa che non accadeva in passato, visto che capitava di spendere diversi nodi unicamente per collegare i punti senza ricevere nulla in cambio. Oltre a questo, lo schema non è da subito interamente sbloccato, ma è necessario trovare ulteriori potenziamenti per espandere il ramo nodi di ogni singolo strumento. Da questo punto di vista l'esplorazione torna molto utile.
Abbiamo poi il negozio, dove possiamo acquistare risorse, evolvere la nostra armatura o decidere di spostare oggetti in un deposito dedicato. La componente strategica del gioco è ancora intatta, visto che non potremmo portare tutte le armi con noi e a volte dovremmo prendere decisione difficile su cosa usare e cosa no.
I combattimenti rimangono pressoché identici, con un piccolo miglioramento per quanto concerne l'impatto dei colpi. Dopotutto, già con l'originale il livello era decisamente più che buono, mischiando strategia (con lo sfruttamento della stasi e della telecinesi) e una sana dose di azione. Sfortunatamente non ci sono armi aggiuntive e neanche tute inedite, ma abbiamo il New Game+ disponibile da subito e un nuovo livello di difficoltà denominata "Impossibile" che metterà a dura prova gli appassionati più hardcore e accaniti.
Talmente bello da far paura
Chiaro che la portata principale di tutto il remake di Dead Space è certamente la rivisitazione tecnico/grafica dell'intera esperienza; per questo motivo EA Motive ha scelto il motore di Electronic Arts e DICE, il Frostbite, che seppur in passato abbia dato un po' di rogne a determinati sviluppatori (BioWare, per esempio), non è questo il caso dei ragazzi di Montreal, che hanno saputo ottimizzare in maniera eccellente sia su console che su PC, dando vita a un vera e propria meraviglia visiva.
Per l'occasione ho avuto modo di provare il gioco su Xbox Series X con le due diverse impostazioni (prestazioni e qualità) e su PC, svolgendo alcuni rapidi test grafici. In entrambi i casi mi sono trovato dinanzi a un prodotto estremamente ottimizzato e senza nessun pericolo di problematiche impreviste. A onor del vero e per trasparenza massima, non ho provato la versione PS5 e neanche quello Xbox Series S, ma se gli sviluppatori hanno riposto la stessa cura delle due piattaforme sfruttate da me, allora non penso che ci saranno problemi di alcun genere.
La modalità prestazioni su console è ancorata ai 60fps in Quad HD, molto godibile e senza particolari cali. A sorprendermi, però, è la quality mode, poiché gli sviluppatori avevano promesso specifiche a 30fps in 4K con la presenza di effetti ray tracing, ma io sono abbastanza convinto di aver giocato con un framerate sbloccato ben al di sopra dei 30fps, tanto da spingermi a completare il titolo con questa impostazione. Non ho avuto modo di effettuare test di misurazioni per comprovarlo, ma la fluidità è tale da avermi dato questa sensazione. In questo caso: o gli sviluppatori hanno davvero fatto un lavoro incredibile con i 30fps, oppure banalmente il framerate non è cappato e ciò consentirebbe al FSR e VRR di Xbox di agire e migliorare di molto le prestazioni, ciò giustificherebbe anche alcuni minimi cali rilevati durante il gameplay. Chiaramente parliamo di sensazioni, sono certo che gli esperti di Digital Foundry, con i loro strumenti, sapranno darci qualche chiarimento in più.
Tolta la parentesi console, ho avuto modo di effettuare diversi test su PC con alcune schede grafiche. Qua sotto potete trovare tre grafici, ognuno riservato a una risoluzione diversa. A ogni modo, a ULTRA e con DLSS Qualità e FSR 2.0 per quanto concerne AMD, riesce a mantenere prestazioni di livello, con tanto di ray tracing attivo riservato all'occlusione ambientale.
In generale, il lavoro a livello puramente grafico è davvero notevole e non mento se vi scrivo che è uno dei migliori prodotti che io abbia mai visto di recente. Vero, The Callisto Protocol si avvicinava molto al fotorealismo in certi frangenti, ma Dead Space mostra un comparto più dinamico, intenso e vivido. Ci sono dei momenti in cui sono rimasto davvero senza parole, con luci e fumi volumetrici impressionanti. Nei piccoli dettagli lascia davvero sorpresi, dalla polvere, ghiaccio e sangue sulla tuta di Isaac fino al modo in cui i necromorfi reagiscono ai nostri colpi.
E se sull'impatto visivo non c'è nulla da sentenziare, su quello audio ancora meno visto che siamo dinanzi a qualcosa di ineccepibile. Gli sviluppatori hanno introdotto una sistema chiamato "Alive", il quale consente di ascoltare con maggior chiarezza il battito cardiaco, la voce affaticata durante i dialoghi e i rumori continui sulla Ishimura, questo senza dimenticare le tracce sonore dinamiche che si attivano in determinati accadimenti. Nel mentre, anche ogni singolo effetto audio, dalle armi fino ai passi pesanti di Isaac, sono stati ricostruiti da zero, rendendoli più moderni che mai. Il mio consiglio è valido per tutti gli horror, ma in questo caso ancora di più: giocatelo con un buon headset, ciò porta Dead Space a essere un'esperienza spaventosamente meravigliosa. Infine, il doppiaggio: presente quello italiano, che tuttavia non mi ha particolarmente convinto (anzi, lo ritengo inferiore all'originale), tanto da preferirlo in inglese dalla metà in poi.
Voto Recensione di Dead Space - PC
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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Tecnicamente e graficamente sontuoso
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Gran lavoro sul level design
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I miglioramenti alla storia sono apprezzabili
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Audio design di gran livello
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Mantiene intatta l'atmosfera originale, anzi la migliora
Contro
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Non ci sono aggiunte di rilievo rispetto all'originale
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Le parti in volo risultano un po' scomode
Commento
Dead Space è un remake autentico, rivisto e migliorato in tutto e per tutto rispetto a ciò che avevamo avuto modo di amare e apprezzare già nel 2008. EA Motive non solo ha migliorato in maniera sontuosa tutto il comparto tecnico del prodotto originale, ma ha ulteriormente esaltato tutta l'esperienza, rendendo l'Ishimura una spaventosa trappola di morte, capace di terrorizzare e celare una storia ancora oggi molto affascinante. La speranza è che questa operazione di qualità possa in qualche modo far risorgere il brand esattamente come la rivisitazione di Resident Evil 2 è riuscita a far tornare in auge il popolare brand horror di Capcom. Quello che adesso importa è che Isaac Clark sia tornato e più in forma che mai, pronto a rivivere uno degli incubi più terrificanti e allo stesso modo più riusciti, della storia dei videogiochi.