Daymare 1998 | Recensione: un porting deludente
Daymare 1998 arriva finalmente anche su console, dopo il rilascio della versione PC dello scorso anno. Ecco la nostra recensione.
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a cura di Nicola Armondi
La storia di Invader Studios, team tutto italiano, è abbastanza nota. Con la volontà di riportare in auge Resident Evil, che per anni sembrava aver perso la direzione, gli sviluppatori hanno dato il via a un progetto fan made di rifacimento di Resident Evil 2. Ovviamente il progetto è stato bloccato da Capcom, la quale ha però riconosciuto la passione dei ragazzi di Invader e li ha invitati nei propri uffici giapponesi. Possiamo quindi affermare che, almeno in minima parte, l'apprezzatissimo Resident Evil 2 Remake di Capcom sia merito dell'attenzione generata da un piccolo team italiano. A quel punto, però, lo studio ha deciso di non fermarsi e, a partire da quanto già realizzato, ha dato vita a Daymare 1998.
Daymare 1998 è arrivato sul mercato, in versione PC, lo scorso settembre. Ora, è pronto all'uscita su PS4 e Xbox One. Come si comporta in questa nuova versione? Vediamolo nella nostra recensione.
Daymare 1998 | Recensione
Daymare 1998, lo sappiamo bene, si prefigge un compito: dare ai giocatori un'opera con lo stile e il feeling di un vecchio Resident Evil con visuale sopra la spalla. Non è però solo il gameplay a essere stato influenzato da questo desiderio, ma anche la narrazione, strutturata attorno a più personaggi (tre, precisamente). Invader Studios, però, non propone campagne separate, ma un'unica avventura durante la quale passeremo da un personaggio all'altro.
Senza fare alcuno spoiler, possiamo dirvi che la trama, superficialmente, potrebbe sembrare abbastanza casuale e senza sbocchi, ma con la conclusione sa tirare fuori qualche sorpresa interessante (per quanto sempre derivativa). È un peccato che la parte migliore sia legata al finale di gioco e che, durante le circa otto - dieci ore di avventura, si abbia a che fare con personaggi stereotipati e una serie di avvicendamenti che difficilmente ci faranno rimanere incollati allo schermo. Il lavoro di scrittura dietro Daymare 1998 è notevole, ma spesso più in termini di quantità (sopratutto per quanto riguarda collezionabili scritti da leggere e audiolog da ascoltare) che in termini di qualità.
Se la narrazione non risulta essere la colonna portante dell'esperienza di gioco, quindi, ci si deve rifare con il gameplay. In tal senso, dovendolo spiegare in poche parole, Daymare 1998 è un gioco volutamente derivativo, che riprende ogni elemento noto adattandolo un minimo alle proprie necessità. Avremo quindi un inventario limitato da gestire, con oggetti di cura da combinare, strumenti fondamentali all'avanzamento da recuperare e scatole di munizioni da centellinare. L'unica idea che differenzia il gioco dalle fonti è la presenza dei caricatori: in pratica, quasi tutte le armi non permettono di ricaricare direttamente i proiettili, ma chiedono di fare un cambio di caricatore che deve essere ricaricato dall'inventario mentre si è al sicuro (il quale ovviamente non mette in pausa il gioco). Facendo una ricarica rapida, si lascia cadere il caricatore usato che deve però essere poi recuperato, mentre una ricarica lenta permette uno scambio con quello presente nell'inventario. Un'idea interessante, per quanto non impatti in modo esagerato sul gameplay e costringa gli sviluppatori a rifornirci di caricatori infiniti durante alcune boss fight.
Queste ultime sono il punto più debole di tutto il gameplay di Daymare 1998: si tratta banalmente di nemici estremamente resistenti, sui quali scaricare un gran numero di proiettili. Hanno le loro debolezze da sfruttare per velocizzare lo scontro, ma in termini ludici si tratta solo di creare un po' di distanza tra noi e loro, sparare più colpi possibili per poi fuggire e ripetere da capo, in un lento loop. Nel complesso, il feeling delle sparatorie è quello noto agli amatori dei vecchi Resident Evil, ovvero un sistema che al giorno d'oggi molti troveranno legnoso. Daymare 1998, in questo caso, ci mette un po' del proprio, con un sistema di movimento e di gestione della visuale abbastanza scomodo, sopratutto nelle situazioni più concitate; ci si abitua, ma se non siete già pronti a quel che vi aspetta rischiate di aver un brutto primo impatto, ve lo assicuriamo. Rimangono poi gli enigmi, non particolarmente legati agli oggetti da recuperare, quanto a puzzle molto banali, sia come tasso di difficoltà che come originalità.
Gli elementi di gameplay ci sono quindi tutti, ma nel complesso Daymare 1998 non convince fino in fondo, anche a causa di una struttura fin troppo lineare. Per quanto vi sia spesso una stanza o un vicolo secondario da esplorare per recuperare qualche munizione o cura (limitate ma comunque più che sufficienti a difficoltà Normale), il grosso dell'avventura ci incanala in una sola direzione e ci mette al sicuro con moltissimi checkpoint. Ben presto, inoltre, il giocatore si rende conto che l'opera è divisa in tre tipi di aree: una zona con un enigma nella quale eliminare per forza di cose ogni nemico, una zona chiusa estremamente lineare e caratterizata da spazi stretti che ci costringeranno ad affrontare gli zombie senza però dover sprecare troppe risorse, e una zona più ampia nella quale correre per raggiungere il successivo punto di caricamento (le aree sono tutte abbastanza piccole), così da lasciarci alle spalle le orde di zombie. Questo fa sì che una buona fetta di gioco sia solo un "corri oltre ignorando tutto", un peccato visto che a livello artistico gli ambienti hanno il proprio perché.
Il lato debole del gioco è però quello tecnico, che su console peggiora ulteriormente. Ritornano, pari pari dalla versione PC, le animazioni (sia facciali che corporali) di bassissima qualità, ma si aggiungono una serie di altre magagne. Non solo ci siamo imbattuti in una serie di crash che ci hanno fatto temere di dover dire addio al salvataggio, ma i caricamenti di texture e poligoni sono nettamente peggiorati rispetto alla versione PC. Nelle aree leggermente più ampie di un corridoio c'è il forte rischio di vedere texture e poligoni apparire a pochi metri di distanza. Il vero dramma è però il frame rate, che non riesce mai a mantenersi stabile sui 30 FPS (abbiamo giocato su PS4 Pro).
Voto Recensione di Daymare 1998 - PS4
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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- Trama più elaborata del previsto
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- Riprende fedelmente le fonti, per la felicità dei nostalgici
Contro
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- Problemi tecnici
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- Personaggi stereotipati
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- Sistema di controllo migliorabile
Commento
Daymare 1998 è un'opera appassionata e per appassionati. Pur essendo enormemente derivativa, sa dare varie ore di divertimento a chiunque cerchi un'esperienza old-school. Tutti gli altri rischiano invece di ritrovarsi tra le mani un'opera legnosa e, apparentemente, poco interessante anche a livello narrativo. È ingiusto compararlo con progetti AAA, ma Daymare 1998 sfigura per forza di cose rispetto a produzioni ad alto budget sotto il punto di vista tecnico. Il vero problema per la versione console sono il frame-rate e una serie di crash: il nostro consiglio è quindi di attendere prima l'arrivo di una patch.