Davvero i videogiochi dovrebbero costare 100 euro? Sì, secondo Rocksteady

Uno degli artisti di Rocksteady ha scatenato parecchie discussioni con un tweet nel quale parla del prezzo dei giochi sul mercato attuale.

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a cura di Antonio Rodofile

Negli ultimi anni, tra una pandemia, crisi di chip e un discreto numero di guerre, l’economia globale è cambiata sensibilmente. In quest’ottica, anche i prezzi dei giochi sono aumentati sensibilmente e i giocatori si sono più volte lamentati per questo. Tuttavia, sembra che gli sviluppatori, in particolare all'interno di Rocksteady, abbiano una percezione totalmente diversa della situazione.

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Come appena emerso da un tweet postato da Lee Devonald, Character Technical Artist di Rocksteady, gli studi di sviluppo starebbero addirittura contenendo i prezzi rispetto al valore effettivo del prodotto offerto. Secondo i calcoli dell’artista, noto per il suo lavoro nella serie Batman Arkham (che trovate su Amazon), i 60 dollari che siamo stati abituati a pagare per i giochi già dai primi anni del 2000, sarebbero da rapportare all’inflazione attuale.

A causa di tutte le situazioni descritte in precedenza, infatti, il valore corretto di un gioco in questo periodo storico dovrebbe aggirarsi intorno ai 93 dollari. Il post ha un tono decisamente polemico e Devonald, alle cifre indicate, aggiunge che i giocatori dovrebbero “pagarci per quello che valiamo”. Se consideriamo che, per definizione, il valore di un bene/servizio, è influenzato anche dalla somma che qualcuno è disposto a spendere per acquistarlo, l’affermazione risulta piuttosto discutibile. Anche sotto l’aspetto del valore dei prodotti, l’artista di Rocksteady è stato aspramente criticato sotto il suo stesso tweet. In molti, infatti, hanno fatto notare all’autore del post come la mole di bug presenti al day one di molti titoli renda piuttosto soggettiva l’attribuzione di un valore superiore ai 70 dollari ai quali si vendono i prodotti attualmente.

I toni usati da Devonald, infatti, sono piuttosto rivedibili e fanno passare il concetto come una sorta di favore per il quale dovremmo essere grati agli sviluppatori. “Vi stiamo facendo pagare i giochi meno del loro valore da due decenni” è sicuramente un’asserzione poco riuscita da parte del collaboratore di Rocksteady. La questione è decisamente più complessa di questa semplice affermazione di “valore assoluto” e andrebbe decisamente approfondita meglio di come fatto da Devonald.

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