Dark Souls Remastered Recensione, lodate il Sole su Switch!

Dark Souls è tornato con un'edizione remastered del primo capitolo, per mettere alla prova i nervi dei possessori di Nintendo Switch.

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a cura di Massimo Costante

Senior Editor

Se pensiamo alla saga di Dark Souls sviluppata da FromSoftware, possiamo renderci conto della sua importanza nel panorama videoludico, quella di aver creato il genere del "souls-like" con la sua quasi proverbiale difficoltà. Ebbene, per lodare questo successo ideato da Hidetaka Miyazaki, il primo Dark Souls approda in versione remastered anche in questa generazione per PS4, Xbox One e per il piccolo schermo di Nintendo Switch.

Ci siamo focalizzati sullo schermo dell'ultima console Nintendo, perché nonostante i vari "metroidvania" apparsi nelle piattaforme della casa di Mario, che condividono con la saga di FromSoftware alcuni elementi action e altri legati al mondo degli RPG - questo Dark Souls Remastered è il primo ad essere pubblicato per una console Nintendo.

Dopo un posticipo di ben quattro mesi, il desiderio di impersonare uno dei non-morti alla volta di Lordran, la terra dei Lord dominatori del mondo.

Il ritorno del Prescelto

Mentre il genere "souls-like" non ha bisogno di spiegazioni, concentrando un level-design che unisce action-adventure e RPG, caratterizzato da un mondo di gioco interamente esplorabile, contrariamente la storia di Dark Souls potrebbe essere più o meno sconosciuta a chi non si è mai avvicinato al franchise, magari proprio un'utenza fedelissima delle console Nintendo, all'oscuro di un intreccio narrativo dark fantasy (è proprio il caso di dirlo n.d.r.) piuttosto articolato e fuori dagli schemi.

La nostra storia inizia con una tipica "alba della notte dei tempi", un principio che in Dark Souls è conosciuto come l'Era degli Antichi, quando il mondo era dominato dalla nebbia e dal potere dei draghi eterni che lasciavano nell'oscurità e nell'oblio i Lord. Poi, come un Big Bang, si accese la fiamma primordiale che diede luogo alla vita, la morte e a quattro anime dotate di enormi poteri che vennero catturate da altrettanti Lord: Nito, il primo dei morti, la Strega di Izalith, Gwyn Signore del Sole ed infine il Nano furtivo dotato dell'Anima Oscura, con la quale generò l'umanità. Il regno dei draghi finì per mano dei quattro Lord e dell'unico drago alleato, Seath il Senzascaglie.

Con i quattro Lord al potere ebbe inizio l'Era del Fuoco, ma la fiamma iniziò ad affievolirsi e la Strega di Izalith, cercando di crearne una nuova, fallì generando la Culla del Caos, dalla quale nacquero solo demoni. Gwyn Signore del Sole decise di vincolare a sé la fiamma e alimentarla con le battaglie dei suoi cavalieri, ma dopo mille anni di sacrifici la fiamma tornò a spegnersi e il mondo era nuovamente destinato all'oscurità. Tra alcuni uomini sopravvissuti ai demoni, i portatori del Segno Oscuro, c'è un prescelto... un uomo destinato a fuggire dal Rifugio dei Non Morti, che prenderà il posto di Lord Gwyn e far risplendere la fiamma.

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Un racconto epico che, nella tradizione del romanzo fantasy, include tantissimi risvolti che nei suoi tre capitoli ha appassionato ben due generazioni nel mondo dei videogiochi. Dark Souls ha dato luogo a un'innovazione nel suo genere, che ha contaminato solo in parte questa remastered, con la ferma decisione degli sviluppatori di apportare solo minime migliorie alla meccanica di gioco originale, evitando anche di aggiungere quest inedite a quelle già note. Vi segnaliamo soltanto che il DLC Artorias of the Abyss, è già incluso in questa edizione di Dark Souls: Remastered.

Che splenda la fiamma

Una volta avviato il gioco su Nintendo Switch si compie un viaggio nel tempo, che ci riporta indietro nel 2011, al caro vecchio Dark Souls, quel gioco che abbiamo conosciuto su PC, PS3 e Xbox 360. Già, perché sembra che il titolo sia rimasto praticamente identico rispetto al passato, e che il team di Virtuous incaricato del porting per la console Nintendo, abbia lasciato inalterata quella formula tanto cara - o spesso odiata in termini di difficoltà - dai giocatori.

Ritroviamo le care fiaschette di Estus, i falò e la ricerca continua di tutti quei miglioramenti che ci permettono di avanzare di livello cacciando anime. Si muore, tante volte e più di quanto visto nell'ultimo Dark Souls III, a causa di un livello di difficoltà leggermente più elevato e per alcuni movimenti ad oggi ormai troppo rigidi. Ma una volta presa la mano, la pratica, la ricerca dei percorsi migliori, e quindi trovata la strategia d'attacco vincente, si riesce a sorvolare su alcune imperfezioni dettate dal tempo passato. Si poteva fare qualcosa di più per migliorare l'esperienza di gioco, ma apprezziamo anche la politica della fedeltà.

È stato compiuto qualche passo avanti sulla componente di gioco online, che passa da 4 a 6 giocatori, con server dedicati che abbandonano il vecchio sistema peer-to-peer tra giocatori. Per poter giocare col massimo dei partecipanti consentito, occorrerà munirsi delle Dita Avvizzite, stavolta già disponibili dal mercante del borgo dei Non-morti. Vi ricordiamo che, proprio le Dita Avvizzite consentono di azzerare il timer online che si attiva dopo ogni invasione, in modo da poter eseguirne altre in successione.

Questa nuova edizione vede ereditare direttamente da Dark Souls III anche il sistema di matchmaking, che facilita l'evocazione dei fantasmi dei nostri amici, con un ottimo bilanciamento automatico dei livelli per i combattimenti. Altro regalo del terzo capitolo è la modalità Arena che consente di combattere in aree delimitate con altri utenti. Tra le modalità disponibili troviamo il deathmatch a due squadre da tre giocatori, oppure il classico Tutti contro Tutti con un massimo di sei giocatori.

Dark Switch Souls

Un titolo come Dark Souls Remastered non è un tipo di gioco che si vede tutti i giorni sulla console Nintendo. Vi confessiamo che, nonostante il titolo abbia alle spalle ben sette anni dalla sua prima pubblicazione, nutrivamo qualche dubbio sulla buona riuscita di questa conversione, forte anche del posticipo della sua uscita nei negozi. Siamo sicuri che il ritardo accumulato è giovato al team di sviluppo affinché il titolo risultasse pienamente godibile su questa piattaforma ibrida.

Un risultato raggiunto degnamente con una fluidità dell'immagine ancorata a un massimo di 30 fps con una risoluzione di 1080p se collegata alla TV con rare incertezze eseguendo uno scrolling degli scenari (quando provate a vedere le magnifiche vedute panoramiche); mentre in modalità portatile siamo sempre sui 30 fps con una risoluzione a 720p che dona una certa ricchezza alle immagini del piccolo schermo di Switch. Sul piano estetico i paesaggi stupiscono ancora e forse non necessitavano di alcuni nuovi filtri applicati su luci e ombre che sembrano offuscare le immagini in alcuni passaggi - a tal proposito vi consigliamo di tenere la luminosità un po' più alta in sede di impostazioni del gioco. In definitiva, la saga di Dark Souls ha trovato in Nintendo Switch il terreno giusto per accendere la sua fiamma, e lo fa proprio iniziando dal principio.

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