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Crusader Kings III | Recensione, la strada per la regalità

Crusader Kings III è finalmente realtà, dimostrando come la filosofia di Paradox Interactive non subisca mai il peso degli anni.

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a cura di Alessandro Palladino

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Intrighi, milizie e matrimoni combinati, la storia umana è composta da grandi imprese e tante piccole manovre politiche che hanno plasmato, nel corso dei secoli, il modo in cui gli uomini cercano di ottenere ricchezza, fama, potere o un'immortale dinastia. I giochi di strategia storici si basano su queste eredità millenarie, permettendo ai giocatori di vestire i panni di tiranni, re giusti o conquistatori a seconda delle proprie inclinazioni verso alcuni degli attori principali della nostra evoluzione come specie. Crusader Kings è esattamente uno degli esempi più lampanti delle ricostruzioni fatte a regola d'arte, focalizzate non tanto sull'apparato bellico (comunque presente) quanto sull'effettiva sensazione di governare all'interno di uno scenario politico accurato.

Crusader Kings, di quel gigante che è Paradox Interactive, è così particolare da avere una categoria tutta sua, si potrebbe dire: quella del simulatore dinastico. Il giocatore infatti si colloca in periodi storici molto particolari, legati spesso all'età feudale, dove non è tanto il singolo leader (come avviene su CIV per esempio) a definire l'identità dell'utente, quanto l'intera famiglia nel corso delle varie generazioni che si dovranno controllare nel gioco. E, a onor di tale filosofia, Crusader Kings II è davvero durato quanto le sue generazioni, uscendo nel 2012 e ricevendo espansioni su espansioni in tutti gli anni a seguire. Ma è tempo di cambiare, di evolversi, così Paradox finalmente ci ha presentato Crusader Kings III, un titolo tanto familiare quanto ancora più ambizioso del suo predecessore.

Impero che vince non si cambia

Come resoci conto nel cammino che porterà a Cruseder Kings III il 1° settembre, la volontà di Paradox non è quella di stravolgere completamente il proprio marchio, né renderlo più accessibile. Se speravate di poter entrare nel bel mezzo della serie a gamba tesa, vi dobbiamo purtroppo dire che da neofiti è ancora più difficile e complesso raccapezzarsi tra tutti i sistemi del gioco, specialmente adesso che sono stati arricchiti di ulteriori dettagli. È un prezzo da pagare che ha sempre due risvolti: da un lato i veterani della serie (e della filosofia Paradox) gioiscono di vedere il loro pane lievitare in una forma più grande e ricca di sapori, dall'altro diventa sempre più difficile avvicinare nuovi giocatori, fermo restando che partire dalla release è ben più comodo di doversi tuffare in mezzo a un mare di DLC e aggiornamenti (e ve lo garantiamo: arriveranno).

Quello che Paradox ha voluto fare è, invece, lavorare sul suo Tutorial per renderlo il più approfondito possibile, seppur nella maniera più scomoda. Tra quattrocento tooltip, dovrete poi scorrere con il mouse sulle parole chiave per far aprire un'altra finestrella e così via fino a quando non avrete tutto chiaro, ammesso e concesso che possediate una conoscenza dell'inglese decisamente ferrea. Superato lo scoglio però, vi si aprirà uno dei giochi di strategia dinastici più grandiosi di sempre, migliorato in molte delle sue meccaniche di base.

Il passo in avanti più evidente di Crusader Kings III è quello di essere finalmente arrivato all'utilizzo dei modelli tridimensionali che aggiungessero spessore alla componente umana e a quella urbana, lavorando sullo zoom per gli edifici e sull'età con i vari regnanti a disposizione. Ogni personaggio che compare all'interno dei tantissimi scenari a disposizione (che vanno dalla conquista vichinga fino alle vicende arabe con excursus nella nostra penisola) è unico e ben caratterizzato nell'aspetto fisico, accompagnando quindi la nuova filosofia che vede ancora più "specializzati" i vostri singoli regnanti.

In base all'educazione che avrete o impartirete ai vostri futuri eredi, potrete essere più versati nell'arte della guerra o in quella oratoria, nella diplomazia, nell'economia, o agli intrighi. Ogni ramo ha comunque una serie di sblocchi da poter ottenere per importanti bonus verso determinati aspetti o risorse da utilizzare, in modo da accompagnare al meglio la filosofia di regno che intendete intraprendere.

Tra corti da gestire, vassalli da affidare e titoli nobiliari da concedere, l'intricato sistema di relazioni sociali e politiche funziona alla grande su Crusader Kings III, per quanto il tutto si svolga con automatismi lontano dai vostri occhi. La profondità delle meccaniche, inavvertita se non a occhi esperti, è però compensata da tutta una serie di eventi pop-up che compariranno sullo schermo, nei quali i modelli tridimensionali danno davvero la loro prova migliore.

Questo aspetto, a nostro giudizio, è uno dei fiori all'occhiello di Crusader Kings III, capace di generare intere linee di "missioni" dove vi sarà chiesto di prendere decisioni, scontrarvi con i vostri nemici, far fronte ai tradimenti degli alleati e indirizzare il percorso del vostro regno in uno o nell'altro senso. Ci sono una marea di eventi che potrebbero comparire in ogni partita, dando quello stacco necessario all'interno di un ecosistema fatto principalmente di mappe e sottomenù. Non che questo sia un male, ma avere un elemento così dinamico e casuale (più o meno a seconda delle azioni) è ormai essenziale nell'economia di uno strategico a grande raggio come questo.

Eredità teologica

Rimanendo però nel campo più generale e comprensibile, Crusader Kings III conserva quindi gli elementi che lo hanno reso parte della storia videoludica: gli intrighi tra i vari regnanti legati al sistema dell'influenza, la costruzione di una propria corte attraverso la diplomazia o l'approccio coercitivo, la guerra che ha bisogno di Casus belli e numerosi alleati per assaltare le città (potenziabili in molti aspetti), il perfetto scorrere del tempo tra i decenni e il grande ruolo che hanno i matrimoni combinati all'interno del gioco del trono.

Su quest'ultimo aspetto si potrebbe aprire una parentesi sull'accuratezza di riuscire a sposare letteralmente chiunque come si faceva ai tempi, partendo da minorenni veramente piccoli (addirittura di solo qualche anno). Fa strano, certo, ma erano altri tempi e Crusader Kings ha fatto dell'accuratezza storica e sociale un vanto a cui non si può rinunciare da un giorno all'altro. Anche perché, tutto sommato, gli scenari a disposizione rappresentano regnanti e storie vere, nei quali il giocatore incarna la mano invisibile che cambia la filatura del fato.

Ma se non siete proni al destino segnato, potrete sempre lavorare sulle vostre forme di governo e la fede, entrambi meccanismi enormemente approfonditi in Crusader Kings III, tanto da permettervi di cambiare le dottrine, le eresie e formare nuovi culti dalle regole uniche. In un modo o nell'altro, sta semplicemente a voi decidere come costruire l'impero di qualsiasi epoca, Re o Regine che siate.

Per aiutarvi nella vostra impresa, Paradox ha studiato un complesso sistema di menù dall'interfaccia elegante e molto pulita, stranamente. Ciò non toglie però che i menù siano davvero, davvero tanti, così tanti da farvi letteralmente perdere la loro cognizione se non si è completamente abituati a ogni locazione. C'è un riquadro per scegliere la tipologia di mappa, uno per aprire le amministrazioni del regno, uno per ciò che concerne il vostro personaggio e altri legati alle risorse accumulate. Poi c'è la gestione della fede, del governo, dei vassalli, della corte e via via in altri sottomenù che rendono conto di tutti gli aspetti del gioco.

Eccezionale come struttura, ha certamente la sua logica, ma era davvero necessario complicare ancora di più la navigazione dell'utente? Sì, risponderebbe il veterano, vogliamo sistemi sempre più accurati per rendere la partita il più profonda e soddisfacente possibile. No, risponderebbe il novizio, vorrei poter vivere una ricostruzione storica/politica senza dover pensare anche al più piccolo dei vassalli. La verità, come sempre, sta nel mezzo, nell'equilibrio tra le parti. E la paura è che con l'avanzare del tempo e i contenuti Crusader Kings III possa diventare fin troppo pieno di barriere d'accesso. Il che precluderebbe - specie al pubblico italiano - un prodotto che, a onor della sua caratura, è eccellente in ogni suo aspetto.

Voto Recensione di Crusader Kings III - PC


8.5

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Accurato, complesso e appagante come sempre

  • - I nuovi modelli 3D sono ben caratterizzati e aggiungono uno spessore innovativo

  • - Gli eventi casuali e l'eleganza dell'interfaccia rendono il gioco più vivo e appagante

  • - Vasta scelta di scenari e contesti storici con possibilità di creare governi e dottrine personalizzati

  • - Ben all'altezza della fama della serie, dimostrandosi uno dei migliori giochi di strategia

Contro

  • - Ancora troppo poco accessibile per i nuovi giocatori

  • - Il tutorial è una gradita aggiunta, ma soffre dei troppi menù che compongono il gioco

  • - L'assenza di localizzazione italiana può essere un ulteriore scoglio da superare

Commento

Crusader Kings III viaggia su una strada tracciata dai suoi antenati, pavimentandola con cura e aggiungendo decorazioni ai suoi cigli. Gli aggiornamenti al sistema di gioco generale sono evidenti, così come la purezza dell'animo storico e sociale che da sempre ha contraddistinto lo strategico dinastico di Paradox. Se le fondamenta rimangono intatte, sopra di esse sono stati costruiti ancora più dettagli e menù, rendendo le partite incredibilmente più soddisfacenti, accurate e anche esteticamente appaganti grazie ai modelli tridimensionali e agli eventi su schermo. L'unico problema, nonostante la presenza di un tutorial, è quello di continuare a precludere l'ingresso a chi non si è mai avvicinato alla serie, complicando fin troppo i menù di gioco e inspessendo i dettagli maniacali delle singole funzioni. L'altra faccia di questa lussuosa medaglia è che i veterani gioiranno di ogni notifica sullo schermo, rimandante ad altri sottomenù dedicati alla propria vittoria programmata ancora prima di iniziare la partita.

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