Il finale di Final Fantasy VII Remake è stato probabilmente l’argomento di discussione più battuto e sviscerato dai fan della saga degli ultimi anni. I risvolti della trama, i dettagli, le possibilità che si affacciano nell’enigmatico sequel hanno agitato gli animi come poche cose prima d’ora, e non c’è da sorprendersi dato che si parla del ritorno di uno dei capitoli più amati di sempre.
Ci sono però alcuni che rimangono esclusi e parzialmente disorientati in questo dibattito, ovvero tutti quei giocatori che, per un motivo o per un altro, non hanno giocato a Crisis Core: Final Fantasy VII, uno dei capitoli più significativi della cosiddetta Compilation of Final Fantasy VII uscito a suo tempo in esclusiva per PSP. Dato che il protagonista Zack Fair si preannuncia avere un ruolo importante in Final Fantasy VII Rebirth, Square Enix ha ben pensato di riportare su piattaforme attuali la sua avventura in questa remaster sottotitolata Reunion, in modo da permettere a tutti di recuperarla e arrivare preparati sulla soglia dell’atteso sequel. O anche semplicemente per dare agli altri l’opportunità di giocarla nuovamente, evitando di dover rispolverare la PSP (e verosimilmente di cercargli una batteria nuova).
In vista della recensione, vi riporto le mie impressioni sulle prime ore di gioco di Crisis Core -Final Fantasy VII- Reunion.
L’importanza delle parole
Inizio col ribadire un punto importante per fugare qualsiasi timore da parte dei giocatori più intransigenti: questa versione Reunion è a tutti gli effetti una remaster dell’originale Crisis Core ed è priva di qualsivoglia velleità di riscrittura. Dando ragione ai ragionamenti già fatti nell’articolo apposito, Square Enix ha confermato di voler lasciare intatta la narrativa del gioco.
Nelle prime ore di gioco che ho attraversato non mi sono neanche imbattuto in nuove scene, che potenzialmente potevano essere funzionali per chiarire alcuni elementi della storia, o magari semplicemente per arricchirla di nuovi dettagli. Anche se non posso esserne certo al 100%, tenderei a non aspettarmene nemmeno nelle ore di gioco seguenti. Però chissà, magari Square Enix piazzerà una nuova cutscene dopo i titoli di coda, magari qualcosa che si ricolleghi al finale di Final Fantasy VII Remake. Staremo a vedere.
Sotto una nuova luce
Devo dire che il colpo d’occhio di Crisis Core -Final Fantasy VII- Reunion è più che positivo. Probabilmente per accorciare le distanze con gli enormi traguardi ottenuti con Final Fantasy VII Remake, Square Enix ha scelto di fare le cose in grande e non si è limitata ad aumentare la risoluzione e a ritoccare le texture, una procedura che è la normale amministrazione quando si tratta di creare una remaster.
Soprattutto i personaggi hanno un aspetto notevolmente svecchiato, se consideriamo che stiamo parlando di un gioco di quindici anni fa. Certo, la differenza con i modelli poligonali di FFVIIR si nota immediatamente, ma devo dire che è un compromesso più che buono (anche considerando che il gioco uscirà anche per Nintendo Switch).
A tradire la sua origine come titolo per console di settima generazione ci pensano tuttavia le animazioni, rimaste molto più semplici. Inizialmente ho trovato piuttosto comico questo contrasto, ma in breve tempo mi sono abituato. La sensazione di stare giocando un titolo di altri tempi è comunque rimasta tangibile, e non solo per il mero aspetto grafico.
Activating Combat Mode
Per chi non ci avesse mai giocato, Crisis Core: Final Fantasy VII è un action RPG a tutti gli effetti, quindi dovrete lasciare da parte la vostra sete di combattimenti a turni e immergervi invece negli scattanti panni di Zack. Il protagonista del gioco ha accesso ai classici comandi del genere: oltre ad attaccare è possibile schivare, pararsi, usare oggetti curativi e lanciare incantesimi (a seconda delle Materia equipaggiate).
Non potendo contare su degli ordinati menu, il gameplay fa affidamento su diverse combinazioni di tasti, e devo dire che in diverse occasioni ho sentito parecchio la mancanza dell’ottimo combat system ingegnato per Final Fantasy VII Remake.
Anche in questo caso le migliorie che Reunion porta con sé sono parzialmente stemperate dall’età nativa del gioco originale. I combattimenti sono sicuramente più fluidi e si susseguono con tempi di attesa ridotti, ma di certe azioni ho sentito tutto il peso della legnosità dell’originale, soprattutto per le schivate, i tempi morti tra un’azione e l’altra e l’animazione di ripresa dopo un colpo subito. Sicuramente mi basterà una giusta dose di tempo per ri-abituarmi a giocare in questi limiti, ma è bene che vi prepariate a dover avere a che fare con titolo sicuramente non al passo coi tempi in questo senso.
Le mie prime impressioni su Crisis Core -Final Fantasy VII- Reunion sono per lo più positive, tutto considerato. Per quanto riguarda l’aspetto grafico si vede che Square Enix si è spesa ben oltre gli standard di questo tipo di produzioni. Non è assolutamente una cosa comune vedere un titolo di quindici anni fa passare da un display portatile, ormai più piccolo dei nostri smartphone, a uno schermo di 50 pollici con una certa dignità. Certo i limiti strutturali dietro questo sapiente make-up restano lì e si sentono, ma del resto ci sono dei limiti a quanto si può fare con una remaster.
L’originale Crisis Core era un gioco prominente su PSP, ma non era certamente perfetto. Sarà interessante testare se i suoi lati negativi saranno acuiti dal gap temporale o se si rivelerà un titolo invecchiato tutto sommato bene. Non mi resta che darvi appuntamento tra qualche giorno per la recensione completa.