Annunciato nel 2019, Crimson Desert ha catturato sin da subito l’attenzione degli appassionati di giochi open world con il suo primo reveal, grazie a un comparto tecnico spaventoso e una varietà senza eguali. Il progetto fu originariamente concepito come prequel del loro MMORPG (Black Desert), il gioco ha poi preso una direzione completamente autonoma, trasformandosi in una nuova proprietà intellettuale interamente single player.
Dopo anni di silenzio, il progetto è riemerso l'anno scorso alla Gamescom con un nuovo trailer che sottolineava la vastità e la varietà del mondo di gioco. Dopo averlo provato questo agosto in maniera un po' spartana, abbiamo avuto l'occasione di approfondire il sistema di combattimento contro alcuni boss, testando pregi e difetti di questo titolo sviluppato dai ragazzi di Pearl Abyss.
Il nuovo mondo
L’anteprima video che abbiamo avuto l'occasione di assistere ci introduce a Kliff, un mercenario affiliato ai Greymane, un gruppo di guerrieri simili a vichinghi che si muove nell’universo fantasy di Pywel. Il mondo di gioco sembra super vario e tantissime fazioni lo vivono, mischiandosi tra mille animali e creature di vario genere.
La demo si apre con un tutorial che ci catapulta subito nel vivo dell’azione, presentandoci i fondamentali del combat system. Kliff e i suoi compagni si trovano ad affrontare un gruppo di nemici ispirati ai berserker nordici, caratterizzati da armature fatte di pelli animali.
Nonostante un inizio drammatico che vede Kliff soccombere, l’episodio si conclude con il mistero di come il protagonista sia sopravvissuto alle sue gravi ferite. In generale il preambolo non sembra poi così tanto diversi da alcuni titoli recenti già visti e goduti, come per esempio il noto e apprezzato Assassin's Creed Valhalla. A ogni modo si nota una maturità non poi così tanto diversa anche da The Witcher 3, lasciando ben intendere che la componente narrativa avrà un ruolo molto importante all'interno dell'avventura.
La sfida dei quattro boss
A ogni modo, la parte centrale della demo ruotava attorno a quattro boss, ciascuno con uno stile unico di combattimento e una propria ambientazione scenica. Questi scontri erano pensati per mostrare la varietà del combat system, considerato dallo stesso team come il punto forte del gioco.
Non è possibile dargli torto, perché Pearl Abyss ha davvero messo in piedi uno dei combat system più completo e complessi della storia degli Action-GDR open world. Kliff può praticamente fare qualsiasi cosa: lanciare poteri, difendersi, affondare la lama, calciare, scoccare frecce, saltare o rotolare e schivare.
Per apprendere appieno tutti questi comandi non basta certamente un'ora di tempo durante un hands-on, non per altro mi sono trovato più volte a soccombere per via un tasto premuto in maniera totalmente confusa. Non voglio negarlo, attualmente è davvero bellissimo vedere quante possibilità di combattimenti si possono sfruttare durante gli scontri, ma alcuni comandi potrebbero essere certamente rivisti e limati. Vi faccio un esempio, per sfruttare l'attacco pesante completo bisogna premere in contemporanea i due grilletti e i due dorsali, per correre invece bisogna premere due volte il tasto A (croce, per il DualSense).
Tra l'altro, non ho vissuto solo scontri frenetici, ma anche boss più ragionati e lenti. La "Queen Stoneback Crab", per esempio mi ha richiesto di arrampicarmi per distruggere dei cristalli e successivamente sfruttare un cavo (stile ragnatela) per distruggere il suo "nucleo". Io non so se qualche mio collega ci sia riuscito, ma in quel contesto è stato praticamente impossibile provare a sfruttare la meccanica di dondolamento (forse ancora da sistemare).
Sono abbastanza convinto che il team voglia cercare di dar vita a una curva d'apprendimento tarata verso l'alto e si capisce bene dal fatto che dal primo boss, all'ultimo, già ero in grado di combinare combo molto interessanti (ma comunque un po' casuali).
- Staglord: Un re decaduto, armato di spada e scudo, che alternava attacchi feroci a difese tattiche. Le sue tre fasi di combattimento aumentavano progressivamente di intensità, mettendo alla prova le capacità difensive e offensive del giocatore.
White Horn: Un’enorme creatura simile a un Bigfoot, caratterizzata da corna imponenti e attacchi basati sulla forza bruta. Le sue cariche devastanti erano accompagnate da bufere di neve che complicavano ulteriormente lo scontro.
Reed Devil: Un combattente mascherato con movimenti rapidi e abilità quasi sovrannaturali, come la capacità di creare cloni e attaccare a distanza con lame di vento.
Queen Stoneback Crab: Un enorme granchio con un guscio di roccia e cristalli, che richiamava le atmosfere epiche di Shadow of the Colossus. Lo scontro richiedeva l’uso di abilità speciali per sfruttare i punti deboli del boss.
In questo momento il titolo è un miscuglio di giochi quali Shadow of the Colossus, Dragon's Dogma, The Witcher, Elden Ring e Sekiro. Capite bene quanto possa essere davvero complesso approcciare correttamente questo gioco nelle prime ore?
Ogni battaglia si è comunque distinta per creatività e spettacolarità e questo è comunque una buona premessa per quello che sarà il gioco completo ed eventuali nuovi boss.
Un comparto tecnico semplicemente wow
Dal punto di vista tecnico sono rimasto impressionato. Gli effetti di luce, le particelle e la distruttibilità dell’ambiente li ho trovati particolarmente convincenti e il tutto non mi stupisce considerando il livello già raggiunto da Black Desert.
Pearl Abyss dimostra ancora una volta la maestria dei team di sviluppo orientali, superando spesso gli standard occidentali in termini di dettagli visivi. Tuttavia ho visto troppo poco per trarre delle conclusioni affrettate sul comparto visivo e tecnico, di conseguenza rimandiamo il giudizio definitivo per quanto proveremo il titolo in maniera più approfondita, magari in una fase open world.
Tirando le somme
Crimson Desert ha tutte le carte in regola per diventare un titolo action fantasy piuttosto peculiare. Sebbene ci siano ancora diversi aspetti da migliorare nel gameplay – i comandi vanno assolutamente limati – il potenziale è evidente. Con il tempo e la cura necessaria, Pearl Abyss potrebbe dar vita a un gioco che soddisfi le aspettative dei fan del genere. La strada è ancora lunga, ma sono onestamente curioso di vedere quale sarà il risultato finale.