Gli ultimi anni sono stati per Microsoft sia un punto di transizione che di partenza, verso un futuro all’insegna di servizi sempre più vicini ai giocatori. La casa di Redmond è riuscita con successo a mandare un chiaro messaggio all’intero settore, rilegando l’immaginario dell’ecosistema Xbox a qualcosa che va oltre le semplici console. In questa formula, Xbox Game Pass è stato particolarmente rievocativo del futuro citato poc’anzi, imponendosi come chiave vincente per ciò che sarà la competitività di Xbox dinanzi alle piattaforme rivali.
Nel corso degli ultimi anni il servizio ha dimostrato la potenzialità di prevalere non solo su altri simili come PlayStation Now, ma anche di poter battere Google Stadia sul suo stesso campo. Le potenzialità sono decisamente evidenti e il successo è innegabile, tuttavia la crescente espansione di Game Pass su PC e di recente anche con Cloud Gaming ci ha offerto la possibilità di giocare a buona parte del catalogo del Game Pass anche sul nostro computer o sullo smartphone cosa che, sebbene incredibile, ci ha portato alla mente alcune domande.
Basta un abbonamento alla versione Ultimate, un controller, una buona connessione ad internet e possiamo giocare ovunque a opere come Halo 5, Gears 5, Forza Horizon 4, la serie di Ori o anche titoli di terze parti dal calibro di Yakuza Like a Dragon, DOOM Eternal o Dragon Quest XI. Tutto anche senza possedere una console Xbox. Proprio per questo motivo, dopo decine di ore passate con il pad in mano o con il Razer Kishi, ci siamo posti una domanda cui è difficile dare una risposta definitiva: cosa significa oggi essere un giocatore Xbox?
Sarebbe naturale se ci venisse in mente che per poterci definire tali dobbiamo necessariamente possedere una Xbox One, Xbox Series X o Series S, ma non è così scontato come si potrebbe pensare. Al contrario di chi possiede una piattaforma PlayStation o Nintendo, un utente Xbox potrebbe non avere nessuna console in casa e giocare esclusivamente dal suo PC, anche a grandi esclusive di Microsoft. In estrema alternativa, potremmo essere totalmente sprovvisti di una piattaforma dedicata al gaming e giocare soltanto con il nostro smartphone e comunque staremmo giocando con qualcosa che porta il logo di Xbox.
Nonostante le difficoltà nell'identificare la tipologia di utente, analizzando le similitudini tra tutti questi tre casi possiamo scoprire subito due punti in comune che potrebbero definire il genere di giocatore: nel caso in cui una monolitica Xbox Series X si mostri accanto la vostra TV, potreste essere identificati come giocatori console mentre, in caso contrario, sareste semplicemente dei fruitori di un servizio, qual è il Game Pass.
La differenza tra le due tipologie sta sostanzialmente nel mezzo con cui entriamo a contatto con un determinato prodotto, che può essere concreto o astratto ma che sempre giunge allo stesso fine. Di fatti è possibile essere fruitori di Game Pass anche da una Xbox Series X|S. Inoltre, dobbiamo anche tenere in considerazione la costante presenza di Xbox Play Anywhere, lo Smart Delivery, il cross-gen, cross-progression e cross-platform anche con piattaforme non-Microsoft, che rilega sempre e comunque l’esperienza finale a una mera fruizione dei servizi della casa di Redmond.
Xbox Game Pass Ultimate, se pensiamo, esiste esattamente per accomodare gli utenti che dispongono sia di una console che di un PC (e uno smartphone): abbiamo l’intero catalogo a disposizione, tutte le piattaforme su cui possiamo giocare quei titoli e anche Xbox Live Gold per il multiplayer online. Ce n’è davvero per tutti. In riassuntiva, il “giocatore Xbox” è una figura tanto polimorfa quanto astratta, quasi inesistente.
Potremmo esserlo tutti (ipotesi probabile se avete un account Microsoft e un PC con Windows 10) o nessuno. Esagereremo nel dire che, con ogni probabilità, la definizione di “giocatore Xbox” non esiste affatto: Microsoft ha rielaborato l’intero ecosistema per fargli assumere una valenza completamente inedita e tremendamente geniale, mettendo l’utente al centro dell’esperienza. Forse non è neanche importante dichiararci “boxari” come molti affermano rozzamente, ma semplicemente essere consapevoli di avere tra le mani la possibilità di decidere come, dove, quando e con chi giocare. Suona familiare? La scelta sta a voi.
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