Console War: perché Nintendo ci ha in pugno

La console war spinge gli utenti ad eleggere una sovrana tra PS5 e Xbox Series X|S, ma non sottovalutiamo Nintendo e la sua prossima mossa.

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a cura di Federica Pantaleo

Tutti gli appassionati hanno nel cuore almeno un ricordo legato ad un’era videoludica e, sicuramente, abbiamo tutti tifato per chi abbiamo ritenuto in grado di gestire meglio di altri la fetta di mercato che più ci appassiona. Ugualmente, è da decenni che la community sente quasi il dovere di incoronare una regina nel panorama delle console: PlayStation? Xbox? Nintendo? A tal proposito, con quale filosofia siamo stati più spesso incoraggiati ad identificarci: “Play has no limits”? “Power your dreams”? “There's no play like this”? Ma al di là delle indiscutibili preferenze personali, tutto questo è davvero necessario?

Una panoramica generale

Di battaglie commerciali tra i vari colossi del mondo videoludico ne abbiamo viste negli anni, al punto da aspettarci automaticamente ad ogni generazione una vera e propria sfida tra le principali società attive nel settore – che spesso sfocia in una console war. In questi momenti, però, si respira spesso un’aria soffocante, in cui alcuni consumatori contaminano le piazze virtuali, senza risparmiare offese ad altri utenti – come il dare dei “nintendari”, “sonari”, “boxari” – solo perché magari esprimono un punto di vista divergente da loro. Tali provocazioni bollano l’interlocutore come un individuo incapace di intendere e volere, poiché accecato dalla propria predilezione. Immersi in questo scenario, inconsapevolmente o meno, quante volte vi siete chiesti quale sarebbe stata la risposta di Sony all’ottima strategia di marketing di Microsoft oppure quale console next-gen è la più potente? Quale piattaforma merita davvero l’ingente somma da versare? Infine, nella lotta della supremazia tra le console, ci sono i PC Gamer che evitano di buttarsi nella mischia, considerandosi i più tutelati da tutto questo vociare.

Ma è davvero così importante sapere chi fa meglio di altri? In qualità di appassionati, non sarebbe meglio propendere per un orientamento più inclusivo, diversificando il più possibile la propria esperienza? La contesa tra gli utenti impegolati in questa trappola delle console war e che spendono le proprie energie online per eleggere la sovrana delle console, trova sempre modo di esistere, generazione dopo generazione. Ma nella più attuale rivalità tra PS5 e Xbox Series X|S, in molti sottovalutano la casa di Kyoto. Al momento, infatti, Nintendo ci appare abbastanza sicura di sé, al punto da non aver proposto una sorta di antagonista alle ultime console lanciate sul mercato. Cosa le consente di avere questa apparente tranquillità? Cosa non la fa sentire indietro rispetto alle altre? Scopriamolo insieme, facendo un salto nel passato.

Il segreto di Nintendo

Nintendo ha regalato alla community videoludica serie che continuano ad affermarsi con successo sul mercato. Tra le più iconiche, menzioniamo Mario™, Donkey Kong™, The Legend of Zelda™, Metroid™, Pokémon™ e Animal Crossing™. Ed è così che, mentre l’utenza si spende attivamente per eleggere – prematuramente – la leader attuale, la grande N continua tenacemente il suo percorso. Al colosso nipponico sembra quasi non interessi questa competizione. Per lo meno, è questa l’immagine che vogliono trasmetterci, come se il Presidente Shuntaro Furukawa e il suo team siano comodamente seduti con la loro scodella di pop-corn ad osservare l’intero panorama attuale. Certo, razionalmente il grande pubblico si sarebbe aspettato da parte di Nintendo un aggiornamento della loro console ibrida, poiché sulla carta il divario con l’offerta videoludica circostante è aumentato notevolmente.

Tuttavia, sono proprio i numeri che ci dimostrano che non sia affatto del tutto necessario. La casa di Kyoto, infatti, vanta con orgoglio la vendita di più di 5 miliardi di videogiochi e oltre 790 milioni di unità hardware a livello globale. Altresì, oltre ai grandi successi menzionati prima e che ci ricollegano subito alla grande N, quest’ultima si è distinta nella storia anche per esser stata sempre sinonimo di innovazione. Nintendo, infatti, ha sempre puntato a distinguersi dalle altre offerte videoludiche in termini di esperienze di intrattenimento, mirando ad essere la più versatile e, soprattutto, l’unica nel cuore del videogiocatore.

Erroneamente, in molti etichettano Nintendo come più indicata ad un pubblico infantile. In realtà, il vero segreto è che l'azienda nipponica è riuscita abilmente ad abbracciare chiunque, a prescindere dall’età – addirittura, intere famiglie. Inoltre, il suo trionfo è stato determinato anche dall’aver puntato negli anni alla semplicità di accesso al medium videoludico, nonché all’aver cresciuto come una vera e propria mamma intere generazioni di utenti. Nintendo così ha conquistato molti di noi in tenera età, accompagnandoci affettuosamente all’età adulta. Ci ha anche dipinti come veterani, rendendoci in grado di mostrare il suo regno alle nuove generazioni e narrando loro di quando ci bastavano 8 bit per far volare la nostra immaginazione verso meravigliosi luoghi incantati. Nintendo sblocca ricordi, ne crea di nuovi, ci corteggia e se cadiamo nello sconforto sa come farsi perdonare. Ecco perché i giocatori di vecchia data avranno sempre curiosità nell’ammirare l’evoluzione di quelle vecchie saghe che hanno impreziosito anni immacolati.

Le rivoluzioni targate Nintendo

È bene sottolineare che Nintendo non è proprio nata ieri e il suo operato ha influenzato moltissimo l'esperienza videoludica fino ai giorni nostri. La sua storia inizia nel 1889 e, sotto la direzione di Fusajiro Yamauchi, la grande N preme il tasto start della sua avventura producendo carte da gioco giapponesi a Kyoto. Più avanti decidono di includere nella loro produzione anche le carte da gioco di tipo occidentale e negli anni l’azienda si evolve continuamente, al fine di avere sempre la risposta giusta alle esigenze del mercato. Nel 1959 compaiono per la prima volta nelle loro carte da gioco i personaggi di Walt Disney ed è qui che cominciano a conquistare una nuova ed importante utenza: i bambini. Poi, nel 1963 l'azienda comincia ad affiancare alla produzione delle sue iconiche carte anche quella dei giochi.

La tecnologia elettronica è subentrata più tardi di quel che si può pensare nella casa di Kyoto, ovvero nel 1970, quando incominciano a vendere la Beam Gun – una pistola laser, la prima introdotta nel mercato dei giocattoli giapponese. Scatta così la scintilla per l’elettronica e la grande N procede inarrestabile, acquistando fiducia nelle proprie competenze e aspettative. Nel 1975 ottiene i diritti di distribuzione della console Magnavox Odyssey in Giappone – la prima console per videogiochi domestica uscita sul mercato. Due anni dopo, invece, sviluppa insieme Mitsubishi Electric e Ricoh i suoi primi dispositivi Nintendo come videogame da casa – ovvero TV Game 15 e TV Game 6.

Presto Nintendo riesce a pescare dal suo mazzo quella che si rivelerà per lei la vera carta vincente: la portabilità. Con i Game & Watch, incanta letteralmente il pubblico, la cui vendita in Giappone inizia nel 1980. Si tratta dei primi videogame portatili con schermi LCD della Sharp, dotati anche di un orologio e, nella versione Gold, anche della sveglia. Il Multi Screen nei Game & Watch è stato introdotto nel 1982. Nasce così “il primo Nintendo DS” nella storia del videogioco. Ma non è solo con la portabilità con cui Nintendo ha lasciato il segno. La grande N, infatti, vanta un’altra grande innovazione, che oggi può sembrare scontata, ma che ha segnato in maniera geniale e irreversibile il mondo del gaming. Ebbene, Gunpei Yokoi si guadagna un posto nella storia per aver lanciato la croce direzionale sotto il nome di Nintendo, per muovere il personaggio o il cursore nel gioco.

Questa importantissima feature si diffonde su larga scala a partire dal Nintendo Entertainment System (NES). A sua volta, questa console a 8 bit – che supportava giochi qualitativamente superiori per l’epoca e con titoli in voga ancora oggi – rappresenta la grande risposta che Nintendo dà alla crisi dell’industria dei videogiochi del 1983. In quegli anni, Mario diviene presto molto popolare, al pari – se non di più – di Mickey Mouse e Bugs Bunny. Ovviamente, quando si parla di portable, non si può non menzionare il mitico Game Boy, presentato in Giappone nel 1989 come il primo sistema videogame portatile con cartucce interscambiabili. Questa console è forse la più iconica per la casa di Kyoto e se il successo legato alle sue numerose e magnifiche versioni è ben noto al grande pubblico. Perciò, è bene soffermarsi su altre grandi trovate dell’intrattenimento targate Nintendo.

Per esempio, lo conoscete R.O.B? No, non è l’abbreviazione di Robert, ma di Robotic Operating Buddy. Si tratta di una tra le grandi innovazioni introdotte dal celebre colosso nipponico ed è un simpatico robottino pensato per interagire con il sistema e per giocare insieme al giocatore. Purtroppo, non ha avuto il successo sperato, ma non si può negare che sia stata un’idea assolutamente geniale e all’avanguardia per l’epoca. Nel 1995, Nintendo ha addirittura pensato ad un adattatore che consente di ottenere contenuti scaricabili tramite rete satellitare e da memorizzare in un'apposita cartuccia, il SatellaView per Super Famicom (SNES). Anche questa un’arguta pensata.

Per non parlare poi dei numerosi accessori introdotti da Nintendo per le sue console. Ad esempio, ricordiamo il Game Boy Camera e Printer del 1998, il Game Boy Advance Card-e Reader del 2001 o l’adattatore wireless per Game Boy Advance del 2004 che ha sostituito il Cavo Game Link per il gioco in multiplayer. Inoltre, l’accessorio Transfer Pak per Nintendo 64 consentiva di trasferire su tale console le immagini catturate con Game Boy Camera e i dati di gioco del Game Boy e viceversa – molto utile per i giochi Pokémon dell’epoca. Tutto questo ha indubbiamente segnato una svolta nel settore dei giochi portatili. Senza dimenticare il fantastico Game Boy Player lanciato per Nintendo GameCube nel 2003, pensato per tutti quei giocatori che volevano giocare i loro titoli per Game Boy e Game Boy Advance sui propri televisori. Dunque, come il Nintendo DS, anche Nintendo Switch in realtà si è rivelata essere la concretizzazione di un’idea più in realtà più remota.

Con l’arrivo di Nintendo DS, presentato nel 2004, il colosso nipponico conosce il suo maggior splendore in termini di vendite, riuscendo come sempre a soddisfare i gusti di chiunque, con i suoi iconici Animal Crossing, Super Mario Bros, Metroid, Nintendogs e Brain Training. Un’altra idea geniale realizzata da Nintendo è stata Wii. Lanciata nel 2006, questa console ha offerto al grande pubblico un nome semplice, un controller-telecomando e offerte azzeccate e alla portata di tutti. In questo modo, Nintendo è stata in grado di abbattere la barriera che inevitabilmente può creare un controller per i non addetti al mestiere e ha spinto la massa a comprare la sua console, vendendosi come la compagna di giochi ideale e, al contempo, un’alleata benefica per la salute. Ancora oggi ritroviamo una simile offerta con l’attuale Ring Fit Adventure, che si è rivelato particolarmente azzeccato con le più recenti restrizioni sociali causate dalla pandemia da Covid-19 – insieme al fortunatissimo e tanto amato Animal Crossing New Horizons.

Spirito da leader

La nona generazione videoludica spesso richiama alla mente di tutti la rivalità commerciale tra le sue due console più simboliche, ovvero PlayStation 5 e Xbox Series X|S. Per motivi personali e per questioni legate al marketing, probabilmente l'attenzione di Sony sarà sempre rivolta in primo luogo all'ecosistema Nintendo. D'altronde, i numeri parlano chiaro: le console più vendute di sempre sono proprio le loro, PlayStation 2 e Nintendo DS. Inoltre, la competizione tra i due colossi deriva dai tempi del progetto Nintendo PlayStation. All'epoca della loro alleanza, Ken Kutaragi – l'ingegnere di Sony che ha avviato l'intero progetto – non aveva nascosto che considerava tale partnership come il primo passo per sviluppare una console di gioco esclusivamente di Sony. Nintendo, però, non era certo disposta a cedere la propria posizione di primato e ben presto le loro strade si sono malamente divise.

Cosa ne è derivato da quella scissione? Dal lato Nintendo, vi è stata la scelta di continuare ad utilizzare delle cartucce di gioco. Se però la grande N è sempre stata così all’avanguardia, perché allora avvalersi di uno strumento da anni considerato retrò? Sicuramente, in passato questa è stata una scelta cruciale, principalmente intrapresa per tutelare l’azienda dal pericolo della pirateria informatica contro le copie masterizzate e dall’altro ha contribuito non poco all’immenso successo di Sony con la sua prima PlayStation. È stata proprio quest’ultima a dominare la quinta generazione videoludica, grazie all’utilizzo del CD-ROM nel mondo delle console. Questo nuovo supporto offriva all’utenza un intrattenimento multimediale versatile, poiché si poteva giocare e ascoltare album musicali, con enormi vantaggi in termini di costi di produzione – nettamente inferiori alla scelta della cartuccia per Nintendo 64. Tuttavia, se quest’ultima immagazzina meno dati rispetto al CD-ROM, aveva però il vantaggio di offrire tempi di caricamento più brevi e di salvare i progressi di gioco senza l’ausilio della famosa memory card.

Oggi, quando si parla delle console Nintendo, si pensa a delle console meno potenti della concorrenza, ma altrettanto seducenti. In realtà, non è proprio così. Rifacendoci alle già citate rivali Nintendo 64 e PlayStation, la CPU della prima è un microprocessore NEC VR4300-64 bit, con architettura MIPS, che funziona a una velocità di 93,75 MHz – dunque, capace di svolgere 93,0 milioni di operazioni al secondo. Anche PlayStation si avvale di un microprocessore con architettura MIPS, ma funziona a una velocità di 33,86 MHz. Paragonato alle capacità del microprocessore del Nintendo 64, quello PlayStation è in grado di svolgere in un secondo poco più di un terzo delle operazioni. In quanto a potenza, qui Nintendo 64 non ha eguali.

Dal punto di vista grafico, invece, le performance di Nintendo 64 e PlayStation non si discostano molto. Le due console hanno la stessa risoluzione massima (640×480 pixel) e lo stesso numero di colori totali, ma Nintendo 64 è in grado di elaborare un numero maggiore di poligoni rispetto a PlayStation. Anche sul sonoro le due console si eguagliano, montando una scheda audio da 16-bit stereo. Come supporto di memorizzazione, però, PlayStation vince il confronto, poiché capace di immagazzinare una quantità di dati nettamente superiore.

Il controller del Nintendo 64, dalla sua caratteristica forma a “tricorno”, è stato il primo ad includere i classici comandi con la croce direzionale e la levetta analogica “Control stick”. Si tratta di un controller innovativo per l’epoca, introducendo delle funzioni ancora molto attuali, come la funzione Z-targeting e la funzione di vibrazione nelle mani del giocatore, in alcuni momenti particolari di gioco – aggiunta in un secondo momento con il supporto Rumble Pak. Sony per eguagliare l’offerta ha introdotto prima il Dual Analog Controller e in un secondo momento il controller DualShock, anch’esso dotato di leve analogiche e vibrazione, proprio come il controller di Nintendo.

La potenza non è tutto

In molti si chiedono come mai Nintendo sembra essere immersa nella sua bolla temporale, dando l’impressione di non temere assolutamente il confronto con le nuove console arrivate sul mercato. Una risposta ci sarebbe. Precisamente, puntare solamente sulla maggiore potenza hardware non è sempre una mossa vincente. Nintendo 64 ce ne ha dato la prova. Ancora oggi, alla nona generazione videoludica, coloro che alimentano la console war fanno ancora leva su parametri come il numero di Teraflops, la velocità di caricamento, la silenziosità, il tipo di processore, lo spazio di archiviazione e il prezzo. Certamente, sono tutti elementi importanti e di cui tener conto per migliorare l’offerta sul mercato. Ciò nonostante, l’esperienza ci insegna che non è assolutamente un criterio che si riversa automaticamente sulle vendite. Il vero segreto è fare centro sull’esperienza offerta e sul legame instaurato con il videogiocatore.

Mentre l’utenza continua a chiedersi quale acquisto sia il più azzeccato tra Xbox Series X|S e PS5, Nintendo non solo non ha proposto una vera console “next-gen”, ma ha presentato addirittura una versione più elegante e più funzionale dell’attuale Switch, senza potenziarla e né stravolgerla. Addirittura, ha dichiarato di non avere alcuna intenzione di rivaleggiare con Sony e Microsoft, né in termini di hardware, né sulla produzione di software. Pochi giorni fa, è emersa anche una possibile minaccia per la grande N, ovvero la Steam Deck annunciata da Valve in un momento cruciale, considerando la “delusione” del pubblico per Switch Pro. Ciò nonostante, le previsioni vedono comunque la casa di Kyoto in vantaggio, immaginando che continuerà ancora ad esser la leader indiscussa nel mondo del gaming portatile. Solo il Game Boy era riuscito a vendere 118,5 milioni di unità. PlayStation 2 è ancora la console più venduta della storia con 157,70 milioni (l'ultima rilevazione dati risale al 24 dicembre 2014). Il secondo posto, però, è occupato dal Nintendo DS che ha venduto 154,02 milioni di unità (l'ultima rilevazione è del 24 maggio 2014). A giudicare dagli ottimi ritmi di vendita di Switch – il cui ciclo vitale effettivamente non si è ancora concluso – anche la console ibrida di Nintendo potrebbe raggiungere gli stessi risultati dell’antesignana.

L’eredità di Nintendo

Pensando alle ricette classiche che non deludono mai, i prodotti Pokémon – l'orgoglio di Nintendo –continuano ad essere un fenomeno di portata mondiale e che abbraccia tutte le generazioni. Pensate allo spot televisivo che celebra i 5 anni di Pokémon GO dal titolo Allenatori in Famiglia, in cui nonna e nipote ci dimostrano che "chiunque può diventare un Pokémon Trainer". Che se ne dica, Nintendo ha influenzato i giocatori di tutto il mondo e di tutte le età e continua nel tempo a proporci nuovi approcci al gaming, accarezzando i nostri cuori e le nostre memorie. Anche laddove la sua offerta videoludica sia considerata una scelta di affiancamento alle console domestiche di casa Sony e Microsoft, non fa di Nintendo un piano B, quanto più un must have in termini di complementarietà per i veri appassionati del gaming.

Le aziende e gli sviluppatori di videogiochi saranno sempre orientati con uno sguardo futuro, ma dovranno sempre fare i conti con il capitale ereditato dal passato. Ecco perché una strizzata d'occhio alla casa di Kyoto continuerà sempre ad esserci, considerando che ha letteralmente creato un personale ecosistema e ha sempre riqualificato l'approccio al gaming, ragion per cui è stata spesso imitata dalla sua storica antagonista del "derby giapponese". Pensiamo alle varie feature elencate in questo articolo, oppure a titoli e controller scimmiottati da quelli Nintendo come PlayStation Vita PetsLittleBigPlanet Karting, PlayStation All-Stars Battle Royale, la Totaku Collection il PlayStation Move. Lo stesso DualSense di oggi, che per noi oggi è tangibilmente innovativo, in realtà impiatta meglio alcune idee che abbiamo già visto in passato con Nintendo DS, in cui alcuni giochi richiedevano l'utilizzo del microfono, tramite il quale si doveva soffiare o parlare interagendo con la console. Ecco perché Sony, probabilmente, teme più Nintendo che Microsoft. Non resta che sederci comodi e attendere. Chissà quale sarà la prossima mossa di Nintendo. Qualunque essa sia, sicuramente, saprà come stupirci e conquistarci, ancora.

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