Un inno alla sofferenza
Ciò che colpisce di Jericho è senza dubbio la sua atmosfera, un successo indiscutibile di Mercury System dal punto di vista tecnico. L'universo di Clive Barker è stato rappresentato fantasticamente dai grafici spagnoli.
Non esiste un muro pulito, il sangue è ovunque e i mostri, ricoperti di piaghe e pustole sono fantasticamente realizzati. Una pecca è forse la mancanza di luce che a volte è troppo accentuata. Tuttavia questa atmosfera cupa e macabra non colpisce nel segno: non c'è stata nemmeno una situazione che ci abbia creato un po' d'angoscia. Jericho non è un gioco che incute timore.
Uno dei punti più negativi del gioco, che pesa molto sul punteggio finale, è la sua longevità: solo sei ore. Certo, è un gioco molto intenso, ma troppo corto, specialmente considerando che manca di una modalità multi-giocatore.
Dal punto di vista delle prestazioni hardware, con un framerate costante superiore ai 40 fps (Core 2 Duo e GeForce 8800), non abbiamo mai sofferto di alcun rallentamento, anche durante gli scontri con una dozzina di mostri e la squadra al completo. Il motore 3D offre buona velocità e texture generosamente dettagliate. Gli sviluppatori hanno forse esagerato un po' con gli effetti di motion blur quando ci si muove velocemente, ma non si può considerarli un difetto. Gli effetti speciali (esplosioni, spruzzi di sangue, etc) sono irreprensibili, ma un po' offuscati dalla onnipresente oscurità. Ultimo piccolo difetto da dichiarare riguarda le scene animate di intramezzo non molto immersive, a causa soprattutto dell'animazione dei volti, non molto curata.