Civilization VII | Provato prima della recensione

Abbiamo provato l'attesissimo Civilization VII, vediamo se ci sta convincendo e quali sono le novità di questo nuovo capitolo della saga.

Avatar di Lorenzo Quadrini

a cura di Lorenzo Quadrini

-

Quasi 10 anni di attesa (9, ad essere proprio precisi) separano Civilization VI dall’ultimo sequel di casa Firaxis, l’attesissimo Civilization VII.

In uscita l’11 di febbraio, il settimo capitolo della saga promette di rivoluzionare il proprio approccio di gioco (ed oserei dire, vista la “pesantezza” del titolo, l’intero genere) attraverso un rimescolamento completo di alcune delle dinamiche più rodate quasi sempre presenti nei precedenti Civ. 

Premetto che per questa review eviterò di concentrarmi su giudizi tranchant o su aspetti che meritano ulteriore approfondimento, il quale non tarderà ad arrivare con la prossima recensione. D’altronde, un 4X della portata di Civilization VII necessita di tempo e di numerosi giri di giostra, prima di poter davvero apprezzare o criticare le dinamiche più complesse, soprattutto nell’ottica delle fasi di late game.

Rivoluzione Copernicana

Partirei quindi con un rapido elenco delle tante novità del gioco, rinviando successivamente alle conclusioni in merito a queste novità. L’aspetto più radicale di Civ VII è forse quello di mostrarsi pronto all’uso per una pletora di utenti nettamente più vasta dei “soliti” acquirenti della saga che fu di Sid Meier. So perfettamente che non si tratta da tempo di una serie di videogame di nicchia, ma rimane un genere che attira (o attirava, vedremo cosa dirà il responso del pubblico) categorie di gamers abbastanza omogenee. D’altronde, giocare a Civ equivale a doversi sorbire molte run più o meno fallimentari, gestire scelte che già nei primi turni possono riverberare in maniera catastrofica nelle fasi finali ed in generale essere in grado di studiare a menadito alcune delle dinamiche più efficaci in termini di resa per la vittoria.

 

Il settimo capitolo invece punta tutto ad abbracciare giocatori eterogenei ed a proporre un setting che sia complesso, ma comunque meno punitivo in termini di irreversibilità delle scelte. Da qui, una nuova fase ad Ere (tre, per l’esattezza) che si configurano come periodi di gioco semi-autonomi. Semi, perché chiaramente la nostra civiltà porterà con se una buona parte dei progressi raggiunti nell’Era precedente, al contempo ricominciando da capo sotto tanti altri punti di vista.

All’interno dell’Era avremo a disposizione una delle poche civiltà antiche, a cui affiancheremo un condottiero - questo invece rimarrà per tutta la run. Il punto è quello di creare un approccio più ibrido, grazie alla combinazione delle skill del condottiero (alcuni anche in doppia versione, come Napoleone imperatore o Napoleone rivoluzionario) ed i bonus forniti dalle civiltà a disposizione per l’Era in corso. 

Questa scelta ibrida si sposa con la modalità di avanzamento dell’Era, non più legata al progresso tecnologico ma ad uno dei path di vittoria già noti nei precedenti giochi della saga (vittoria economica, culturale, ecc.). Anche qui, la scelta del percorso non è mai definitiva, poiché si potrà cambiare in qualsiasi momento. Al tempo stesso, sarà utile instradare la propria run, almeno per l’Era di gioco, in modo da massimizzare una resa particolare, così da avanzare nel progresso di Era, accumulare punti spendibili nel passaggio in quella successiva ed inquadrare con meno confusione e più ordine il proprio stile di gioco.

 

Il settimo capitolo invece punta tutto ad abbracciare giocatori eterogenei

Personalmente questo nuovo corso di Civilization VII mi ha inizialmente spiazzato, rappresentando un vero e proprio cambio di paradigma per la serie. La prima impressione è quella di avere un approccio più casual e poco studiato alla run, dovuto alla mescolanza di civiltà giocabili (3 Ere e quindi 3 civiltà diverse) sommata all’approccio di “soft wipe” del gioco ad ogni Era. Si tratta in realtà di impressioni dovute ad una certa abitudine rispetto alla saga, ma che tutto sommato non rende il gioco davvero meno complesso o strutturato. 

Parola d’ordine: Elasticità!

Tornando al “soft wipe” di cui sopra, son quasi saltato dalla sedia scoprendo che i coloni ora non utilizzano più un valore Cittadino per essere costruiti. Un elemento dovuto al fatto che, dopo la Capitale, gli altri poli urbani si sviluppano come “Paesi”, quindi impedendoci di scegliere la produzione fino al momento della loro conversione onerosa in “Città”. Il bello è che al passaggio di Era, le Città tornano Paesi, ad esclusione della Capitale. Insomma, la parola d’ordine di Civilization VII sembra essere “elasticità”, manifestata anche nella rapidità con cui gestire in generale gli insediamenti e i loro miglioramenti.

Altro elemento di grande rottura è quello relativo agli affari militari, in tal senso direi accoglibile da subito come una delle cose migliori della saga. Civilization VII elimina il micromanagement selvaggio di Civ V e potenzia quanto già visto in Civ VI, inserendo la dinamica dei comandanti militari. Si tratta di unità schierabili sul campo che possono raccogliere attorno a se un numero variabile di soldati - questi sono rimasti molto simili al passato, tranquilli. In questo modo lo spostamento e schieramento delle truppe risulta notevolmente più veloce e snello, al netto del piccolo difetto che l’esperienza ora viene assegnata solo ai comandanti e che questi ultimi possono essere uccisi (un po’ troppo facilmente). 

Dal punto di vista tecnico, in attesa di aspettare la release definitiva, posso dire che il salto generazionale si vede soprattutto per quanto concerne gli effetti ambientali e la fluidità dei movimenti delle unità. Le città sembrano ancora più realistiche e “pulsanti”, ora rappresentate come dei veri centri urbani densi di umanità e attività. Qualche pecca comunque rimane in termini di UI - a volte davvero poco chiara e povera di informazioni - nonché di animazioni di combattimento che mi stanno sinceramente deludendo in termini di resa video.

Tirando le somme

Ci sono ancora molte cose da dire su Civilization VII, a cui bisogna però dedicare ulteriore tempo ed analisi. Alcuni punti fermi credo sano già tracciabili: si tratta di un lavoro di rielaborazione del brand notevole, coraggioso e per nulla pigro. Il gioco è davvero un nuovo gioco e l’approccio sembra cercare di fare contenti un po’ tutti gli utenti. Per ora comunque, al netto di qualche sbavatura e di alcuni elementi più complessi, le impressioni sono più che buone.

0 Commenti

Stai commentando come Ospite. Vuoi accedere?


Questa funzionalità è attualmente in beta, se trovi qualche errore segnalacelo.