Catherine Full Body Recensione
Catherine Full Body ripropone la celebre storia d'amore di Atlus con una veste grafica aggiornata e qualche intrigante aggiunta.
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a cura di Andrea Maiellano
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In sintesi
Catherine Full Body ripropone la celebre storia d'amore di Atlus con una veste grafica aggiornata e qualche intrigante aggiunta.
Sono davvero poche le produzioni in grado di rimanere impresse nella memoria di un giocatore per la loro capacità di lasciare una traccia emozionale indelebile, un misto di sensazioni in grado di riecheggiare nella mente di una persona per anni al semplice ricordo di una melodia, di un’immagine o di un nome. Catherine Full Body, versione rimasterizzata del titolo del 2011 di Atlus, può fregiarsi senza dubbio di essere una di queste produzioni, grazie alla sua capacità di intrigare con un immaginario che trasuda erotismo in grado di esplodere in una narrazione matura, ansiogena, emozionale che mira senza remore alle esperienze personali del giocatore marchiandone indelebilmente il lato emotivo.
I meriti di questo risultato, però, non sono da ritrovarsi nell’ostentazione dell’erotismo dei protagonisti ma in una produzione in grado di sfruttare differenti generi per raccontare una storia. Catherine Full Body sfrutta degli intermezzi, animati magistralmente dallo Studio 4°C (che annovera fra le sue produzioni anche Animatrix), per immergere il giocatore in un’avventura in grado di mescolare esplorazione, visual novel, platforming ed elementi da puzzle game, per raggiungere il suo obbiettivo ultimo: mettere a nudo la nostra emotività. Non stupisce, quindi, la decisione di Atlus di riproporre, al termine di questa generazione videoludica, un titolo che, anno dopo anno, è riuscito a costruirsi una fanbase di dimensioni enormi, partita dalla curiosità scaturita dalle provocanti operazioni di marketing fatte oltre otto anni fa, e terminata in una celebrazione nei confronti del team di sviluppo di Persona.
Catherine Full Body di giorno…
Vincent Brooks è un trentunenne imprigionato in una quotidianità così semplicistica da permettere a chi si immergerà nella storia di Catherine Full Body di entrarvici subito in sintonia. Spendendo le sue giornate fra il lavoro, le bevute con gli amici allo Stray Heart (che rappresenta il più comune dei “Bar sotto casa”) e i romantici momenti trascorsi con Katherine. Fra una birra in compagnia, nel vano tentativo di rifiutare il distacco con l’adolescenza, e una fuga dall’ennesima proposta di matrimonio da parte della sua fidanzata, le giornate di Vincent trascorrono ciclicamente in una periferia dove il tedio della routine di tutti i giorni viene bruscamente interrotto da una serie di omicidi contornati da elementi soprannaturali.
Fra media che azzardano teorie improbabili, e cittadini timorati da un'ignota minaccia alla loro tediosa tranquillità, anche la routine di Vincent sarà costretta a una brusca interruzione quando, all’improvviso, la misteriosa e seducente Catherine, che incarna perfettamente l’immaginario erotico del giovane ragazzo, entrerà nella sua vita stravolgendola per sempre. Dopo una serata dall’elevato tasso alcolico, difatti, Vincent finirà a letto con la bellissima sconosciuta, un tradimento che distruggerà tutte le certezze del giovane trascinandolo in un triangolo amoroso che ben presto assumerà le forme di un quadrilatero quando la giovane Rin, vera novità di Catherine Full Body, farà la sua comparsa all’interno dell’intreccio narrativo.
Per quanto l’introduzione della pianista Rin, afflitta da amnesia e finita a suonare allo Stray Heart, risulti l'aggiunta meno riuscita di questa nuova edizione dell’opera di Atlus, la storia di Catherine Full Body riesce a interrogare costantemente il giocatore sul significato dell’amore, i motivi che smuovono al tradimento e il raggiungimento di un senso di responsabilità sentimentale. Le sapienti capacità del team di sviluppo nel creare una rappresentazione digitale del percorso di maturità sentimentale che ognuno di noi ha passato in giovane età, riescono a dare vita a una storia intrigante e peculiare che sfrutta splendidamente diverse tipologie di gioco, alla stregua di accessori per compiere il fine ultimo del narrare una storia.
Catherine Full Body, difatti, offre due tipologie di gioco ben definite che vanno contenere le numerose sfaccettature del gameplay. Nelle ore diurne, che andranno a ricoprire i momenti in cui la narrazione si intensificherà maggiormente, la struttura di gioco abbraccia il filone delle avventure grafiche con alcune contaminazioni verso il genere GDR. All'interno dello Stray Sheep, Vincent vivrà la classica routine di un ragazzo in giovane età. Da incontrare gli amici, a sgolarsi alcolici in compagnia, fino a portare avanti le sue relazioni attraverso il suo telefonino, ognuna delle azioni di Vincent, in questi frangenti di gioco asserviti alla narrazione, avrà il compito specifico di creare le peculiari atmosfere che permeano l'intera produzione di Atlus. Fra discussioni incentrate sulle proprie angosce, e momenti maggiormente distensivi dedicati all'ascolto di brani tramite il Jukebox del bar o il compiere una rapida partita con un cabinato, l'obiettivo di offrire al giocatore un vasto ventaglio di scelte su come far trascorrere le giornate del protagonista, con conseguenti alterazioni al tessuto narrativo, é indubbiamente assolto.
Che si decida con quale alcolico di intrattenersi durante una chiacchierata con un amico, o che si opti per le varie maniere in cui interagire con il proprio cellulare per rispondere ai messaggi delle varie spasimanti, le meccaniche di gioco utilizzate da Atlus in Catherine Full Body restituiscono un'atmosfera credibile e coerente, costantemente influenzata da un indicatore di moralità atto a influenzare gli accadimenti futuri e una progressione di gioco scandita attraverso le ore che si passeranno disquisendo con i vari interlocutori. A immergere il giocatore in quello che sembra un gameplay eccessivamente statico non troviamo solo una pletora di situazioni interessanti e sapientemente sceneggiate, ma anche una caratterizzazione profonda e stratificata dei vari personaggi che, ineluttabilmente, ammalierà anche il più disinteressato dei giocatori ammaliandolo con i suoi dialoghi magistralmente scritti.
... e di notte!
Avete presente quel senso di pesantezza che vi coglie quando prendete una decisione che va contro le vostre più ferree convinzioni, quel senso di vaga inadeguatezza che vi avvolge prima di andare a dormire? La seconda macrosezione di Catherine Full Body vuole rappresentare proprio queste sensazioni, scagliando senza remore il povero Vincent all'interno di incubi distorti che rappresentino le sue angosce e la sua morale, più o meno deviata dalle decisioni prese durante le sue giornate. In questi frangenti che andranno ad abbracciare meccaniche di gioco a metà strada fra il platforming e il puzzle game, ogni decisione presa durante il giorno, ogni bicchiere di troppo ingurgitato in compagnia e ogni risposta data e omessa a una delle vostre spasimanti prenderà forma nelle torri che definiranno il level design degli incubi del protagonista.
Queste torri, che scandiscono il progredire degli eventi alla stregua dei più canonici livelli, sono strutturate verticalmente e andranno scalate il più in fretta possibile. Fra blocchi da spostare, scale da salire, piattaforme sulle quali saltare e una pletora di creature antropomorfe che vi ostacoleranno in qualsivoglia maniera, queste sezioni di Catherine Full Body si riveleranno dannatamente ostiche con il progredire dell'avventura, arrivando a generare un senso di frustrazione per un livello di difficoltà che, anche in questa riedizione del titolo, si rivela sbilanciata verso l'alto. Una modalità "facile", introdotta con la prima versione occidentale del gioco, può venirvi in aiuto in questi frangenti con numerose agevolazioni atte a rendere l'esperienza meno snervante.
Difficoltà a parte, gli incubi di Vincent restano degli splendidi esempi di level design. Ricchi di collezionabili da rinvenire per confezionare bonus di varia natura, e con una pletora di Boss di fine livello delineati da un Character Design eccellente, questa onirica dimensione, in cui il giocatore verrà messo a dura prova, si rivela dannatamente ispirata e divertente, delineata da un'atmosfera angosciante e in grado di raffigurare sapientemente queste emozioni disturbanti. Il valore aggiunto dell'interconnessione con la moralità di Vincent, per generare bonus e malus all'interno delle torri, rende, inoltre, i frangenti in notturna di Catherine Full Body una sfida che riesce a differenziarsi degnamente fra un playthrough e l'altro, garantendo una rigiocabilità più che decorosa, previo accettare una difficoltà a tratti sleale. Se ció non bastasse, una modalità multiplayer semplice ma funzionale, vi permetterà di competere, o cooperare, con un altro giocatore all’interno degli incubi di Vincent, garantendo una maggior longevità alla produzione di Atlus.
Sensualità in alta definizione
Giunti al termine di questa recensione non ci resta che analizzare le aggiunte che Atlus ha implementato in Catherine Full Body, rispetto al suo predecessore, e se queste meritino un secondo acquisto per chi ha già sviscerato in ogni sua parte la precedente edizione. Come abbiamo già accennato poc'anzi la nuova storyline associata a Rin, pur offrendo un finale dannatamente coraggioso, non riesce a offrire la stessa qualità in termini di scrittura rispetto al resto della trama, rivelandosi al pari di un piacevole DLC di una produzione odierna. Il nuovo livello di difficoltà introdotto, rinominato "Safety", si adopera nell'eliminare completamente le sezioni dedicate al puzzle, facendo emergere maggiormente un pensiero che ci aveva già sfiorato la mente nel 2011, ovvero quanto gli incubi di Vincent appaiano come un exploit ludico posti al solo scopo di offrire al giocatore una sfida. Non travisate le nostre parole, le torri sono dannatamente divertenti e ricoprono una parte importante dell'esperienza di gioco ma in più di un'occasione ci hanno dato la gravosa impressione di essere stati sviluppati solamente per offrire all’utente finale un "qualcosa con cui giocare" che, seppur ben implementato nell'ecosistema della produzione, non ne rappresenta una parte fondamentale in termini di narrazione.
La modalità Safety non fa altro che mostrarci ancor più chiaramente come la narrazione di Catherine Full Body possa reggersi sulle sole fasi diurne, specialmente in un periodo nel quale titoli come Life Is Strange, o le varie produzioni di Quantic Dream, hanno più volte dimostrato come una storia interattiva possa essere sufficiente a creare un buon prodotto. In termini di realizzazione tecnica troviamo ancora una telecamera non sempre precisa e la già più volte enunciata difficoltà esasperante. Permangono le ottime animazioni e la sceneggiatura sopraffina, così come una recitazione in inglese sopra la media e in grado di far trasparire magistralmente le emozioni provate dai vari personaggi. Nessuna modifica alla localizzazione in italiano che si rivela, nuovamente, edulcorata in alcune sue parti con delle lievi modifiche che, pur non cambiando il senso delle frasi, le rendono meno spinte rispetto alla versione originale.
Voto Recensione di Catherine Full Body - PS4
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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- Stile grafico peculiare e accattivante.
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- Narrazione sopraffina e profonda.
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- Elevata rigiocabilità.
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- Level design articolato e ben strutturato.
Contro
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- La nuova linea narrativa appare lievemente forzata.
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- La telecamera non sempre si posiziona correttamente.
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- La difficoltà resta eccessivamente sbilanciata come nel predecessore.
Commento
Catherine Full Body non cambia le opinioni che avevamo maturato nel 2011. La peculiare produzione di Atlus rimane un gioco che non vuole essere per tutti, ed è in grado di generare amore indissolubile, o odio viscerale, grazie alle sue capacità intrinseche di digitalizzare i sentimenti e metterli in opera con una narrazione profonda, a tratti addirittura soffocante, in grado di colpire dritto alla bocca dello stomaco del giocatore. Non scalfendo la sua nomea di "gioiello", la nuova versione di Catherine non offre introduzioni eclatanti che spingano chi ne ha già fruito in passato a un nuovo acquisto. La nuova storyline non riesce a spiccare all'interno della trama mentre le ulteriori aggiunte fungono solo da piacevole "bonus" e nulla più. Resta indubbio che Catherine Full Body, al netto dell'affinità personale con questo mix peculiare di generi, rimanga un titolo da consigliare caldamente a chiunque non abbia avuto modo di giocarlo in passato e sia alla ricerca di una storia in grado di emozionare dal primo all'ultimo istante. La recensione è stata realizzata con una copia gratuita fornita da SEGA of America.