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Castlevania Dominus Collection: a Konami piace vincere facile | Recensione

Konami vince facile chiudendo la raccolta antologica dei Castlevania bidimensionali, con il terzetto di capitoli più importanti dopo Symhony of the night

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a cura di Andrea Maiellano

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C’è stato un periodo in cui, per quanto le console casalinghe dominassero il mercato grazie a una serie di produzioni tripla A di indubbio livello, il mercato delle console portatile stava viviendo un periodo davvero florido e ricco di titoli incredibilmente meritevoli di essere giocati. 

Stiamo parlandovi dell’epoca in cui PSP e Nintendo DS si contendevano il dominio sul mercato delle portatili. Sony, lo sappiamo tutti, si conquistò uno spazio importante in quel settore grazie a una serie di produzioni esclusive che riuscivano a offrire un’esperienza molto simile a quella casalinga in totale mobilità; Nintendo, invece, oltre alle immancabili esclusive di spessore, aprì letteralmente le porte a tutte quelle serie che non riuscivano a sfondare sulle console casalinghe, ma che in virtù di una serie di intuizioni brillanti, e dei limiti dettati dall’hardware di nintendo DS, poterono risorgere sulla portatile del colosso di Kyoto.

Castlevania fu una di queste serie, che grazie alla enorme fanbase ottenuta dal mastodontico Symphony of the night, proseguì a realizzare degli ottimi metroidvania prima su Game Boy Advance e in seguito, su Nintendo DS.

La trilogia uscita sulla console a doppio schermo del Colosso di Kyoto, fu quella più apprezzata, vuoi per la qualità dei titoli rilasciati, vuoi per le loro diversità, vuoi per le splendide intuizioni di game design, al punto che per anni, questo terzetto di titoli, divenne molto ricercato fra gli appassionati di retro-gaming, vista l’assoluta qualità di queste produzioni.

Al momento la Dominus Collection è disponibile solo in digitale, ma sarà a breve preordinabile su Limited Run Games in formato fisico.

Non stupisce quindi che Konami, che oramai ha capito che per vincere facile gli basta riproporre delle raccolte antologiche delle sue produzioni più celebri del passato, abbia deciso di concludere quella lunga raccolta antologica dei capitoli bidimensionali di Castlevania, rilasciando in formula unica: Dawn of Sorrow del 2005, Portrait of Ruin del 2006 e Order of Ecclesia del 2008, in una compilation chiamata, Dominus Collection.

All’interno di questa raccolta, come da tradizione, sono presenti le versioni giapponesi e occidentali dei tre titoli, oltre a una serie di contenuti extra multimediali (che includono artbook, musiche e la scansione dei vari manuali di istruzioni originali) e Haunted Castle, un titolo della serie che si era perso nei meandri del tempo e che, pur rivelandosi il punto più debole dell’intera raccolta (anche al netto della sua versione rivisitata), ha senso che sia presente solamente per puro completismo.

Alcuni cenni storici

Per chi non ne avesse mai sentito parlare, il terzetto di titoli presenti nella Castlevania Dominus Collection proseguono quel twist narrativo iniziato con symphony of the night, spostando il focus dalla famiglia Belmont, ad altri personaggi. Dawn of Sorrow segue gli eventi di Aria of Sorrow (uscito per Game Boy Advance) e riprende il personaggio di Soma Cruz, il quale scopre di essere la reincarnazione di Dracula al termine del capitolo precedente.

Dawn of Sorrow, ambientato nel 2036, porta Soma a combattere contro la sacerdotessa Celia Fortner, che tenta di riportare in vita Dracula proprio attraverso il giovane. Il gioco offre finali multipli e rappresentò il primo tentativo di rinnovare la serie, introducendo elementi futuristici che si distanziavano dalle tradizionali atmosfere gotiche della saga.

Portrait of Ruin, invece, si svolge durante la Seconda Guerra Mondiale, nel 1944, con protagonisti Jonathan Morris e Charlotte Aulin. Il gioco presentava, nuovamente, una struttura innovativa: il castello di Dracula ospitava una serie di dipinti che permettevano di trasportare i protagonisti in luoghi completamente inediti per la serie,aggiungendo una notevole varietà al game design. I giocatori, inoltre, potevano controllare sia Jonathan, esperto nel combattimento all’arma bianca, sia Charlotte, specializzata in magie, combinando le loro abilità sia per risolvere enigmi che per affrontare i nemici.

La particolarità di Portrait of Ruin risiedeva proprio nella dinamica tra i due personaggi, capace di introdurre un elemento strategico aggiuntivo sia nelle fasi di esplorazione che nei combattimenti, offrendo un'esperienza più variegata rispetto ai capitoli precedenti.

Order of Ecclesia, infine, rappresentò il culmine di tutto ciò che fu realizzato con i capitoli precedenti, mescolando tradiione, innovazione e una sfida decisamente  notevole, tanto nel 2008 quanto oggi. Il gioco è famoso per la sua protagonista, Shanoa, una figura forte e indipendente, scelta come portatrice del Dominus, un potente glifo magico contenente i poteri di Dracula. Tuttavia, i frammenti del Dominus vengono rubati da Albus prima che Shanoa possa assorbirli, offrendo il classico leit motiv che permetterà alla protagonista di diventare, via via, più forte nel corso dell’avventura.

In Order of Ecclesia, i glifi sono centrali non solo per il combattimento, ma anche per l'esplorazione tipica del genere metroidvania, consentendo a Shanoa di acquisire abilità utili per attraversare i vari livelli. 

Anche a distanza di anni, rigiocare i titoli Dawn of Sorrow, Portrait of Ruin e Order of Ecclesia ci ha offerto un'esperienza di primissima qualità che ci ha dimostrato, ancora una volta, come alcune produzioni riescano a superare indenni il passare del tempo. 

Ogni capitolo si è distinto per i suoi elementi unici, offrendoci un trittico di produzioni che, anche se giocato a stretto giro di boa, non ci ha mai tediato, né stufato.

Giocatelo su Nintendo Switch

Al netto dell’essere obbligati a gestire più schermi contemporaneamente (aspetto di cui vi parleremo nel prossimo paragrafo) nintendo Switch risulta essere la piattaforma migliore dove giocare a Castlevania Dominus Collection.

Il motivo è semplice: la possibilità di mantenere inalterate alcune peuliarità dei giochi originali, realizzate grazie al secondo schermo touch presente su Nintendo DS.

In modalità portatile, difatti, su Nintendo Switch si potranno sfruttare i controlli touch per disegnare glifi, spostare personaggi e compiere diverse azioni. In modalità dock, così come sulle altre piattaforme, per fare lo stesso si dovrà premere il grilletto destro prima di muovere lo stick per gestire un cursore a schermo.

Sebbene non sia possibile ricreare fedelmente l'esperienza offerta dal DS, lo studio giapponese M2 ha svolto un ottimo lavoro nel cercare di preservare il più possibile il game design della trilogia originale.

Una riedizione rispettosa

Seguendo la linea solcata con le due raccolte precedenti, Konami ha voluto offrire ai fan una raccolta di contenuti extra che garantissero ai fan di avere fra le mani un’antologia completa.

Artwork inediti, scansioni dei libretti delle istruzioni, musiche, versioni giapponesi dei titoli e un capitolo per molti inedito.

Ovviamente ritornano la funzione per riavvolgere il tempo, particolarmente utile in Order Of Ecclesia vista la sua complessità, e la possibilità di salvare in qualsiasi momento la partita. Siamo sicuri che entrambe queste funzioni faranno, nuovamente, storcere il naso ai puristi, visto che rendono molto più accessibili i titoli ai giocatori meno avvezzi alla serie.

Dal punto di vista artistico, i tre giochi per sono stati rielaborati in modo elegante e non invasivo. Le loro colonne sonore si confermano tra le migliori dell'intera saga, ma è indubbio che le scelte obbligate per gestire gli schermi multipli del DS, per quanto siano sapientemente realizzate, risultano comunque un grosso compromesso.

Gli sviluppatori, difatti, hanno deciso di dividere di default lo schermo in due, mettendo nella metà sinistra il gioco e nella metà destra due finestre sovrapposte che permettano di gestire tutte le funzioni offerte dallo schermo touch.

Per offrire un’esperienza il più possibile versatile, hanno anche permesso di sistemare questi schermi in maniere differenti ma tutte le configurazioni presenti, risultano comunque un compromesso che, per quanto sia comprensibile fosse inevitabile, potrebbe non rendere godibilissima l’esperienza ai giocatori più schizzinosi.

Voto Recensione di Castlevania Dominus Collection


8.5

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • I tre migliori Castlevania dopo symphony of the night

  • Ben diversificati fra loro e ricchi di ottime scelte di game design

  • Ottima riedizione, svolta con amore e rispetto

Contro

  • La gestione di più schermi ha portato a degli evidenti compromessi

Commento

Se siete fan del genere metroidvania, e amate la pixel art di qualità, non ci sono motivi per cui non dovreste giocare la Castlevania Dominus Collection. Al netto dei compromessi derivati dal dover gestire più schermi in un’unica finestra, il lavoro svolto da M2 è rispettoso del materiale originale e, allo stesso tempo, capace di elevarne ogni qualità intrinseca. Si tratta, a mani basse, dei tre capitoli in due dimensioni più belli, e importanti, post symphony of the night, motivo per il quale non crediamo serva dire altro per enunciarvene l’estrema qualità.
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