Titolo Gioco
Con questo Beat 'Em Up Bundle, Capcom assembla un delizioso pacchetto di beat 'em up provenienti direttamente dall'epoca d'oro degli arcade che non mancherà di interessare sia gli appassionati che nostalgici del genere. Per "soli" 20€, possiamo portare quindi a casa (e nel caso siate possessori di console Nintendo, date le possibilità della Switch, un po' ovunque) ben 7 beat 'em up, fra cui due titoli mai rilasciati prima per console.
Di seguito l'elenco completo di data di uscita originale e piccola sinossi di ogni videogioco contenuto nel bundle:
- Final Fight: Storico arcade datato 1989, sequel del primo dimenticato Street Fighter. Il giocatore si troverà nei panni di 3 personaggi intenti a picchiare delinquenti per salvare la figlia del presidente. Probabilmente, Final Fight è anche l'unico fra i 7 ad essere familiare ad un pubblico occidentale ed europeo.
- Captain Commando: Arcade del 1991, ambientato nel 2026, ci vedrà nei panni di un soldato, un ninja, un bebé e una mummia, armati di armi bislacche contro intere orde di mutanti e alieni.
- Knights of the Round: Sempre del 1991, questa volta l'ambientazione medievale/fantasy ci porta a giocare nei panni dei cavalieri della tavola rotonda: Artù, Lancillotto e Perceval. Lo scopo è sconfiggere il re malvagio Garibaldi e unire l'inghilterra.
- The King of Dragons: Probabilmente uno dei titoli migliori nel bundle. Pubblicato nel 1991, il gioco unisce il classico gameplay dei beat 'em up con componenti RPG come equipaggiamento e livelli; anticipando di fatto quello che sarà poi "Dungeons & Dragons: Tower of Doom".
- Warriors of Fate: Pubblicato nel 1992, ci vede per la prima volta a combattere contro 9 generali della Cina del III secolo.
- Armored Warriors: Pubblicato originariamente nel 1994 e rilasciato per la prima volta su console, è un beat 'em up futuristico in cui grosse armature meccaniche si combattono all'ultimo sangue. La caratteristica più interessante del gioco è la possibilità di espandere il proprio Mech con pezzi strappati dai nemici (o altri giocatori) ed effettuare attacchi combinati.
- Battle Circuit: Arcade del 1997, anche lui per la prima volta su console. Altro beat 'em up futuristico, ma più stravagante, soprattutto a causa di una trama indubbiamente arzigogolata (tenete conto che uno dei personaggi giocabili è uno struzzo rosa senziente).
Il Capcom Beat'em Up Bundle offre quindi una buona varietà di titoli. Il port per switch di titoli arcade è ben fatto e funzionale; la possibilità di giocare con un singolo joycon offre la possibilità di lanciarsi in co-op locali al volo, senza ingombri, anche fuori casa e in viaggio. Inoltre, viene aggiunta la possibilità di giocare online, scelta necessaria per un genere che perde molto se giocato in solitaria.
Una collezione bella, ma pigra
Se il gioco si farà sicuramente notare da nostalgici ed estimatori del genere, bisogna però notare il poco sforzo da parte di Capcom nel riproporre questi titoli ad un pubblico moderno e più eterogeneo. I giochi sono messi insieme in modo preciso ma minimale: offrono l'esperienza "originale" e poco altro.
A differenza del fantastico lavoro fatto con Dungeon & Dragons: Chronicles of Mystara, nel gioco non c'è nessun tentativo di espandere ed arricchire l'esperienza di gioco. Non ci sono sfide extra, classifiche generali, statistiche, non ci sono contenuti aggiuntivi sbloccabili come artwork e musiche. Anche la componente online si limita solamente a mettere in contatto due giocatori remoti, senza andare oltre.
Manca quindi qualcosa che amalgami 7 giochi in una parvenza di esperienza omogenea e qualcosa che tenga interessato un giocatore che non ha la possibilità di giocare nella sola modalità che esalta il genere: la cooperazione locale. Senza questi elementi, e senza un "compagno di giochi", il prodotto rischia di perdere rapidamente interesse e finire in fondo allo scaffale digitale.
Infine, più che un problema, non si può fare a meno di notare la delusione per l'assenza di giochi più popolari e qualitativamente migliori come Alien vs. Predator e The Punisher. Indubbiamente la questione onerosità delle licenze ha spinto il publisher a dover optare per prodotti di fascia più bassa, almeno come livello di fama. Capcom è probabilmente incolpevole quindi, ma rimane l'amaro di una mancanza che avrebbero dato maggior valore e rappresentatività ad una collezione di beat 'em up Capcom.