Call of Duty Black Ops Cold War | Recensione

Call of Duty Black Ops Cold War torna alle origini. Treyarch e Raven Software confezionano un gioco solido che promette di essere supportato nel tempo.

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a cura di Martina Fargnoli

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Black Ops è sempre stata una serie di sperimentazioni all'interno del franchise di Call of Duty e Call of Duty Black Ops Cold War non fa eccezione. Dopo 10 anni da quel primo capitolo che si è divertito a entrarci nella testa con i suoi numeri, Activision rende disponibile sulle principali piattaforme - console di precedente generazione, Next Gen e PC - il suo seguito diretto Cold War. Questa nuova iterazione di Call of Duty fa tesoro di ogni precedente lavoro di Treyarch, lo assimila e si radica profondamente in quel filone evolutivo inaugurato ai tempi da Black Ops II. Cold War è la somma di ciò che ha reso grande questa sottoserie, anche se in alcuni frangenti, è venuto meno il coraggio di credere fino in fondo nelle sue idee. La formula è quella ormai rodata che comprende la tripletta campagna, multiplayer e zombi e, come di consueto, è un'uscita annuale che non perde la sua identità di sparatutto frenetico con una chiara vocazione multigiocatore, nonostante le molteplici attenzioni rivolte alla campagna a giocatore singolo.

Proprio nella campagna single-player ritroviamo tutti gli ingredienti che ci erano stati negati in Black Ops 4 a causa dell'assenza di una narrazione più strutturata: paranoia crescente amplificata dal periodo storico della Guerra Fredda, tanta rocambolesca azione e qualche colpo di scena funzionale anche se meno imprevedibile rispetto alla trama del passato. Black Ops Cold War non considera la campagna un qualcosa di accessorio prima di gettarsi nella mischia competitiva e non dovrebbero nemmeno i giocatori. Raven Software è stata magistrale nel cogliere l'essenza di Black Ops e al tempo stesso dare il suo personale contributo aggiungendo varietà al classico canovaccio di missioni in cui l'imperativo è fare fuoco dall'inizio alla fine. Nel corso delle 5-6 ore necessarie a completare il gioco una prima volta, si passa dagli inseguimenti al cardiopalma sui tetti di Amsterdam allo spionaggio meticoloso e attento nella Berlino Est, dagli impetuosi bombardamenti e sventagliate di mitragliatrice nella Guerra del Vietnam allo stealth più ragionato da agente doppiogiochista nel Palazzo della Lubjanka, quartier generale del KGB.

Finali multipli e scelte di dialogo si intrecciano per modellare un racconto nel quale si è parte attiva, perché questa volta non siamo solo uno dei tanti soldati già scritti in un certo modo ma avremo modo di definire alcuni tratti del nostro avatar. Potremo scegliere nome, genere – è presente un’opzione non binaria -, agenzia di appartenenza che definisce un piccolo background e un profilo psicologico. Queste ultime caratteristiche sono assimilabili ad abilità che conferiscono fino a un massimo di due bonus. Scegliere, ad esempio, il tratto “senza paura” diminuisce i danni esplosivi subiti e dà un aiuto nelle fasi più concitate o nelle difficoltà più elevate dove pochi colpi possono buttarci a terra. L’intelligenza artificiale, tuttavia, non brilla certo per acume né nelle fasi più classiche, né in quelle furtive. È però nel momento in cui l’azione rallenta e teniamo la mano lontana dal grilletto che si può apprezzare di più il contesto che è stato ordito. È quando siamo davanti alla bacheca degli indizi e abbiamo modo di leggere tutte le informazioni sbloccate, o decifrare i segni risolvendo piccoli puzzle, che ci sentiamo come agenti coinvolti in prima persona in una fitta rete di operazioni di spionaggio e controspionaggio.

A un occhio attento non sembrerà nulla di nuovo: già in Black Ops 3 avevamo un hub all’interno del quale prepararci tra una missione e l’altra, mentre nel più recente WWII era possibile intraprendere una missione di infiltrazione fingendoci un collaboratore nazista e dovendo risultare evasivi senza farsi individuare a commettere azioni sospette. Black Ops Cold War riesce però a far sembrare tutto molto più coeso, come parti naturali di un gameplay più sfaccettato. Agli stessi collezionabili viene data una dimensione diversa e vengono inseriti tra gli obiettivi secondari delle missioni o assegnati alle scelte fatte durante la campagna. Anche solo offrire come ricompense dei biglietti da visita per il multigiocatore contribuisce a rafforzare il legame che unisce ognuna delle tre modalità chiave di CoD e può fornire uno stimolo in più a chi ama collezionare tutto. La profondità che ci si deve aspettare dalle conseguenze delle nostre azioni non è certamente quella di un gioco di ruolo e rientra nei canoni di un finale A e un finale B con varianti. Le scelte che avranno un impatto davvero significativo sono principalmente le due che riscrivono gli eventi conclusivi, ma è il come si arriva a quella decisione che lascia il segno anche sulla nostra psiche come da tradizione Black Ops.

A oggi Black Ops 2 rimane forse l’esperimento narrativo più audace della serie ma Black Ops Cold War si guadagna un posto d’onore tra le migliori campagne di Call of Duty per ritmo, azione e varietà. Il doppiaggio in italiano, poi, si conferma sempre di ottima fattura per farci immergere a pieno nel racconto così come i modelli poligonali dei personaggi chiave. La durata ridotta rispetto ad altre campagne purtroppo non permette alla trama di fare ampi respiri risultando un po’ affrettata proprio nell’avvicinarsi ai momenti finali, tuttavia l’aspetto più sottotono riguarda le due missioni secondarie opzionali. Se da una parte premiamo tutta la fase preparatoria che ci fa scrutinare indizi e risolvere casi, la parte giocata è davvero poco ispirata e si percepisce chiaramente che si tratta di un contenuto extra che si ricollega poi al resto soltanto per un accenno nella cutscene finale prima che scorrano i titoli di coda. Per tutta la durata della campagna non ci siamo mai affaticati né abbiamo sentito il bisogno di posare il pad annoiati; tutte le ore di gioco sono corse in spensieratezza sostenute dalla colorata colonna sonora anni 80 e dall’umorismo di Frank Woods.

Multigiocatore tra passato e novità

Black Ops non è Modern Warfare: lo puntualizza nella campagna e lo ribadisce nella componente multigiocatore. L'influenza e il successo del titolo di Infinity Ward si fanno sentire su parte della struttura ludica come Warzone e nella personalizzazione delle bocche da fuoco, ma Black Ops Cold War non sposa quella ricerca di tattica e realismo che ha portato lo scorso anno all'introduzione di un time to kill relativamente basso e a diverse possibilità per rallentare ancora di più l’azione fissando l’arma su superfici o inclinandola per sbirciare dagli angoli. I camper continueranno a infestare le lobby, ma lo stile run & gun e una maggiore sfrontatezza non vengono penalizzati. Il TTK è un po' più alto ma comunque al di sotto di Black Ops 4. Il feeling più arcade del gunplay incontrerà sicuramente il favore di tutti coloro che non si sono lasciati convincere da Modern Warfare, viceversa gli appassionati della guerra moderna di Infinity Ward potrebbero considerare Black Ops più carente nel restituire una sensazione di sparo più fedele alla controparte reale. Animazioni e sonoro sono un gradino sotto al lavoro di Infinity Ward pur notandosi nel complesso passi avanti e una maggiore rifinitura rispetto alla beta. Visto che entrambi i giochi condividono la modalità Battle Royale, è sensato che Black Ops diversifichi la sua offerta rispetto al predecessore. C'è un Call of Duty perfetto per entrambe le fasce di giocatori a seconda dello stile di gioco personale e delle preferenze.

Probabilmente complici i problemi di sviluppo e la pandemia da Covid-19, l'offerta multiplayer al lancio non spicca per numerosità di contenuti, si mantiene comunque molto solida nella sua proposta con un mix di modalità ormai classiche e presenti in ogni Call of Duty e nuove modalità che guardano più al gioco di squadra e incentivano la partecipazione di team già formati che possono comunicare tra loro. Al momento le vere grandi novità sono le stesse introdotte nella beta con alcuni aggiustamenti in vista del lancio. Ritroviamo Scorta Vip, Bomba Sporca Team d'Assalto e Moshpit Armi Combinate con le varianti Dominio e Assalto. Nuovi contenuti sono previsti nel corso di novembre con l’arrivo di Nuketown '84 e a dicembre, con il lancio della prima stagione di gioco che andrà a interessare sia Zombi che Warzone e il multiplayer classico con il ritorno di Gunfight 2vs2 e la promessa di nuove mappe e modalità.

Di mappe non ne abbiamo trovate di veramente sorprendenti a parte la particolare Armada che si sviluppa nell’Oceano Nord Atlantico tra navi con molti punti per il cecchinaggio, soprattutto nella sua versione 12vs12, mentre qualche spunto interessante si può trovare in Satellite dove ci si divide tra colpi dalla distanza tra le dune sabbiose e combattimenti ravvicinati nelle grotte e gli angusti passaggi. Il design a tre corsie è generalmente più pulito e facile da leggere rispetto alle mappe di Modern Warfare la cui presenza di molti edifici con finestre, angoli ciechi e una strutturazione articolata su più livelli aveva creato qualche problema ai giocatori e favorito un approccio statico. Flank e aggiramento dei soggetti più statistici sono tutte vie percorribili senza svantaggi nel nuovo Black Ops Cold War anche in mappe medio-piccole come Garrison dove è possibile letteralmente passare sotto ai nemici per colpirli con effetto sorpresa alle spalle. In alcune situazioni si crea maggiore confusione come in Miami, Cartel e Checkmate dove zone in ombra non rendono immediata l’identificazione del nemico. Abbiamo trovato incoraggiante la varietà di approccio che la stragrande maggioranza delle mappe offre, anche se cecchini e mitragliette sono al momento tra le armi più utilizzate. Siamo agli inizi quindi è lecito aspettarsi qualche intervento di bilanciamento.

L’aggiunta di un sistema di Serie di punti, che premia soprattutto le azioni vicine agli obiettivi e la conquista o difesa degli stessi, contribuisce a incentivare la mobilità dei giocatori. Nel complesso, per quella che è stata la nostra esperienza, ci è sembrato un sistema bilanciato grazie al cooldown che ne previene l’uso indiscriminato. Permette anche ai giocatori con i riflessi meno scattanti di fare la propria parte in modo costruttivo soprattutto nelle modalità orientate al gioco in team dove un aiuto concreto arriva anche dal sistema di ping per contrassegnare obiettivi e nemici. Senza una buona coordinazione risulta infatti molto difficile ottenere buoni risultati in modalità come Assalto Armi Combinate e Bomba sporca, due delle nuove aggiunte che più ci hanno convinti del pacchetto confezionato da Treyarch. Assalto ricorda per alcuni versi il multigiocatore di World at War. Al posto di una bandiera dovremo conquistare una zona indicata sulla mappa sbloccando la successiva solo dopo aver fatto nostro l’obiettivo. Sono presenti anche 2 meccaniche che influenzano la cattura: l’Impeto, che dà un bonus velocità nella cattura e la numerosità dei giocatori presenti nella zona che permette di avviare la cattura solo se il numero dei giocatori è superiore a quello delle forze nemiche schierate nell’area. Se non vengono presi tutti i punti di cattura si passa supplementari in cui le due squadre si contendono un’unica zona per assicurarsi la vittoria.

Bomba sporca è la più originale delle nuove modalità anche se non si può fare a meno di notare una certa somiglianza con le dinamiche da battle royale e ciò potrebbe essere un vantaggio per chi vuole provare qualcosa di diverso e meno dispersivo rispetto a Warzone. Quaranta giocatori vengono suddivisi in team da quattro e per ottenere la vittoria dovranno raccogliere scorte d'uranio e far detonare le bombe. L’uranio si ottiene uccidendo i giocatori avversari o depredando le casse presenti sulla mappa, ma gli effetti radioattivi portano con sé tutta una serie di svantaggi: si inizia con la rimozione dei perk, la riduzione della rigenerazione della salute e si arriva fino ai danni nel tempo. Si va a creare una situazione interessante in cui la copertura da parte dei compagni è fondamentale. Una volta che tutte le bombe sporche sono state fatte esplodere, ne vengono generate altre 5 per mettere sempre in moto i giocatori. Rispetto alle altre modalità è quella dove un approccio più tattico e uno stile di gioco più vicino a Modern Warfare finiscono per coincidere.

Black Ops Cold War supporta il cross-play totale e generazionale, ciò significa che è possibile giocare su tutte le piattaforme e generazioni su cui il gioco è stato lanciato: PS5, PS4, Xbox One, Xbox Series X / S e PC. Ciò, unito ai futuri update, dovrebbe garantire lunga vita al multiplayer nonostante i contenuti al lancio siano un po’ esigui. La progressione condivisa poi con la modalità Zombi permette di fruire di un’esperienza completa che consente di avanzare tra una modalità e l’altra senza grandi barriere. È ormai da anni che la modalità cooperativa occupa un posto di rilievo nella serie Black Ops e Treyarch ha voluto rivederla senza stravolgerla.

Zombi per tutti in Cold War

C'è solo una mappa al lancio, Die Maschine, ma contiene molti segreti da scoprire come da tradizione. Tutto ciò che è familiare e ci si aspetterebbe da Zombi è presente in questa nuova edizione che dà anche il via a una nuova storia Etere Oscuro. Mystery Box, Pack-a-Punch, acquisti da parete e puzzle da risolvere costituiscono la base dell’esperienza che Treyarch ha voluto arricchire e semplificare per accogliere anche i nuovi giocatori. Ora ci si schiera con i propri equipaggiamenti. Sappiamo che i puristi potrebbero non vedere di buon occhio questa cosa, del resto i primi round con pistola e coltello erano costruiti così per una questione strategica ma non crediamo che snaturi l’esperienza. Si tratta pur sempre di un gioco cooperativo a ondate dove gli zombi si fanno più temibili nel proseguire dell’avventura. La mappa, anche se una, si presenta ben congegnata ed è impreziosita da indicazioni visive che guidano nella navigazione.

Se nei capitoli precedenti avete saltato questa modalità perché troppo confusionaria o difficile da apprendere senza un gruppo di amici, questa è l’edizione giusta per voi. È molto più semplice iniziare e apprendere il funzionamento dei round uno dopo l’altro. A partire dalla fine del round 10 e ogni cinque round successivi è stata inserita anche la possibilità di chiamare una esfiltrazione se vedete che le cose si mettono male, non sarà comunque una passeggiata portare a casa le ricompense. I veterani non devono preoccuparsi perché il livello di sfida è crescente, inoltre c’è tutto un sistema di upgrade al quale dedicarsi per approfondire le meccaniche e potenziare in modo permanente potenziamenti da campo pensati specificatamente per Zombi, mod munizioni e classi di armi. Le armi sono inoltre disponibili in cinque livelli di rarità e ogni livello aumenta il danno causato e determina il numero di accessori casuali.

Oltre alla modalità Zombi più tradizionale c’è un nuovo Dead Ops Arcade, divertente e sopra le righe come atteso. Se avete altri tre amici con cui giocarci è un ottimo passatempo per fare una pausa dagli orrori del bunker o ricaricare le pile dopo una sessione di multiplayer. Del tutto trascurabile è la modalità Carneficina, esclusiva PS5 e PS4 per un anno. Lo scopo è mantenere la posizione indicata da un globo di energia massacrando tutti gli zombi che tenteranno di avvicinarsi. La sfera di energia non è fissa ma si sposta costringendoci a muoverci con lei. Le mappe utilizzate e che si possono giocare fino a un massimo di 2 giocatori sono le stesse del multigiocatore. Insomma, I giocatori Xbox e PC non si perdono molto.

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