Cadence of Hyrule fu il classico “fulmine a ciel sereno” che scosse il pubblico del Nintendo Direct, dedicato agli indie games, trasmesso lo scorso 20 Marzo. Per quanto Crypt of the NecroDancer fu un vero e proprio fenomeno del panorama indipendente grazie al suo gameplay decisamente peculiare unito a un concept talmente assurdo da risultare innovativo, immaginarsi un cross-over fra l’Action-Rythm Game di Ryan Clark e il fiabesco universo di Hyrule potrebbe far pensare immediatamente a un potenziale “disastro annunciato” e invece, una volta ritrovatisi a danzare nelle lande di Hyrule, la nuova produzione di Brace Yourself Games si rileva a mani basse come il milgior spin-off di The Legend Of Zelda realizzato fino a ora, seppur questo appellativo possa addirittura sminuire l’operato dello studio di sviluppo canadese.
Apriamo Le Danze
Il canovaccio di qualsivoglia titolo di The Legend Of Zelda non si è mai rivelato pregno di contenuti o costellato da una narrativa complessa e in Cadence of Hyrule questo dogma viene seguito fedelmente. Il malvagio Octavo, utilizzando il suo Liuto Dorato, ha fatto sprofondare Link e Zelda in un sonno eterno. Con i due eroi avvolti dal torpore del soporifero incantesimo il malvagio orchestrante ha conquistato il regno di Hyrule conquistandone il castello. Cadence, giunta misteriosamente nel regno di Zelda, riuscirà a risvegliarli dall’incantesimo permettendogli di intraprendere il loro viaggio alla ricerca dei quattro strumenti magici, protetti dagli altrettanti campioni di Octavio, che permettano di rompere il sigillo che impedisce l’accesso al castello di Hyrule per poter fronteggiare, finalmente, il malvagio suonatore.
Superato il breve tutorial che ci mostrerà le modifiche apportate al gameplay del precedente Crypt of the NecroDancer, Cadence of Hyrule ci offrirà la possibilità di scegliere con quale personaggio intraprendere la nostra avventura fra Link e Zelda. Entrambi i protagonisti, difatti, seguiranno una storyline personale, con alcune varianti nei percorsi, negli strumenti con cui inizieranno l’avventura e, ovviamente, nella narrativa. Non si tratta di variazioni in grado di rivoluzionare l’intera esperienza di gioco ma risulta sicuramente una piacevole aggiunta per estendere la longevità del titolo offrendo due diversi punti d’inizio con cui poter affrontare l’avventura. Il ruolo di Cadence, la protagonista del titolo originale, risulta invece caratterizzato in maniera differente e viene sfruttato più come una sorta di comprimario che seguirà e supporterà i nostri eroi nella loro avventura o che potrà essere direttamente controllata da un eventuale secondo giocatore.
Cadence of Hyrule
Prima di addentrarci nelle analisi delle motivazioni per le quali Cadence of Hyrule non è un semplice re-skin di Crypt of the NecroDancer è necessario conoscere le peculiari meccaniche del suo predecessore. Il titolo originale è un Action-Rythm Game, con visuale isometrica, basato su meccaniche Rogue Like. Il colpo di genio della precedente produzione di Brace Yourself Games, risiede nel suo gameplay che richiede di muovere la protagonista Cadence a tempo con la musica in un’ipotetica scacchiera virtuale, rappresentata da un pavimento illuminato da luce stroboscopica, per farle compiere la totalità delle azioni. Una barra posta in fondo allo schermo si erge come metronomo atto a indicare il beat in maniera visiva al giocatore e dall’attaccare gli avversari, al subire danni, allo scavare nelle profondità dei dungeon tutto deve essere eseguito con il giusto ritmo se si vuole evitare di rimanere bloccati per un paio di battute inermi alle offensive degli avversari.
Cadence of Hyrule riprende lo stesso concept ma lo ammorbidisce delle sue severità e lo rende maggiormente fruibile dalla totalità dei giocatori. Link e Zelda dovranno muoversi sempre a tempo di musica ma una volta eliminati tutti gli avversari presenti sullo schermo, la musica si attenuerà e potremmo muovere i nostri eroi liberamente per garantire la giusta enfasi al lato esplorativo da sempre marchio di fabbrica della serie. L’elemento randomico, che in Crypt of the Necrodancer generava i dungeon in maniera casuale dopo ogni morte del giocatore, è stato ripensato completamente lasciando la mappa di Hyrule, riproposta come nei gloriosi titoli a 16 bit, invariata a seguito di una morte da parte del giocatore, confinando l’elemento di causalità solamente alle profondità dei dungeon.
La penalità che in Crypt of the Necrodancer vi faceva perdere ogni oggetto acquisito a seguito di una morte è stata, infine, anch’essa ridimensionata permettendo al giocatore di salvare alcune componenti dell’inventario, quali scudo, spada, portacuori acquisiti e diamanti, riducendo notevolmente l’elemento arcade presente nel gioco originale e favorendo un approccio maggiormente “Trial And Error” votato all’esplorazione e al potenziamento del proprio personaggio per poter proseguire con maggior sicurezza all’interno di Hyrule. Seppur queste modifiche non abbiano minimamente intaccato la difficoltà dell’esperienza originale, Cadence of Hyrule si presenta maggiormente come un titolo a se stante, rispetto a un diretto successore spirituale di Crypt Of The Necrodancer, riuscendo nell’arduo compito di amalgamare perfettamente due mondi così diversi ottenendo un risultato sorprendentemente divertente, innovativo e in grado di generare un'immediata dipendenza.
La Scelta Al Popolo
Cadence of Hyrule, come analizzavamo poc’anzi, ha una sua identità ben precisa ma Brace Yourself Games ha voluto adornare la sua nuova creatura di una quantità davvero notevole di personalizzazioni per poter permettere al giocatore di scegliere la propria esperienza di gioco. Nel menù delle impostazioni, infatti, sarà possibile in qualsiasi momento eliminare l’obbligo di seguire il tempo, trasformando il gioco in un action game, dalle meccaniche “Rogue Like”, in grado di trasmettere le stesse atmosfere dei classici titoli di Zelda con visuale isometrica.
Alla stessa maniera è possibile attivare una modalità “NecroDancer” che istantaneamente abilità tutte le peculiarità che hanno reso celebre l’indie del 2015 implementando la “PermaDeath”, l’impossibilità di muoversi senza seguire il beat anche quando i nemici a schermo sono stati eliminati e incrementando notevolmente il livello di difficoltà. Una pletora di personalizzazioni minori, quasi tutte incentrate sul comparto grafico, due storyline differenziate e una riuscitissima modalità multigiocatore, dove si potrà controllare direttamente Cadence e uno dei due storici eroi di Hyrule, vanno a completare un pacchetto che, seppur non brilli per l’enorme longevità dell’avventura principale, offre parecchie modalità alternative interessanti e in grado di estendere il fattore rigiocabilità di Cadence Of Hyrule.
Piccolo Mondo Antico
Il comparto artistico di Cadence of Hyrule è indubbiamente l’elemento più stupefacente della nuova produzione di Brace Yourself Games e in grado di mostrare quanto gli sviluppatori abbiano voluto ringraziare “virtualmente” Nintendo per la possibilità offertagli nell’utilizzare una saga così importante per il colosso di Kyoto. Tutto in Cadence of Hyrule sembra sviluppato da uno studio minore della stessa Nintendo, gli sprite dei personaggi sono incredibilmente fedeli alle controparti viste su Game Boy Advance così come le ambientazioni riescono a offrire un colpo d’occhio che riporta immediatamente alla mente quel capolavoro del passato di A Link To The Past.
La Hyrule di Ryan Clark e ricolma di fan service, richiami alle produzioni precedenti della storica saga e citazioni di ogni sorta il tutto rivisitato secondo lo stile artistico dello studio di sviluppo canadese. Dai Bokoblin fino ai Lynel i celebri antagonisti di Link sono tutti presenti in una veste maggiormente caricaturale ma in grado di mantenerne la caratterizzazione originale. Dalle iconiche razze che popolano Hyrule, alle ambientazioni più iconiche, quali il celebre castello, fino ai semplici menù dedicati all’inventario o alla mappa di gioco tutto in Cadence of Hyrule riporta alla mente una produzione di Nintendo senza però mai perdere quella caratterizzazione tipica della produzione di Ryan Clark in grado di non ridurre il gioco a un semplice Spin-Off della serie di The Legend Of Zelda.
La colonna sonora, nuovamente composta da Danny Baranowsky, rivisita in chiave moderna alcuni classici quali Lost Woods, il tema della Death Mountain o il classico Hyrule Overworld restituendo al giocatore, fin dai primi momenti all’interno di Cadence of Hyrule, le stesse sensazioni di una produzione Nintendo. L’intera colonna sonora meriterebbe un’analisi separata per la perizia di dettagli che si può trovare nei suoi arrangiamenti che calzano come un guanto in ogni momento dell’avventura restituendo il giusto feeling incrementando di pathos nei momenti in cui il giocatore riuscirà a muoversi perfettamente a tempo per un lungo periodo, collezionando bonus addizionali, o riducendosi a un flebile sottofondo durante la navigazione dei menù o nelle situazioni meno concitate e più votate all’esplorazione. Cadence of Hyrule, infine, è completamente localizzato in Italiano elemento che non offre più scuse per non provare la splendida produzione di Brace Yourself Games.