Sono passati quasi 15 anni da quando la prima iterazione del celebre Brain Training del Dottor Kawashima giunse sugli schermi del Nintendo DS iniziando a trainare le vendite della console portatile in maniera inaspettata. Dopo circa otto anni dall’ultimo capitolo della serie, risulta quindi sensata la decisione di Nintendo di riproporre l’operato del poligonale neuro-scienziato giapponese, sulla sua nuova gallina dalle uova d’oro, cercando di bissare il successo ottenuto nei primi anni 2000. Brain Training per Nintendo Switch si propone, quindi, come una versione ripensata per fruire delle nuove funzionalità della console ibrida del colosso di Kyoto, proponendo un titolo che si pone a metà strada fra il remake e il sequel diretto non riuscendo, però, a brillare come in passato. I motivi? La semplice evoluzione tecnologica a cui abbiamo assistito negli ultimi quindici anni, unita a qualche scelta stilistica davvero incomprensibile e che andremo ad analizzare in questa breve recensione.
Il fenomeno del Brain Training
Chi vi scrive, nell’ormai lontano 2006, lavorava in un negozio di videogiochi e ancora si ricorda quanti clienti di differenti età, e conoscenza in ambito videoludica, si accalcavano per comprare il “Game Boy con due schermi dove giocare al Sudoku”. Questa ilare terminologia, però, racchiude al suo interno come Nintendo riuscì, ancora una volta, a valicare la labile soglia fra “videogiocattolo” e prodotto per le masse con un software che, alla stregua di Wii Sport o dell’immortale Tetris, riuscì a entrare di peso nell’immaginario collettivo, diventando un must have per grandi e piccini. La formula alla base di Brain Training, nella sua semplicità, è rimasta immutata per tutti questi anni e altro non è che un allenamento quotidiano per il proprio cervello che vada ad aumentare, se seguito con costanza, le capacità di deduzione, concentrazione e ragionamento logico. Il tutto attraverso dei mini giochi interattivi che si asservono degli studi di Ryuta Kawashima in ambito matematico, logico, razionale e mnemonico.
La formula, in termini di puro gameplay, era davvero basilare e si basava sul permettere all’utente di effettuare un allenamento quotidiano, dilazionato in una manciata di minigiochi della durata di pochi minuti, che di giorno in giorno incrementavano la loro complessità, portando il giocatore a poter percepire un miglioramento, reale o illusorio che fosse, nelle sue capacità di ragionamento. La possibilità di giocare anche in forma totalmente ludica, scegliendo liberamente fra i molteplici enigmi presenti nell’opera, regalava quella longevità che riusciva a rendere la proposta offerta da Brain Training un prodotto in grado di catturare moltissime tipologie di utenti, generando un fenomeno di massa che, con l’ascesa degli smartphone qualche anno più tardi, si espanse in tutta quella pletora di applicazioni, gratuite e non, che hanno decretato la fortuna di moltissime software house minori nella scorsa decade.
Il Dottore è pronto a ricevervi
Aprire la confezione con cui viene venduto il Brain Training per Nintendo Switch, è un tuffo al cuore per chiunque abbia vissuto, e spolpato, la serie sul celebre DS. Lo stilo presente nella confezione, difatti, si pone più come una dichiarazione di intenti che come un piacevole bonus in quanto dagli enigmi visuali fino all’immancabile Sudoku, tutto quello che venne proposto nel 2005 lo si ritrova su questa nuova edizione, immutato e ancora perfetto nella sua realizzazione. Vedere il faccione pixellato di Ryuta Kawashima che oggi come allora si prodiga a sciorinarci quotidianamente i nostri risultati, mostrandoci un allineamento via via maggiore della nostra età cerebrale con quella anagrafica, riesce ancora a spronare il giocatore nel riprendere in mano il titolo il giorno seguente per allenarsi per una quindicina di minuti disteso in panciolle sul proprio divano, magari al termine di una giornata sfiancante. Come in passato potrete registrare un vostro profilo personale, nel quale verrà tenuta traccia di tutti i vostri progressi, e attraverso il quale potrete accedere al vostro allenamento quotidiano così come alla pletora di esercizi addizionali dedicati alla memoria a breve termine o atti a stressare il vostro autocontrollo con brevi test per definire la vostra età cerebrale.
All’interno della sezione dedicata alla partita rapida, invece, si possono notare le prime differenze con la formula precedente in quanto il Brain Training del Dottor Kawashima ora offre un ventaglio di minigiochi da poter fruire assieme ad altri giocatori usufruendo delle varie caratteristiche peculiari di Nintendo Switch. E proprio in questo frangente si pone il nostro primo, grande, dubbio in merito alla nuova produzione di Nintendo. Considerando che la formula offerta da Brain Training si sposa perfettamente con la portabilità di Switch, e che la recente uscita di un modello Lite ha chiaramente presentato la volontà di Nintendo di allineare la sua linea produttiva senza abbandonare il settore handheld, perché andare a precludere alcune delle modalità, e dei minigiochi, offerti da Brain Training vincolandoli all’utilizzo di due Joy-Con separati o obbligando a sfruttare i sensori di movimento?
Non fraintendete le nostre parole, la produzione risulta fruibile nella sua quasi totalità anche su Switch Lite, senza precludere in nessuna maniera l’allenamento quotidiano che si pone come la modalità principale di Brain Training, ma l’intero titolo sembra sviluppato utilizzando con il modello principale come piattaforma di riferimento. I momenti in cui lo schermo va posizionato verticalmente trovano la loro forma perfetta, in termini di comodità e naturalezza, nel momento in cui si tiene Nintendo Switch, sprovvista di Joy-Con, in verticale navigando e interagendo utilizzato lo stilo in dotazione. Molti dei minigiochi disponibili si possono sfruttare solamente se si hanno a disposizione due Joy-Con o i numerosi sensori presenti all’interno del modello principale e, in linea di massima, l’esperienza finale su Switch Lite non riesce a restituire la stessa comodità e naturalezza proposta sulla console più completa.
Quale futuro per Kawashima?
Queste preclusioni, seppur minori, potrebbero far “passare oltre” quegli utenti interessati a Brain Training, così come potrebbero raffreddare l’entusiasmo attorno al progetto a causa dei compromessi necessari per può fruire totalmente dell’opera con la console più economica, e portatile, della serie Switch. In aggiunta a questa scelta parzialmente incomprensibile, e probabilmente dettata da uno sviluppo iniziato quando ancora non vi erano riferimenti di un modello completamente portatile della console ibrida, bisogna anche tenere in considerazione il prezzo di listino a cui viene proposto Brain Training su Nintendo Switch. Se quindici anni fa il titolo era l’unico esponente di una tipologia di software pensata per la totalità dell’utenza, oggi con l’espansione del mercato degli smartphone si possono ottenere delle applicazioni simili senza necessitare di una console dedicata e di un software aggiuntivo. Sappiamo benissimo che non siamo di fronte all stessa qualità e cura dei dettagli offerta dalla produzione di Nintendo ma è anche vero che la fetta di mercato principale a cui fa riferimento è quella che nella scorsa decade ha reso il mercato mobile fruttuoso e ricco di software privi di pretese se non quella di intrattenere una decina di minuti l’utente finale.
E una accoglienza tiepida per Brain Training non renderebbe giustizia all’ottimo lavoro svolto da Nintendo che è riuscita a proporre una produzione che ci sentiamo davvero di suggerire a chiunque possieda una Switch e sia alla ricerca di un’esperienza ludica differente. L’ottima cura del dettaglio posta in ciascuno dei minigiochi presenti nel titolo, unita a una profondità contenutistica d’altri tempi, riesce ancora oggi a divertire, e intrattenere, per manciate di minuti, così come per svariate ore. Non tutti i test presenti sono inediti, questo è vero, ma risulta altresì difficile identificare quali siano stati ripescati, e riadattati, per questa nuova iterazione se non si è grandissimi fan della serie. Contenutisticamente, infatti, il Brain Training per Nintendo Switch non deluderà le aspettative, grazie a una scelta di test davvero consistente e che risulta brillante oggi come quindici anni fa.