I disordini che si sono creati sulla questione Blizzard stanno peggiorando giorno dopo giorno. Dopo il ban e l’allontanamento dalle scene eSports di Chung “Blitzchung” Ng Wai, un pro-player di Hearthstone proveniente da Hong Kong che aveva concluso una stream affermando di supportare le proteste contro la polizia locale e il governo di Hong Kong, si moltiplicano le proteste nei confronti di Blizzard.
Nonostante l'arrivo della risposta di BlitzChung e la decisione dello stesso giocatore di accettare la riduzione del ban imposto da Blizzard, le polemiche non sembrano fermarsi e anzi, a poche settimane dalla BlizzCon, sono previste svariate manifestazioni di protesta che vanno ovviamente a discapito dell'azienda stessa.
Il gruppo Fight for the Future ha ufficialmente aperto e annunciato la sua campagna Gamers For Freedom, minacciando di voler mettere in pratica una protesta durante la BlizzCon: "Blizzard e le altre aziende che applicano la censura per mano di un governo autoritario non la passeranno liscia. Non hanno idea del casino che hanno scatenato. Vogliamo che siano d'esempio ed assicurarci che tutte le aziende sappiano che calpestare i diritti umani e la libertà d'espressioni per guadagnare qualche soldo in più non sarà tollerato".
La manifestazione, che solitamente ospita campionati, tornei, gare cosplay ed eventi destinati ai fan, quest'anno potrebbe trasformarsi in una dimostrazione di protesta politica di massa. Prevista l'1 e il 2 novembre, l'attenzione sulla BlizzCon 2019 è altissima, come sono anche altissime le misure di sicurezza che si stanno predisponendo sul caso. Una manifestazione che punta ad unire i videogiocatori di tutto il mondo celebrando il divertimento e l'unione per una passione comune, potrebbe trasformarsi in un feroce scontro di proteste in ambito videoludico.
"Nessun giocatore dovrebbe essere punito per aver espresso le proprie opinioni sulla politica e sui diritti umani", è stato dichiarato. "E nessuna società di gioco dovrebbe mai vietare o penalizzare i giocatori per aver difeso la propria libertà politica. Invitiamo tutti gli sviluppatori di giochi e gli editori a impegnarsi pubblicamente a sostenere i diritti dei loro clienti, dipendenti e tifosi ad esprimere liberamente le loro convinzioni in America, a Hong Kong, in Cina e in tutto il mondo".
Novembre risulta quindi essere più acceso che mai e questa BlizzCon, se così andranno i fatti e non si verserà acqua sul fuoco, potrebbe essere tra le più indimenticabili e violente. L'attenzione e l'allarmismo sono ai massimi livelli.
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