Blasphemous 2 | Recensione - Il Miglior Metroidvania Dell'Anno
The Game Kitchen punta tutto sul suo iconico Penitente, proponendoci uno dei migliori metroidvania disponibili sul mercato
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a cura di Andrea Maiellano
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Sarebbe riduttivo iniziare questa analisi, dicendovi che Blasphemous 2 migliora sotto ogni punto di vista il precedente capitolo. I risultati raggiunto da The Game Kitchen con questo seguito, infatti, sono il risultato degli anni che il team di sviluppo ha speso per migliorare l’episodio precedente, andando a limarne tutte le spigolosità, estenderne i contenuti, migliorarne il comparto grafico e rimpinguarne il comparto narrativo.
Un lungo processo che sta iniziando a divenire la prassi per molteplici produzioni indipendenti o presunte tali. Basta pensare all’oramai celeberrimo Hollow Knight o all’ottimo Dead Cells, entrambi titoli che hanno visto poggiarsi, sulle loro ottime fondamenta, decine e decine di espansioni, migliorie e limature atte a renderle il più vicine possibili alle visioni dei loro creatori.
Per quanto, però, questa tendenza sia lodevole, in quanto mostra la cura che gli sviluppatori riservano alle loro opere e verso i loro giocatori, allo stesso tempo genera delle situazioni a dir poco peculiari, come il tiepido 77 che svetta su Metacritic se cercate Blasphemous e che, a oggi, ha davvero poco da spartire con il reale valore del titolo targato The Game Kitchen.
Al netto di tutto questo, resta indubbio che Blasphemous 2 sia uno dei migliori metroidvania dsisponibili al momento sul mercato, capace di distaccarsi da quella tendenza comune nel voler emulare Hollow Knight e riuscendo, invece, a raccogliere quella pesante eredità lasciata dagli ultimi capitoli bidimensionali di Castlevania (si, proprio quelli che cominciano con Symphony Of The Night e terminano con Order Of Ecclesia) e farla propria.
Perdonami Padre perché ho peccato!
Non vi voglio svelare nulla in merito al comparto narrativo di Blasphemous 2. Vi basti sapere che l’espediente narrativo sfruttato da The Game Kitchen, permette alla serie di rivelarsi potenzialmente infinita e di riuscire a giustificare l’esistenza non solo di questo secondo capitolo ma anche di, eventuali, future iterazioni della serie.
Specificato questo, fin dalle prime fasi di gioco Blasphemous 2 ci tiene a chiarire quanto differisce dal suo predecessore, ponendo il giocatore di fronte alla decisione di quale arma imbracciare, fra le tre messe a disposizione, nelle fasi iniziali dell’avventura.
Una scelta che, in quel preciso momento, potrebbe risultare solamente intrigante ma che acquisisce un valore completamente diverso non appena si termina la breve fase dedicata al tutorial. Ognuna delle tre armi, difatti, permette non solo di definire uno stile di gioco ben preciso (basato su attacchi lenti e pesanti, su offensive bilanciate o su fendenti rapidi ma meno performanti) ma permetterà al Penitente (il protagonista dell’avventura per chi non lo sapesse) di interagire in diverse maniere con l’ambiente di gioco e di poter, quindi, esplorare aree altrimenti inaccessibili.
Fino a qua nulla di rivoluzionario, direte voi, ma basta avviare una nuova partita, e compiere e scegliere un’arma diversa all’inizio del gioco, per realizzare la bontà del level design realizzato dagli sviluppatori. In base alla scelta fatta, l’esperienza muterà considerevolmente e, per quanto la libertà d’esplorazione di questa prima fase dell’avventura risulterà immutata, le possibilità date al giocatore cambieranno sensibilmente.
Provo a spiegarvi meglio questo aspetto senza incappare in spiacevoli anticipazioni. La prima metà della mappa di gioco, pur seguendo quel canone del genere dei metroidvania che richiede di ottenere una data abilità per raggiungere un determinato posto, risulta liberamente esplorabile e non richiede di seguire un ordine preciso per perseguire i primi obiettivi proposti da Blasphemous 2.
Le limitazioni nell’esplorazione derivano dalle peculiari interazioni con gli ambienti di gioco garantite delle differenti armi ma le ottime planimetrie realizzate da The Game Kitchen, permettono al giocatore di non ritrovarsi, per lo meno subito, in quella ciclicità tipica dei metroidvania, la quale prevede che nel punto A, troveremo l’abilità B per raggiungere il punto C.
Sia chiaro, non si parla di una libertà di esplorazione totale, quanto di un lieve cambio a una formula consolidata, capace di garantire un margine maggiore di movimento al giocatore, rendendo la prima parte dell’avventura indubbiamente interessante.
Il problema, se così lo si vuole chiamare, è che nel momento esatto in cui si oltrepassa questa corposa parte iniziale, Blasphemous 2 ritorna sui binari classici del genere, proponendo un metroidvania che si appoggia alle regole consolidate del genere e che, per quanto realizzato davvero bene in quasi ogni suo aspetto, mostra che The Game Kitchen ha ancora da migliorare sulla gestione dei tempi.
La situazione è, ovviamente, diversa dalla dilatazione dei tempi, quasi, eccessiva presente nel primo Blasphemous (successivamente mitigata attraverso le varie espansioni e le numerose migliorie apportate al gioco) ma la gestione del backtracking, della progressione degli eventi e di alcuni enigmi ambientali, risulta ancora lontana dalla perfezione.
Non fraintendetemi, si tratta di piccole imperfezioni più che di difetti veri e propri ma nel contesto di un metroidvania, gravano maggiormente ai fini ultimi di garantire un’esperienza di gioco fluida e mai tediosa. Per spiegarvi meglio cosa intendo, userò come esempio quei muri invisibili tanto amati dagli sviluppatori, dopo che Miyazaki li ha riportati in auge con i suoi Souls.
In Blasphemous 2, così come nel precedente capitolo, si trovano dozzine di muri invisibili ma, esattamente come con l’episodio precedente, sono posizionati senza una apparente logica. Laddove nei Souls, e nei titoli bidimensionali prima di loro, questo stratagemma veniva introdotto in maniera tale da solleticare l’istinto da esploratore del giocatore e portarlo a colpire quella specifica parte della mappa.
In Blashphemous 2 questo aspetto risulta meno coerente. Alcuni muri invisibili sono chiaramente mostrati nelle aree attraverso delle rientranze nelle pareti, altri sono posizionati seguendo quelle regole non scritte sullo stimolare il “quinto senso e mezzo” del giocatore, mentre gli ultimi sono posizionati in maniera totalmente casuale, o apparentemente tale, quasi a voler spingere il giocatore a colpire ogni singola superficie presente sulla mappa, nella speranza di trovare qualche segreto.
Seguendo il solco tracciato da qusto esempio, si può parlare ugualmente della gestione del backtracking, la quale mi ha portato più volte a decidere di “ripulire” la mappa solo una volta ottenute tutte le abilità del Penitente o la scelta di scandire la progressione attraverso livelli che non portano a nulla e che, anzi, una volta conclusi ti chiedono di andare dall’altra parte della mappa per reperire un oggetto con il quale poter affrontare il boss dell’area.
Insomma, per quanto non sia nulla di realmente grave, ai fini ultimi dell’esperienza di gioco (si tratta sempre di piccole sbavature che potrebbero tediare più i completisti che i giocatori meno pretenziosi), si tratta comunque di una serie di sbavature che vanno a sporcare inutilmente un’opera che, nel suo complesso, risulta indubbiamente migliore del suo predecessore e di molti metroidvania usciti recentemente.
Ne ferisce più l'incensiere che la spada
Per quanto riguarda, invece, il gameplay di Blasphemous 2, The Game Kitchen ha sfruttato le ottime fondamenta del precedente capitolo, per aggiungere tutta una serie di migliorie atte a rendere il combat system molto più vario e divertente. Cominciamo dalle tre armi principali: Sarmiento e Centella, Ruego Al Alba e Veredicto. Tutte caratterizzate da uno stile di gioco diverso e dalla possibilità di infliggere specifici danni elementali. Proprio in merito a questi ultimi, The Game Kitchen è stata molto abile nell’introdurre un sistema di debolezze, e resistenze, molto flebile (non impatta eccessivamente nell’ecosistema dei combattimenti) e che viene spiegato silenziosamente durante il gioco.
Carpire a quale elemento siano associati gli attacchi dei nemici, permetterà di applicare una protezione specifica che ridurrà leggermente i danni subiti. Al contrario, comprendere a quale elemento siano deboli gli avversari, permetterà di abbatterli sfruttando uno, o due , colpi in meno con la propria arma.
Com accennavo poc’anzi, non si tratta di una caratteristica in grado di stravolgere l’economia di gioco, in quanto ogni nemico può essere eliminato tranquillamente fruttando l’arma che si preferisce, ma riesce a garantire un pizzico di strategia in più all’interno degli scontri, permettendo al giocatore di alternare armi, magie e grani del rosario (gli oggetti atti a proteggere il Penitente dalle offensive nemiche) in base alle proprie necessità.
Al netto delle tre armi principali, le altre due grand novità presenti in Blasphemous 2 sono le Figuire e i Marchi del Martirio. Le prime, altro non sono che delle statuette in legno che il Penitente potrà portare con se per migliorare alcuni parametri relativi all’attacco, alla difesa e ai parametri di alcune abilità passive. Le Figure, però, hanno una caratteristica peculiare, se accoppiate fra di loro in maniera tale da generare una risonanza, garantiranno al Penitente un Favore Del Miracolo, ovvero un bonus addizionale.
Accoppiare due Figure non è un’impresa così ovvia, in quanto vi sono oltre 30 differenti statuette che potranno essere appaiate liberamente. Starà quindi alla logica del giocatore, e a una corretta lettura degli effetti che offrono individualmente, trovare come affiancarle per sbloccare i bonus addizionali. E per quanto riguarda questi Buff, alcuni sono in grado di stravolgere l’attacco delle armi principali, altri di rendere immune il Penitente a certe tipologie di danni, altri ancora di potenziare le cure, insomma saper sfruttare a dovere le Figure, risulta essenziale se si vuole facilitare i combattimenti più ostici.
I Marchi del Martirio, invece, sono una nuova valuta di gioco, la quale permette di potenziare le tre armi principali e ampliare gli slot disponibili per accoppiare le Figure. Laddove nel capitolo precedente si utilizzavano esclusivamente le Lacrime di Redenzione per acquistare nuovi oggetti, migliorare le armi e così via, in Blasphemous 2 è stato introdotta questa nuova valuta che può essere ottenuta: sconfiggendo un numero definito di nemici, abbattendo i boss di fine area, reperendola all’interno delle aree di gioco o, semplicemente, comprandola, quando disponibile, da uno dei vari mercanti presenti sulla mappa.
Tutto il resto rimane fedele al primo capitolo, e offre quella giusta miscela di platforming, action ed esplorazione, che già funzionava a dovere nel precedente capitolo. The Game Kitchen si è “solamente” limitata a affinare il tutto, rendendo i movimenti del Penitente più agili, perdonando maggiormente gli errori nelle fasi platform più ostiche e garantendo una maggior dinamicità agli scontri con i nemici.
Non è, comunque, tutto rose e fiori nemmeno in termini di gameplay, in quanto The Game Kitchen, per quanto abbia compiuto dei miglioramenti incredibili in merito, non è riuscita a bilanciare del tutto la difficoltà del gioco. Laddove le boss fight, seppur meno memorabili di quelle del primo capitolo, offrono una curva della difficoltà omogenea dall’inizio alla fine, permangono una serie di passaggi all’interno del gioco che impennano la difficoltà verso l’alto senza alcuna ragione.
Si tratta per lo più di scontri obbligati che, con un pochino di Trial and Error, si possono superare in breve tempo ma resta incomprensibile la ragione dietro a questi picchi di difficoltà sparsi qua e la per tutta l’avventura, i quali risultano totalmente sconnessi da quella curva della difficoltà che, The Game Kitchen, è riuscita a modellare in maniera decisamente migliore rispetto al precedente capitolo.
Blasphemous 2 fra casa e chiesa
Venendo infine a performance e comparto artistico, la pixel art che caratterizza Blasphemous 2 è stata migliorata sotto molteplici aspetti ma notarlo richiede di fare un confronto A/B costante con il precedente capitolo (meglio se nella sua versione vanilla priva di aggiornamenti).
Al netto di tutti i miglioramenti di sorta, in termini di animazioni e modelli dei personaggi, ho apprezzato la scelta di passare a delle cutscene disegnate a mano, così come continuo ad apprezzare la volontà di raccontare una storia criptica che si può comprendere appieno solo perdendosi a leggere le descrizioni dei vari oggetti chiave. Dispiace che non ci sia un raccoglitore per tutti questi racconti ma anche navigando fra i vari sottomenù, i riesce a perdersi nella storia in maniera, tutto sommato, godibile.
Per quanto riguarda le performance, ho giocato a Blasphemous 2 sia su PS5 che su ROG Ally e, per quanto la comodità di casa non si discute, la nuova fatica di The Game Kitchen si presta indubbiamente meglio all’ambiente portatile, garantendo delle ottime sessioni mordi e fuggi e delle solide partite di ore dedite all’esplorazione più approfondita della mappa.
Sulla console di Sony, Blasphemous 2, gira, tranquillamente, a 4K e 60fps mentre su Rog Ally, in modalità 10W, ho giocato per tutto il tempo a 1080p e 120fps; nente di trascendentale considerando la leggerezza del titolo. In entrambe le versioni, però, sono presenti alcuni piccoli glitch grafici. Niente di impattante ai termini della fruizione del gioco ma di rado può succedere che manchino le animazioni di morte dei nemici e questi ultimi, semplicemente, spariscano o che lo spostamento laterale della telecamera, presenti un lieve stutter.
Niente da dire, infine, sulla localizzazione in Italiano dei testi, sempre precisa e accurata, mentre ho trovato encomiabile sia il doppiaggio originale in Spagnolo, che quello riadattato in Inglese, entrambi di ottima fattura.
Voto Recensione di Blasphemous 2 - PC
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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- Gameplay adrenalinico e rifinito in ogni dettaglio.
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- Combat System stratificato e ricco di opzioni.
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- Trama criptica ma narrata con cura.
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- Pieno di segreti e di cose da fare.
Contro
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- Picchi di difficoltà, sbilanciati e casuali.
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- Gestione del backtracking e dei tempi ancora da migliorare.
Commento
Blasphemous 2 è uno dei migliori metroidvania attualmente in commercio. Capace di scollarsi dal trend di voler “copiare Hollow Knight”, la nuova fatica di The Game Kitchen migliora molti dei difetti del predecessore e raccoglie, in maniera molto più convincente, quella pesante eredità lasciata dai Castlevania bidimensionali. Al netto di una manciata di sbavature che gli impediscono di raggiungere l’eccellenza, Blasphemous 2 è un must have per gli amanti dei metroidvania e un ottimo biglietto di ingresso per i novizi del genere.