Besthesda potrebbe presto trovarsi in guai legali a causa nientemeno che di Fallout 4, e, nello specifico, del modo in cui ha gestito la pubblicazione dei suoi DLC. A fine 2015, come ricorderete, la compagnia aveva reso disponibile il Season Pass di Fallout 4: quest'ultimo, rilasciato insieme al gioco al prezzo di 30 dollari (poi aumentati a 50 senza apparente motivo), garantiva l'accesso a tutti i contenuti scaricabili pubblicati in seguito per il gioco, almeno in via teorica. Due anni dopo fu poi la volta del Creation Club, un tool che consentiva di moddare sia Skyrim che Fallout 4 anche su console: quest'ultimo, tuttavia, non era formalmente incluso nel Season Pass.
Da qui la decisione di muovere una class action all'azienda, nata dalla decisione di Filippo Marchino e Thomas Gray, due avvocati del cosiddetto The X-Law Group, un'agenzia californiana che si occupa di affari legali, analizzando possibili ingiustizie nei confronti dei consumatori. Secondo l'accusa, i possessori del Season Pass di Fallout 4 avrebbero dovuto avere accesso al Creation Club e a tutti i contenuti in esso presenti, in quanto anche in questo caso, di fatto, si tratta di un DLC. Nel caso in cui venisse avviato un processo, la disputa sarebbe legata al false advertising, e nel 2022 Bethesda potrebbe dover rimborsare le parti lese per un totale di ben 1,1 miliardi di dollari.
La causa legale che dovrebbe scaturire dal caso legato al Creation Club di Fallout 4 potrebbe in qualche modo rallentare l'acquisizione del gruppo ZeniMax da parte di Microsoft, dal momento che le leggi di numerosi stati degli Stati Uniti rendono non così semplice eseguire operazioni finanziarie legate ad aziende che stanno attualmente affrontando processi in tribunale. Le accuse erano state lanciate addirittura nel luglio del 2019, quindi un anno e mezzo fa, ma sono state formalizzate e sono emerse solo di recente (per poi venire subito respinte da Margaret Esquenet, consigliera legale di Bethesda): Microsoft stessa, dunque, doveva in qualche modo essere stata messa al corrente dei problemi, ma deve aver valutato che fosse comunque possibile procedere nelle operazioni.
Gli avvocati, dal canto loro, avrebbero intenzione di chiedere in tribunale proprio di fermare l'acquisizione, per preservare eventuali asset che potrebbero fungere da prove indiziarie e che potrebbero essere inconsapevolmente manipolati da Microsoft. Un bel caos, insomma: a questo punto, l'unico modo per provare a mettere ordine sarà ascoltare le motivazioni di Bethesda, che con ogni probabilità si difenderà in tribunale spiegando la distinzione fra i contenuti inclusi nel Season Pass di Fallout 4 e quelli del Creation Club, piattaforma che si avvale della collaborazione della community. Voi che dite? Come si risolverà questa storia? Bethesda riuscirà a far valere le sue ragioni? Come al solito, fatecelo sapere nello spazio dedicato ai commenti.
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