Dopo il reveal avvenuto nel corso della Summer Game Fest 2022, Starfield continua a essere protagonista della campagna marketing di Bethesda. Tante le informazioni diffuse via social, soprattutto YouTube. Todd Howard è però ancora restio a svelare ogni singolo aspetto del gioco, probabilmente per non rovinare l'effetto sorpresa di questo progetto, il primo in oltre vent'anni a essere completamente slegato da The Elder Scrolls e Fallout. Tra le tante informazioni che ci vengono fornite su base regolare da Bethesda ne manca però una, che rende il tutto decisamente molto strano.
Nel corso della serata di ieri, Howard ha svelato qualche informazione in più su Starfield, soffermandosi sul sistema di dialoghi, che sarà in prima persona. Il gioco contiene circa 250.000 dialoghi ed è il titolo Bethesda con più discussioni di sempre. Un bel numero, una bella cifra, che si unisce a quella dei 1.000 pianeti e 100 universi, senza dimenticarsi delle centinaia di ore che verranno spese dai giocatori all'interno di questo speciale progetto. Numeri, che però trovano il tempo che trovano. Già, perché manca ancora l'elemento più importante, il vero "gruppo" di numeri che cambierà l'umore dei giocatori. E quelle cifre sono la data di uscita.
Ora, sappiamo bene quanto sia difficile per un team di sviluppo lavorare a un videogioco. I tempi sono lunghi, molto spesso ci si scontra contro realtà terribili come ambienti di lavoro malsani e azionisti senza scrupoli che impongono le date di uscita per non perdere troppi soldi. Eppure ci sono casi in cui il silenzio sarebbe più apprezzato e forse questo scenario si adatta perfettamente anche a Starfield. In assenza di novità vere e proprie, il marketing potrebbe essere messo da parte per annunci più consistenti, come quello della release date.
Il nostro non è ovviamente un attacco a Bethesda, ma più una mini riflessione sul mondo dei videogiochi. La trasparenza va bene in tantissimi casi, ma Starfield è già stato oggetto di un rinvio piuttosto pesante. A questo punto, forse, occorrerebbe più silenzio. Troppo marketing fa aumentare l'hype e il rischio è che gli sviluppatori al lavoro risentano della pressione, arrivando magari anche a svolgere più crunch per rispettare le tabelle di marcia interne. Il mondo dei videogiochi è cambiato, ma sembra quasi che ci sia un tabù nel voler modificare certi aspetti, come appunto il marketing. Prendiamoci tutti una pausa e torniamo, invece, ad apprezzare il silenzio.