Battlefield V Recensione, il ritorno alle origini di DICE

Abbiamo recensito il nuovo capitolo della storica saga di DICE: Battlefiedl V.

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a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

Seconda guerra mondiale. DICE ritorna nell'ambientazione che l'ha resa grande con il primo leggendario Battlefield 1942 e lo fa in maniera diversa: più spettacolare, veloce, meno storicamente accurata, ma sempre immedesimante e affascinante. Battlefield V è il nuovo capitolo di una delle saghe FPS più famose al mondo; annunciato durante la primavera, non riscosse l'attenzione che invece Battlefield 1 ricevette con tanto clamore.

I motivi furono vari, molti futili ed evitabili, altri più giustificabili ma comunque discutibili. Finalmente ora possiamo confermare o confutare i dubbi intorno al prodotto di Electronic Arts. Ci siamo infatti lanciati per qualche giorno negli enormi campi di battaglia del titolo e siamo finalmente pronti a dirvi la nostra su quello che gli sviluppatori hanno definito senza indugi: il migliore Battlefield di sempre. Sarà davvero così?

Storie di guerra, di sofferenza, di paura

Tattica vincente non si cambia. Battlefield 1 introdusse le "Storie di guerra": avventure single player in cui si impersonavano dei personaggi di nazionalità diversa in fronti di guerra differenti. Questa modalità era ed è sostanzialmente la classica "camapagna". Nonostante una durata esigua, l'idea di base funzionò, soprattutto perché DICE seppe dare un'anima ad alcune delle avventure vissute. Sarebbe stato quindi un peccato non riproporre questa idea su Battlefield V.

Il problema è che DICE ha chiaramente fatto capire di considerare il tutto "superfluo", dando vita a tre capitoli - uno in Libia, uno in Novergia e l'ultimo in Provenza - dalla durata  complessiva di un'ora per racconto - 3 in totale - che può arrivare fino a due se si decide di trovare tutti i collezionabili. Purtroppo non parliamo solo di una campagna poco longeva, ma anche e soprattutto con pochissimo mordente e interesse, nonostante dei buonissimi spunti iniziali.

Si perché le "War Stories" vengono presentate con una mini missione chiamata "La mia patria chiama" in cui si impersonano diversi soldati senza volto in situazioni differenti e risulta potente, straziante, dando un'idea ben chiara degli orrori della guerra e della sua crudeltà, il tutto accompagnata da musiche evocative e situazioni eroiche.

La qualità però cala inevitabilmente con i capitoli citati precedentemente: il primo racconta di Billy William Bridger, un ragazzo inglese finito in carcere per aver provato a rapinare una banca; gli viene concessa la libertà per entrare a far parte in un corpo militare formato per sabotare le linee nemiche. Il secondo si chiama Nordlys, la protagonista è una giovane partigiana norvegese di nome Solveig, ed è il capitolo che forse funziona meglio, sia come setting che come dialoghi e impostazione. Infine l'ultimo capitolo chiamato Tiratore ci mette nei panni di Deme Cisse, un soldato che giunge in Provenza per partecipare ad una operazione chiamata Dragoon. La cosa interessante di quest'ultimo è un certo modo di raccontare i sopprusi razziali di quell'epoca, una critica sociale che onestamente non ci saremmo aspettati, ma che ad ogni modo non promuove in alcun modo l'episodio.

L'intera produzione single player da l'idea di qualcosa di accennato che forse poteva addirittura essere evitato; si perché vista così, la campagna di Battlefield V è poco incisiva, risultando come un enorme tutorial per il multiplayer. Incredibile come una software house che riuscì a dare vita a campagne eccellenti come quelle dei due Bad Company, non riesca più a dare il giusto risalto ad una modalità singolo giocatore. Un peccato se si considera l'enorme potenza narrativa della seconda guerra mondiale.

Gli sviluppatori hanno comunque promesso di aggiungere altri contenuti gratuiti per "Storie di guerra", ma ciò che offre ora il gioco è assolutamente dimenticabile, ovviamente per quanto concerne il single player, poiché il multiplayer è un altro paio di maniche.

Il campo di battaglia più grande e spettacolare di sempre

Il multiplayer di Battlefield è da sempre stato il perno c'entrale dell'esperienza e anche in Battlefield V le cose non cambiano, anzi. La community di fan, molto attenta e sempre pronta a fornire feedback, si lamentò notevolmente durante il precedente capitolo, ritenendo il gioco troppo semplice e user friendly, favorendo la dispersività degli scontri e lasciando le partite in balia di enormi deathmatch inutili.

Per questo motivo DICE ha lavorato sodo per migliorare tutto ciò che riguarda il lavoro di squadra, approfondendo le classi e costruendo un level design delle - enormi - mappe di gioco in maniera tale da favorire lo spostamento tra obiettivi. Oltre a ciò, ora è possibile costruire in punti specifici, delle barricate. Questo consente una maggior strategia dei punti di difesa, oltre alla possibilità di ideare delle vere e proprie trappole.

Il modello di gioco è ben distante a quello visto nel leggendario Battlefield 1942, lo diciamo perché è un prodotto molto diverso, e che oltre a rappresentare un altro aspetto della seconda guerra mondiale, cerca anche di esplorare un atmosfera differente, più intima e meno caotica dei classici fronti di guerra già visti e rivisti in passato. Questo potrebbe far storcere il naso ai fan che si aspettavano di tornare nelle strade di Parigi, in Normandia o sulle coste del Pacifico. In questo caso, invece, combattiamo tra le strade di Rotterdam o in Norvegia.

Le classi sono rimaste invariate: - fanteria, cecchino, geniere e medico -, ma ora ognuna di loro può ora adottare una sottoclasse che garantisce equipaggiamento diversificato. Ad esempio è presente questa sottoclasse chiamate "Scout" del cecchino che permette di posizionare dei punti per far respawnare gli alleati. Questi ultimi possono, come nei precedenti capitoli, tornare in vita accanto ai membri della vostra squadra o nelle bandiere conquistate. Il respawn è, tuttavia, ancora afflitto da rigenerazioni un po' caotiche che spesso ci porta a morire in maniera quasi istantanea una volta tornati sul campo di battaglia.

Anche il sistema di soccorso è profondamente cambiato. Una volta abbattuti, possiamo ora richiedere aiuto alzando la mano, questo permette un soccorso più realistico e preciso rispetto al passato, anche perché ora qualunque classe può aiutare i compagni a rialzarsi, il "medico" può farlo però in maniera decisamente più rapida. Anche le munizioni sono state drasticamente ridotte, ragion per cui la collaborazione con il geniere per la richiesta di caricatori, risulta più sensata. È possibile comunque raccogliere munizioni dai cadaveri di nemici e alleati.

Ovviamente la personalizzazione è ancora un aspetto molto curato. Le casse premio sono state ufficialmente rimosse in favore della moneta virtuale chiamata "Moneta Compagnia", quest'ultima è ottenibile completando gli ordini giornalieri o gli ordini scelti da noi per ogni partita che in poche parole fungono da "sfide". Con la moneta è possibile acquistare armi, mirini e modifiche estetiche sia delle armi che dei veicoli, personaggi. Ciò che modifica le armi dal punto di vista del gameplay è invece un vero e proprio albero delle abilità, in cui è possibile scegliere dove applicare i punti per ogni arma - possono essere ovviamente reimpostati -. Ovviamente non tutte le abilità possono essere sbloccate e la scelta spetta a noi, a seconda dello stile di gioco applicato.

Le microtransazioni non sono presenti, ma verranno inserite in futuro con la "Valuta Battlefield"

Anche in Battlefield V sono disponibili partite da massimo 64 giocatori - 32vs32 - . Per organizzare meglio il tutto, l'intero team viene suddiviso in squadre più piccole dove il "comandante", scelto casualmente, può impartire ordini, che se vengono seguiti fanno ottenere punti encomio a chi li completa. Questi punti possono essere utili per sbloccare armamenti di un certo tipo che spaziano dai missili V1 tedeschi ai bombardamenti alleati.

Guerra su larga scala

Per quanto concerne le modalità di gioco, DICE ha preferito puntare sul classico. "Conquista" è ancora una volta la più giocata, nonché la più equilibrata: 32 vs 32 su mappe enormi in cui per vincere è necessario far giungere a zero i ticket degli avversari. Per farlo bisogna conquistare le bandiere presenti ed eliminare gli avversari, sfruttando ogni mezzo a disposizione. Presente anche "Corsa", modalità introdotta in Bad Company che qua vede cambiare il proprio nome in "Sfondamento", vista la volontà di Electronic Arts di puntare all'Esport è possibile che questa sia una di quelle modalità che potrebbero essere applicate al gioco competitivo insieme a "Deathmatch".

"Operazioni" fu una grande introduzione di Battlefield 1, non poteva quindi che tornare in questo nuovo capitolo con il nome "Grandi Operazioni". Anche in questo caso si gioca 32 vs 32, sono tre turni, ognuno in una mappa diversa - ma nella stessa regione - in cui una squadra deve difendere e l'altra attaccare e seguono persino un racconto narrativo reale. Il team d'attacco deve avanzare superando degli specifici obiettivi, quello di difesa deve impedirlo. Secondo noi questa modalità risulta anche più divertente di "Conquista" e più immedesimante sotto certi aspetti, oltre tutto il team working funziona decisamente meglio!

Battlefield V non è un videogioco storicamente accurato, per questo motivo non ha senso giudicare alcune delle personalizzazioni che il gioco offre.

Le ultime due: "Firestorm" - la Battle Royale - e "Combined Arms" non sono presenti al lancio, ma arriveranno nella prima settimana di dicembre, più precisamente il 6 il 4. Per questo motivo non abbiamo avuto occasioni di testarle, ma provvederemo a valutarle una volta rilasciate.

Le luci del Frostbite

Sarebbe anche superfluo parlare della qualità grafica/tecnica di Battlefield V. Il Frostbite migliora ad ogni uscita, un motore grafico semplicemente incredibile e che sorprende soprattutto su console. La nostra prova è stata fatta su Xbox One X e il gioco ci è apparso semplicemente stupefacente per uso dell'illuminazione, effetti particellari e dettagli grafici. Qualche artefatto e glitch grafico si è notato, ma nulla di troppo problematico considerando gli ambienti enormi del gioco. L'unica nota stonata può essere l'eccessivo pop-up di alcune texture durante il movimento rapido, ma durante gli scontri è difficile notarlo più di tanto.

Su Xbox One X, Battlefield V gira in 4K nativi a 60 FPS, con tanto di HDR.

Un deciso passo in avanti è stato fatto anche per la distruttibilità ambientale, da sempre cavallo di battaglia del Frostbite, ha raggiunto un livello che si avvicina molto al 100%. Palazzi, alberi, case, crolla qualsiasi cosa noi decidiamo di sparare; meccanica che ha un doppio risvolto: estetico e strategico.

A impreziosire l'enorme bellezza grafica del titolo è ovviamente tutto il comparto sonoro del gioco che tra esplosioni, cingolati e mitraglie danno l'idea di essere in un vero e proprio campo di battaglia, soprattutto se giocato con un paio di cuffie stereo a massimo volume. Anche la colonna sonora è d'eccezione, regalando pezzi orchestrati di gradevole fattura, soprattutto per quanto riguarda le War Stories.

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