Fumo, sangue e cenere: non potremmo iniziare diversamente la nostra anteprima di Baldur's Gate III. Una nuova storia inizia là dove si è conclusa, mentre un passato eterno, triste e tumultuoso, torna a bussare alle porte ancestrali di un mondo magico lontano dal tempo, che compone il magnifico mondo di Dungeons and Dragons, il celeberrimo gioco di ruolo creato da Gary Gygax e Dave Arneson nel lontano 1974, in cui un dado poteva cambiare le sorti del fato di un protagonista e il dungeon master, tra intrighi e trappole, gli faceva passare un bruttissimo quarto d’ora.
A distanza di così tanto tempo da allora, però, di tempo n’è passato parecchio, e di videogiochi fantasy, come ben sappiamo, ne abbiamo visti passare parecchi. Dragon Age, Skyrim, Bound by Flame, The Witcher e tante altre produzioni, e ognuna di esse si interfacciava al genere preferito di John Ronald Reuel Tolkien in un modo unico, tra sfumature meravigliose e ricordi di un passato meraviglioso e toccante. Perché tra quelle pagine ingiallite, in un modo o nell’altro, si raccontava una storia che arrivava dalla fantasia fanciullesca di chiunque era disposto a sognare.
Un passato ricco di successi
Baldur’s Gate è una delle serie più famose e conosciute dell’intero panorama videoludico, una delle perle rare e memorabili di un periodo meraviglioso per il genere fantasy e per chiunque ami giocare di ruolo. Le storie migliori, d’altronde, sono proprio quelle che vengono scritte dai protagonisti. Per chi non ne avesse mai sentito parlare, Baldur’s Gate ha origini lontano, precisamente al 1998, l’anno della pubblicazione del primo capitolo del franchise, che ebbe uno straordinario successo di vendite e accoglienza, e fu premiato dalla critica specializzata con voti altissimi.
Si partiva per l’avventura come un orfano della città-biblioteca di Candlekeep, allevato da Gorion, il suo padre adottivo. Era un inizio incredibilmente classico per un fantasy e, considerando le pubblicazioni provenienti da altri media, non era neanche poi molto originale, eppure era ciò che veniva dopo a contare davvero. Con Baldur’s Gate II: Shadows of Amn, invece, l’avventura riprendeva alcuni mesi dopo le conclusioni incredibilmente della pubblicazione antecedente, portando il giocatore lontano dalla Costa della Spada e dalle rigogliose foreste del luogo, di cui ricordo con piacere le cascate i boschetti ricoperti di aghifoglie, arbusti e rovi. Il mondo immaginifico di The Forgotten Realms ha visto scrittori del calibro di Ed Greenwood creare storie incredibili, uniche e commoventi. Libri, testi, canzoni e addirittura film. Non c’è solo un mondo videoludico immenso sulla storia di Baldur’s Gate, ma un modo dell’intrattenimento completamente invaso da altrettanti media. E non è affatto una cosa negativa.
Nei giorni scorsi abbiamo avuto l’occasione di dare un’occhiata più completa e approfondita al trailer di Baldur’s Gate III, la cui pubblicazione ufficiale, dopo il periodo in Accesso Anticipato, è fissata per agosto 2023, una data in realtà molto più prossima di quanto qualcuno potrebbe augurarsi. È un’ottima notizia per chiunque, specie per gli inguaribili appassionati che, da diverso tempo, seguono le vicende narrate nel magico mondo di Faerûn, per cui provo un grande affetto. Il 2023, inoltre, potrebbe essere l’anno della pubblicazione dell’opera anche su PlayStation 5 e Xbox Series X/S, non mancano all’appello anche su console.
Baldur’s Gate III, nel corso di questi due anni nella sua versione ancora non definitiva, è stato rimpinguato di contenuti esaltanti e divertenti, capaci di intrattenere gli appassionati e approcciarsi in modo positivo con i nuovi giocatori della serie. Ciò ha significato, quindi, una maggiore condivisione e una partecipazione ulteriore da parte di coloro che adorano la produzione targata Larian Studios, che in questi anni ha avuto il suo gran da fare con la serie Divinity. Il team belga, sfidando Obsidian Entertainment, è riuscito a piazzarsi davanti alle opere del team americano, che nel frattempo ha lavorato a opere come Pentiment e The Outer Worlds.
Scegliendo di riportare in auge e ridare nuova linfa al brand di Baldur’s Gate, lo studio capitanato da Sven Vincke quintuplicato le proprie energie, aggiudicandosi il favore del pubblico soprattutto grazie al suo invidiabile storico di produzioni. E non poteva che nascere così Baldur’s Gate III, in fondo: da un sogno che poi si è trasformato in realtà, e da poligoni che ora raccontano vicende di un mondo fantasy alla sua massima espansione. La cenere copre tutto, anche la speranza, ma solo una compagnia di avventurieri può distruggere il male e le sue ambizioni. Una storia non si scrive solo con l’inchiostro, ma anche con il sangue e il sacrificio.
Una città, un mondo immenso e nuovi eroi
Il trailer che ho visto in anteprima, mentre veniva presentato dal team, è stato alquanto eloquente, perché introduce al mondo di gioco in maniera chiara e coincisa, comunicando stupore, meraviglia e tanto da scoprire. La magia, quando torna, è sempre bellissima, ma quella di Baldur’s Gate III, che è giunto al suo secondo anno di Accesso Anticipato, ora sta prendendo una forma più chiara e meglio sviluppata. Il cielo è minacciato da nuvole oscure, mentre il vento sferza il mantello dei vari personaggi che ho riconosciuto di sfuggita, e lo scenario, che si apre nella sua magnificenza, mostra una cura peculiare per gli ambienti e il contesto fuori dal comune. Non potevo sicuramente aspettarmi nulla di meglio da Larian Studios, anche se quanto ho visto già lo conosco bene grazie alle tante prove fatte sulla produzione in questi due anni. Nonostante questo, la trama di Baldur’s Gate III offre una nuova storia con personaggi mai visti prima, e alcuni nomi noti come Minsc e Jaheira, che ritornano dopo vent’anni in tutto il loro splendore. Il mondo è lo stesso, certo, ed è fondamentale chiarirlo per chi si aspetta un legame indissolubile con il passato. La magia è ovunque, specie quella malvagia, e ormai nessuno sembra pronto a volerla sfidare per davvero, perché la pace, apparentemente duratura, è in realtà più fragile di quanto qualcuno si aspetti.
In pochi sanno cosa sta accadendo realmente nel Faerûn, e proseguire le proprie vite è l’unica alternativa per non pensare all’oscurità pronta a comparire ancora una volta, pronta a farsi largo in una pace raggiunta a fatica ma mai preservata a dovere. Il trailer si apriva con un combattimento bestiale: era una lotta magica combattuta da un demone e da un mago, che mi ha ricordato la lotta tra Gandalf il Grigio e il Balrog ne Il Signore degli Anelli, per quanto realistica. C’erano fulmini, saette e sangue, e c’era qualcuno che scappava via, al sicuro, mentre tentava di scivolare via da tutta quella morte brutale. Un castello, celato dalle ombre, si è poi rivelato in tutta la sua magnificenza: c’erano vessilli strappati e logori, simbolo di un passato che non si vergogna delle sue malefatte. Una creatura oscena, metà uomo e metà polpo, siede su un trono di ossa, mentre dal cielo un angelo caduto si prepara a combattere. Una cesta di serpenti, simbolo di morte e guerra, è il messaggio più letale: non c’è più pace, non c’è più speranza e non c’è niente che un eroe possa fare per impedire al male di risorgere ancora una volta.
Lo sventurato si sveglia a fatica su una nave volante chiamata Mind Flayer, ed è prigioniero insieme a tanti altri. La direzione è ignota, non sanno cosa potrebbe accadere loro e non ricordano l’ultima notte che hanno dormito. Sono sferzati da fruste giorno e notte, mentre le catene diventano sempre più strette, come se il carceriere temesse che potrebbero scappare da un momento all’altro. Il trailer, evocativo e toccante, presenta proprio una situazione del genere, mentre il cielo, in perpetuo tumulto, non lascia spazio a ulteriori interpretazioni: la rovina del mondo è vicina. E chi la combatterà? In seguito, una vasta città si staglia all’orizzonte, con un porto dove ci sono navi ancorate in attesa di partire.
Le torri di guardia svettano, accarezzando le nuvole e cielo azzurro, mentre le mura proteggono non solo i suoi cittadini, bensì i suoi segreti. È Baldur’s Gate, la città che in tanti attendevano di rivedere dopo parecchi anni, meravigliosa come sempre e ridente come allora, fiera testimonianza di come il passato sia sempre utili preservarlo. Non nascondo di essermi emozionato, provando diverse sensazioni che ancora ora non riesco a spiegarmi. Esiste, è reale e tangibile: si potrà visitare in lungo e in largo, scoprendone i segreti e le sfaccettature, interfacciandosi con le realtà cittadine, tra scelte e conseguenze che non vedo l’ora di approfondire a dovere a tempo debito.
Una città prospera, felice e lontana dai perigli delle terre selvagge, che al contrario celano creature e fiere di ogni sorta pronte a fare la loro comparsa nel vasto mondo di Faerûn. Ho visto una radura e una creatura al suo interno, poi dei fiumiciattoli e un vasto lago; in seguito, nel bel mezzo di un vasto prato erboso c’era un albero dalle foglie verdi. Un goblin si muove impacciato, interessato solo ad avanzare e a non guardarsi indietro, pronto magari a raggiungere il suo agognato bottino, fantasticando su cosa potrebbe trovare nella terra o nei tesori trafugati durante una scorribanda. Mentre proseguivo nella visione nel trailer, notando ogni elemento che mi capitava a tiro, ho notato una scalinata lunga e impervia, un dirupo e una strana e singolare presenza che non intendeva andarsene. E come potrebbe essere altrimenti? Il trailer è poi proseguito con la presentazione di un’altra area, stavolta illuminata dai raggi del sole, che riflettevano sul terreno bagnato, risplendendo su alcune statue in rovina. Non so di chi appartengano, ma di sicuro potrebbero essere addirittura collegate con il passato della serie, che ho avuto modo di approfondire in altre occasioni.
Il contesto, decisamente interessante e intrigante, è sicuramente uno degli elementi più rilevanti dell’intera produzione, che risulta assolutamente ben implementata e azzeccata. Sarà da capire, infatti, come la storia riuscirà ad amalgamarsi in maniera definitiva con le atmosfere e le ambientazioni presentate. Inoltre, è stato mostrato un breve video di gioco e qualche dialogo con i protagonisti. Baldur’s Gate III, proprio come altre opere del genere, presenta la possibilità di rispondere come si desidera al proprio interlocutore, con scelte e conseguenze incluse che potrebbero modificare gli esiti dell’intero racconto.
Avanzando nella visione, ho notato una cura peculiare per la rappresentazione delle varie creature all’interno del gioco, e il trailer ha presentato anche dei rapidissimi momenti di gameplay, che potrebbero interessare a chi si sta avvicinando alla serie per la prima volta in assoluto. E come ogni opera fantasy che si rispetti, c’è un drago sputafuoco pronto a tutto pur di impedire al nostro eroe e alla sua compagnia di proseguire nell’avventura. Diviso tra il passato e il futuro, dunque, Baldur’s Gate III guarda al presente e ai suoi innegabili punti di forza, mostrandosi finalmente dopo anni di attesa nella sua formula definitiva, dimostrando cura per i dettagli e ulteriori valori aggiunti che potrebbero mandare fuori di testa gli appassionati. Un mondo del genere, d’altronde, come potrebbe non farlo? La presentazione, concludendosi nel modo migliore, ha poi mostrato la Collector’s Edition già preordinabile della produzione. Sì, avete capito bene: Larian Studios non bada a spese ed esagera, portando un contenuto di assoluto prestigio a chiunque desideri portare l’esperienza ben oltre lo schermo. Un ritorno con i fiocchi, non è vero?
Cosa aspettarsi da Baldur’s Gate III?
Giunto a questo, mi preme chiederlo: questi The Games Awards, alla fine, ce l’hanno fatta? Se si pensa già alla produzione targata Larian Studios, la risposta è un secco sì: la produzione si propone in un momento di assoluto vantaggio per il team belga, che può assestare il colpo fatale e arrivare là dove sogna ormai da diverso tempo.
È un sogno, d’altronde. Baldur’s Gate II non potrebbe essere null’altro per il team e per i giocatori. La sua versione completa promette di essere imperdibile per chiunque si considera un fan del genere, anche se il reale lato negativo potrebbe essere la cancellazione dei dati di salvataggio in occasione della pubblicazione dell’opera nella sua versione originale. Una cosa che, al netto dei draghi e del genere fantasy, rappresenta una scelta scellerata. Baldur’s Gate III, però, è tornato davvero e in grandissima forma. La magia, d’altronde, è qualcosa di cui non possiamo fare a meno, e Baldur’s Gate è una serie di successo che torna finalmente in un panorama che ne ha fortemente un gran bisogno.