Nella Città del Vaticano sono state vendute in maniera alquanto inaspettata due copie di Baldur's Gate 3, secondo quanto rivelato dal direttore editoriale di Larian Studios Michael Douse su X. Questo segna il secondo episodio di interesse per i videogiochi da parte della Chiesa Cattolica nel 2023, dopo la canonizzazione del primo "santo gamer" a luglio.
Nonostante il numero limitato di copie possa sembrare irrilevante, va considerato nel contesto della Città del Vaticano: con una popolazione di soli 764 abitanti, di cui circa la metà non residenti, la percentuale di giocatori di Baldur's Gate 3 in Vaticano è salita allo 0,2%.
Douse ha commentato scherzosamente:
"Mi piace pensare che l'ultima copia in wishlist sia del Papa in attesa di avere un minuto libero. Vorrei vedere la loro lista di mod. Scommetto che è assolutamente folle."
Sold 2 copies of Baldur's Gate 3 in The Vatican, with 1 wishlist. I'd like to think the latter is just the Pope waiting until he has a free minute. Wish I could see their mod list. Bet it's absolutely gnarly.
— Very AFK (@Cromwelp) November 11, 2024
La presenza di Baldur's Gate 3 al Vaticano rappresenta un interessante segnale di apertura verso la cultura videoludica da parte della Chiesa Cattolica. Il titolo, basato sul popolare gioco di ruolo Dungeons & Dragons, in passato era infatti stato oggetto di polemiche per presunti legami con il satanismo.
Oggi invece viene giocato tranquillamente anche all'interno delle mura vaticane, segno di come i videogiochi siano ormai accettati come forma di intrattenimento. Resta comunque curioso immaginare chi possa essere il giocatore vaticano, forse un membro della Guardia Svizzera nei momenti di pausa?
Al di là delle speculazioni, questo episodio dimostra senza dubbio come i videogiochi siano diventati un fenomeno culturale trasversale, in grado di superare anche le barriere più inaspettate. Un segnale positivo per l'industria videoludica, che vede i suoi prodotti sdoganati anche nei contesti più tradizionalisti.
La Chiesa Cattolica ha avuto un rapporto complesso con i videogiochi fin dalla loro diffusione di massa negli anni '80. Inizialmente, c'era una certa diffidenza verso questo nuovo medium, visto come potenzialmente dannoso per i giovani. Nonostante ciò, con il passare del tempo, l'atteggiamento è gradualmente cambiato - per fortuna -.
Un momento significativo in questa evoluzione è stato nel 2016, quando Papa Francesco ha incontrato gli sviluppatori di Pokémon Go, lodando il gioco per la sua capacità di far uscire le persone e socializzare e segnando un punto di svolta nell'approccio della Chiesa verso i videogiochi.
Il fatto che ci siano copie di Baldur's Gate 3 in Vaticano non è, quindi, un caso isolato, ma si inserisce in un contesto più ampio di apertura e dialogo con la cultura contemporanea. Resta da vedere come questo rapporto si evolverà in futuro, ma è chiaro che i videogiochi hanno trovato un posto, seppur piccolo, anche all'interno delle mura vaticane.