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Babylon's Fall è una caduta da cui non ci si rialza | Recensione

Babylon's Fall fa della caduta di Babilonia un'allegoria fin troppo reale di una serie di idee buone sulla carta e pessime nell'esecuzione.

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a cura di Alessandro Palladino

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In tutta onestà, volevamo davvero credere che in Babylon’s Fall ci fosse del buono. Lo spirito con cui abbiamo approcciato questo titolo è stato dei più propositivi possibili, ben consci del silenzio mediatico prima della sua release (almeno in occidente) e di una demo che non ha fatto altro che confermare le sensazioni negative del gioco. Eppure, sotto le critiche più che giuste, avevamo scorto qualcosa che potesse salvare il tutto. Del resto parliamo di Platinum Games e di autori che hanno lavorato personalmente a NieR: Automata e Bayonetta, ci dovrebbe essere qualcosa di buono no?

Appena abbiamo intuito che alcune funzioni del titolo si sarebbero sbloccate solo progredendo molto dopo il punto della demo, ci siamo aggrappati alla speranza come coloro che guardano la Torre di Babilonia in cerca di salvezza e abbiamo sondato fino all’ultimo piano di questa impresa. Ci aspettavamo di trovare un trono dorato pieno di divinità in una città opulente, che avrebbe stravolto l’esperienza di gioco e desse un senso a tutto quel grind prospettato. Purtroppo però, giunti alla fine, la città degli dei era vuota e la nostra impresa è diventata solo un monito affinché nessuno l'affronti più.

La caduta di Babilonia

Babylon’s Fall è un titolo che fa acqua da tutte le parti in termini di componenti live service. Se guardiamo i primi filmati che mostravano il gioco, sembra che l’intenzione di Platinum Games fosse quella di un gioco improntato più all’esperienza singola che poteva tramutarsi in cooperativa senza sacrificare l’azione e l’esagerazione tipica dello studio. Ad esempio, era possibile vedere il protagonista compiere mosse eccezionali, combo complesse e addirittura rubare le armi dei boss. Ecco scordatevi tutto questo, almeno gran parte del tutto, perché Babylon’s Fall non presenta assolutamente un’esperienza cinematica o volta a farvi seguire la storia con ardore, anzi la trama è addirittura confusa, imbarazzante e senza alcuna particolare esaltazione dell’eroe (cioè voi).

La premessa è una civiltà soppressa da una Ziggurat millenaria che cela tanti segreti quanti nemici, la quale può essere calcata solo dalle Sentinelle: persone costrette a lottare dopo l’idoneità alla trappola mortale chiamata come Gideon Coffin, ovvero un meccanismo in grado di evocare fili spettrali per vari utilizzi ma impossibile da rimuovere. Benefici e malefici, tutti per scalare la torre e arrivare dove nessuno si è mai spinto prima per liberare i popoli. Il gioco si sviluppa quindi su diversi piani tematicamente differenti, ma la filosofia alla base di tutto è quella di un viaggio crescente con colpi di scena e la forza dell’amicizia più classica per lo scenario giapponese. Chi vi scrive è uno che apprezza gli shonen anche sotto cliché, ma qui non c’è nulla che vi porterà ad affezionarvi a nessuno dei personaggi poiché il loro ruolo è quello di essere dei riempitivi tra missioni obbligatorie per procedere, senza arte ne parte.

Tutto questo sarebbe stato tollerabile se la maggior parte delle scene narrative non avvenisse in-engine con modelli al limite di due generazioni fa e con animazioni statiche a rappresentare un quadro, vezzo stilistico che Babylon’s Fall ci tiene ad adottare in ogni sua parte estetica con risultati di buon livello nel campo degli sfondi (davvero belli) e negli effetti speciali, ma che su tutto il resto non solo è brutto a vedersi, ma in alcune zone specifiche affatica anche gli occhi. Ogni scena che non sia stata tratta in modo cinematico è semplicemente un pugno in un occhio, con animazioni orribili e mimica facciale completamente assente.

Un lavoro pigro su ogni fronte e che addirittura il team di sviluppo ha palesato forse nella più pigra delle dichiarazioni mai esistite. Prima che uscisse il gioco, infatti, era stato ufficialmente rivelato che Babylon’s Fall avrebbe utilizzato i modelli di molte armature (le più brutte oltretutto) di Final Fantasy XIV, riciclando gli asset senza neanche modificarli troppo, al massimo alterandone i colori o qualche dettaglio. La dichiarazione diceva che queste armature erano state prese per far fronte alle prime parti del gioco e che più avanti invece i design sarebbero stati originali. Ecco, arrivando alla fine del gioco, vi garantiamo che la maggioranza o quasi totalità delle armature ottenibili in-game sono quelle di Final Fantasy XIV, eccetto i pochi set leggendari e i pochissimi set “divini”. Volete sapere dove sono finiti, invece, i design originali per il gioco? Le armature veramente belle e particolari? Sì esatto, avete indovinato: nel cash shop.

Neanche il platino copre la ruggine

Il gioco è attualmente venduto alla cifra standard di un tripla A e sebbene anche altri tripla A abbiano dei negozi premium, ciò che si può ottenere in essi o è così marginale da essere irrilevante o quantomeno può essere ottenuto in-game a un ritmo lento. Babylon’s Fall invece vi piazza sia oggetti premium a tempo limitato, sia un battle pass da comprare e perfino ulteriori accessori estetici che si sbloccano alla fine della storia e che si possono cambiare solo pagando. Uno si aspetterebbe, per un looter live service, di vedere le missioni finali (chiamate Sieges) con dei drop in grado di fornire la valuta premium almeno una volta a settimana, quantomeno per dare la finzione che è possibile ottenere oggetti semplicemente giocando.

Questa era la nostra speranza più grande, poiché il loop di gioco è effettivamente buono quando si sbloccano crafting, missioni secondarie, incarichi e modalità di gioco alternative per le armi. Tutti sistemi che arrivano verso la fine dell’avventura, cambiando effettivamente la percezione che si ha di Babylon’s Fall. La particolarità del gameplay è il poter equipaggiare 4 armi e combinarle in modi creativi con equipaggiamenti pieni di statistiche e incantesimi. In azione è una goduria massacrare i nemici con combo lunghe, lampi volanti, affinità elementali, critici vari e via discorrendo, l’anima più Platinum funziona eccome a un certo punto della storia. Per questo, quando tutti questi sistemi hanno iniziato a unirci, speravamo di trovare dei motivi che alla fine della storia (il cosiddetto endgame in termini di gioco) ci permettesse di continuare a lottare per sbloccare ricompense sempre nuove e potenziarci, sia esteticamente che statisticamente.

Purtroppo questo non accade, le ricompense per le Sieges sono sia limitate che ininfluenti e alla fine della fiera il grinding diventa unicamente fine a se stesso per ottenere un punteggio equipaggiamento migliore e affrontare missioni statisticamente più difficili ma mai lontane dalla soglia, almeno al lancio. Il che non sarebbe un problema se la ricompensa valesse la candela, prendendo ad esempio come Final Fantasy XIV permette ai giocatori di ottenere l’equipaggiamento Top Tier. Purtroppo Babylon’s Fall non ha copiato anche le buone idee dal titolo di Yoshida e invece si è limitato a togliere dei contenuti per piazzarli dietro un muro fatto di transazioni reali e un rapporto di cambio paradossale per un titolo che non è neanche free-to-play, anzi a questo punto considerate di rivalutare l’onestà di Genshin Impact perché c’è davvero di peggio.

Un gioco live service funziona solo se i giocatori hanno degli incentivi a giocare, se il tempo che spendono si tramuta in ricompense fattuali che diano un senso allo sforzo. Babylon’s Fall invece punta all’opposto, rende la progressione nel Battle Pass difficilissima (e inutile se non premium), non fornisce neanche un modo per guadagnare le armature create apposta per il gioco e non propone obiettivi chiari a cui puntare, anzi rende veramente ardui e ripetitivi quelli disponibili.

Aggiungiamoci poi che a livello tecnico sia così palesemente insufficiente da non poterne elogiare niente se non i fondali e i motivi per cui acquistare Babylon’s Fall si riducono veramente all’affetto per lo stile di Platinum’s Games, che è comunque azzoppato per il 70% del gioco principale, anzi le combo tecniche si sbloccano solo dopo aver finito la storia e quindi aver completato quasi tutto ciò che al lancio ha da offrire. Si salva la colonna sonora molto bella e ispirata, ma sapete quale altro gioco aveva un tema principale fighissimo e ha finito per collassare? Anthem, e almeno quello sembrava un gioco di ultima generazione da fuori.

Voto Recensione di Babylon's Fall - PlayStation 5


4

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Bei fondali

  • - Qualche volta il gameplay regala soddisfazioni

Contro

  • - Trama noiosa e priva di pathos

  • - Tecnicamente ben al di sotto la media

  • - Sistema di valuta premium sbagliato e predatorio

  • - Il bottino esteticamente migliore si ottiene solo pagando e il resto è copiato da Final Fantasy XIV

  • - Ricompense non commisurate all'investimento di tempo

Commento

Babylon’s Fall è semplicemente un titolo senza senso che concettualmente poteva anche funzionare e in alcuni momenti sembra farlo, ma poi il design predatorio e improntato a bloccare tutto dietro la valuta reale entra in gioco e rovina tutta l’esperienza, se non annullandola completamente. Questo è letteralmente un titolo “Pay 2 Enjoy”, nel senso che per godervi le armature, l’estetica e le ricompense migliori l’unico modo è pagare oppure accettare di non farlo e vedervi rifilare le armature riciclate da Final Fantasy XIV (e a questo punto vi consigliamo di spendere i soldi per quello). Non sappiamo quanto Babylon’s Fall andrà avanti, ma l’unico modo per quantomeno salvare il gioco sarà quello di rimuovere completamente lo shop premium e inserire le sue ricompense come drop per le attività maggiori, allora forse così il ritmo rodato di Platinum’s Games riuscirà a tenere una nicchia di affezionati.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Babylon's Fall - PlayStation 5

Babylon's Fall - PlayStation 5

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