L’ho sentita, la natura era lì con me e mi avvolgeva maestosa, semplice ma imponente, pericolosa ma sincera. Le foglie esotiche, colorate, ondeggiavano lussureggianti, bagnate dalla rugiada, lasciando intravedere a malapena il terreno o qualche frammento di corteccia. Sono un tutt’uno con la foresta ed il sole bacia i miei passi. Un piccolo abitante del luogo anticipa lento la mia andatura attraversandomi la strada.
Un fratello mi sta aspettando con una Banshee al seguito, è ora di andare! Questo mondo è vivo, le creature che lo abitano sono le appendici di un grande essere vivente che cammina tra nebbia e foglie trasportate dal vento su prati rigogliosi. Questo mondo respira e si illumina di riflessi luminescenti tra colori psichedelici che fluttuano nel buio di una notte selvaggia. Prede e predatori, questo è il delicato equilibrio di un sistema perfetto dove corsi d’acqua limpidi scorrono freschi ed impetuosi.
Ho cavalcato connesso nel profondo col mio destriero in verdi praterie affollate che si estendevano a perdita d’occhio tra petali e fili d’erba. Ho toccato con le mie quattro dita quella fauna calma e potente al tempo stesso e lei mi ha ricompensato con un sorriso. Ma qualcuno è contro di noi, qualcuno è contro la vita che scorre in questo pianeta. Delle creature venute da lontano vogliono succhiare via dal profondo la linfa vitale che muove tutte le cose.
Dalle loro case fatte di roccia e metallo se ne escono a bordo di cavalli, capaci di muoversi tra terra ed aria, fatti di freddo metallo, assetati di potere, violenti, privi di rispetto. Loro non capiscono l’intimo legame che ci unisce a tutto ciò che ci circonda. Sono solo capaci di morte e distruzione. È per questo che dobbiamo volare in groppa ai nostri destrieri per proteggere noi stessi e la nostra terra. Dovremo essere più agili, più veloci, più scaltri. Se ci riusciremo potremo continuare a librarci verso l’orizzonte, contro il sole, a testa alta e con il sorriso in volto, baciati dai cieli di Pandora.
Quello stupore che non ti aspettavi
Ero lì che seguivo la conferenza Ubisoft. Sembrava ormai tutto finito. Avevo pregustato l’adrenalina di contrastare una minaccia mostruosa in Rainbow Six Extraction insieme ad altri tre fidati compagni di squadra. Già mi vedevo come un virtuoso della chitarra con Rocksmith+. Mi sentivo già fuori di testa nel lanciarmi in un burrone a bordo della mia bicicletta in Riders Republic. Ero tutto sommato soddisfatto del supporto garantito da Ubisoft a Rainbow Six Siege, For Honor, Watch Dogs, Brawlhalla, Trackmania, The Crew 2 e Assassin’s Creed Valhalla. Ho improvvisamente avuto voglia di ballare sulle note di Just Dance. Sono rimasto un po’ straniato dalla presenza delle serie televisive.
Sono rimasto affascinato dalla potenza di Anton Castillo, restando al tempo stesso deluso da una Ubisoft che ancora non è in grado di proporre animazioni facciali al passo coi tempi. Ho fantasticato sui villain di Far Cry e su quell’affascinante ritorno di Blood Dragon di cui ancora non si sa nulla. Mi sono sentito orgoglioso fin nel profondo per il gran finale riservato a quel Mario+Rabbids Sparks of Hope, italiano fin nel midollo, escludendo Mario ovviamente.
Compare poi il CEO di Ubisoft, Yves Guillemot e, come dicevo, sembrava ormai tutto finito. Anche l’atmosfera ormai era rilassata e si era pronti ad una chiusura da una parte positiva ma dall’altra un po’ insipida. Mancava qualcosa, mancava quella spezia esotica, quel sapore che cercavi ma che non sapevi chiamare per nome. Ed invece eccola là, quando ormai non te la aspettavi più arriva la “one more thing”!
Un fulmine a ciel sereno
Li ho visti in diretta: i miei compagni della redazione erano assolutamente incuriositi dal filmato che era appena partito. Ci si chiedeva se potesse trattarsi del gioco basato sull’universo di Star Wars di cui si vociferava. Sì, era sicuramente così, non c’erano dubbi. E invece ecco apparire dal nulla un Na’vi ed ecco alzarsi il grido di gioia: “ma è Avatar!”. Loro forse non lo sanno ma io da dietro lo schermo li ho visti mentre si emozionavano rapiti dalla natura selvaggia di Pandora.
Lo stupore è stato grande, vuoi per quel “one more thing” che nessun leak era davvero riuscito a dipanare, vuoi per il ritorno di un gioco promesso da tanto tempo di cui ormai si erano perse le tracce, vuoi per l’accendersi di un primo bagliore, davvero in grado di gettare luce su ciò che sarà la vera next gen. Avatar: Frontiers of Pandora esiste davvero ed è in lavorazione ormai da qualche anno. L’uscita è prevista per il 2022, presumibilmente in concomitanza con la proiezione del secondo capitolo della saga cinematografica di James Cameron, ormai destinata a diventare una pentalogia. In fondo è giusto così: le emozioni legate al marchio ormai si sono un po’ spente ed è necessario un nuovo film per riaccendere la voglia di Pandora che riposa sopita tra il pubblico.
Non conosciamo molto di questo nuovo videogame dedicato all’universo alieno di James Cameron. Sappiamo che sarà sviluppato da veterani del settore, quei famosi Massive Entertainment che tanto ci hanno fatto combattere tra le strade di New York e Washington con The Division. Ma non saranno i soli impegnati nel ricostruire la nostra vita su Pandora: al loro fianco infatti troveranno posto Ubisoft Düsseldorf, Ubisoft Shanghai, Lightstorm Entertainment e Disney. Avatar: Frontiers of Pandora al contrario di quanto si possa pensare non sarà un gioco multiplayer bensì un titolo action adventure open world in prima persona in cui vestiremo i panni di un Na’vi e non di un Avatar, disponendo di sole quattro dita, impegnato a respingere la minaccia umana dell’RDA mentre esplora l’inedita bellezza della misteriosa frontiera ovest del pianeta.
La vera next gen?
Avatar: Frontiers of Pandora è destinato a funzionare esclusivamente su macchine di nuova generazione, ovvero PC, PlayStation 5 e Xbox series X|S. Sarà inoltre disponibile su Google Stadia e Amazon Luna. Il motore grafico che muoverà il tutto sarà lo Snowdrop Engine aggiornato alla sua ultima iterazione. Quello che abbiamo visto ci ha lasciato di stucco aprendo le porte a quella che potrebbe essere la vera next generation. Se Ratchet e Clank e Horizon Forbidden West ci hanno dato un assaggio di ciò che possiamo aspettarci dalla potenza delle nuove macchine a nostra disposizione e l’Unreal Engine 5 ci ha fatto sognare più o meno realisticamente con una tech demo che muoveva milioni di poligoni contemporaneamente è solo ora, con questo filmato in engine di Avatar, che cominciamo a capire quale potrebbe essere la nuova frontiera del gaming.
Ma ve lo immaginate? Farsi strada tra rigogliose foreste psichedeliche per poi saltare in groppa ad un Direhorse correndo a perdifiato in una vallata immensa per poi spiccare il volo sul dorso di una Banshee mentre il paesaggio di Pandora ci travolge con la sua infinita bellezza e poi combattere come dei veri Na’vi, agili e possenti al tempo stesso, contro la minaccia tecnologica umana, magari in 4K, forse a 60 fotogrammi al secondo e probabilmente senza alcun tempo di caricamento. Questo potrebbe davvero essere il futuro, ma per ora si tratta solo di sogni. Come sarà il gameplay? Quanto sarà open questo open world? Quale sarà il livello di interazione con la flora e la fauna di Pandora? Questo ancora non lo sappiamo.
E allora sorella Ubisoft, te lo dico con franchezza, quello che ci hai mostrato ci ha lasciato stupiti, però ascolta le parole del nostro popolo! Fa’ che questo Avatar: Frontiers of Pandora non sia un semplice reskin di Far Cry in salsa Na’vi. Fa’ che non ci si debba preparare ad un downgrade visivo come accadde all’inizio della scorsa generazione. In particolare portaci delle animazioni che possano davvero essere definite next gen. Non creare un mondo enorme ma fondamentalmente vuoto. Cerca di unire ad una grafica sbalorditiva una giocabilità davvero nuova. Ma soprattutto non portarci via le emozioni che ci hai donato con questo trailer perché è difficile recuperare la fiducia se qualcuno ti tradisce. Ubisoft, portaci davvero su Pandora, noi siamo pronti a difenderla, con tutte le nostre forze!
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