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Recensione

Atomfall, viaggio post-apocalittico | Recensione

Atomfall è un particolare ma riuscito ibrido tra uno sparatutto in prima persona e un survival, con qualche piccola spruzzata da gdr e da sandbox.

Avatar di Giacomo Todeschini

a cura di Giacomo Todeschini

Editor

  • Pro
    • Buonissima atmosfera
    • Ottima amalgama tra diversi generi
    • Grande livello di libertà
  • Contro
    • Tecnicamente non al top
    • Backtracking un po' eccessivo

Il verdetto di Tom's Hardware

7.5
Atomfall sa rivelarsi un titolo con un'atmosfera decisamente intrigante, capace di evocare le atmosfere distopiche che ci avevano incuriosito fin dall'annuncio. La libertà d'azione concessa al giocatore è il principale elemento di forza dell’ultima fatica di Rebellion; un qualcosa che permette di esplorarne le devastate lande al proprio ritmo e di scoprire i suoi segreti nel modo a noi più congeniale. Nonostante gli indubbi punti di forza di Atomfall, è in ogni caso giusto segnalare un comparto tecnico non completamente all’altezza e che mostra di tanto in tanto le sue incertezze.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Atomfall

Atomfall

Atomfall è il nuovo survival game sviluppato da Rebellion.

Non vogliamo assolutamente nascondere di come Atomfall ci abbia intrigato fin dal suo annuncio. Rebellion, la software house dietro anche alla celebre saga di Sniper Elite, pareva infatti essere riuscita a toccare le giuste corde, proponendo un futuro distopico nelle terre d’Albione capace di ricordare da molto vicino le atmosfere di Fallout.

Un qualcosa, insomma, di particolarmente allettante e intrigante sulla carta, su cui abbiamo potuto finalmente mettere negli scorsi giorni le mani sopra. Sarà riuscito Atomfall, che ricordiamo essere anche disponibile gratuitamente per tutti gli abbonati a Game Pass, a convincerci o la visione di Rebellion si sarà rivelata non essere provvista del giusto mordente?

Abbiamo recensito il gioco con il seguente PC:

Un mistero tutto da scoprire

Ottobre 1957, un disastro nucleare sconvolge una piccola e fino ad allora tranquilla cittadina nel nord dell’Inghilterra. Una tragedia scoppiata di punto in bianco, che invece di portare a tutta una serie di aiuti umanitari viene seguita da misteriose decisioni da parte del governo britannico. La zona intorno all’epicentro dell’esplosione viene infatti delimitata e vengono interrotte tutte le comunicazioni dal suo interno verso il resto del mondo. Di tutti coloro rimasti all’interno di questa zona di quarantena e della loro sorte non si sa più nulla dal momento dell’incidente.

La nostra esperienza nel mondo di Atomfall comincia un lustro dopo la sciagura che ha sconvolto le terre inglesi, con il nostro alter-ego digitale che si ritrova all’interno di un bunker nel bel mezzo della zona di quarantena senza la più pallida idea di cosa sia successo. Uno scienziato morente ci si avvicina poco dopo il risveglio, esortandoci a svelare il mistero che si cela dietro tutto quello che è avvenuto. Così, con una missione, poche provviste e ancor meno certezze, prende il via la nostra avventura all’interno dell’ultima fatica di Rebellion.

Un incipit e un setting sicuramente interessanti, per quanto non certo particolarmente inediti, e che riescono a coinvolgere fin da subito il giocatore. Più che la sinossi, avvincente ma non certo sensazionale, è soprattutto l’atmosfera a catturare e a dare quel quid in più spesso e volentieri necessario all’interno di un gioco.

Soprattutto ai livelli di difficoltà maggiori, infatti, la sensazione di essere in pericolo è costante, con trappole, creature ostili, briganti e quant’altro pronti a farci la pelle alla nostra minima incertezza. Rebellion è poi riuscita a fare un ottimo lavoro anche sulla creazione dei vari ambienti e sul comparto sonoro, con entrambi che accompagnano più che degnamente il giocatore nella sua avventura post apocalittica tra le campagne inglesi.

Parola d'ordine: libertà

Ma cosa è esattamente Atomfall? Cercare di racchiudere all’interno di un termine l’ultima opera di Rebellion non è facilissimo e forse neanche troppo utile, ma volendo provare a classificarla non si può che definirla come uno sparatutto in prima persona dall’animo survival, con qualche piccola spruzzata da gioco di ruolo e con grosse contaminazioni da sandbox. Il tutto, però, senza premere eccessivamente il piede sull’acceleratore da nessun punto di vista, proponendo un amalgama equilibrata e convincente.

Le fasi di combattimento sono ad esempio sempre sul pezzo, con ogni freccia scagliata e ogni proiettile sparato che donano il giusto feedback. Un po’ più confusionari, ma comunque ampiamente sufficienti, anche gli scontri melee. In linea di massima, poi, il non eccessivamente ampio arsenale a disposizione dei giocatori riesce in ogni caso a coprire una buona varietà di modalità di combattimento, sia quelle più dinamiche che quelle più furtive che Atomfall ci invoglia spesso e volentieri a intraprendere.

L’aspetto migliore di Atomfall è infatti soprattutto la grande libertà che il titolo mette in mano al giocatore, sia sul piano narrativo, che su quello del gameplay. Un sandbox tarato al punto giusto, che non si perde in migliaia di meccaniche e sottigliezze, ma propone quella manciata di opzioni fondamentali per permettere a chiunque di vivere la propria avventura nell’Inghilterra post apocalittica senza grossi vincoli.

Chi è alla ricerca di un’esperienza con un numero infinito di opzioni si troverà quindi almeno in parte deluso. Non aspettatevi infatti miriadi di oggetti con cui interagire in Atomfall, così come neanche decine e decine di km quadrati da esplorare, linee di dialogo a non finire o alberi delle abilità alla Path of Exile 2. Nell’opera di Rebellion vi è esattamente quello che serve per godersi il gioco senza limiti di sorta, permettendo anche a chi ha meno tempo di ottenere il massimo che l’opera dello studio britannico ha da offrire. In medio stat virtus insomma.

Atomfall scaglia il giocatore in un mondo ostile, ma con ancora qualche piccolo barlume d’umanità, senza dargli grossi suggerimenti o indicazioni. Appena messo piede nelle tanto belle quanto pericolose campagne inglesi, basterà però addentrarsi in qualche edificio diroccato o in qualche misterioso bunker per cominciare a trovare indizi e informazioni sparse utili a dipanare il mistero che avvolge le lande di gioco.

In base a come decideremo di muoverci e quali tracce seguire, Atomfall ci porterà infatti su strade differenti, capaci di far luce su ciò che è successo da diversi punti di vista. Quale verità decideremo di seguire e come svelarla sta quindi solo a noi e agli indizi che ci troveremo dinnanzi nella nostra avventura. Il principale appunto che ci sentiamo di fare in tal senso è riguardo al backtracking, che risulta parecchio evidente in molte delle strade da seguire e costringe il giocatore a fare continuamente spola da un polo all’altro delle comunque non immense mappe di gioco.

Punti di forza e incertezze

Le vicende all’interno di Atomfall si svolgono principalmente in tre zone differenti, ognuna dotata delle proprie peculiarità e contraddistinta da avversari diversi. L’inquietante ma rigoglioso bosco di Casterfell è ad esempio la tana di pericolosi cultisti, mentre nella florida Skethermoor è l’organizzazione paramilitare B.A.R.D. a farla da padrona. A Slatten Dale, la prima zona in cui ci imbatteremo, sono infine dei predoni a mantenere il controllo. A tutte queste minacce si aggiungono poi anche creature sovrannaturali scaturite dal disastro atomico, enormi robot e molto altro ancora.

Oltre che nelle aree precedentemente citate, potremmo addentrarci anche in un villaggio sotto il controllo marziale, dove scovare svariate tracce e sottotrame da seguire, numerosi bunker, cantine e quant’altro e, soprattutto, nel misterioso crocevia dove tutto ha avuto inizio. Come e quando arrivarci dipenderà solo da noi e da che strada decideremo di intraprendere all’interno di Atomfall.

Il tutto è stato ricreato con un buon livello di cura, riuscendo a proporre delle ambientazioni belle da vedere e da esplorare, oltre che capaci di sposarsi perfettamente con il mistero che aleggia sopra il titolo. Se dal punto di vista della realizzazione c’è quindi poco di cui lamentarsi, i problemi del gioco stanno soprattutto sul piano tecnico.

Il motore grafico utilizzato mostra infatti il fianco a diverse critiche a 2025 inoltrato, soprattutto sul piano della realizzazione dei personaggi e delle loro animazioni. I caricamenti tra una zona e l’altra, presenti anche tra l’esterno di una casa e una sua cantina, sono poi anacronistici e troppo diffusi. Di tanto in tanto ci è inoltre capitato di imbatterci in piccoli rallentamenti in cui il nostro personaggio veniva spostato di qualche metro, proprio come dinnanzi a un classico lag durante una partita multiplayer, dovuti molto probabilmente al salvataggio automatico del gioco. Il sound design che prima abbiamo lodato per la sua capacità di immergerci nell’atmosfera di gioco, non risulta poi particolarmente efficace nel riconoscere la direzione delle voci nemiche.

Sia chiaro: Atomfall non è bruttissimo da vedere e riesce anzi a regalare degli scorci interessanti, ma è evidente come per Rebellion sia oramai arrivata l’ora di fare il salto generazionale e adottare delle soluzioni tecniche più al passo coi tempi. Fortunatamente l’ottimizzazione su PC è sicuramente buona, dato che al netto di quanto indicato sopra non ci siamo imbattuti in altre problematiche prestazionali con la configurazione presente a inizio articolo a dettagli alti in Quad HD.

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