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Pro
- Narrazione con un grande potenziale...
- Naoe e Yasuke sono personaggi interessanti...
- Un Giappone feudale splendidamente ricreato
- Artisticamente e graficamente davvero superbo
- Il gameplay funziona e anche lo stealth è soddisfacente
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Contro
- ... che alla fine però risulta blanda e poco accattivante
- ... ma per gran parte della storia la loro caratterizzazione pecca
- Le attività diventano ripetitive dopo poco
- Gestione delle missioni un po' macchinosa
- IA deludente
Il verdetto di Tom's Hardware
Informazioni sul prodotto

Assassin's Creed Shadows
Ci siamo, dopo un'attesa durata ben cinque anni, Assassin's Creed Shadows si prepara ad arrivare sul mercato su PC, Xbox Series X|S e PS5. Inutile nasconderlo, non solo il gioco di Ubisoft Québec è uno dei più importanti del franchise per quanto concerne la desiderata ambientazione giapponese, ma è importante anche soprattutto perché arriva in un momento storico molto delicato per l'azienda francese, con ricavi in calo, licenziamenti e una serie di flop decisamente molto complicati da gestire.
Nel corso delle precedenti settimane ho dedicato più di 40 ore al gioco, addentrandomi in ogni sua attività, completando la storia e moltissime delle sue quest secondarie. Il desiderio di creare un gioco più equilibrato e vicino al passato è ben presente. Ma seppur il titolo mostri un potenziale incredibile sotto molteplici aspetti, il risultato finale non è quello che onestamente mi aspettavo.
Un occhio di riguardo
Inizio subito con una premessa: Ubisoft ha compiuto un lavoro titanico nella ricostruzione del Giappone feudale in periodo Sengoku. Ogni elemento, dai paesaggi mozzafiato alle tradizioni del XVI secolo, è stato riprodotto con una cura maniacale per i dettagli. Le città brulicanti di vita, i templi immersi nella quiete, le foreste rigogliose e i campi di battaglia devastati sono resi con un'autenticità davvero elogiabile.
Il tutto non mi sorprende: la casa francese ci ha sempre abituati a realizzazioni di mondi di giochi con un occhio di riguardo alla fedeltà storica. Però ritengo che sia sempre necessario sottolinearlo, perché non è mai scontato ciò. Oltretutto il team ha ben pensato di inserire nel gioco un Codex, ovvero una sorta di enciclopedia dove è possibile trovare informazioni sulla storia, la cultura e i personaggi del periodo.
Naoe e Yasuke: due protagonisti, due Mondi, un destino comune
Addentriamoci però su quella che è la storia vera e propria di Assassin's Creed Shadows. Il titolo è ambientato nel XVI secolo in Giappone, un'epoca storica fondamentale, ricca di personaggi importanti come Oda Nobunaga o Hattori Hanzo, nonché di un delicato periodo contornato da intrighi e profonde trasformazioni culturali.
In questo contesto storico e per la seconda volta nella storia della serie, ci troviamo a vestire i panni di due protagonisti: Naoe, una shinobi agile e letale, e Yasuke, un samurai imponente e potente. Le loro storie, apparentemente distanti, si intrecciano in un racconto di vendetta, lealtà e redenzione.
Naoe è una shinobi, figlia di un rivoltoso, molto attaccata alla famiglia, alla protezione delle persone a lei vicina ed è la vera protagonista del gioco. La sua agilità, la sua astuzia e la sua abilità nello stealth la rendono un personaggio più versatile, capace di affrontare le missioni in modi più creativi. Yasuke, è un possente uomo di origine africana, proveniente dall'Africa. È un samurai realmente esistito nella storia giapponese, tanto da divenire piuttosto leggendario nella cultura. La sua forza bruta, la sua determinazione e la sua abilità con la katana lo rendono un guerriero temibile.
Le dinamiche tra i due personaggi sono uno dei punti di forza del gioco. Nonostante le loro differenze, Naoe e Yasuke imparano a fidarsi l'uno dell'altra, a collaborare per raggiungere i loro obiettivi.
La loro crescita personale, il modo in cui affrontano le sfide e le loro interazioni provano per tutto il gioco a incastrarsi fra loro, fallendo spesso e volentieri a farsi davvero amare. Un gran peccato, se si considera che la loro crescita non è nemmeno malvagia. Ma il loro reale potenziale si vede solo verso la fine dell'avventura, una fine che però avviene troppo prematuramente, non offrendo occasione di spiccare davvero.
La narrazione di Shadows è infatti ambiziosa, ma non sempre riesce a mantenere un ritmo costante. La struttura delle missioni, che consente di affrontare alcuni obiettivi in ordine sparso, crea a volte una dissonanza nel flusso narrativo. L'atto centrale, in particolare, mi è sembrato un po' debole, con missioni di eliminazione che mancano di mordente e risultano ripetitive.
Il finale, poi, è la nota più dolente. Tronco e improvviso, lascia l'amaro in bocca e la sensazione di un lavoro incompleto. Sembra quasi che il gioco finisca sul più bello, quando la trama stava davvero per divenire più interessante. Questo mi ha lasciato con più domande che risposte, e non in senso positivo, facendomi temere che per svelare i segreti della fine, si debba aspettare l'uscita di DLC a pagamento.
Per me è tutto un gran dispiacere, perché la narrazione di Shadows aveva molto potenziale: riesce a evocare lo spirito dei primi Assassin's Creed, mettendo lo spirito del Credo finalmente più centrale rispetto al passato. Ma lo fa per poco tempo, mettendo in mostra una sceneggiatura debole e con davvero poche parti davvero interessante.
Scegli chi vuoi essere... Asssassino o samurai?
Per fortuna lato gameplay ci sono importanti miglioramenti. Il gioco segna un graditissimo ritorno allo stealth, un elemento che aveva perso importanza nei capitoli più recenti. Naoe è una shinobi letale, capace di muoversi nell'ombra, arrampicarsi sui tetti e utilizzare una varietà di strumenti per eliminare i nemici.
Mi sono divertito a sfruttarla e ho trovato gradevole l'introduzione del rampino, la possibilità di nascondersi sott'acqua negli stagni o di sfruttare i giochi di luce per eliminare i nemici in silenzio e spostarsi con più intelligenza.
Fa piacere vedere che il team si sia concentrato sul ritornare a un modello di gioco stealth più incisivo, ma va anche detto che l'IA aiuta molto a facilitare le cose. I nemici si muovono in maniera alquanto stupida e basta nascondersi dietro una casa e fischiare per eliminarne in gran quantità. Non mi aspetto un livello di intelligenza paragonabile a The Last of Us Parte II, ma nemmeno qualcosa di simile. Sono conscio del fatto che l'IA si un problema noto negli action-adventure, ma visto il ritorno prepotente dello stealth, avrei cercato di lavorarci di più sotto quel punto di vista.
Se si preferisci un approccio più diretto, Yasuke è la persona giusta visto che offre un'esperienza di gioco più orientata all'azione. La sua forza bruta, la sua determinazione e la sua abilità con la katana (e non solo) lo rendono un guerriero inarrestabile. Il combattimento, migliorato rispetto ai capitoli precedenti, è brutale, viscerale e soddisfacente.
So cosa state pensando... Posso utilizzare un unico personaggio per tutta la durata della storia? Nì, nel senso che è possibile sicuramente completare quasi tutto il gioco con solo uno dei due, ma in moltissimi casi il gioco obbliga a utilizzarne uno invece dell'altro e comunque in molte occasioni è molto complicato sfruttare Naoe al posto di Yasuke e viceversa. Il titolo offre comunque più volte, anche durante le missioni stesse, di intercambiare.
Considerate che si può comunque passare da un personaggio all'altro ogni volta che lo vogliamo nel menu, anche se è bene sapere che non funziona come GTA. I due personaggi si muovono insieme e quindi riappaiono nello stesso esatto punto.
Per quanto mi riguarda ho giocato quasi solo con Naoe e il motivo è semplice: è agile. Yasuke è un carro armato alto quasi due metri per cento kg di muscoli e questo implica il fatto che sia impossibile sfruttarlo per scalare le pareti o per muoversi rapidamente. Permangono delle contraddizioni divertenti, per esempio il fatto che Yasuke riesca a mantenere la stessa velocità di Naoe nuotando, pur avendo un'armatura enorme sopra, ma se passa sopra una corda giustamente, questa si rompe.
Animus HUB
Il gioco introduce anche un nuovo Hub, l'Animus Hub, un'interfaccia che permette di accedere a tutti i titoli recenti della serie, e che integra anche delle meccaniche in gioco interessanti.
Nel gioco sono presenti delle risorse (chiavi ed essenze) che possono essere sfruttate nell'Animus per sbloccare elementi in-game, cosmetici e non.
Entrambi i personaggi possono essere migliorati con l'equipaggiamento che è possibile recuperare in giro e con i punti abilità, che ci consentono di sbloccare alcune doti particolari, dall'uso delle bombe di fumo fino a skill attive piuttosto utili. Seppur i due protagonisti abbiano equipaggiamenti diversi, entrambi possono trovare armi o armature dell'altro, così come i punti abilità vengono condivisi senza problemi.
Il problema è come vengono guadagnati questi punti abilità. Se l'esplorazione è di tutt'altra caratura rispetto a Valhalla, le attività risultano come molto ridondanti anche in questo capitolo. Ma andiamo per punti. La mappa è più piccola, più semplice da esplorare e più avara di informazioni (ed è un bene). Ma le attività inserite sono piuttosto poco interessanti e ripetitive, come la richiesta di trovare le pergamene nei templi o addirittura pregare nei templi: per ottenere i punti abilità, oltre a salire di livello è davvero necessario compiere questo tipo di richieste. Questi sono solo alcuni esempi, ma non mancano i classici "castelli da ripulire da samurai", punti di osservazione o tombe con tesori. Se nelle prime 5-10 ore il tutto risulta sopportabile, dopo la ridondanza si palesa in maniera veemente, risultando molto fastidiosa.
Quantomeno in Valhalla i contenuti erano decisamente più vari e forse anche più interessanti. Non cercavo chiaramente la stessa densità di mappa di Valhalla o addirittura la stessa quantità di attività, ma un po' più di varietà non mi sarebbe dispiaciuto.
Il team sembra essersi concentrato su tantissimi bersagli da eliminare, il che ha anche senso considerando che è un Assassin's Creed, però questi sono davvero tanti e dopo le prime 20-30 eliminazione, anche questa attività comincia a diventare abbastanza ripetitiva. Anche perché la gestione delle missioni e dei bersagli la ho trovata piuttosto macchinosa, con l'obbligo (o quasi) di sfruttare delle vedette per identificare l'esatta posizione dei nemici o delle missioni sulla mappa. Capisco la volontà di provare a rendere l'esplorazione meno meccanica, ma così si appesantisce troppo il ritmo per seguire tutte le quest.
Come nel predecessore, anche in questo capitolo è presente un rifugio personalizzabile. Se però nel precedente la componente gestionale era più incisiva, in Shadows ci si concentra maggiormente sulla personalizzazione del tutto. Non fraintendetemi, avere o no determinate strutture porta ad avere dei vantaggi in-game, ma passerete più tempo a personalizzare la vostra casa che impegnarvi nella costruzione di tutte le casupole.
Visivamente e artisticamente di gran livello
Su dove ci sono pochi dubbi, è il comparto grafico: sbalorditivo. Il motore grafico, Anvil, è stato sfruttato al massimo, creando un mondo di gioco dettagliato, affascinante e vivo. Le ambientazioni sono mozzafiato, con una cura maniacale per i dettagli. Bellissimo anche a livello di distanza visiva e di rendering generale, con prestazioni eccellenti su Xbox Series X|S sia in modalità performance che in quality mode.
Apprezzabile anche l'introduzione delle quattro stagioni che influenzano l'aspetto del mondo e il gameplay. Queste aggiungono profondità e varietà all'esperienza di gioco, permettendoci di fare meno rumore, per esempio, sulla neve o nasconderci in una fitta pioggia notturna estiva.
Anche le animazioni dei personaggi sono state migliorate, soprattutto quelle di movimento, che risultano più fluide e realistiche rispetto a Valhalla. Le animazioni facciali, invece, rimangono ancora un po' rigide, ma nel complesso il risultato è sufficiente, anche se forse sarebbe ora di rivedere questa parte.
Anche il comparto sonoro è di alto livello. Le musiche mi hanno convito, anche considerando che c'è mix molto particolare tra suoni più orchestrali a tracce sonore moderne e forse meno contestualizzate, ma che in realtà funzionano piuttosto bene nel loro insieme.
Il doppiaggio, invece, lo ho trovato eccellente, sia in italiano che in giapponese. Non ho provato l'inglese, ma non dubito sia comunque anch'esso di buon livello.
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