Armored Core 6: Fires of Rubicon. Solo a leggerlo fa davvero strano dopo una decade passata a realizzare GDR-Action e invece è tutto vero: FromSoftware ha ripescato una delle serie mech più amate e apprezzate di sempre, pronta a tornare il prossimo 25 agosto su PS5, Xbox Series X|S e PC.
In questi 11 anni di pausa dal franchise, il team giapponese ha imparato moltissimo per dare vita al sesto capitolo più frenetico e impegnativo dell'intera serie e possiamo confermarvelo: ci sono riusciti pienamente. Nel corso delle scorse settimane, infatti, abbiamo avuto modo di provare il gioco per diverse ore, affrontando le prime 11 missioni e sperimentando in maniera certosina il gameplay offerto. Nonostante non sia chiaramente un prodotto pensato per tutti, Armored Core 6 si pone per essere uno dei videogiochi più interessanti di questa torrida estate, pronto a divenire il capitolo più importante dell'intero brand.
Siete un mercenario, siete senza scrupoli e non vi serve sapere altro
Il gioco è ambientato su Rubicon 3, un mondo colpito da un disastro naturale causato da una sostanza chiamata Coral, una specie di fonte di energia che ha letteralmente bruciato il pianeta. Circa cinquanta anni dopo la calamità, il Coral è ritornato prepotentemente a manifestarsi, convincendo l'umanità a impossessarsene nuovamente (o almeno provarci).
Ed è proprio qua che entriamo in scena noi. In questo capitolo di Armored Core vestiamo i panni dell'umano potenziato C4-621, un mercenario al soldo di corporazioni e gruppi para-militari, pronto ad accettare gli incarichi del miglior offerente per diventare influente, ricco e potente.
Insomma, lo avrete capitolo, seppur la lore sia interessante e la storia si manifesterà pian piano durante il gioco, l'intera esperienza si concentra maggiormente sul gameplay rispetto alla vicenda. Non per altro siamo neutrali rispetto a tutto ciò che succede e capiterà di scontrarci contro gruppi che magari ci avevano assunto in precedenza o magari eliminare soldati o mech che avevamo conosciuto.
Nelle undici missioni giocate non abbiamo avuto modo di approfondire l'avventura dal punto di vista narrativo, ma siamo certi che nel gioco completo ci sarà modo di capire di più alcuni aspetti di Rubicon 3 e della sostanza denominata Coral.
Robottoni ovunque
Mettiamo da parte un attimo la storia e concentriamoci piuttosto sul vero fulcro del gioco: il combat system. Come vi avevamo anticipato all'inizio, FromSoftware ha fatto tesoro di tutto ciò che ha imparato in tutti questi anni con giochi quali Dark Souls. Sekiro, Bloodborne ed Elden Ring, dando vita a un sistema di combattimento versatile, frenetico ed estremamente soddisfacente.
Il gioco è tutto incentrato sui movimenti, dai salti agli scatti fino alla possibilità di fluttuare in volo con i razzi. Non per altro il gioco è su tre dimensioni di movimento, basato su spostamenti e mobilità: il team di sviluppo ha davvero rivoluzionato il level design rispetto al passato, rendendolo variegato e mai fine a se stesso, anche grazie all'utilizzo dell'energia che funge un po' da stamina.
Ciò lo porta a essere un titolo con un gameplay omnidirezionale e con la possibilità di spostarsi in qualunque modo e seppur questo porti ad avere più possibilità d'approccio, il controllo durante i combattimenti può risultare inizialmente leggermente macchinoso considerando che possiamo sparare contemporaneamente con tutte le armi e allo stesso modo volare. Ma vi possiamo assicurare che nel giro di poco tempo diventa abbastanza facile memorizzare i comandi, soprattutto dopo aver compreso i principi della telecamera e della mira manuale e automatica.
Seppur le missioni tendano a essere abbastanza semplici da affrontare (seppur molto più varie rispetto al passato), i boss e i mini-boss offrono una sfida degna, ben superiori rispetto a qualsiasi altro capitolo della serie. Capita, infatti, di battere dei nemici di alto rango grazie al nostro modo di destreggiarci con i comandi, ma non sempre è possibile e spesso è necessario ragionare sul cambiare completamente tattica ed equipaggiamento.
Il gioco infatti offre una buona dose strategica, basata interamente sulla costruzione della nostra "build", nonché la parte più tradizionale della serie Armored Core. Come spiegato precedentemente, siamo dei mercenari e ciò comporta ricevere soldi per ogni obbiettivo completato; soldi che possono poi essere investiti nell'acquisto di armi , armature, razzi e scudi di diversa entità, sbloccabili completando sfide chiamate loghunt (che permettono di salire di livello) oltre che completando missioni e tutorial.
Inutile sottolineare il fatto che è possibile costruirsi un mech molto veloce ma debole in difesa, un altro ben equilibrato o altrimenti un mecha molto resistente ma con scarsa mobilità. Insomma, possiamo decidere liberamente come approcciare il gioco e intercambiare tutto ciò che acquistiamo in maniera facile e veloce attraverso un hub dedicato. A seconda della sfida che ci viene posta davanti possiamo quindi riflettere sul giusto equilibrio militare, eventualmente anche rivendendo oggetti già acquistati per acquistarne di più adatti al nostro fine.
Chiaramente possiamo anche decidere anche di personalizzare esteticamente il nostro mecha, dai colori fino alle livree interamente customizzabili, così da dargli anche l'aspetto che più preferiamo durante le varie missioni.
In generale avrete capito che nonostante Masaru Yamamura, ex lead designer di Sekiro, abbia voluto rendere il gioco più difficile rispetto ai precedenti capitoli, ha comunque ben pensato di realizzare qualcosa che potesse essere soddisfacente per gli appassionati più accaniti, ma allo stesso tempo un biglietto di ingresso interessante per chi magari ama FromSoftware per i Souls e desidera provare qualcosa di diverso.
Vero, il tasso di sfida non è propriamente alla portata di tutti, ma con le giuste valutazioni e tentativi, tutti potrebbero superare con tranquillità il gioco, al netto di avere una dose di pazienza leggermente superiore alla media. Se pensate di poter giocare ad Armored Core 6 con la volontà di rilassarvi beh... non è questo il caso. Tuttavia, il benessere che si prova dopo aver sconfitto dei nemici apparentemente imbattibili, supera di gran lunga qualsiasi fatica provata durante gli scontri.
FromSoftware da tutti pori
Nonostante sotto il profilo grafico sia comunque uno dei videogiochi migliori partoriti da FromSoftware, considerando anche la mole di effetti particellari su schermo e la fluidità nei combattimenti, è la componente artistica a essere ancora una volta la protagonista.
Al di là del design dei mecha e della varietà dalle ambientazioni che vanno da pianure ghiacciate a deserti infuocati fino a vere e proprie base corazzate, ciò che colpisce è proprio il modo coeso in cui tutto ciò che appare ai nostri occhi sembra incastrato perfettamente nel background. Non è un mistero che la software house giapponese riesca sempre a sorprenderci sotto questo punto di vista, ma era da tempo che non vedevamo qualcosa che andasse al di là di ambientazioni fantasy, ed è meraviglioso vedere come i ragazzi dello studio siano riusciti ancora una volta a dare vita a un mondo di gioco credibile e meraviglioso da osservare.
Tirando le somme
Insomma, ancora una volta FromSoftware non sembra sbagliare. Chiaro, occorrerà attendere la versione finale per giungere a un parere definitivo sul progetto, ma è evidente come tutti questi anni dietro ai propri titoli GDR abbiano aiutato molto nella realizzazione di questo nuovo episodio di Armored Core. Nonostante la curva della difficoltà si sia notevolmente alzata rispetto alle precedenti iterazioni, il gioco mette in scena un modello di gioco comprensibile e perfetto per chi cerca una sfida soddisfacente ma tutt'altro che frustrante, segno della volontà del team di rendere il gioco più godibile per una grossa fetta di giocatori. Siamo abbastanza certi che Armored Core 6: Fires of Rubicon farà molto parlare di sé nel corso di questa estate con una probabilità abbastanza alta di divenire uno dei capitoli più importanti e qualitativamente di livello dell'intero franchise.