Tra i tanti filoni videoludici che hanno preso piede da qualche anno a questa parte è impossibile non citare gli extraction shooter. Tra pilastri del genere, come Escape from Tarkov, e piacevoli varianti edulcorate alla Synduality Echo of Ada, si appresta a unirsi alla festa anche Arc Raiders, ossia quello che è molto probabilmente l’esponente più atteso e chiacchierato del momento. Nato sotto l’attenta mano di Embark, studio comprendente svariati ex sviluppatori di Battlefield e che ci ha già regalato l’intrigante The Finals, Arc Raiders è infatti già riuscito a catturare l’attenzione di molti giocatori, grazie a un’ambientazione intrigante e delle idee potenzialmente dirompenti.
Un’opera, insomma, che pare proprio avere tutte le carte in regola per dire la sua e che potrete provare in anteprima nei prossimi giorni grazie al Tech Test 2, con tale sessione che apre per la prima volta le porte del titolo anche ai giocatori su console. Tech Test 2 che è stato anticipato alla stampa nei giorni scorsi e di cui siamo finalmente pronti a parlarvi.
Una prova varia
Arc Raiders è, come anticipato poco fa, un extraction shooter che propone un’esperienza PvPvE. Le varie partite, quindi, ci metteranno contro sia altri giocatori che nemici controllati dall’IA, con la mancata estrazione a fine partita che comporterà la perdita di tutto quanto raccolto fino a quel momento. Anche nel titolo di Embark si presenta quindi la meccanica chiave alla base del genere, che lo rende tanto avvincente quanto talvolta eccessivamente punitivo e a tratti anche frustrante. Senza tali dinamiche, del resto, non staremmo però neanche parlando di extraction shooter.
I nostri giorni in compagnia del titolo si sono suddivisi più o meno equamente tra sessioni in solitaria e a più giocatori, oltre che in differenti location. In Arc Raiders non vi è infatti un’unica grande mappa, ma differenti zone che variano sensibilmente tra di loro in modo tale da garantire un’esperienza ancor più varia ai giocatori. La nostra esperienza all’interno del titolo di Embark, insomma, è stata piuttosto eterogenea e ci ha concesso di vedere da diversi punti di vista il gioco.
Minacce e risorse
Arc Raiders è ambientato in un futuro post apocalittico dove misteriose macchine chiamate ARC hanno preso il controllo dell’intera superficie, obbligando l'umanità a rifugiarsi nel sottosuolo. A combattere contro il destino, lanciandosi in pericolosissime missioni per recuperare preziose risorse rimaste sulla terra, sono pochi coraggiosi, che prendono il nome di Raiders e rappresentano l’ultima speranza della specie umana.
Un incipit sicuramente intrigante, ma che, almeno sulla carta, sa decisamente di già visto. Synduality Echo of Ada, altro esponente del genere uscito qualche mese fa, ha ad esempio il medesimo setting, seppur con qualche variante dovuta all’utilizzo dei mech e ad avverse condizioni atmosferiche. Tornando però ad Arc Raiders, il titolo di Embark ha decisamente più di un asso nella manica a disposizione, a partire da un’ambientazione su niente poco di meno che il suolo italico. Numerosi cartelli, indicazioni e quant’altro richiamano infatti la nostra terra natia, facendoci sentire subito a casa anche se in un modo non esattamente ospitale.
Quella che colpisce particolarmente è però sicuramente l’atmosfera, con Embark che pare proprio essere riuscita a fare un grandissimo lavoro nel ricreare zone post-apocalittiche dove è davvero un attimo sentirsi in grande pericolo. Complice un ottimo comparto audio e un impianto tecnico più che convincente, almeno su PC in Quad HD a dettagli Ultra, Arc Raiders riesce infatti a far immedesimare alla grande il giocatore, che si trova quasi subito a capire come ogni singolo passo deve essere ponderato con grande attenzione e ogni scelta accuratamente studiata.
Entrare in una casa diroccata, cercando di evadere gli attenti sguardi degli ARC di vedetta e di agguerriti altri raiders, è infatti un’esperienza capace di lasciare sempre con il fiato sospeso, tanto alla prima partita che dopo diversi round nella medesima location. La possibilità di essere eliminati in pochi istanti dopo aver perso diversi minuti a cercare preziose risorse in giro è infatti sempre presente in Arc Raiders e contribuisce a mantenere la tensione sempre alta.
Preparazione e azione
Spostandoci ora sul gameplay vero e proprio, Arc Raiders è, come la stragrande maggioranza degli altri esponenti del genere, contraddistinto da due anime ben distinte. La prima è quella che ci vede intenti a salire in superficie e cercare di ottenere quante più risorse possibile senza rimetterci la pelle, mentre la seconda consiste nelle fasi più gestionali e di preparazione alle scorribande.
Quest’ultima si suddivide in tutta una serie di sottosistemi, capaci di andare a toccare praticamente tutto quello che ci serve. Vi è infatti una voce del menu dedicata al crafting, con le varie risorse ottenute che possono essere utilizzate per dare vita a bende, scudi, armi e quant’altro. Da una semplice officina il tutto si espanderà sempre più, anche se per ovvie questioni di tempo non ci è stato modo di osservare le fasi più avanzate del crafting di Arc Raiders. Il tutto ci è comunque parso tanto classico quanto solido e funzionale.
Non manca poi manco un mercato dove comprare tutto ciò di cui abbiamo bisogno e neanche tutta una serie di quest e missioni volte a svelare sempre più quello che è successo al mondo di gioco. Immancabile, infine, il season pass, che è anzi in Arc Raiders presente in più versioni diverse e con ricompense differenti.
La personalizzazione del personaggio, al netto del loadout che decideremo di utilizzare di missione in missione, si sviluppa sia attraverso un buon editor e degli outfit da acquistare che tramite un tutto sommato snello skill tree. L’albero delle abilità di Arc Raiders è infatti diviso in tre rami, ognuno dei quali specializzato a rendere il nostro personaggio più potente in un modo differente. Uno di essi, ad esempio, è focalizzato sul potenziare stamina e energia del nostro alter-ego digitale, mentre un altro sul renderci più silenziosi durante le varie scorribande.
Pericolo costante
Una volta deciso cosa portare con sé, tra cui armi, proiettili, scudi, cure, trappole e quant’altro, giunge l’ora di emergere in superficie e affrontarne i pericoli. Come accennato in apertura di articolo, in Arc Raiders sono diverse le zone esplorabili, ognuna delle quali affrontabili in solitaria o in compagnia e contraddistinta da ambientazioni differenti.
Il leitmotiv una volta in missione è quello classico da extraction shooter e consiste nel recuperare quanti più oggetti utili possibili prima di richiedere l’estrazione e ritornare alla base. I pericoli sono rappresentati sia dalle macchine ARC, che si suddividono tra droni di varie tipologie e pericoli più o meno imponenti, e i raiders. Per quello che abbiamo avuto modo di provare, nel titolo di Embark non sembra esserci un grandissimo spirito collaborativo e sono molte più le volte in cui siamo stati crivellati a vista che quelle in cui siamo riusciti efficacemente a cooperare con un altro sventurato sopravvissuto. Spingersi troppo ora a riguardo in merito non avrebbe però senso, dato che sarà molto probabilmente la community del gioco a spingerlo in una direzione piuttosto che un’altra.
Gunplay ed esplorazione funzionano in ogni caso decisamente bene, denotando una pulizia tutto sommato invidiabile per un titolo che non ha ancora una data di lancio ben precisa. I proiettili sparati restituiscono infatti il giusto feedback, con gli Arc colpiti che perdono pezzi e prendono fuoco dopo qualche colpo riuscito. Pure l’esplorazione è fluida e convincente, con delle buone animazioni supportate alla grande dal già citato impianto tecnico. Manca giusto qualche finezza, vedi la possibilità di scardinare porte e serrature in compagnia per ridurre i tempi complessivi dell’azione, ma per il resto tutto in Arc Raiders sembra ben studiato e funzionale. Anche qua, vista la manciata d’ore in compagnia del titolo di Embark, è prematuro lanciarsi in grosse conclusioni, ma è evidente come l’impianto alla base del tutto ci sia e funzioni anche decisamente bene.
Dubbi e certezze
I dubbi più grandi alla base di Arc Raiders sono i classici che hanno da sempre tediato il genere. Senza un buon loadout gli scontri con gli Arc più grossi e gli altri giocatori diventano ad esempio a dir poco proibitivi. Perdere un buon equipaggiamento in una missione andata male dà infatti il via a ore di difficoltà, costringendoci a recuperare tutto il necessario per creare armi, scudi e oggetti di buona qualità. Una volta sconfitti ci si mette quindi un po’ a ritornare competitivi, con il rischio di tornare al punto di partenza che è sempre dietro l’angolo.
Fortunatamente a nostra disposizione ci sono una manciata di slot sicuri, che consentono di salvare gli oggetti riposti al loro interno anche in caso di estrazione fallita, ma non sembrano sufficienti per annullare del tutto il rischio di frustrazione nel titolo. Da valutare, inoltre, anche la natura di season pass e oggetti a pagamento, che potrebbero, se non gestiti adeguatamente, creare grossi squilibri.
Se Embark riuscirà a gestire tutto questo nel migliore dei modi, Arc Raiders potrebbe però decisamente dire la sua e, dopo questo provato, siamo sicuri che tutti gli amanti degli extraction shooter troveranno al suo interno ben più di un motivo d’interesse.