Apex Legends: EA impone enormi limiti ai tornei, i pro-player insorgono

Apex Legends naviga in cattive acque: una serie di nuove regole imposte da EA per la scena competitiva fa insorgere i pro-player.

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a cura di Nicola Armondi

Apex Legends sembrava avere di fronte a sé un futuro florido e denso di contenuti, ma come ben sappiamo con l'arrivo della prima Stagione e del primo Pass di Battaglia i giocatori si sono allontanati dal nuovo free to play di Respawn Entertainment. La mancanza di novità rilasciate a cadenza regolare non ha convinto il pubblico.

Questo, però, non ha scoraggiato varie organizzazioni a investire nella scena eSport di Apex Legends, includendo giocatori e influencer legati al battle royale. Electronic Arts non ha pianificato eventi ufficiali, ma la scena competitiva sembra pronta a evolversi in autonomia. Perlomeno è quello che si pensava, fino a quando non sono stati svelati tutta una serie di nuovi limiti imposti da EA.

Il produttore, infatti, ha deciso di imporre un tetto massimo per i montepremi: 10.000 dollari all'anno. Si tratta di una cifra bassissima, assolutamente non confrontabile con i numeri raggiunti dai normali tornei del mondo eSport. Considerando poi che in questo periodo sta avendo luogo la Coppa del Mondo di Fortnite (che vanta un milione di dollari di montepremi totale), il valore massimo imposto da EA sembra ridicolo.

Non finisce qui, però. I tornei non possono essere trasmessi in televisione, ma unicamente su piattaforme di streaming come Twitch e YouTube, oltre che sui social come Facebook. Anche in questo caso, però, i broadcaster non possono ricavare più di 10.000 dollari dalle trasmissioni di questi tornei. Tutti questi limiti non sono stati affatto apprezzati dai pro-player che hanno protestato: la critica principale è sopratutto legata ai limiti imposti agli organizzatori che, sostanzialmente, non possono guadagnare cifre serie e di conseguenza non possono creare eventi di grandi dimensioni.

Apex Legends ha avuto un'ottima partenza, ma pare essersi arenato. In questo caso, però, non è il gioco in sé a far discutere, ma la strategia adottata da Electronic Arts. Voi cosa ne pensate?

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