Animal Crossing New Horizons | Recensione

Animal Crossing New Horizons riporta la celebre serie di life simulator, nei salotti dei giocatori. Riuscirà a stupirci ancora una volta?

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a cura di Andrea Maiellano

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Più passavano le ore che stavo spendendo assieme ad Animal Crossing New Horizons, più mi rendevo conto che una recensione “canonica” non avrebbe reso giustizia alla nuova, importante, esclusiva in uscita per Nintendo Switch. Sciorinare, attraverso fiumi di parole, le varie caratteristiche, novità e implementazioni del nuovo capitolo della celebre serie di Life Simulator non avrebbe cambiato il punto di vista ne delle persone che lo attendono dal giorno della sua presentazione ne, tantomeno, di chi non ha mai digerito questa particolare tipologia di gioco. Ho deciso quindi di raccontarvi, in prima persona, il mio viaggio in un’isola deserta, cercando di trasmettervi, nella maniera più naturale possibile, cosa vi aspetta una volta che avvierete Animal crossing New Horizons e di come questa “pacioccosa” esclusiva per Nintendo Switch, sia entrata nella quotidianità di un amante dei “giochi per bimbi grandi” come me… regalandomi un virtuale angolo di pace di cui, al momento, non posso più fare a meno

Il primo giorno... del resto della tua vita

Il mio personale viaggio assieme ad Animal Crossing New Horizons iniziò con un basilare editor del personaggio che mi ha permesso di scegliere il sesso del mio avatar, e una manciata di caratteristiche estetiche. Niente di troppo complesso o dettagliato, siamo ben lontani dai livelli di personalizzazione raggiunti da Black Desert, ma sono comunque riuscito a rendere credibile il villeggiante che sarebbe andato a impersonarmi all’interno di questa nuova esperienza di vita. Dopo pochi istanti sono stato accolto da Tom Nook e i suoi due assistenti che, ringraziandomi per aver deciso di scegliere la sua agenzia per cambiare la mia vita, si prodigò nello spiegarmi le gioie dell’abbandonare la vita di tutti i giorni per andare a creare una nuova comunità, assieme ad altre persone, su un’isola deserta. Onestamente tutti i discorsi del simpatico procione mi sembrarono più simili a quelli di un imprenditore che a quelli di un motivatore ma, curandomi solo del mio futuro cambiamento, non ci feci troppo caso e passai allo step successivo: decidere in quale delle isole disponibili trasferirmi. 

Una volta che, finalmente, tutto il programma offerto dalla Nook Inc. mi fu spiegato nel dettaglio arrivò il momento di scegliere una delle quattro planimetrie disponibili per decidere in quale isola io volessi andare ad abitare assieme agli altri aderenti all’iniziativa. Mi fu anche chiesto se avessi preferito vivere nell’emisfero Meridionale o in quello Settentrionale, dove fuso orario e condizioni climatiche avrebbero seguito lo stesso ciclo di quello della nazione in cui realmente vivo quotidianamente. Dopo aver preso le varie decisioni, ed essere stato avvertito più volte dell’impossibilità di cambiare uno qualsiasi di questi parametri, mi imbarcai sull’aereo della Nook Inc pronto per cominciare la mia nuova esperienza con Animal Crossing New Horizons. Una volta sbarcati sull’isola l’unica cosa ci fu chiesto di radunarci in quella che pareva essere una sorta di, rudimentale, piazza principale dove Tom Nook ci diede il benvenuto e fornì a tutti i nuovi abitanti una tenda da poter sistemare dove più ci aggradava sulla superficie dell’isola. 

Essendo nato in un paesino in riva al mare, migrato poi nella grande città per questioni puramente lavorative, optai per un angolino di paradiso vicino alla spiaggia e posizionai la mia nuova tenda, prima di dedicarmi a una veloce visita dell’isola. La giornata scorse veloce con Tom Nook che si prodigò nell’illustrarmi a quanto ammontassero le spese di trasferimento e come avrei fatto per pagarle ora che avevo abbandonato la vita di tutti i giorni. Il “procionico” imprenditore aveva deciso di utilizzare un nuovo conio chiamato “stelline” ma, siccome non potevo averne a disposizione appena atterrato, fu così magnanimo da permettermi di pagare le spese di trasferimento attraverso una valuta digitale chiamata “Miglia di Nook”, ottenibili molto più rapidamente. Il funzionamento era, in effetti, molto semplice: attraverso uno smartphone offerto in dotazione con il “pacchetto vacanze” che avevo acquistato dalla Nook Inc., potevo accedere a una serie di semplici attività, da svolgere sull’isola, che mi avrebbero permesso, al loro conseguimento, di ottenere delle Miglia di Nook. Così passai la mia prima giornata a conoscere gli altri due abitanti dell’isola, nonché miei nuovi vicini di casa, consigliargli dove installare le loro tende, girovagare per l’isola raccogliendo erbacce, rami e frutti e recarmi, all’imbrunire, alla festa di inaugurazione dell’isola organizzata da Tom Nook.

Durante la “frugale festicciola”, a base di pere raccolte durante il giorno e poco altro, si arrivò al momento di prendere una scottante decisione: Tom Nook chiese a tutti gli abitanti di scegliere un nome dell’isola, per inaugurare la nuova comunità, e di metterlo ai voti per decidere quale sarebbe stato, in seguito, ufficializzato. Non potevo permettere di ritrovarmi a vivere in un posto chiamato “Festopoli” o “Gioiavilla” quindi misi in pausa Animal Crossing New Horizons per fiondarmi su Google a “spulciare” i nomi di alcune isole deserte sparse in lungo e in largo nel Mondo. La mia scelta ricadde su una delle Isole del Canale, che a oggi conta poco meno di 2400 abitanti, di nome Alderney. La piccola comunità accolse con calore la mia proposta e non si limitò, solamente, a scegliere la mia proposta ma decisero di comune accordo di rendermi portavoce dell’isola. In altri contesti tutti quei sorrisi, quella gentilezza e quell’entusiasmo nel farmi sentire importante mi avrebbe fatto temere per una virata della storia verso tematiche da horror movie… ma non ad Alderney. Lì la gioia era reale e l’atmosfera volutamente disimpegnata e rilassata. Terminata la cerimonia di inaugurazione Tom Nook donò a ognuno un sacco a pelo e ci congedammo per passare la prima notte nella nostra nuova casa.

La mattina seguente misi mano a tutta la mia esperienza in giochi single player e mi attivai subito per estinguere il mio debito con Tom Nook cominciando a compiere, e successivamente depennare, tutte le attività possibili dalla lista presente sul mio Nookphone. In breve tempo scoprii che era possibile utilizzare rami, pietre e tutto il materiale che potevo reperire sull’isola per realizzare strumenti da lavoro all’interno della tenda della Nook Inc. Dopo aver creato un retino, un’ascia e una canna da pesca mi iniziai a dedicare alla raccolta di insetti, alla cattura di pesci e a procurarmi della legna. Purtroppo, scuotendo un albero per raccoglier dei frutti, un vespaio cadde al suolo e uno sciame di vespe mi punse deturpandomi il viso. In poco tempo, uno dei miei vicini di casa, mi offrì dei medicinali elargendomi anche istruzioni su come crearli utilizzando le risorse dell’isola, alla stessa maniera un altro abitante, per ringraziarmi di avergli consigliato un ottimo posto dove piantare la propria tenda, si prodigò regalandomi una pala. Ad Alderney, in buona sostanza, la gentilezza e l’aiuto reciproco stanno alla base di tutte le relazioni ma in quel momento volevo solamente estinguere il mio debito con Tom Nook quindi mi dedicai, alacremente, a completare quante più attività possibili per ottenere 5000 Miglia di Nook, pagare il “procione imprenditore” e godermi la mia nuova vita… ma stavo per scoprire anche perché Animal Crossing New Horizons è considerato un “Life Simulator”.

Saldato il mio debito con Tom Nook, difatti, cominciai a rendermi conto che il poco spazio in tasca, unito a una tenda come abitazione, cominciava a farsi sentire. Vicino al mio sacco a pelo cominciavano ad ammonticchiarsi più cianfrusaglie di quelle che Amazon consegna a casa mia in una settimana quindi, mosso da necessità, decisi di andare a chiedere consiglio al fido procione per capire come trovare una sistemazione migliore. Con uno smagliante sorriso stampato sulla faccia il buon Tom Nook si prodigò nell’illustrarmi tutti i servizi che la sua agenzia offriva per chi volesse comprare una casa sull’isola di Alderney. In breve tempo mi trovai a scegliere il colore del tetto, assieme a qualche altro dettaglio, e ultimai il mio ordine, per scoprire subito dopo che tutto, specialmente in Animal Crossing New Horizons, ha un prezzo.

Tom Nook, infatti, mi informò rapidamente che il costo totale dei servizi per la mia nuova casa ammontava a 98.000 Stelline e che, considerando che oramai avevo cominciato ad ambientarmi alla nuova vita sull’isola, non potevo più fare affidamento sul rimborso del debito attraverso le Miglia Di Nook ma che, senza alcun problema, avrei potuto restituire la somma poco per volta, in tutta comodità, usando un terminale “simil Bancomat” posto all’interno della tenda che ospitava la Nook Inc. Neanche a dirvelo che, finito il mio incontro con l’avido procione, realizzare che ora non dovevo solamente rimborsare il mutuo nella vita reale ma anche quello per la casa ad Alderney mi lasciò alquanto stranito ma mi fece comprendere che Animal Crossing New Horizons non è solamente un ottimo, e disimpegnato, “Life Simulator” ma impone, a chi ne fruisce, dei tempi di progressione volutamente dilatati e che mal si sposano con chi cerca “tutto e subito”.

Il piacere delle piccole cose

Con una rinnovata “forma mentis”, quindi, trascorsi le successive giornate all’interno di Animal Crossing New Horizons perpetuando una metodicità basata, maggiormente, sul godermi la tranquillità offerta da Alderney, compiere varie attività per raccogliere stelline, nel tentativo di saldare il mio debito con Tom Nook e apprendere come estendere le mie capacità nel “fai da te” per poter arredare la mia nuova dimora in, quasi, totale autonomia. Indubbiamente il comodo sistema adottato per permettermi di riorganizzare il mobilio e gli accessori, fu la “proverbiale” manna dal cielo offrendomi la possibilità di spostare e ruotare più oggetti impilati assieme, così come il permettermi di “lavorare di fino” andando a trovare l’inclinazione migliore per il mio nuovo tappeto a forma di conchiglia, realizzato pochi minuti prima sul banco di lavoro della Nook Inc. L’avere a disposizione un ampio sgabuzzino, in dotazione con il mio nuovo monolocale, mi permise di avere finalmente un posto dove depositare le risorse in eccesso, o i complementi di arredo per i quali non avevo spazio a sufficienza nel mio alloggio, potendo così portare con me solamente gli strumenti di cui necessitavo per ottenere nuove materie prime da vendere o da utilizzare per costruire nuovi oggetti.

L’impossibilità di “farmare” incessantemente, per saldare il mio debito con Tom Nook, mi permise, inoltre, di notare, in tutto la sua minuzia, come fosse viva Alderney anche se era solamente all’inizio della sua espansione. La scelta di andare a vivere in un’isola posta in un emisfero con clima e fuso orario simile a quello della mia reale posizione geografica mi permise di immergermi maggiormente nel meraviglioso “giardino zen” realizzato da Nintendo. Quando fuori dalla mi finestra pioveva, ad Alderney succedeva lo stesso… quando il vento faceva traballare le persiane, l’isola di Animal Crossing New Horizons mostrava gli alberi basculare a causa delle forti folate di vento che le colpivano. Il ciclo giorno notte rendeva tutto maggiormente reale, con i miei vicini di casa impegnati a riposare durante le ore più buie, a parte l’irriducibile Tom Nook sempre pronto ad aggiornarmi sulle novità presenti sull’isola, e una fauna locale che mutava in base a quale momento della giornata decidevo di immergermi nel mio angolo di paradiso digitale. Dalle delicate farfalle, che danzavano fra gli alberi durante le ore più calde della giornata, fino alle temibili tarantole che girovagavano per i prati durante la notte, riuscendo immancabilmente a mordermi ogni qualvolta provassi a catturarle, anche la semplice cattura di pesci e insetti, per poter raggiungere una quota di esemplari vivi tale da permettere a Blatero di aprire un museo sull’isola, si trasformava in un’avventura sempre nuova.

Proprio questa capacità di Animal Crossing New Horizons, nel saper reinventare quotidianamente le attività che ciclicamente si rivelavano indispensabili per poter proseguire con l’espansione di Alderney, riusciva a non rendere mai tediosa una routine basata sul compiere attività quotidiane per guadagnare stelline, per saldare il mio debito, e Miglia di Nook per poter apprendere nuove abilità, nuovi progetti di fai da te e acquistare qualche capo di abbigliamento a tema Nook Inc. Un catalogo di accessori di varia natura, che mutava quotidianamente la scelta di oggetti al suo interno, riusciva inoltre a mettere a dura prova la mia costanza nel depositare stelline, facendomi tentennare, quasi come nella vita reale, sul evitare di risparmiare per “regalarmi” un nuovo tavolino per il mio salotto. Bisogna prendere atto del fatto che, ad Alderney, succedeva qualcosa ogni giorno e fra gli incarichi offerti dalla comunità, per espandere i servizi offerti dall’isola, e le visite di personaggi, a dir poco, bizzarri che quotidianamente solcavano il suolo di Alderney, Animal Crossing New Horizons offriva ogni giorno qualche stimolo aggiuntivo per evitare l’incombere del tedio. Che si trattasse di raccogliere materiali per costruire la Bottega Nook, di rinvenire fossili, o catturare esemplari di fauna locale da fornire a Blatero per aprire il museo o, più semplicemente, aiutare un gabbiano marinaio a ricostruire il proprio comunicatore o un fantasma, incontrato nelle ore notturne, a ritrovare le parti del proprio spirito che vagavano sull’isola, ogni qualvolta solcavo l’uscio di casa sapevo che qualcosa era pronto, la fuori, a farmi perdere completamente la concezione del tempo.

Le giornate scorrevano rapide e mi resi conto di come, in maniera molto naturale, Alderney stava prendendo forma giorno dopo giorno. Tre case erano state costruite per ospitare altrettanti nuovi abitanti, il museo ampliava la sua esposizione giorno dopo giorno, le sorelle ago e filo, da cui potevo comprare e personalizzare il mio vestiario, avevano aperto il loro negozio, così come in alcuni giorni della settimana aspettavo Sahara, una simpatica giraffa dal peculiare accento, per comprare tappeti, e altri complementi d’arredo di luoghi lontani, o qualsiasi altro commerciante di passaggio, solo per qualche ora di alcuni, specifici, giorni, per rifornirmi di materiali impossibili da reperire in altra maniera.

La mia casa era più grande e accogliente, il mio armadio pieno di vestiti differenti e, senza rendermene realmente conto, da semplice portavoce dell’isola ora avevo il potere, tramite il mio Nookphone, di modificare la conformazione dell’isola di Alderney, ripensandone gli spazi, l’ubicazione delle strutture e potendo, addirittura, innalzare o abbassare, rispetto al livello del mare, alcune porzioni di terreno. Proprio ieri, mentre mi maledicevo per aver mancato la visita della commerciante di Rape per una manicata di minuti, realizzai che per quanto la mia personale natura da videogiocatore non fosse cambiata, Alderney mi era entrata sotto pelle in maniera completamente naturale. Non c’era, infatti, sfida insormontabile su Nioh 2, o Prova di Osiride su Destiny 2, che mi impedisse di accedere quotidianamente ad Animal Crossing New Horizons per andare a vedere come stava la popolazione della mia Alderney, cosa avevano da raccontare gli abitanti o, semplicemente, perdermi nei mille dettagli che quel piccolo paradiso virtuale riusciva a regalarmi ogni giorno.

Il futuro di Animal Crossing New Horizons

Ora che sono giunto al termine del mio racconto, sperando di avervi fatto comprendere cosa vi aspetta se deciderete di immergervi nel pacato mondo di Animal Crossing New Horizons, è arrivato il momento di parlarvi di come si evolverà il titolo nei prossimi mesi. Innanzitutto dal 20 di Marzo sarà disponibile il primo evento stagionale, dedicato alla Pasqua, che permetterà ai giocatori di ottenere oggetti esclusivi per un determinato periodo di tempo, insieme ad alcune attività anch’esse temporali. Nello stesso periodo, oltre all’apertura dei servizi online e alla possibilità di utilizzare alcuni amiibo, verrà reso disponibile il supporto ad Animal Crossing New Horizons attraverso l’applicazione per Smartphone dedicata al servizio Nintendo Switch Online. Attraverso l’app potrete, infatti, non solamente parlare con gli altri giocatori attraverso la chat vocale ma anche avere accesso a una tastiera completa che vi permetterà di comporre messaggi di testo per comunicare con gli altri giocatori che incontrerete. Che sia un semplice saluto o una chiacchierata mentre si guarda il panorama seduti su un tronco, per quanto anacronistica, la soluzione scelta da Nintendo promette di rendere maggiormente interessanti quei momenti di gioco in cui si vorrà condividere delle esperienze assieme ad altre persone. In merito al comparto multigiocatore, invece, Animal Crossing New Horizons ne propone alcune varianti attraverso la Dodo airlines. Il piccolo aeroporto che troverete nella vostra isola, difatti, vi permetterà di viaggiare nell’isola di un altro giocatore, far visitare la vostra ad altre persone o unirvi a un gruppo di utenti e visitare una terra sconosciuta dove poter raccogliere risorse e dedicarvi al fai da te senza limitazioni di sorta. 

Che il focus dell’esperienza offerta da Animal Crossing rimane quella per giocatore singolo l’ho potuto sperimentare nel momento in cui ho testato il multigiocatore in locale. La persona ospitata ad Alderney, infatti, poteva aiutarmi nella raccolta delle risorse ma non poteva utilizzare alcun oggetto che potesse deturparne, o modificarne, l’ambiente. Solo io potevo accedere all’interno delle varie strutture e, in definitiva, l’esperienza generale offerta era quella di una visita a casa di ospiti dove più che chiacchierare, ed eventualmente aiutare con qualche lavoretto, non si può fare. Proprio la modalità cooperativa in locale mi ha permesso di verificare l’impossibilità di creare isole differenti sulla stessa Nintendo Switch, una volta creata Alderney qualsiasi account collegato alla mia console poteva giocare, ad Animal Crossing New Horizons, solamente sull’isola che avevo generato in precedenza. Alla stessa maniera mi è risultato impossibile trasferire i dati di salvataggio su un’altra console, facendomi temere per l’esito del mio operato se sarò costretto a cambiare la mia Switch per qualsiasi circostanza avversa. Bisognerà vedere in cosa consiste la “sibillina” soluzione palesata da Nintendo che dovrebbe permettere, in un futuro non ancora definito, di migrare una sola volta il proprio salvataggio su una nuova console.

Accantonando questa impopolare, e parzialmente incomprensibile, scelta fatta da Nintendo, non mi resta che elogiare un comparto tecnico, e artistico, che riesce a mostrarsi coerente con la serie ma ricco di cura e di attenzione per i dettagli. I modelli poligonali del villeggiante, e degli iconici personaggi che calcheranno la vostra isola, seppur si mostrino essenziali e, apparentemente, carenti in termini di animazioni si rivelano, in realtà, ricolmi di piccoli dettagli inseriti con estrema naturalezza dagli sviluppatori. Impronte sul terreno che cambiano in base a calzature e suolo che calpesterete, animazioni dell’ambiente circostante che variano in base all’ora del giorno e al clima, luci e ombre realizzate splendidamente e una pletora di easter egg che, nel quotidiano, vi strapperanno più di un sorriso, compongono un mosaico che sprigiona la classica cura del dettaglio che Nintendo riserva alle sue produzioni di punta. La colonna sonora si compone di armonie orecchiabili, seppur ripetitive, che difficilmente riuscirete a far uscire dalla vostra testa, dopo un paio di giorni trascorsi sulla vostra isola. La localizzazione in italiano è realizzata in maniera convincente anche se, indipendentemente dall’idioma con cui lo giocherete, la costante ripetizione di alcuni testi, in particolar modo quando vorrete compiere azioni che effettuerete sovente, tende a tediare un pò e a risultare eccessivamente dilatata. Escludendo questa piccola sbavatura, però, ci troviamo di fronte a un comparto artistico, e tecnico, che con poca pretesa in termini di poligoni riesce a mostrarsi di prim’ordine e fedele all’iconicità della serie.

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