Amerzone: The Explorer's Legacy, remake d'autore | Provato

Abbiamo provato alla Gamescom 2024 Amerzone: The Explorer's Legacy, il remake che celebra i 25 anni del punta e clicca di Benoît Sokal.

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a cura di Giacomo Todeschini

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Gli amanti delle avventure grafiche non possono non conoscere il mai abbastanza compianto Benoît Sokal. Il fumettista belga ci ha infatti regalato nel corso degli anni alcuni dei più belli esponenti del genere, in particolare il primissimo Syberia. Un vero e proprio mostro sacro delle avventure grafiche, che ha iniziato il proprio percorso nel mondo dei videogiochi qualche anno prima del lancio del suo capolavoro, ossia nel 1999 con Amerzone: Il testamento dell'esploratore o, per chiamarlo con il nome inglese, Amerzone: The Explorer’s Legacy. Un’opera non in grado di raggiungere i fasti del successivo titolo di Sokal, ma contraddistinta da un fascino atemporale e diversi spunti ben riusciti.

A 25 anni dal lancio originale dell’opera, Microids ha ben pensato di omaggiare l’autore con un remake capace non solo di renderle giustizia, ma anche di permettere a tanti nuovi giocatori di poter scoprire un’avventura degna di essere vissuta. In vista del lancio del remake, atteso per il novembre di quest’anno, siamo volati fino a Colonia alla Gamescom 2024 per provarlo con mano e scoprire di più su questa operazione tanto nostalgica quanto all'apparenza irresistibile.

Un sentito omaggio

La prima cosa che ci hanno raccontato i ragazzi di Microids, ancor prima di far partire la breve demo del gioco, è stata come l’intero progetto sia stato portato avanti insieme ai parenti di Benoît Sokal. Ogni decisione è infatti stata presa di comune accordo con la sua famiglia, che ha quindi posto un bollo di approvazione all’intero progetto. Un qualcosa, che per molti potrebbe quasi sembrare scontato, ma che dimostra in realtà tutto l’amore e la reverenza che ancora sono presenti per una personalità tra le più influenti del suo genere.

In Amerzone: The Explorer’s Legacy sono infatti stati inseriti anche dei piccoli cambiamenti, che non stravolgono la trama dell’opera o aggiungono nuove sezioni, ma la rendono più al passo coi tempi. Nuovi puzzle, ad esempio, fanno il loro esordio in questo remake, rendendo l’avventura più sfidante anche per coloro che hanno giocato l’originale, mentre linee di dialogo inedite esplorano più nel profondo alcune sfumature solo lambite nel 1999.

Insomma, sul piano del gameplay e dell’esperienza in sé, Microids sembra aver lavorato nel modo migliore possibile, ossia mantenendo l’anima originale del titolo e arricchendola e limandola dove necessario. Sarà interessante a novembre vedere più nel dettaglio tutte queste novità, ma essendoci stato il controllo degli eredi di Sokal ci sentiamo di poter stare abbastanza tranquilli a riguardo.

Un remake vero e proprio

La breve demo che abbiamo potuto provare ci ha permesso di scoprire i primi passi all’interno del gioco, più precisamente l'iniziale ricerca di informazioni su Amerzone da parte del protagonista. La sezione, per capirci, che si sviluppa nell’iconico faro che tutti gli amanti del capitolo originale ben ricorderanno.

A livello visivo il passo in avanti è strabiliante, con questo remake che è veramente bello da vedere. Il tutto è stato ovviamente ricreato da zero e le ambientazioni colpiscono per la cura di dettagli. Certo, rispetto ad altre tipologie di gioco, alla fine dei conti molti elementi sono statici, ma così come successo qualche anno fa con opere come The Vanishing of Ethan Carter il colpo d'occhio è notevole.

L’unica pagliuzza sotto tale punto di vista che abbiamo notato è quella riguardante le animazioni. Sebbene per i personaggi ci sia stato assicurato sia stato usato il motion capture, alcune non sono esattamente fluide ma si tratta veramente di un piccolo dettaglio che non rovina più di tanto la resa complessiva. Molto bene, invece, quelli che sono i suoni ambientali e la nuova colonna sonora composta dal celebre Inon Zur.

Sul piano del gameplay il tutto è fluido e immediato, risultando facile anche per chi non è esattamente esperto di avventure grafiche punta e clicca. Il tutto senza tradirne l’anima, dato che alcune scelte, vedi la volontà di non modificare la struttura del gioco in una più open world, siano state volute proprio per rispettare l’opera originale e non tradirne gli appassionati.

Amerzone The Explorer’s Legacy: in conclusione

Insomma Amerzone: The Explorer’s Legacy ci è sembrato in questo primo provato alla Gamescom 2024 già in forma. La volontà di preservare l’esperienza classica limandone alcune impervietà e arricchendola solo dove necessario pare essere una scelta vincente, capace di mettere d’accordo vecchie e nuove generazioni. Ovviamente tutte queste aggiunte sono da valutare con mano con il lancio del gioco, ma da quanto provato e raccontatoci parrebbe davvero siano state prese tutte le attenzioni per celebrare con il giusto onore i primi 25 anni di Amerzone.

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