Bentornati a un nuovo appuntamento con la rubrica con cui noi di GameDivision, armati di quel pizzico di nostalgia che alla fine ci piace davvero tanto, vogliamo ripercorrere la storia di alcuni videogiochi dal passato più o meno recente. Titoli che sono passati senza (purtroppo) lasciare un segno, ma anche esperienze che hanno scritto pagine fondamentali della storia di questo medium.
Il gioco di oggi appartiene proprio a questa seconda categoria, e siamo certi che non abbia davvero bisogno di presentazioni: stiamo parlando di The Sims, che chi vi scrive ha già raccontato come e quanto si possa considerare uno dei prodotti più rivoluzionari mai concepiti. Oggi vogliamo fare un salto indietro nel tempo per cercare, aiutati dalla nostra immaginazione, di rivivere e rievocare quelle emozioni che resero il primo capitolo della serie Maxis qualcosa di così eccezionale. Iniziamo con uno sguardo al passato, fino a metà degli anni Ottanta…
The Sims, un gioco di WIll Wright.
La storia dei videogiochi è bella proprio perché molto, molto spesso è proprio il caso a dar vita a qualcosa di unico e irripetibile: una storia fatta di personaggi incredibili, e Will Wright è entrato di diritto in questa particolare categoria. Informatico con alle spalle una carriera accademica fatta di alti e bassi, nel 1986 Will fece l’incontro che cambiò per sempre la sua vita… E in qualche modo quella di ognuno di noi videogiocatori.
In un “semplice” pizza party si imbattè infatti in Jeff Braun, un ambizioso investitore in cerca di progetti importanti a cui dedicare le sue importanti risorse. Un incontro casuale, nel quale i due diedero vita a un nuovo e innovativo studio di sviluppo: Maxis. Nel giro di appena tre anni pubblicarono SimCity, primo capitolo di una serie che rivoluzionò il modo di concepire il gaming e che fu soltanto l’inizio.
Maxis arrivò infatti a produrre decine e decine di Sim games: un filone che lo stesso Wright curerà in prima persona cercando di raggiungere un realismo e un livello di dettaglio sempre più approfondito. Dopo una serie di prodotti dalla qualità man mano più elevata ma che, a conti fatti, non sempre riuscivano a far breccia nel cuore del pubblico, il nostro autore decide di optare per una decisione molto importante. Dar vita all’esperienza definitiva, alzando ancora e ancora un’asticella già a livelli impressionanti.
Dopo aver simulato la costruzione di città, di linee ferroviarie, di basi spaziali e persino di formicai, in Maxis si cominciò a domandarsi cosa si potesse fare di ancora più innovativo. E, come spesso accade, l’illuminazione arrivò proprio da una cosa incredibilmente semplice. Perché non creare un gioco che vada a simulare… La vita di tutti i giorni?
Nel febbraio del 2000 il mondo accoglie The Sims, un titolo destinato a cambiare per sempre la percezione del videogioco negli anni a venire. Circondato inizialmente da un’aura quasi pessimista (del resto, chi mai avrebbe pagato per un prodotto che andava a simulare la vita quotidiana?) il gioco si rivelò un successo su tutta la linea: nel giro di appena cinque anni vendette ben 16 milioni di copie in tutto il mondo, superando ogni record e tutte le più rosee aspettative.
Cosa offriva The Sims? La (quasi) totale libertà, su tutti i fronti. Il giocatore si trovava a dover gestire una singola persona o interi nuclei familiari, con tutti i mille aspetti collegati. Dal lavoro alle relazioni personali, passando per l’arredamento, il dover pagare le bollette e persino decidere dove andare in vacanza e quale animale domestico adottare: tutto ciò, insomma, che fa parte della normale vita di ognuno di noi.
Ciò che colpiva, e che in realtà colpisce ancora oggi, è l’incredibile attenzione anche ai più piccoli particolari. Tutto è infatti caratterizzato da un grado di personalizzazione elevato al punto da poter rendere unico ogni, ma davvero ogni aspetto dell’esperienza complessiva. Un Sim può infatti intraprendere tante scelte, dalle più semplici a decisioni fondamentali nella sua vita, che restituiranno al giocatore una storia sempre nuova e originale. E questo è, numeri alla mano, il vero punto di forza di un prodotto come The Sims.
The Sims, ieri e oggi.
Come abbiamo già anticipato, il pubblico dimostrò in breve tempo un fortissimo apprezzamento per il gioco: i milioni di copie vendute in tutto il mondo andarono di pari passo con il responso della critica, la quale non mancò di premiare e lodare Maxis per l’incredibile lavoro svolto. Lo scetticismo iniziale fu completamente spazzato via, e a The Sims venne riservato un posto nella storia che ancora oggi detiene di diritto.
Il grande successo del titolo portò nei mesi e negli anni seguenti alla produzione delle tante espansioni che, in maniere differenti, andavano ad arricchire l’esperienza di gioco. Da una parte troviamo i cosiddetti Stuff Pack: kit che andavano ad aggiungere abiti, arredamento e componenti architettonici a quelli già presenti. Da menzionare qui un’iniziativa geniale a livello di marketing ma non solo, con Maxis che strinse una partnership con IKEA per realizzare una di queste espansioni. Il risultato? Il giocatore poteva arredare la propria casa virtuale con decine e decine di mobili firmati dall’azienda svedese, rendendo il tutto ancor più realistico con un prodotto che chiaramente fece parlare molto di sé.
Troviamo però anche un’altra categoria di espansioni, con dei veri e propri pacchetti che andavano ad ampliare e ad aggiungere interessanti modalità di gioco. Da quello dedicato agli animali domestici a uno pensato per i vacanzieri, passando per un’espansione per rendere i Sims delle stelle del mondo dello spettacolo… E persino una che andava a introdurre magie e incantesimi.
Se il gioco base rappresentava già di per sé un prodotto ricco, con tutte le espansioni si trasformava in un’esperienza completa all’inverosimile. Un’opera che non solo aveva introdotto qualcosa di nuovo, ma che era riuscita a ridefinire il mercato con qualcosa di mai visto prima.
Nel 2004 e nel 2009 usciranno rispettivamente il secondo e il terzo capitolo della serie, entrambi accompagnati da espansioni che alzavano sempre di più il livello complessivo. Anche qui ci troviamo di fronte a successi incredibili, ma la sensazione è che con The Sims 4 (2014) si sia forse andato un po’ troppo oltre: i numeri mostrano infatti come, tenendo conto delle varie tipologie di pacchetti, si siano superate le 30 espansioni. Un’esagerazione? Forse sì, anche e soprattutto tenendo conto di quanto si sia purtroppo perso di vista l’obiettivo principale di Will Wright: innovare.
La speranza con un ipotetico nuovo capitolo è di riportare la serie ai fasti di un tempo, a quello standard unico e irripetibile che è stato in grado di lasciare un’impronta indelebile nella storia di questo medium. Solo il futuro ci dirà se e come le cose cambieranno, ma nel mentre noi di Game Division vi vogliamo lasciare con un consiglio. Nonostante siano passati molti anni, il primo capitolo di The Sims rimane un’opera capace di regalare ancora tante, tante ore di puro intrattenimento. Perché non spenderne qualcuna per rispolverare la vostra vecchia copia e (ri)scoprire un grande classico della storia dei videogiochi?