Alla (ri)scoperta di… QuackShot Starring Donald Duck

Dopo l'annuncio dell'1 aprile rivelatosi ben lontano dalla realtà, andiamo a riscoprire QuackShot Starring Donald Duck realizzato da SEGA nel 1991.

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a cura di Ismaele Mosca

Durante l'inizio del mese abbiamo sperato tutti non fosse un dannato pesce d'aprile quello che avrebbe visto FDG Entertainment ‒ publisher del bellissimo Monster Boy ‒ al lavoro su un remake del vecchio caro QuackShot Starring Donald Duck. Le immagini ci avevano fatto letteralmente sbavare, ma alla fine tutto si è rivelato in parte infondato. Come riportato in questa notizia, FDG Entertainment in passato aveva proposto a Disney di concedergli i diritti per lavorare ad un remake del gioco uscito nel 1991. Purtroppo il colosso americano ha rifiutato, per cui lo studio di sviluppo, in occasione dell'1 aprile, ha pubblicato sul proprio profilo Twitter degli screenshot del progetto per vedere la reazione del pubblico, rivelandosi più che positiva.

Non sappiamo se ciò possa bastare per spingere Disney a ripensarci; perché dunque non ingannare l'attesa andando a (ri)scoprire proprio il classico targato  SEGA del '91? Il titolo venne rilasciato in esclusiva Mega Drive e vede come protagonista il nostro amato Paperino (in originale Donald Duck) che, preso a dare una ripulita alla biblioteca del suo avaro zio, scopre una vecchia mappa del tesoro appartenente a Re Garuzia. Il papero più amato di tutti i tempi decide quindi di partire per un viaggio e scoprire così dove si nasconde l'antico cimelio. Suo malgrado, però, Gambadilegno ha osservato tutto decidendo perciò di inseguirlo, e certamente non per guardargli le spalle. A questo punto inizia una meravigliosa avventura platform che, ad eccezione di alcuni difetti figli dell'epoca, risulta decisamente squisita sotto tutti i punti di vista, regalando un'esperienza sensazionale.

QuackShot, sparando ventose alla ricerca del tesoro

Molto prima che un idraulico di verde vestito nella sua terza trasposizione videoludica sparasse ventose a più non posso per sfruttarle a seconda di varie esigenze di gameplay, era Paperino il maestro in tale attività. Uno degli elementi di punta in QuackShot è proprio la ventosa: inizialmente capace solo di stordire i nemici, avanzando mostrerà via via tutte le sue notevoli funzionalità, a seguito di alcuni potenziamenti. E così ci si ritrova a saltare sul manico dello strumento per raggiungere luoghi altrimenti invalicabili o come base di appoggio per restare aggrappato ad un pennuto in volo.

QuackShot non basa tutta la sua esperienza esclusivamente sui molteplici approcci garantirti dalla ventosa e si fa forte di una struttura ludica decisamente eccezionale. Ritroviamo un level design di grandissima qualità, sezioni di gioco notevoli, talvolta davvero singolari, e trovate spassosissime. Ogni livello si differenzia dagli altri garantendo così una varietà sempre fresca e coinvolgente, non portando mai alla noia. Solo in alcuni casi qualche piccola idea viene riproposta, ma sempre senza esagerare; si tratta di quelle trovate avvincenti di cui è giusto averne un po' di più.

Una delle particolarità di questa produzione sta nel fatto che, similmente a quanto accadeva nei due DuckTales per Famicom, l'accesso ai livelli non è lineare e nemmeno si avanza nella world map portando a termine uno stage per passare a quello successivo. QuackShot evolve quanto visto nel titolo Capcom: inizialmente saranno accessibili soltanto tre livelli, ma proseguendo il tutto si sbloccherà nell'apposita mappa di gioco. Non tutti possono essere portati a termine poiché potrebbero tornare utili degli oggetti chiave o alcuni potenziamenti specifici per farlo.

A tal proposito l'avventura di Paperino ricorre ad un po' di sano backtracking, ma mai eccessivo. Giunti al punto di interesse il papero piazza una bandierina simil checkpoint che funge anche come punto di contatto per chiamare i suoi tre nipoti, Qui, Quo e Qua, i quali potranno raggiungerlo con l'aereoplano permettendogli di spostarsi in una nuova location. Le aree rappresentano vere zone del mondo reale, ovviamente rivisitate in chiave Disney: ritroviamo l'Egitto con il suo deserto e l'apposito dungeon simil piramide, il Polo Sud, il palazzo del maharaja, la nave dei vichinghi e molto altro ancora.

Ogni livello, come ribadito in precedenza, è unico nel suo genere e non solo dal punto di vista estetico, bensì anche da quello prettamente ludico. A rendere il tutto più grazioso ci pensa poi la colonna sonora piacevolissima di Shigenori Kamiya, formata da alcune tracce veramente di grande impatto e che sapranno donare all'avventura quel tocco in più al coinvolgimento. Ottime alcune sonorità, considerando i chip del Mega Drive non sempre idonei per alcune tipologie di musiche ed effetti, nonché solido dal punto di vista tecnico. QuackShot è pura gioia audiovisiva e le animazioni di Paperino (ma anche dei vari nemici) risultano davvero piacevoli.

Il platform realizzato da SEGA è insomma un titolo delizioso, divertente e propone anche un buon tasso di sfida che mai guasta. Peccato per alcune piccole sbavature di programmazione tipiche di quegli anni che non fanno altro che rendere qualche passaggio un pizzico frustrante o non subito comprensibile, portandoci a perdere qualche vita extra in maniera abbastanza ingiusta. Fortunatamente, a differenza di altre esperienze del passato, in QuackShot ciò accade in rare occasioni, per cui l'esperienza complessiva rimane in linea di massima sollazzevole.

QuackShot è ancora oggi capace di dire la sua, sentendo davvero poco il peso degli anni. Se quel remake di FDG Entertainment un giorno dovesse diventare realtà avremmo di che gioirne. Per ora non possiamo far altro che ricordarlo e confidare in Disney: è tutto nelle sue mani, ma un rifacimento con quella qualità artistica ed eventuali novità potrebbe dare nuovo lustro alla vecchia opera del 1991 e credo chiunque avrebbe ancor più il piacere di riscoprirlo a quel punto.

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