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a cura di Michele Pintaudi

Editor

Bentornati ad un nuovo episodio della rubrica dove proviamo a raccontarvi storie, aneddoti e riflessioni su quei giochi che forse avrebbero meritato un po' di fortuna in più. Dopo la nostra retrospettiva su Risen seguita da una breve pausa estiva, ottima per recuperare qualche interessante titolo dal passato più o meno recente, eccoci dunque a parlarvi di un titolo che nonostante il plauso pressochè unanime della critica non è riuscito a entrare pienamente nel cuore di tutti i videogiocatori.

Stiamo parlando di Max Payne 3, ultimo capitolo in ordine di tempo della serie iniziata da Remedy Entertainment nel 2001 e continuata due anni dopo con un sequel forse anche migliore sotto certi aspetti. Il terzo capitolo arriva nel 2012, nel pieno della scorsa generazione di console e figlio di un progetto molto ambizioso che mirava, con tutta probabilità, anche a costituire un nuovo inizio per una delle saghe più interessanti degli ultimi decenni di gaming. Ma basta perderci in chiacchiere e facciamo un salto indietro di qualche anno, siamo nel settembre 2011...

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Max Payne 2: The Fall of Max Payne (2003)

Max Payne: tra vecchie e nuove brutte abitudini...

A differenza dei suoi predecessori, Max Payne 3 non verrà sviluppato da Remedy: lo studio finldandese capeggiato dal buon Sam Lake si limita qui alla supervisione, assicurandosi che il lavoro di Rockstar Games mantenga sempre e comunque gli standard dettati dai primi due capitoli. Già, Max Payne 3 viene sviluppato dai Rockstar Studios: un'operazione, questa, tesa a rilanciare un brand che dopo il grande successo nei primi anni duemila stava lentamente smettendo di far parlare di sé, e figlia della vendita dei diritti sulla serie che passarono nelle mani di Take Two per la cifra di 10 milioni di dollari.

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Con i creatori originali impegnati nello sviluppo di Alan Wake, ecco dunque che il controllo delle operazioni passa a una delle aziende più importanti nell'industria videoludica con Remedy che, dal canto suo, ha sempre dato il benestare a quella che doveva essere la rinascita di Max Payne
.

Dopo qualche rinvio dovuto alla necessità di ottimizzare ancor di più il titolo il 14 settembre 2011 Rockstar ne diffonde un primo trailer, capace in appena un minuto e mezzo di emozionare migliaia e migliaia di appassionati in tutto il mondo.

"Il gioco manterrà il suo tono dark e sarà una grossa sorpresa per i fan della serie" affermava Sam Lake, sottolineando come la partnership con Rockstar aveva dato ottimi frutti soddisfacendo appieno le aspettative dei creatori stessi. Il titolo, inoltre, girava sul motore RAGE (Rockstar Advanced Game Engine) in una versione ulteriormente migliorata di quella già vista in GTA IV e Red Dead Redemption.

Nel maggio 2012 il gioco esce finalmente in tutto il mondo, ricevendo ottime recensioni da parte della critica e riscontrando un buon successo anche a livello di pubblico. Per la terza volta ci troviamo a vestire i panni di Max che, a nove anni dagli eventi del secondo capitolo, si trova in Brasile a lavorare come guardia del corpo per la facoltosa famiglia Branco. Andando avanti con la storia faremo pian piano luce sul perché il nostro protagonista si trova qui, e sui motivi della sua fuga dagli Stati Uniti.

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Storia che - in linea con quanto visto anche nei primi due capitoli - risulta davvero ben curata, puntando fortemente sulla caratterizzazione del nostro personaggio principale e scavando in profondità nel suo passato, fino all'origine dei suoi demoni. Il viaggio di Max partirà dalla sua discesa in un tunnel fatto di alcool, antidolorifici e disperazione per tutto quello che è successo in passato: la morte della moglie e di suo figlio, l'aver tradito l'amore della sua vita con Mona Sax e la consapevolezza che il peggio deve ancora venire.

L'aspetto psicologico giocherà qui un ruolo davvero molto importante: la personalità di Max, ex poliziotto ferito nell'orgoglio e mentalmente a pezzi, guiderà il giocatore in quello che può essere un nuovo inizio, sotto tanti punti di vista.

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Ad una trama scritta in maniera eccellente e articolata in quattrordici capitoli, troviamo accostati tutta una serie di elementi in grado di costruire l'atmosfera perfetta per il gioco che stiamo vivendo. In primis possiamo contare su un'ambientazione curata nei minimi dettagli e quantomai immersiva: dai quartieri più malfamati di New York alle favelas brasiliane, ogni location sarà ricca di particolari in grado di rendere il quadro generale una vera e propria esperienza che merita di essere vissuta.

In secondo luogo ecco anche una colonna sonora d'eccezione, frutto dell'ottimo lavoro della band noise rock degli Health che, con un sound ricercato e in grado di rappresentare alla perfezione le forti sfumature dark del gioco, si è guadagnata ben due nomination ("Miglior colonna sonora per un videogioco" e "Miglior canzone in un videogioco" per TEARS) agli Spike Video Games Awards del 2012. Quello che segue è un piccolo assaggio dell'accompagnamento musicale presente nel gioco, giusto per darvi un'idea...

Musica, ambientazione e narrazione sono tutti elementi che vanno a formare un mosaico pressochè perfetto che risponde al nome di atmosfera: ogni singola caratteristica del gioco contribuisce infatti alla costruzione di qualcosa che, in ogni suo particolare, rievoca appieno lo spirito dei primi due capitoli della serie. Tutto ciò che fa parte di Max Payne 3, infatti, gode di un'atmosfera capace di inquietare e di rappresentare a dovere lo stato mentale del protagonista: un fattore questo che rende il risultato finale qualcosa capace di lasciare a bocca aperta.

A fare da corredo alla storia principale troviamo la modalità Arcade, che include Sfida a punti, Ultimo respiro e Ultimo respiro Hardcore per chi cerca una sfida ancora più impegnativa. Altra caratteristica del gioco ereditata dai predecessori è il Bullet Time: la possibilità, in alcune sezioni di gioco, di rallentare il tempo per studiare al meglio il da farsi.

Un successo a metà, purtroppo.

Ma allora, alla luce di quanto raccontato finora, perché Max Payne 3 è da considerarsi un successo a metà? Un primo punto da tenere in considerazione è senza dubbio l'enorme eredità che un nome del genere si porta sulle spalle: i primi due capitoli sono infatti considerati ancora oggi due tra i massimi esempi di come la narrazione possa, in tutte le sue sfaccettature, mandare avanti un videogioco.

Un carattere questo che non manca anche nel terzo capitolo, ma che si presenta in modo diverso dando più enfasi ai drammi interiori nel protagonista che a ciò che lo circonda. È un male? Assolutamente no, è soltanto uno dei modi con cui Rockstar ha deciso di continuare un'avventura che, nonostante sia senza se e senza ma un capolavoro, necessitava di qualcosa di nuovo.

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Ad un'eredità non indifferente va aggiunta anche l'assenza di Sam Lake alla scrittura: il direttore crativo di Remedy - che diede inoltre le sembianze al viso di Max nel primo capitolo - è infatti considerato dagli appassionati del brand come la vera colonna portante di esso, e l'affidare la sceneggiatura di un nuovo Max Payne ad altri è stata una scelta che ha fatto storcere il naso ad alcuni tra i fan più affezionati.

A onor del vero va detto che la qualità della scrittura è tutto fuorchè carente in Max Payne 3: si tratta semplicemente di un approccio diverso che punta a rinnovare una formula già consolidata senza, però, rinunciare ad alcuni elementi di fondo che hanno reso la serie ciò che è.

In conclusione ci sentiamo dunque di invitarvi a dare una possibilità a Max Payne 3, un gioco che avrebbe senza ombra di dubbio meritato un destino differente e che, anche con un po' di fortuna in più, poteva tranquillamente guadagnarsi lo status di cult.

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Un vero peccato, così come è un peccato che la possibilità di vedere un quarto capitolo si stia affievolendo sempre di più: un po' per il successo a metà del terzo atto o un po' per l'intenzione generale di puntare su titoli di genere completamente diverso, la speranza di vivere un'altra avventura nei panni di Max sta sparendo del tutto. Ho già detto che è un peccato?

La parola passa ora a voi giocatori: raccontateci la vostra esperienza con la serie, non vediamo l'ora di ascoltarla e di discuterne con voi!


Tom's Consiglia

Max Payne 3 è disponibile su Humble Store o, se preferite l'edizione fisica, su Amazon.

 
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