Tutti, ma proprio tutti possono infatti trovare il titolo perfetto per le proprie esigenze: un fattore che se da una parte rende il tutto ancor più interessante, dall’altra va forse a espandere sin troppo il concetto stesso di videogioco. Molti prodotti finiscono infatti con l’essere dimenticati in fretta, e Last Stop è purtroppo uno di questi. Uscita appena nel luglio 2021, l’avventura firmata Variable State è finita rapidamente nel dimenticatoio: un vero peccato, soprattutto considerando tutto il potenziale che di certo non mancava…
Last Stop: London!
È il novembre 2019 quando, nel corso di un attesissimo evento Xbox, fa capolino per la prima volta Last Stop: un titolo certamente non tra i più quotati, ma che riuscì comunque ad attirare l’attenzione di qualche appassionato. Il gioco è il nuovo progetto di Variable State: software house indipendente inglese alla sua seconda esperienza, dopo l’ottimo Virginia datato 2017. Un’avventura quest’ultima che ha gettato le basi per una struttura, narrativa e di gameplay, con cui lo studio ha convinto Annapurna Interactive a investire per quanto riguarda la pubblicazione di questo nuovo Last Stop. Dopo un paio d’anni di sviluppo, con un team ridotto in termini numerici ma con tantissima voglia di stupire, il gioco vede finalmente la luce nell’estate 2021. Di cosa parla Last Stop?
Il tutto ha inizio nella Londra degli anni Ottanta, dove una ragazza e un amico in fuga dalla polizia decidono di nascondersi nella metropolitana della capitale inglese. Nella ricerca di un posto dove scappare si imbatteranno in un misterioso portale, che risucchierà la giovane… Facendone perdere immediatamente le tracce, per sempre. Un salto in avanti nel tempo ci porterà poi ai giorni nostri, con tre personaggi diversi e ognuno con una sua storia da raccontare.
Incontreremo John Smith, un uomo di mezza età che improvvisamente si trova coinvolto in uno scambio di corpi (letteralmente!) con il giovane Jack. Faremo conoscenza di Meena, una donna in carriera disposta a tutto pur di raggiungere ogni suo obiettivi, e infine di Donna: giovane ribelle che passa forse fin troppo tempo in giro con gli amici, finendo col trascurare una situazione famigliare non troppo felice.
Tre storie differenti, ognuna raccontata in tre brevi episodi dalla durata massima di una trentina di minuti, con una struttura che si avvicina di molto a quella dei più classici show televisivi. E Last Stop del resto è proprio questo: uno spaccato di vita quotidiana a volte leggero e a volte incredibilmente emozionante, capace di intrattenere ma anche di stupire in una maniera tutta sua.
Il giocatore si troverà a dover fare delle scelte, decidendo cosa dire e cosa fare in un gameplay tipico delle tante avventure a cui abbiamo avuto il piacere di giocare (una su tutte Life is Strange, giusto per fare un esempio). Il tutto lo porterà verso una conclusione dove le vicende dei tre protagonisti di Last Stop finiranno col convergere, e dove raccoglieremo tutto ciò che abbiamo seminato nei capitoli precedenti. Ogni scelta conta insomma, e i diversi finali multipli sono uno degli elementi che rendono il gioco un’avventura da vivere tutta d’un fiato. Dall’inizio alla fine.
Last Stop, poteva andare meglio?
Nella sua semplicità, Last Stop è dunque un’avventura ricca di piccoli elementi in grado di rendere il prodotto finale qualcosa di davvero speciale. Pensiamo ad esempio all’accompagnamento sonoro, magistralmente composto dal musicista Lyndon Holland, ma anche a uno stile grafico non particolarmente ricercato ma comunque di buon impatto nel narrare le storie dei tre protagonisti.
Si tratta di un prodotto perfetto? No di certo e in risposta al titolo di questo paragrafo diciamo che sì, forse si poteva osare qualcosa di più. Pur essendo uscito a prezzo budget, Last Stop presenta una durata a parer di molti eccessivamente ridotta: l’intera avventura può essere completata in 5/6 ore al massimo, con una rigiocabilità discreta ma che di base andrebbe ad aggiungere poco all’esperienza complessiva.
Alla luce di questo va comunque detto come la durata di un gioco - fattore di cui abbiamo parlato nello specifico giusto poco tempo fa - è un elemento importante ma non fondamentale: ciò che conta è la qualità di ciò che viene narrato, e nel caso di Last Stop siamo di fronte a un prodotto in grado di intrattenere davvero e nel modo giusto. Non manca qualche imperfezione lato tecnico, con dei piccoli bug e qualche errore a livello di animazioni che forse poteva essere evitato, ma si tratta a conti fatti di aspetti che non vanno a scalfire la bontà del prodotto finale. Non dimentichiamo che si tratta, in ogni caso, di un videogioco indipendente sviluppato da un team di dimensioni assai ridotte.
Ci si poteva davvero aspettare di più? Forse, ma intanto quel che ci resta è un bel gioco che in molti probabilmente non hanno ancora sentito nominare. Quel che vi consigliamo è di dedicare qualche ora del vostro tempo per (ri)scoprire quella che, in fin dei conti, è una delle tante piccole perle che meritano l’attenzione di chi sa apprezzare prodotti di questo genere. Last Stop è peraltro disponibile su Xbox Game Pass, davvero vi serve altro?