Alla (ri)scoperta di… Il Padrino, il videogioco!

Vi ricordate del videogioco de Il Padrino? Uscito nel 2006, si trattava di un Open World davvero interessante... Da (ri)scoprire insieme!

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a cura di Michele Pintaudi

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Abbiamo parlato pi
ù volte di come, soprattutto alla luce della grande evoluzione che il medium videoludico ha affrontato negli ultimi anni, si sia sviluppata una relazione sempre più importante tra cinema e videogiochi. Stiamo parlando di due forme di comunicazione diverse ma separate da un confine ormai sempre più sottile, e allo stesso tempo di un binomio che non sempre ha portato a risultati particolarmente esaltanti.

Tra i tanti punti di incontro troviamo i cosiddetti tie-in: videogiochi ispirati o tratti proprio dalle tante pellicole cinematografiche che tutti noi conosciamo, anche qui con risultati non sempre eccezionali. Oggi vogliamo però raccontarvi di un titolo che, a parere di chi vi scrive, rappresenta una delle poche eccezioni in grado di confermare la regola.

Il Padrino di Francis Ford Coppola, tratto dall’omonimo romanzo di Mario Puzo, è con tutta probabilità uno dei film più celebri e importanti della storia. Uscito nel 1972, questo capolavoro indimenticabile riuscì ad aggiudicarsi ben 3 Premi Oscar e 5 Golden Globes, prima di imprimere in maniera indelebile il proprio nome all’interno della cultura pop. Qualcuno ricorderà certamente che, nel 2006, Visceral Games pubblicò un videogioco tratto dal film che… Riusciva a modo suo a dare un’altra interessante visione della storia di Puzo, pur mantenendo anima e atmosfera che l’hanno resa pressoché leggendaria. Facciamo allora un piccolo salto nel tempo, tornando indietro fino alla metà degli anni Duemila.

Un’offerta che non potrai rifiutare…

Siamo nel 2004 e, dopo averne ottenuto i diritti e aver valutato con cura diverse opzioni, EA decide di affidare a Visceral Games lo sviluppo di un videogioco dedicato a un grande capolavoro della storia del cinema: Il Padrino. Lo studio di Redwood non era certo nuovo a operazioni del genere, avendo già realizzato diversi titoli legati a saghe come Il Signore degli Anelli e 007: esperienze che hanno reso l’azienda una realtà importante anche in questo senso, e che dunque ponevano le basi per un altro grande progetto.

Quest’ultimo aveva tutte le carte in regola per consacrare Visceral come una delle firme più importanti in quella particolare nicchia, con una serie di elementi che potevano davvero determinarne un successo con pochi precedenti. Qualche esempio? Il gioco poté contare sul supporto e addirittura sulla partecipazione di buona parte del cast del film: persino Marlon Brando prestò voce e sembianze al progetto e, prima di morire, riuscì a completare tutte le sezioni che lo coinvolgevano. Il personaggio di Vito Corleone, peraltro, fu doppiato in italiano da Gianni Gaude: voce storica che abbiamo avuto il piacere di intervistare qualche tempo fa. Non tutti i membri del cast sposarono in ogni caso il progetto, ma di questo torneremo a parlare più avanti.

Sorretto da grandi aspettative, il gioco uscirà nel mese di marzo 2006: The Godfather - The Game era un dinamico action in terza persona, con meccaniche open world a rendere l’esperienza complessiva interessante sotto moltissimi aspetti. Quest’ultima risultava impreziosita dal motore RenderWare, in grado di ricreare in modo davvero accurato tutta l’atmosfera di una delle pellicole più amate della storia del cinema.

Gli eventi narrati si svolgono in parallelo a quella che è la trama del film che tutti conosciamo, dando in questo modo una visione sulla medesima storia ma da un’altra prospettiva. Vestiremo i panni di Aldo Trapani che, dopo aver assistito all’età di 12 all’assassinio del padre per mano della mafia, decide di vendicarsi. Sarà Don Corleone in persona a invitarlo ad attendere il suo momento, che al momento giusto sarebbe arrivato.

Una volta cresciuto, Aldo si avvicina ai Corleone e ha qui inizio la sua ascesa tra i ranghi della Famiglia: questo continuo parallelismo con la storia del film consente al giocatore di vivere e (ri)scoprire la trama dello stesso da un’altra ottica, andando così ad arricchire un universo narrativo già di suo incredibilmente interessante. Ed è forse questo il vero punto di forza del gioco: ampliare e diffondere sempre di più quella che, a conti fatti, resta una delle storie più appassionanti mai raccontate.

Il Padrino, un gioco degno del film?

A livello di gameplay, il gioco de Il Padrino si presenta come un’esperienza ricca e variegata. L’esplorazione della città di New York risulta piacevole e capace di intrattenere a più livelli, ed è inoltre impreziosita da tutta una serie di elementi che vanno a costruire l’atmosfera più adatta possibile. Pensiamo ad esempio ad armi e veicoli in linea con l’epoca (siamo nell’America del secondo dopoguerra) ma anche alla colonna sonora, che rievoca alla perfezione una decade così ricca di fascino.

L’accompagnamento musicale, nel quale non manca ovviamente l’inconfondibile tema originale a cura di Nino Rota, è realizzato da Bill Conti: compositore, tra le altre, della colonna sonora dei film di Rocky. Le nostre scorribande saranno inoltre accompagnate dalle note di alcuni grandi artisti dell’epoca, come Dean Martin o l’indimenticata Ella Fitzgerald.

La struttura del titolo, per quanto lineare, appare comunque in grado di intrattenere il giocatore con una grande varietà di situazioni. Starà a noi decidere se procedere con le missioni della storia, seguendo quindi passo passo la trama del film, o se esplorare la città tra riscossioni e guerriglie con clan rivali. Anche questi, del resto, sono componenti che vanno a ricreare l’atmosfera a cui abbiamo appena fatto riferimento.

Come anticipato, rivedere alcuni dei volti che hanno reso indimenticabile il film fu un altro fattore in grado di spingere il prodotto verso il successo di critica e pubblico che in effetti ricevette. Non mancò però tutta una serie di polemiche legate alla natura stessa del gioco che spinse alcuni membri del cast, il regista Francis Ford Coppola e Al Pacino su tutti, a prendere le distanze dal progetto: i due giudicarono infatti l’opera come diseducativa ed eccessivamente violenta, rifiutandosi dunque di prendervi parte in alcun modo.

Ben peggiore fu la questione con l’autore del romanzo Mario Puzo, che arrivò persino a una disputa legale (da lui vinta) legata ai diritti sulla proprietà intellettuale: una polemica che non giovò certo al prodotto, e che sollevò un polverone non da poco all’interno della stampa di settore.

A conti fatti The Godfather - The Game fu comunque un successo, tanto da spingere EA alla realizzazione di un sequel ispirato ovviamente al secondo film della trilogia. A distanza di anni quel che resta è il ricordo di un’esperienza a suo modo unica: sono infatti pochi i titoli in grado di rendere giustizia a un’opera appartenente a un altro medium e, soprattutto, di farlo in modo così efficace. Quel che vi consigliamo è di provare a (ri)scoprire un gioco che, percepito nel modo giusto, può essere la giusta integrazione a un film e a un romanzo che hanno cambiato per sempre la storia dell’intrattenimento. Allora, pronti a entrare a far parte della Famiglia?

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