Bentornati a un nuovo episodio della rubrica dove noi di GameDivision, con quel pizzico di nostalgia che non fa mai male, vogliamo ripercorrere insieme a voi storie, racconti e momenti che hanno in qualche modo segnato la storia dei videogiochi. Una rubrica nella quale, spesso e volentieri, abbiamo parlato di occasioni mancate, di successi a metà e di titoli a cui mancava davvero molto poco per sfondare quanto avrebbero meritato.
Dopo aver rivissuto insieme quella piccola perla che risponde al nome di SSX Tricky, cambiamo completamente genere spostandoci su una delle saghe di maggior successo nel ricchissimo panorama dell’industria videoludica. Siamo nel 2008, annata in cui la generazione di PlayStation 3 e Xbox 360 entra davvero nel vivo… E in cui il pubblico può finalmente mettere le mani su GTA IV. Un capolavoro dal successo indiscutibile ma che, a parer di molti, ha raccolto molto meno del dovuto: (ri)scopriamolo insieme, cominciando con un piccolo salto indietro nel tempo.
GTA IV: una grande sfida per Rockstar Games
Quando nell’ottobre 2004 Rockstar Games pubblicò GTA: San Andreas, difficilmente si aspettava il successo che è riuscito a ottenere. Parliamo di un titolo capace di trascendere tantissime generazioni (sia di console che di videogiocatori) e, in sostanza, di alzare l’asticella a livelli davvero molto elevati: un’opera senza tempo, la cui eredità riecheggia ancora oggi in tutto il mondo in quanto vero caposaldo della cultura pop.
Superare degli standard così alti diventa dunque una missione difficile se non impossibile, anche per la stessa Rockstar Games: il livello di dettaglio, di libertà e di coinvolgimento che San Andreas riusciva a offrire aveva infatti dell’incredibile, e diede vita a moltissimi cloni che però non riuscivano neanche ad avvicinarsi all’originale. Le oltre 30 milioni di unità vendute spinsero lo studio a voler puntare molto forte su un sequel che, per forza di cose, sarebbe dovuto risultare eccezionale.
Neanche il tempo di raccogliere tutti gli onori e oneri del caso (GTA: San Andreas fu uno dei videogiochi più controversi di sempre, e sono noti a tutti i tanti casi mediatici che lo videro coinvolto) che il team, arricchito e sempre più ampio per l’occasione, si mise al lavoro su un nuovo ambiziosissimo capitolo. Lavori che proseguirono in maniera lenta ma costante e, soprattutto, incredibilmente accurata. Un esempio? Al fine di realizzare un ambiente quanto più possibile realistico, Rockstar incaricò 70 persone di studiare nei dettagli la città di New York: un’operazione volta a ricostruire, dettaglio dopo dettaglio, quella che diventerà la spettacolare mappa del gioco.
GTA IV è ambientato a Liberty City, che a larghi tratti ricorda in maniera incredibile proprio la Grande Mela, e che rappresenta il mix perfetto tra il realismo ricercato e l’ambiente adatto a offrire la giusta atmosfera per l’avventura narrata. Ma a questo arriveremo tra poco.
L’annuncio ufficiale del gioco avvenne all’E3 2006 e fu seguito da una campagna pubblicitaria davvero imponente, in grado di catalizzare l’attenzione del mondo su un prodotto che avrebbe certamente lasciato il segno nella storia dell’intrattenimento. Dopo un paio di rinvii, finalmente, nell’aprile 2008 GTA IV uscì su console in tutto il mondo. Questa nuova avventura ci mette nei panni di Niko Bellic: un ex soldato fuggito da una non meglio precisata guerra nell’est Europa, appena sbarcato a Liberty City per cercare fortuna.
Qui incontrerà il cugino Roman, che da qualche tempo gestisce un’impresa di taxi proprio nella città più importante d’America: come immaginabile, però, non è tutto oro quello che luccica. Roman è infatti vittima di continui soprusi ed estorsioni da parte di una spietata gang russa, e l’arrivo di Niko non andrà certo a migliorare la situazione. Il temperamento del nostro protagonista porterà infatti la trama verso risvolti davvero interessanti, in una storia dalle tinte crude e che decide sin da subito di non risparmiarsi andando spesso e volentieri sopra le righe.
A livello di gameplay siamo di fronte a un altro lavoro di altissimo livello da parte di Rockstar Games: GTA IV va a rivoluzionare quanto ammirato nei capitoli precedenti, riuscendo effettivamente ad alzare l’asticella ancora e ancora. All’uscita qualcuno lamentò una minor libertà rispetto a quanto visto in San Andreas, ma a onor del vero si tratta di due esperienze dalla natura leggermente diversa: se l’avventura di Carl Johnson mostrava toni più scanzonati ed era più incentrata sull’intrattenimento, questo nuovo capitolo vuole essere una fotografia senza filtri di un mondo in cui degrado e discriminazione sono purtroppo all’ordine del giorno. Grand Theft Auto è da sempre un’opera dotata, per chi sa coglierla nel modo giusto, di una prominente vena satirica. Una sensazione che qui, con tutta probabilità, viene accentuata da un impianto narrativo strutturato in modo ancor più accurato.
L’eredità di GTA IV
L’innovazione forse più importante è legata all’aspetto tecnico del titolo, il quale presenta il debutto di un nuovo potentissimo motore di gioco. Già, GTA IV è il primo prodotto ad appoggiarsi a RAGE: componente che Rockstar andrà ad affinare sempre di più negli anni a venire, impiegandola con enorme successo in titoli come Red Dead Redemption e GTA V. Il lascito dell’avventura di Niko Bellic è dunque davvero notevole anche soltanto per questo aspetto.
Stiamo poi ovviamente parlando di un gioco capace di raggiungere un successo enorme sia a livello di pubblico, con un riscontro commerciale impressionante sotto ogni punto di vista, che di critica: la stampa di settore, e non solo, promosse infatti a pieni voti il progetto di Rockstar Games. Missione compiuta insomma, oppure no?
Sia chiaro: chi vi scrive ha adorato e apprezza tutt’ora GTA IV e tutto ciò che rappresenta, ovvero un progetto con cui un’azienda è riuscita con successo a settare nuovi standard di qualità in quello che è lo sviluppo di un videogioco. La sensazione diffusa, purtroppo, è però che il titolo avrebbe meritato qualcosa in più. A distanza di anni non sembra infatti essere in grado di reggere il confronto con ciò che è venuto prima… E soprattutto con ciò che è arrivato dopo, con GTA V che ha abbattuto ogni record possibile e immaginabile nell’intera storia dei videogiochi.
Sono passati ben 15 anni dall’uscita di quello che non fatichiamo a definire capolavoro, e gran parte delle nuove generazioni di videogiocatori non ha purtroppo avuto tempo, modo o voglia di approfondire quest’opera così eccezionale. Parte della “colpa”, se così la possiamo definire, ricade proprio su Rockstar Games: l’avvento di altri progetti mastodontici quali i già citati Red Dead Redemption e GTA V hanno fatto sì che, inevitabilmente, il resto passasse subito in secondo piano.
Va comunque ricordato che, trattandosi sempre e comunque di un’azienda, è ovvio che intervengano necessità di tipo economico e strategico che vanno oltre quella che può essere la passione degli utenti finali. Ed è giusto così, senza ombra di dubbio. Sarebbe però un errore non citare The Lost and Damned e The Ballad of Gay Tony: due espansioni, rilasciate in seguito anche come esperienze stand alone, che vanno ad ampliare la storia di GTA IV. Due titoli di assoluto valore che, a distanza di anni e allo stesso modo del titolo principale, meritano di essere (ri)scoperti in tutto il loro splendore.
Nonostante meritasse ancor più fortuna, GTA IV è e rimane una pagina fondamentale della storia dei videogiochi: è stato forse l’azzardo più grande da parte di Rockstar, che è stata premiata riuscendo peraltro a gettare basi solide e importanti per tutti i progetti che sono seguiti. Possiamo quasi definire questa grande perla come un crocevia: non forse il capitolo meglio riuscito, ma senza dubbio fondamentale per contribuire a rendere Grand Theft Auto il franchise che tutti conosciamo.